Sull’omosessualità quasi non abbiamo parole. Suona dunque come una felice occasione il discorso del vescovo di Verona Giuseppe Zenti all’assemblea parrocchiale di Selva di Progno, il 5 luglio, a chiarimento della vicenda dell’ex parroco Giuliano Costalunga, dopo che costui aveva annunciato d’essersi sposato in Spagna con un uomo di cui era innamorato. Costalunga aveva criticato precedenti parole del vescovo annunciando che sarebbe stato presente all’assemblea e che in essa avrebbe detto le sue ragioni. Il vescovo non ha ammesso il contraddittorio ma alla fine delle sue parole ha abbracciato don Giuliano. Nei commenti il link al testo intero, provvidamente pubblicato dal sito della diocesi e i passaggi che mi paiono più utili.
Saggezza del vescovo di Verona sul prete gay e sposato
67 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Il testo del vescovo si può leggere qui:
http://www.diocesiverona.it/pls/s2ewdiocesiverona/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=25871&rifi=guest&rifp=guest
E’ un documento che fa tappa nell’ardua istruttoria ecclesiastica in materia di omosessualità.
Parlo come vescovo. Per motivi di chiarezza, premetto che siamo in chiesa e non in pubblica piazza o in un teatro o in un’aula giudiziaria. Qui, in chiesa, nessuno può avanzare la pretesa di intervenire. Se intervengo io lo faccio come Vescovo nel pieno esercizio del mio ministero pastorale […]. Avrei tanto desiderato parlarvi a cuore a cuore, in assoluta confidenza come si fa in famiglia, di una situazione di famiglia travagliata e dolorosa, da padre che preferisce subire e, soprattutto attraverso la recita del Rosario o la celebrazione della Messa, affidare tutto alla Misericordia di Dio che, solo, conosce l’abisso del cuore umano (cfr Salmo 63), piuttosto che accusare don Giuliano, del cui bene operato in queste parrocchie do atto, pur riconoscendo oltre tutto il gravissimo danno di immagine da lui recato al mio Presbiterio, che nel suo insieme – sono quasi seicento preti – è di eccellente qualità per fede e per zelo, al di là delle malevoli insinuazioni.
Lanciata su internet. Purtroppo la vicenda lanciata su internet, è stata catturata e portata sulla scena mediatica come un caso da rotocalco, ghiotto per la curiosità morbosa di chi si nutre di pettegolezzi squallidi. Personalmente ero intenzionato a restare in silenzio, nel rispetto della coscienza di don Giuliano, benché non potessi condividere minimamente la sua scelta, se, su istanza della gente, i preti non mi avessero sollecitato ad intervenire. Come Vescovo di questa Diocesi ho il dovere di manifestare vicinanza ai presbiteri, soprattutto quelli della vallata, e alla popolazione che ha subito uno scandalo sconcertante, come alcuni di loro hanno confidato sul quotidiano L’Arena, ripensando appunto al ministero esercitato da don Giuliano nelle parrocchie di Selva e Giazza. A sua volta, la popolazione ha anche il diritto a qualche chiarimento sulla vicenda, entro il rispetto che il caso merita.
Non è matrimonio. Ora don Giuliano è unito a Paolo, con il quale, a detta sua, sognava da parecchi anni di convivere con un amore autentico. Non ho nessun diritto di giudicare don Giuliano, poiché solo Dio, che scruta i cuori, conosce il travaglio della sua vita. Tuttavia, è mio dovere di Pastore, successore degli Apostoli, consegnare alla mia gente e ai miei preti la verità tutta intera, anche quella che riguarda il matrimonio come lo ha progettato e realizzato Dio, Mistero di Amore Trinitario, il quale ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, creandolo maschio e femmina, cioè sponsalità nuziale, aperto alla trasmissione della vita: “Crescete e moltiplicatevi”. Al di fuori di questo quadro di riferimento, Dio non ha previsto nessun’altra modalità di matrimonio, a Lui gradito.
Soggettività e dato di fede. Questo è il dato teologico e biblico. Poi, per una serie di variabili, la soggettività può imporsi sul dato di fede biblica. Nessuno comunque può arrogarsi il diritto di sentirsi approvato da Dio se il comportamento che assume coscientemente e volutamente si discosta dal suo progetto, benché sia da Lui ugualmente amato come un figlio. Anzi, Dio è sempre pronto anche a perdonare, cioè a risanare interiormente, non appena un suo figlio ritorna a lui, impegnandosi a vivere secondo il suo progetto sulla sessualità umana e sulla vita di coppia, e riconoscendo con umiltà i propri traviamenti, come il figlio prodigo.
Pietà di fratelli. Velando di pietà fraterna questa vicenda, che spero non cavalchi ulteriormente l’onda mediatica, buttando un mio ancora confratello prete alla berlina e in pasto al pettegolezzo, che disonora chiunque se ne fa promotore, chiedo a tutte le comunità cristiane di stare vicino ai preti, pregando molto per loro, aiutandoli ad essere preti fino in fondo, impegnati cioè a vivere in coerenza con il loro ministero. E auspico che nessuno si permetta forfettari giudizi malevoli nei loro confronti; quando qualcuno avesse documentate prove di comportamenti nettamente contrari al suo ministero di prete, ha il dovere di informarmene. Chiedo infine di creare nelle famiglie un humus idoneo al sorgere di nuove vocazioni al presbiterato, senza lasciarsi intristire e demotivare da situazioni che ne contraddicono l’alto e divino valore.
Non lasciamoci avvilire. Come agli Apostoli in mare in tempesta, anche a noi Gesù ripete: “Coraggio, ci sono io!”. È su Gesù che noi teniamo fisso lo sguardo della nostra fede, che non ha motivo di vacillare, di entrare in crisi o di spegnersi, a causa di comportamenti di preti non consoni con il loro ministero. E confidiamo tanto in Maria, la cui devozione è sempre stata un baluardo di difesa contro le insidie del diavolo: ottenga Lei grazie speciali sia per il nostro Presbiterio sia per tutte le vostre famiglie, cellule sane di una società malata, profezia di un mondo rinnovato nella linea del progetto di Dio sull’umanità imperniato sulla famiglia come Lui l’ha creata e redenta. Coraggio, non lasciamoci avvilire e intristire, ma andiamo avanti con buon senso e con quella fede che non ci fa impaurire fino all’angoscia quando ci troviamo nel mare in tempesta, se sulla barca c’è Gesù.
Sei stato coraggioso, Luigi, a postare un argomento come questo.
Tu sai che certamente la vicenda divide i cattolici che passano per il tuo blog.
Dell’omosessualità si è parlato qui molte volte e ha suscitato accese discussioni. Forse anche qualche tuo malumore. Qui, poi, si tratta di un prete che ha lasciato il ministero costretto dal suo vescovo e probabilmente dalla gran parte dell’opinione pubblica non ancora pronta ad accettare situazioni anomale come quella di don Giuliano.
Ma, del resto, neanche situazioni più “normali” quale quella di un prete che si innamora di una donna sarebbero accettate tranquillamente dal popolo dei fedeli. C’è ancora molta ignoranza in proposito. A quanto pare, i preti devono essere ancora visti come uomini particolari, incapaci di provare le stesse emozioni degli altri uomini. O se le provano, devono saperle nascondere molto bene per non suscitare scandalo.
I preti però non sono “neutri”; sono uomini normalissimi con le stesse emozioni e pulsioni degli altri uomini e hanno il pieno diritto di amare come tutti gli altri. Dio non li ha creati “speciali”, e se l’Istituzione impone loro di essere “speciali”, questo è un errore grave dell’Istituzione, che li vuole contro natura. E Dio non c’entra per niente. Da qui derivano non pochi mali che si annidano nella Chiesa stessa. Quando avverrà che la Chiesa cattolica ragionerà mettendo i piedi sulla Terra e cercando di capire in profondità la natura umana? E informandosi di scienza?
Detto questo, io non approvo il discorso di quel vescovo, così come disapprovo l’atteggiamento di tutta l’Istituzione verso l’omosessualità. Atteggiamento retrogrado e ignorante.
E non mi interessa che gli uomini di chiesa addolciscano la pillola parlando di rispetto, di non-giudizio e di altre caramelle di questo genere verso gli omosessuali.
Resta il fatto, per me scandaloso, che quel vescovo ha parlato di “peccato” in quel discorso fatto in presenza di don Giuliano. Ed è la solita storia.
Quanta ignoranza, Dio buono!
In natura esiste l’attrazione verso lo stesso sesso, e poiché l’uomo, compreso un presbitero, fa parte della natura, anche per lui è possibile–e deve essere accettato– questo tipo di amore, quando è autentico. Sottolineo l’autenticità del sentimento.
Non ha più nessun valore, e sta perdendo molti colpi, il discorso fatto dal vescovo Zenti e dalla Chiesa in generale, secondo cui agli occhi di Dio l’unica unione valida sarebbe quella fra due persone di sesso diverso con fini procreativi. A Dio non interessa proprio–credo–l’amore fra omosessuali, considerato anche che nell’ amore autentico fra tutti gli umani la prima battuta è la tenera amicizia spirituale e poi sopraggiunge, a naturale complemento, la componente erotica. Anche questo è un aspetto della interrelazione umana fra due persone, che va messo in risalto.
A Dio interessa la felicità dell’essere umano, la sua pienezza nell’umanità; tutto il resto svapora come nebbia al sole.
Ora, in generale, il gradino più alto della felicità si configura nell’amore, che quando è pieno, al suo culmine, rappresenta appunto la felicità. Nessuno può smemtire questo.
Se dovessero sposarsi coll’ “amato” tutti i preti gay che infestano oggi la Chiesa, si avrebbe un boom di matrimoni e una pioggia di confetti ., soprattutto a Roma.
🙂
La maggior parte di loro si guardano bene dal farlo perche’ non vogliono rinunciare alla carriera. Soprattutto in Curia sono pochi quelli che come il polacco Mons. Charamsca fanno coming out. Gli altri sanno benissimo coniugare i loro gusti segreti con la loro immagine pubblica vedi il cardinale Mac Carrick , arcivescovo emerito di Washington scoperto solo all’ eta’ di ottantaotto anni.
Tutto sommato questo pretino del Veneto fa tenerezza di fronte a tanti altri furbastri e menzogneri che hanno fatto carriera.
A me comunque fanno pena i parrocchiani questo sacerdote che , forse, non avrebbe dovuto divenire tale, come avevano saggiamente pensato i superiori del seminario che aveva frequentato. Ma poi era andato a Rieti e li’ l’ avevano fatto prete.
Ormai non e’ piu’ ’ cosi’ giovane, e’ stato prete per vent’ anni. Ha i capelli grigi ( oltre che piercing e tatuaggi) . Non sarebbe stato piu’ misericordioso, anche per lui , se avessero avuto il coraggio venti anni fa di dirgli che quella non era la sua strada?
Ed e’ davvero misericordia o amor del quieto vivere o ignavia quella del vescovo che si e’ accorto della situazione solo “ a cose fatte” , cioe’ quando il prete e’ scappato alle Canarie per sposarsi?
C’è solo una cosa che entusiasma Venturi più della morbosa attenzione per quel che succede sotto le mutande della gente, specialmente se preti, ed è la possibilità di buttare in faccia ai preti medesimi “di oggi” , e per trasposizione alla Chiesa “di oggi”, una bella palata di letame.
Cosa che puntualmente fa.
Son gran bei momenti.
Condivido entrambi gli interventi di Maria Cristina. Aggiungerei che, nonostante viviamo in tempi avvezzi a qualsiasi depravazione, questa vicenda ha scandalizzato. Un prete con la morosa non è una novità, ma almeno non si arrivi a ostentare come “normale”, bello, buono e giusto quello che è un male e che provoca scandalo ( e sappiamo cosa ha detto il Signore Gesù a proposito di chi da scandalo!). Il vescovo ha voluto mostrare misericordia, bontà sua, ma, con spirito pastorale, avrebbe potuto prendere una posizione più forte e rendere testimonianza della verità: in una parola evangelizzare.
Ma piantala, Federico.
Ne abbiamo un altro, qui, che si crede in grado di andar in giro a insegnare a vescovi e pastori come si fa a fare il vescovo e il pastore.
Una cosa ridicola.
“Il don tale avrebbe dovuto, il vescovo tal altro doveva fare, il papa averebbe fatto meglio”
Ognuno ha le sue depravazioni, e considera pura che questa, e balla grossa, è la tua.
Posso dire? pensa a fare il tuo, da cattolico: come per me, non ti basterà il tempo di tue o tre vite ( e ne avrai una sola a disposizione) per impostare nemmeno lontanamente il cammino. E lascia una buona volta che i vescovi facciano i vescovi, il papa il papa, la Chiesa , la Chiesa.
La Venturi giudica e condanna, e il Benedetti sottoscrive come al solito, inutilmente.
Parole del vescovo su don Giuliano:
-del cui bene operato [da don Giuliano] in queste parrocchie do atto;
-Non ho nessun diritto di giudicare don Giuliano, poiché solo Dio, che scruta i cuori, conosce il travaglio della sua vita;
-per una serie di variabili, la soggettività può imporsi sul dato di fede biblica.
Queste, se non leggo male, sono parole che parlano di un prete che ha sempre BEN OPERATO.
Il vescovo riconosce di non avere il diritto di giudicare e lascia il giudizio a Dio, l’unico e solo che può giudicare scrutando i cuori dei suoi figli.
Riconosce anche che la soggettività di un individuo può imporsi sul dato di fede biblica.
Com’è, allora, che qui sono intervenuti due visitatori–e c’era da aspettarselo– che si sentono in diritto di giudicare e di scagliare pietre?
Si sentono, loro, migliori di chi viene, secondo la morale comune, considerato un peccatore alla luce di canoni vieti e impunemente apodittici di una religiosità ridicola e punitiva che rimanda ai comandamenti di farisaica memoria?
Sono convinti, costoro, di essere dei buoni cristiani cattolici da prendere come esempio?
Si guardino bene nella profondità della coscienza e facciano “mea culpa” prima di avventurarsi in altre condanne penose e riprovevolii verso un qualsiasi fratello.
Anche loro sono peccatori come tutti. Non hanno il diritto di giudicare né di condannare se non sé stessi.
In un blog si discute e normalmente si esprimono idee e posizioni diverse, come in qualsiasi famiglia o gruppo di amici: chi la pensa in un modo, chi in un altro. In questo blog, no: bisogna scrivere solo quello che piace al duo Cuffini e Boe, altrimenti scatta il linciaggio.
Ma chi si credono di essere? Chi ha dato loro il diritto di azzittire il prossimo?
Luigi Accattoli propone una riflessione e tutti devono poter esprimere la loro opinione, favorevole o contraria, giusta o sbagliata, condivisibile o no, senza dover subire ricatti morali, insulti e censure. Questo è il prerequisito di qualunque dialogo, che si basa su un confronto franco ma rispettoso. La condizione minima per uno scambio che può essere persino arricchente e stimolante. Se si tollera sempre e solo il solito coro non può esserci dialogo, ma solo lunghi monologhi che non interessano a nessuno. E questa è la mia risposta ai commenti dei due signori sullodati, ma anche una provocazione sulla libertà di intervento nel blog in un tempo di pensiero unico dominante politically correct (quello delle magliette rosse, per intenderci).
W VERDI, W l’Italia, W Pio IX!
Buona giornata a tutti
Finito di frignare, Federico?
Bravo. Adesso fai il favore di indicarmi con precisione dove fossero il ricatto morale,l’insulto e la censura in quel che ti ho scritto alle 22.35.
Dopodiche, ne riparliamo.
( P. Il” pensiero unico dominante” è il tuo da un pezzo. altro che quello delle magliette rosse.
Capisco l’inclinazione al vittimismo, ma , come ami dire tu, il vento è cambiato, e regna il dioscuro maior, quello che di rosso conosce solo il vino.)
il pensiero unico dominante politically correct in questo tempo non è certo quello ” delle magliette rosse” ….
cristina vicquery
Il “pensiero dominante” , creativamente indicato da Federico, sarebbe quello della Accoglienza.
Anche se lo spirito di Gorino ( “non me ne frega un casso”) è arrivato al potere , il precetto evangelico RESTA e interpella – sbattendola al muro- la coscienza dei cattolici.
Leggasi, ultima in ordine di tempo, la presa di posizione ufficiale della “San Vincenzo”:
““Aiutiamoli a casa loro – blocchiamo le partenze – rispediamoli in Libia”. “Non possiamo accoglierli tutti, che se li pigli l’Europa”. Ne abbiamo sentite di tutte contro questa “invasione” dall’Africa: non commuovono più nemmeno quei corpicini esanimi ripescati e ricomposti da chi ancora sente pietà per un bambino non suo, ma che è come se lo fosse.
Ma dove è finita l’umanita? Umanità! Parola che sembra svuotata di senso, non solo da noi, ma un po’ dappertutto in questo mondo che ha preso una piega populista, nazionalista, sovranista… in cui la ragione, la compassione, la misericordia o la semplice solidarietà sono rispedite al mittente come roba logora da “buonisti” – altro termine spregiativo caro a chi non sente che la ragione del proprio tornaconto.
Eppure c’è un’Italia ancora bella, pronta ad accogliere, ad integrare, a dare lavoro, ad aiutare queste persone, che siano rifugiati, richiedenti asilo o, semplici “migranti economici”. Un’Italia che funziona anche grazie al loro lavoro, alla volontà, al sacrificio che s’impongono. Sono uomini e donne proprio come noi, differenti solo per cultura, per vissuto, con tante ferite che si portano addosso e dentro, ma con gli stessi bisogni e sogni nostri.
La Società di San Vincenzo De Paoli si è sempre presa cura dei poveri, dei più deboli, operando per costruire la giustizia sociale, dentro un ideale di carità. Per questo non può tollerare quanto oggi sta accadendo in Italia e in Europa sulla politica delle migrazioni, un fenomeno destinato a durare negli anni, e per gestire il quale non servono chiusure, ma scelte condivise e intelligenti, che sappiano coniugare regole e diritti con il senso di umanità.
Perché l’umanità è una, e solo l’umanità unisce i popoli e genera pace.
Roma, 09 luglio 2018”
Federico Benedetti
Io mi diverto a scrivere su questo blog proprio per vedere le reazioni stizzite di Cuffini e Boe. Come mi divertivo da ragazza, quando alle assemblee studentesche si dovevaper forza essere di sinistra, e parlare per luoghi comuni di sinistra, a punzecchiare i “ compagni” gia’ ’ allora con Rolex e casa a Portofino, che vantavano le magnifiche sorti e progressive dei paesi comunisti, chiudendo un occhio e minimizzando su ogni magagna.
AdessoBoe e Cuffini vantano le magnifiche sorti e progressive della Chiesa nuova, la Chiesa sorta nel marzo 2013 , e insieme attaccano duemila anni di cristianesimo come “ reazionario”, e rigido chi considera il matrimonio solo fra un uomo e una donna e chi considera il celibato e la castita’ dei preti cattolici importanti, . Per Victoria Boe l’ esempio del prete Veneto e’ la “ vittoria dell’ Ammmooore” col tipico Happy End che amano tutte le lettrici di romanzi rosa. Il prete gay e il suo “ sposo” hanno gia’ Detto che vogliono un figlio. Ovviamente coll’ utero in affitto. Chi siamo noi per giudicare? Auguri e figli maschi.
Lascio a Victoria Boe e a Cuffini la palma dei paladini dell’ ammmmooore e della misericordia, cosi’ come i radical-chic Rossi col Rolex credono di essere i paladini della giustizia sociale. Faccio volentieri la parte della cattiva, perche’ una cattiva ci deve pur essere no? Faccio volentieri la parte della nemicadel popolo.
Lasciamo caro Federico a chi si crede il paladino e l’ apostolo dell’ Ammmmooore, la sua religione new age. Rimaniamo fedelmente ancorati alla dottrina cattolica che ci chiede si’ di non giudicare il cuore di un peccatore , che quello puo’ farlo solo Dio, ma che ci chiede anche di giudicare fra azioni buone e malvagie. La definizione di “ discernimento” e’ il giudizio fra bene e male. Rinunciare a tale discernimento ed esultare per azioni oggettivamente non buone e tali definite dalla dottrina e dal catechismo, non e’ bonta’ . E’ indifferentismo . Lo stesso indifferentismo che i comunisti ebbero per le azioni compiute dai “ compagni” sovietici oggettivamente malvagie. I i frutti del comunismo li abbiamo visti, ora vediamo i frutti di questo nuovo modo di concepire il rapporto con Dio . Frutti marci, che stanno appestando il mondo.
https://gloria.tv/text/CoDAydw8LveQ2z3LNT4mdkL2f
http://isoladipatmos.com/il-no-del-sommo-pontefice-francesco-i-allammissione-degli-omosessuali-nei-seminari-il-dramma-della-decadenza-morale-del-clero-nasce-dalla-mancanza-di-adeguata-formazione-e-cosi-che-finiamo-poi-col/
Cara signora Venturi, ma di che stiamo parlando?
Lo avete letto, lei e il suo amico che le fa l’ eco, il Vangelo oppure lo tenete ben chiuso nel cassetto, ricoperto di polvere, e prendete per Vangelo le vostre teste?
“Non giudicate per non essere giudicati” sta scritto nel Vangelo, non in un testo qualsiasi.
Da dove traete voi il vostro cristianesimo? Dalla spazzatura del moralismo da due soldi?
“AdessoBoe e Cuffini vantano le magnifiche sorti e progressive della Chiesa nuova, la Chiesa sorta nel marzo 2013…”
Lei sbaglia sempre.
La Chiesa cui io mi onoro di appartenere, è quella nata a partire dal Vaticano II, non nel marzo 2013.
E comunque il Vangelo esiste da molti secoli prima, gentile signora. Lei però non lo ha mai conosciuto, a quanto pare; mai letto.
Lei è una cristiana di dottrina, ed è, il suo, ben altro che il cristianesimo evangelico.
rif 9.57
io non nè Rolex nè attico ,ma agisco lo stesso come una paladina della giustizia sociale ( quindi questo non lo fanno solo i ricconi, cara MCV ) e penso che chi ha rolex e attico e barca e ecc ecc, non sia un ipocrita ,ma qualcuno che grazie alle sue maggiori disponibilità economiche stia facendo probabilmente più di quanto stia facendo io…
Quindi a risentirci a quando avrai qualcosa di serio da dire e non i soliti cliché…
Cristina Vicquery
🙂 🙂 🙂
Dunque, Venturi si diverte?
Menomale. Devo dire che lo nasconde molto bene, dato il ringhio perenne, il letame costantemente in canna, e il lugubre nereggiar di corvi che alternativamente accompagnano le sue parole qui.
Anche il dissimulare , pur se zoppicante, è un’arte.
In compenso, io non mi stizzisco punto.
Il che non mi esime da alcune necessarie precisazioni.
Punto primo: il Rolex e Portofino te li puoi riporre accuratamente nella borsetta, Venturi. Non c’ho una delle vecchie lire, e ho campato da sempre in piena cintura industriale di Torino: non so se mi spiego. Per fare il Boldi della situazione, bisogna essere capaci a farlo: se no si risulta solo beceri e scontati come un Salvini qualunque.
Punto secondo: ci provi pateticamente ogni volta, ma – sorry – non esiste alcuna Chiesa Nuova, nata nel 2013. Peggio dei peggi, per te, è che non esiste alcuna frattura tra la Chiesa ante 2013 e post 2013. Lo so, lo so: ti piacerebbe molto. Ma le bugie han le gambe corte, e nel caso tuo, a forza di raccontarle, sono diventate così tante e minuscole come le zampe di un millepiedi.
Punto terzo: “rimanere fedelmente ancorati alla dottrina cattolica” in bocca tua è una contraddizione in termini. Tu confondi una tua personale dottrina, fatta cogliendo fior da fiore quel cappero che piace a te, con la dottrina della Chiesa Cattolica. Che c’è, esiste, è una, ben chiara e costantemente proclamata. A te non piace punto, ti ci ribelli e la combatti ogni giorno. (Capirai l’originalità: sei una degli innumerevoli che lo fanno da 2000 anni circa.)Padronissima. Ma quello che tu dici sta alla dottrina cattolica come l’oro fino sta alla tolla arrugginita.
Punto quarto: il paladino dell’ammoooooooore – attualmente- qui è uno e solo uno, anzi, dato l’andazzo, meglio sarebbe scrivere Uno e solo Uno: sempre lui, il dioscuro maior dioceloconservi Salvini. Il quale, dopo aver fatto carta igienica del rosario e del vangelo a fini volgarmente comiziardi, nella piana di Pontida ha sciolto tutto un peana all ‘Ammoooooooore (e a se stesso come novello deo del medesimo.)
Dunque: anche a te, come al fedele Federico, un caldo invito ad aggiornarsi sulle mutate condizioni climatico/social/politiche.
🙂 🙂 🙂
P.S. Il link a firma di tal patrizia@patriziastella.com solertamente linkato da Venturi, è utile assai, se letto in simultanea con i virgolettati testuali riportati scrupolosamente da Accattoli per far capire con mano dove sia la verità delle cose ( in questo caso : le precise effettive parole del vescovo) e dove il loro utilizzo mediato dalla foga propagandistica.
Un caso da manuale di disinformazione.
P.S.II
Quanto al secondo link postato da Venturi, quello dall’Isola dei Famosi, vale la pena riprodurre il chiaro, senza prudenti filtri sostitutivi, la profonda bellezza e squisita sensibilità del titolo:
“…È COSÌ CHE FINIAMO POI COL RITROVARCI CON UN ESERCITO DI CHECCHE E CHECCHINE, DIVE E DIVINE ALL’INTERNO DEL CORPO ECCLESIASTICO”
Questo qualifica da sé, la prosa e l’approccio dei molto ( poco, a questo punto)reverendi padri dell’isola dei Famosi . Sia detto per inciso a loro, e a Venturi: l’una e l’altro sono COMPLETAMENTE FUORI DALLA DOTTRINA CATTOLICA E DAL CATECHISMO SULL’ARGOMENTO.
La vicenda comunque la si giri è una brutta vicenda e non dà gloria a nessuno. Certamente è inevitabile risalire al perchè e per come un cristiano in diocesi veronese è finito ad essere ordinato prete nella “santa valle reatina”. E perchè poi è ritornato tra la sua gente di origine.
Ritengo che qualunque cosa avesse detto e fatto in questi giorni il vescovo di Verona non andava bene a qualcuno. O troppo o troppo poco evangelico o troppo offensivo o troppo accomodante. O troppo trasparente o troppo insabbiatore. Meno male che almeno, pare, non fosse in vacanza chissà dove.
L’unica cosa inaccettabile è godere “sotto sotto” per fare polemica contro qualcuno del presente o del passato, magari già morto, vescovo o papa che fosse.
Tornielli, il primo che ha dato notizia, ha contestualizzato bene la vicenda. Si può solo sottoscriverlo.
Ho riletto il discorso del vescovo. Qualcosa di più tempestivo forse si poteva fare.
Mi pare che almeno il sostentamentl clero sia stato tolto per tempo. Comunque solo chi possiede tutti gli elementi è in condizione, in questo come in ogni altro caso, di valutare e – per quanto gli concerne – di giudicare lealmente e rettamente.
Qui quello che Tornielli ha detto sull’argomento ( rif. 12.54)
http://www.lastampa.it/2018/07/05/vaticaninsider/le-nozze-gay-dellex-parroco-e-il-problema-dei-seminaristi-vaganti-4UerYmi4Rp0yln77AStDvK/pagina.html
Luigi Accattoli in questo post ha messo l’accento sull’omosessualità e ha postato il link al discorso del vescovo Zenti.
Andando a leggere Tornielli, si vede una questione più complessa di quanto si potesse pensare.
D’altro canto, il vescovo Zenti non ha dato modo a don Giuliano di parlare. Vorrei conoscere il racconto dell’ex don, per poter essere al corrente delle cose come stanno veramente. Sentire una sola campana di parte può fare andare fuori strada.
Resta il fatto incontestabile che l’omosessualità è stata sempre demonizzata dalla Chiesa come “peccato”. Il che non è, qualunque cosa ne pensino ecclesiastici e laici puritani e arretrati ignorantemente.
Caro e stimato Luigi, per le cose che sto scrivendo ho fatto molte e approfondite ricerche sulla creazione dell’essere umano, la quale, in riferimento al tema da te proposto, mi limito qui a riassumere.
La Bibbia fa una grandiosa presentazione della creazione dell’essere umano, ponendo dei punti fermi nell’antropologia biblica:
– L’essere umano maschio (ish in ebraico) e l’essere umano femmina (ishàh, sempre in ebraico) sono su un piano di parità.
– Ambedue sono a immagine e somiglianza di Dio.
– Ambedue sono sessuati, quindi complementari e relativi l’uno all’altra.
Per questo la donna entra nel disegno divino sullo stesso piano dell’uomo e quest’armonia perfetta riceve la benedizione divina: “Dio li benedisse; e Dio disse loro: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra’”.
Ora, data la limitatezza di tutte le creature, esse, riproducendosi, possono essere vittima di errori naturali, che le rendono anormali. Perciò, nella riproduzione tra uomo e donna, possono nascere persone omosessuali, che vanno rispettate. Ma non si può affermare che esse fanno parte della normalità creatrice di Dio. Tantomeno, unendosi, possono pretendere di essere la famiglia naturale, perché non riescono a generare. Ci sarà un motivo, naturalmente divino direi, se uomo e donna sono fatti in modo diverso, o no? Ma c’è da dire, poi, che nascono anche bambini e bambine ciechi, sordi, con gravi malformazioni. Non si può sostenere che queste fanno parte della normalità umana, anche se, ovviamente, vanno salvaguardati, come gli omosessuali vanno rispettati nelle loro inclinazioni fuori norma, solo se consenzienti, però. Purché non pretendano di fare quello che hanno fatto a Pompei nel loro “Gay Pride”, insultante contro la religione cattolica, e in modo particolare contro Maria, che, con una rappresentazione blasfema, l’hanno personificata come lesbica dispensatrice del Rosario.
Quanto ai sacerdoti gay che si sposano, doppiamente erranti, secondo me.
Saluti, e sopratutto salute, a te, Luigi, e a tutti!
Scusa Giuseppe.
Il concetto di ” normalità creatrice” di Dio mi appare quanto meno rischioso.
Indipendentemente dalla questione della omosessualità.
“Ma c’è da dire, poi, che nascono anche bambini e bambine ciechi, sordi, con gravi malformazioni. Non si può sostenere che queste fanno parte della normalità umana, anche se, ovviamente, vanno salvaguardati”.
Forse è uscita una espressione infelice, diversa da quella che volevi esprimere.
Perché, così come la si legge, abbi pazienza, la frase è irricevibile.
Ciechi , sordi e con gravi malformazioni, FANNO INVECE ASSOLUTAMENTE PARTE DELLA NORMALITA’ UMANA.
Non c’è nessuna “ovvia salvaguardia”.
C’è una vita piena, una dignita’ piena, una NORMALITA’ piena.
Forse è meglio che tu , almeno su questa parte , chiarisca meglio.
Faccio presente a Victoria Boe che il Vangelo dice” non giudicate ,se non volete essere giudicati” ma l’intero messaggio cristiano presenta bene la differenza fra bene e male. Poi ognuno fa quello che vuole,nessuno è costretto ad agire secondo il bene, ma non fare differenza fra azioni buone e azioni malvage non è il messaggio di Cristo, semmai è il messaggio di Satana, che si sforza sempre di convincere gli uomini che non c’è differenza fra bene e male. Non fare differenza fra azioni buone e cattive vorrebbe dire non avere nessun criterio morale, vorrebbe dire vivere una vita “amorale”. basata solo sui propri gusti e desideri. La condanna degli ATTI contro natura si basa su tutta la Sacra Scrittura. Victoria Boe non può rifiutarne una parte e scegliere solo quella che piace a lei.
il cattolico poi oltre al Vangelo ha anche l’insegnamento della Chiesa, la Tradizione, e il Catechismo. Faccio presente a Victoria Boe che il CCC non è stato ancora ABROGATO e dunque il cattolico si atterrà , in questa come in tutte le altre questioni ETICHE, all’insegnamento della Chiesa che dice nel suo catechismo che gli atti omosessuali” in nessun caso possono essere approvati ” Quanto poi ai preti moderni che predicano e ( e spesso attuano nella loro vita) l’indifferentismo morale, non solo non predicano il Vangelo e non danno testimonianza al messaggio di Cristo ma peccano gravemente contro il loro sacro ministero, portando scandalo fra i fedeli .
Catechismo della Chiesa Cattolica su Castità e omosessualità
2357 L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
Rif. 14.57 – Ritardi e previsioni
Non mi pare che nei tre anni passati e anche prima siano mancati gli incontri del vescovo in merito alla vicenda finita nel modo detto.
A pensare male si fa male, come si dice: poi alcuni sbagliavano, altri indovinavano.
Ri 16.43 – Indifferentismo
Chi stabilisce se la persona in questione era antica o moderna?
Se guardo dove è stato ordinata ho qualche intuizione, che tengo per me.
Scusa tu, Lorenzo, perché non mi sono spiegato bene.
Che possano nascere bambini con malformazioni fisiche è nella norma dell’eventualità umana. Questo perché l’uomo in quanto essere finito ha dei limiti e per questo può trovare ostacoli nella sua realizzazione fisica e psichica.
Ma dei genitori cui nascono figli malformati non penso che possano essere contenti perché questa evenienza fa parte della normalità umana.
L’essere sani è la norma, l’essere non sani sicuramente rientra nell’eventualità umana, ma è un’eccezione di cui chi la subisce non ha colpa, e pertanto va sempre e comunque tenuto nella debita considerazione, ci mancherebbe!
Non so se mi sono spiegato…
Giuseppe di Melchiorre, tu sei convinto che la Bibbia sia parola di Dio e che, come tale, tutto quel che lì è affermato è da prendersi per oro colato?
Ebbene, io no, non ne sono convinta affatto. E come me tanti altri non lo sono. Quel che vi si legge è stato scritto da uomini nell’arco di più di un millennio, dovresti saperlo. E quegli uomini, ispirati o meno, hanno scritto ciò che gli passava sotto gli occhi. Dunque, la vera ispiratrice per loro era l’esperienza vissuta e vista vivere intorno a sé, con in più una fioritura leggendaria e metaforica arrivata fino ai nostri giorni.
Poteva esserci anche una profonda intuizione di quel che sarebbe accaduto.
Tanto è vero che in molti di quei libri vengono affermate, come parole di Dio, delle atrocità attribuibili, si direbbe, ad una mente diabolica piuttosto che ad una mente divina che pensa e “parla” ed opera per Amore.
Quindi sarebbe meglio soprassedere sulla “parola di Dio”.
Quando in alcuni libri come quello di Giobbe o il Cantico dei cantici, tanto per esemplificare, si parla del silenzio di Dio di fronte alle domande di Giobbe o dell’amore umano nella più alta delle sue espressioni, non si fa altro che parlare di realtà vere-verissime che sono alla portata di tutti gli esseri umani della Terra. Quale parola di Dio, allora? Fra l’altro, nel famoso Cantico si parla di un uomo e una donna NON SPOSATI, tanto per essere precisi. Chissà perché questo dettaglio non viene mai messo in evidenza dalla Chiesa cattolica, che si appella sempre al matrimonio-sacramento per l’esercizio della sessualità. La bestia nera del sesso!
Che uomini e donne siano sessualmente diversi e quindi complementari è una realtà di una tale ovvietà che non vale la pena soffermarcisi nemmeno un po’. Questo discorso però riguarda tutto il regno animale.
Tutte le specie animali compaiono differenziate nei due sessi, e il fine di questa diversità è proprio il perpetuarsi della specie.
L’uomo, fino a prova contraria, è anche un animale, certo superiore fra tutti, ma uguale in tutto e per tutto agli altri nel desiderio di perpetuarsi.
L’istinto degli altri animali ( chiamale pulsioni, se vuoi) c’è, paro paro, negli uomini; solo che tale istinto può parzialmente essere dominato dalla razionalità e dalla forza di volontà dell’uomo.
Ebbene, in tutte le specie animali si trova l’attrazione per lo stesso sesso; perché dovrebbe esserne esentato l’animale-uomo? O vogliamo chiamare “colpevoli” e impudichi gli altri animali che sono attratti dallo stesso sesso?
Tu, Giuseppe, potresti spiegarmelo? Non credo proprio.
Perché, allora, la Chiesa si arroga il diritto di dire che l’omosessualità è “peccato”, cioè una condizione di cui l’uomo dovrebbe sentirsi colpevole? Chi lo stabilisce questo? Non c’è scritto, fra l’altro, neanche nei testi definiti “sacri”. Allora, da dove lo desume la Chiesa che l’omosessualità è “peccato”? E ti dirò che in tempi assai lontani la sessualità fra uomini e uomini era considerata “cosa normale” proprio nelle società del mondo biblico. Anche l’amore fra donne era contemplato come “normale” senza che fosse stigmatizzato. Basti pensare alla grande poetessa Saffo, che lo canta in versi di sublime tenerezza e poesia. Solo in tempi relativamente recenti si è giunti alla condanna dell’omosessualità con conseguenze tremende sulla psiche di chi ha questo orientamento ed è costretto a nascondersi.
Per non parlare delle persecuzioni perpetrate contro di loro da certi pazzoidi che volevano ripulire le società dal fango degli ebrei, degli omosex e via dicendo, nel nome di una fantomatica razza pura e senza macchia.
Proprio loro che erano davvero immondi e svergognati oltre ogni dire.
Victoria, non mi piace il tuo tono e non ti rispondo. Punto.
In natura esiste l’imprevedibile.
Ieri ho visto un documentario che mi ha lasciata sbalordita.
Si parlava di una specie di pesci molto grandi, in acque marine lontane dai nostri mari. Anche fra loro naturalmente maschi e femmine; il maschio molto più grande della femmina, riconoscibile anche per una strana, brutta, testa voluminosa.
Ebbene, le femmine più grandi di quella specie ( non ricordo il nome) possono trasformarsi in maschi a causa di certi processi chimici che avvengono nel loro corpo.
Ho strabuzzato gli occhi quando ho visto una bella femmina entrare in anfratto corallino e uscirne qualche giorno dopo, come veniva spiegato, trasformata in un pesce maschio con la testa voluminosa, a palla quasi. Non credevo ai miei occhi. Mi sembrava fantascienza.
E noi umani ci meravigliamo del fatto che certi uomini fisicamente maschi si sentono femmine, e, viceversa, certe donne fisicamente femmine si sentono maschi e si fanno operare per cambiare sesso?
Credo che sia chiaro quello che intendevi dire , Giuseppe.
Perché, che tono è il mio, Giuseppe? Il mio è un discorso serio che può non piacere a chi ha già dei preconcetti ben puntellati nella testa e non ha argomentazioni da opporre.
Non mi interessa che tu mi risponda. Mi interessa, invece, che il mio discorso ti faccia riflettere, caso mai. E comunque, tieniti pure i tuoi preconcetti, se così ti piace. Il mondo continua a girare.
Ehh caro Giuseppe Di Melchiorre,cara Venturi, caro Federico, cari voi tutti che, come la sottoscritta, sono fermi alla morale cattolica e che -parafrando Mosé che tra vitello e danze spezzò le tavole ai piedi della montagna- crede ancora che nella Scrittura esista un peccato personale distruttore dell’ordine creato da Dio. Che esistano i peccati “ministeriali: quelli legati al proprio ministero, e crede che dal peccato ministeriale di un papa -ad esempio-, tutta la Chiesa è condotta nel peccato. Dal peccato ministeriale di un Vescovo -ad esempio- tutta la diocesi subirà un grande danno. Dal peccato ministeriale di un parroco -idem- tutta la parrocchia è condotta fuori rotta, dal peccato ministeriale di un presbitero -ibidem- lo smarrimento di tante anime sarà totale e che, proprio come dal peccato ministeriale di Aronne in cui tutto il popolo divenne idolatra!
Sempre parafrasando Mosé si può affermare che se un Papa , un Vescovo, un parroco, un prete vuole male al suo popolo, non deve ucciderlo, né parlare male, ne fare alcunché. Basta che dia scandalo, che smetta di illuminarlo con la Parola di Dio e lo condanna a morte. Ma che scemi noialtri che crediamo ancora che esista il peccato contro/natura e lo riteniamo abominio se fatto pubblicamente e da un presbitero poi…Che scemi noi, che pazzi, che retrogradi, che bigotti, e che ganzi invece i cosiddetti “liberi pensatori” tutti intenti a salvare il mondo alla Paul Valery della serie “c’è uno stupido dentro di me, devo approfittare dei suoi errori”. Quei “liberi pensatori”, altrimenti detti “zecche dei centri sociali”: una sorta di denominazione di origine controllata giusto per inquadrare quella massa informe che a tutti i livelli del sociale: nelle scuole, nelle aule universitarie, in politica, nella Chiesa, si atteggiano ad esistenzialisti e come le zecche appunto si attaccano su posizioni pseudo anarchiche o anarcoide sinistroide che con l’intento di sovvertire il senso comune. Farla “fuori dal vasino”, proprio come i bambini che rivendicano la propria autonomia, è l’unico modo per sentirsi importanti, certi che la moralità personale , l’ethos, l’etica non segua delle linee generale,non siano principi che interrogano e ci costringono a stabilire e riconoscere ciò che è moralmente buono da ciò che NON lo è , come nel caso concreto ad esempio, assunto a livello generale paradigmatico di cui si sta parlando precisamente, ma si arrampica su capriate ideologiche per dimostrare BOH, MAH ! In realtà non sanno neppure loro cosa (?).
Siamo al giro di Boa (o Boe che è lo stesso) caro Giuseppe di Melchiorre, cara Venturi, caro Federico cari tutti voi che come me, con il sostantivo *morale* o *etica* intendiamo ancora quel complesso organico di principi e valori,di norme e gerarchia di valori che regolano la vita sociale, religiosa, psichica di una società, un’aggregazione, un nucleo, e per *moralità* intendiamo quella dimensione interiore in cui la coscienza si connota e qualifica ciò che è moralmente buono o moralmente cattivo e sceglie il bene responsabilmente o il male altrettanto liberamente. Qui non ci sono scappatoie, se non si vuole rasentare la teorie Nietzschiana per cui non esistono gli atti ma le interpretazioni e non esistono Verità ma solo la propria volontà e libertà e sempre al di la del bene e del male.
Liberissimi: ciascuno è libero di essere bestia o uomo, con una coscienza morale in grado di capire,valutare, decidere in un rapporto equilibrato di valori condivisi ordinati in vista di un bene più alto.
Che esistano i peccati “ministeriali”:
Quali sono i riferimenti?
La situazione della Chiesa è ben più grave di questi scandaletti i, tutto sommato piccoli. I peccati della carne dei preti ci sono sempre stati, nessuno di noi , ne’ preti ne’ fedeli è esente dalla tentazione e da tutte le passioni umane, ira, invidia, lussuria, avarizia, concupiscenza.
Tutto questo è sempre successo. Ma oggi c’è qualcosa di più preuccupante, c’è una mentalità strisciante, come un serpe che striscia, che si fa largo dentro la Chiesa , una mentalità che tente a “giustificare” il peccato, a negarlo. Cioè oggi i peccatori, preti e laici, non solo compiono i peccati ma vogliono giustificarsi. In nome della libertà di coscienza , dell’amore, del “non essere rigidi”, cercano di giustificare i propri peccati . NON SI PENTONO. Quello che impressiona di questa vicenda del prete veneto è che NON SI E’ PENTITo di quello che ha fatto, anzi lo rivendfica con orgoglio, è felice e contento e crede di esserenel giusto. E il suo vescovo non gli ha chiesto di pentirsi e non ha osato dirgli nulla ma gli ha detto , tutto sommato, va’ pure per la tua strada . Come un padre che davanti a un figlio che sta andando per la cattiva strada, non dice nulla e non fa nulla per metterlo in guardia.
Pentitevi dei vostri peccati e con vertitevi, questa frase non risuona più nella Chiesa cattolica.
qQesta mentalità non c’è mai stata nella Chiesa. nel passato preti, vescovi , cardinali ed anche papi peccavano come tutti, ma nessuno ha tentato di giustificare il male in quanto tale. Alessandro papa Borgia aveva figli e amanti, ma non ha mai rivendicato la liceità e la bontà della propria condotta, non ha mai detto che è giusto per per un papa di avere figli e amanti. Preti omosessuali ci sono sempre stati, ma mai nessuno ha insegnato dal pulpito che l’omosessualità non è un peccato anzi è un orgoglio..
La mentalità strisciante, come un serpe che striscia e che si insinua, è oggi questo capovolgimento di tutti ivalori: il male è diventato bene .
E fra un poco verrà insegnato anche ai bambini, al catechismo, che ciò che è male è bene e ciò che è bene è male, perchè ognuno ha il DIRITTO di fare quello che ritiene bene per se’ , quello che gli piace, quello che desidera. Hanno già cominciato ad indottrinare i bambini. La serpe comincia ad insinuarsi nelle anime innocenti per corromperle.
Che Dio protegga la sua Chiesa e tutti noi dalla Serpe che si è insinuata e striscia. Non perdiamoci d’animo perchè sappianmo che la Santa Vergine sconfiggerà la Serpe e la calpesterà sotto isuoi piedi , come si vede in tutte le raffigurazioni della Madonna.
“E’ già un approvare l’errore
il non resistervi;
è già soffocare la verità
in non difenderla”
Felice III (483 d.C 492 d.C) 48º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, che lo venera come Santo.
“Come un padre che davanti a un figlio che sta andando per la cattiva strada, non dice nulla e non fa nulla per metterlo in guardia.”
Questo afferma Venturi qui sopra, a proposito del Vescovo di Verona in merito alla vicenda in questione.
Bene ha fatto Accattoli a riportare nel testo integrale COSA IL VESCOVO HA VERAMENTE DETTO. Ecco le sue parole sull’unione del sacerdote con il suo compagno:
“è mio dovere di Pastore, successore degli Apostoli, consegnare alla mia gente e ai miei preti la verità tutta intera, anche quella che riguarda il matrimonio come lo ha progettato e realizzato Dio, Mistero di Amore Trinitario, il quale ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, creandolo maschio e femmina, cioè sponsalità nuziale, aperto alla trasmissione della vita: “Crescete e moltiplicatevi”. Al di fuori di questo quadro di riferimento, Dio non ha previsto nessun’altra modalità di matrimonio, a Lui gradito. ”
Sempre Venturi, qui sopra, scrive:
“La mentalità strisciante, come un serpe che striscia e che si insinua, è oggi questo capovolgimento di tutti ivalori: il male è diventato bene .
E fra un poco verrà insegnato anche ai bambini, al catechismo, che ciò che è male è bene e ciò che è bene è male”
Questo SE LO INVENTA , VENTURI. Ecco le parole che ha pronunciato il Vescovo:
..
“Nessuno comunque può arrogarsi il diritto di sentirsi approvato da Dio se il comportamento che assume coscientemente e volutamente si discosta dal suo progetto, benché sia da Lui ugualmente amato come un figlio. Anzi, Dio è sempre pronto anche a perdonare, cioè a risanare interiormente, non appena un suo figlio ritorna a lui, impegnandosi a vivere secondo il suo progetto sulla sessualità umana e sulla vita di coppia, e riconoscendo con umiltà i propri traviamenti, come il figlio prodigo.”
Procede Venturi, dopo aver dato praticamente del covo di satanassi alla Chiesa , partendo da quella di Verona, e al suo Vescovo, con il richiamarsi alla preghiera alla Madonna, In questo manco lei puo’ sbagliare. Giova precisare però che proprio questa strada, OVVIAMENTE, è quella indicata e proposta dal Vescovo stesso, che certo, in quanto tale, non ha bisogno dei suggerimenti pelosi di nessuno. Ecco difatti ancora le testuali parole del Vescovo:
….
“E confidiamo tanto in Maria, la cui devozione è sempre stata un baluardo di difesa contro le insidie del diavolo: ottenga Lei grazie speciali sia per il nostro Presbiterio sia per tutte le vostre famiglie, cellule sane di una società malata, profezia di un mondo rinnovato nella linea del progetto di Dio sull’umanità imperniato sulla famiglia come Lui l’ha creata e redenta. Coraggio, non lasciamoci avvilire e intristire, ma andiamo avanti con buon senso e con quella fede che non ci fa impaurire fino all’angoscia quando ci troviamo nel mare in tempesta, se sulla barca c’è Gesù.”
I virgolettati sono copiaincollati dai primi commenti a questo post, in cui Accattoli riporta i passi salienti dell’intervento del Vescovo.
Lo stesso intervento, come ha puntigliosamente notato Accattoli, è stato riportato integralmente sul sito della Diocesi di Verona, quindi con il massimo della ufficialità e della visbilità , e si trova qui:
http://www.diocesiverona.it/pls/s2ewdiocesiverona/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=25871&rifi=guest&rifp=guest
Sempre per chiarezza di informazione, il Vescovo precisa anche alcuni passaggi OVVII, ma che è bene ripetere, perché le affermazioni fatte con ambiguità da Venturi, vogliono lasciar intendere che ” nulla è stato fatto” al sacerdote in questione.
” la sua nuova condizione, ipso facto gli ha procurato la sospensione a divinis, cioè la proibizione assoluta di presiedere la celebrazione dei sacramenti, in particolare l’Eucaristia, la Confessione e il Matrimonio, sia in pubblico sia in privato – una eventuale celebrazione anche in privato sarebbe una farsa contro l’assoluto di mistero di Amore di Dio, Gesù Cristo Eucaristia, inseparabile dal suo Corpo che è la Chiesa, da lui amata fino a dare la vita per essa, senza mai condannarla “.
Victoria, io ho le mie idee, tu hai le tue.
Io sono amante del dubbio perché mi piace cercare, in modo che quando trovo ho molta soddisfazione. Il tuo “nomen” è invece il tuo “omen”. Tu in ogni tuo ragionamento agiti in alto lo scettro dell’affermazione vera, e perciò vittoriosa sugli altri che condanni.
Sicuramente sai che ogni creatura è fatta di sostanza e forma, che la caratterizza. Infatti la forma manifesta la sostanza. E spesso allora succede che una persona è quello che appare.
Ti consiglio, da anziano settantatreene, di fare presenti le tue idee, che io rispetto, senza atteggiarti a “fons veritatis”. Gesù, quando sarà, non ci farà un esame sul nostro apprendimento teorico, ma passerà in rassegna le nostre azioni.
Con fraterno rispetto, ti saluto.
Concordo con Giuseppe e non solo in riferimento a Victoria ma a ognuno che commenta non limitandosi a proporre il proprio convincimento ma vituperando l’altrui.
Con questa rispondo sia a Giuseppe di melchiorre sia a Luigi Accattoli.
E poi chiudo.
Non ho mai avuto la pretesa di atteggiarmi a “fons veritatis” né di “vituperare” alcuno, considerandomi io una persona normale-normalissima come tutte le altre di questo mondo.
Ho avuto invece la volontà di esprimere in piena libertà il mio pensiero, anche se difforme da quello dei più, avendo attinto i miei convincimenti da letture approfondite, certo, ma, soprattutto, da studio della vita e riflessioni ben ponderate sulla realtà in cui mi trovo a vivere e su quella a me vicina, che non mi lascia indifferente e da cui ho sempre tratto preziosi insegnamenti.
E più volte l’ ho manifestato.
Questo ho fatto proprio perché indotta da dubbi e da ipotesi che mi inducevano ad una continua ricerca che mi porta ad andare oltre ciò che appare in superficie e che può generare errori madornali, quali quello di crocifiggere delle persone umane che hanno, appunto, la piena dignità delle persone umane ancorché appaiano “diverse”.
Ho sempre difeso, in questo senso, i più deboli perché per natura, non certo per mio merito, sono portata a farlo.
Ho avuto sempre come norma di vita di ascoltare le ragioni dell’uno e quelle dell’altro per dedurne uno straccio di opinione, ben sapendo che l’errore è dietro l’angolo. E so bene che l’ “apprendimento teorico” ha dei limiti grossi come una casa. Infatti preferisco di gran lunga l’apprendimento dal vivo della realtà; cosa che ho sempre fatto e proposto in questo blog, ad onta di dottrine teoriche prese da altri frequentatori come modelli di comportamento e di “vituperio” di comportamenti non allineati con le consuetudini della società.
Se la mia determinazione nell’esporre le mie opinioni è stata scambiata ERRONEAMENTE per “fons veritatis”, questa non è mia colpa, ma solo illusoria apparenza per chi si trova spiazzato da argomentazioni che potrebbero ( condizionale) essere fondate su basi certe, ma non si vuole o non si ha il coraggio di condividerle, o peggio indispettiscono chi ha opinioni diverse dalle mie, non suffragate peraltro da alcuna fondatezza.
“Gesù, quando sarà, non ci farà un esame sul nostro apprendimento teorico, ma passerà in rassegna le nostre azioni.”
Verissimo. Nessuno più di me crede questo. Nessuno più di me lo ha SEMPRE affermato. Perciò devo far presente che non a me andavano rivolte queste parole, ma ad altri che sembrano ignorarle costantemente in questo blog.
E se mi si permette, ricordo ancora una volta le parole di Gesù: “Non giudicate, per non essere giudicati”.
D’accordo
D’accordo con Cuffini delle ore 11 (due interventi).
Perchè (da parte di alcuni/e) sempre stravolgere?
Stamattina nella nostra parrocchie, la scoperta orribile: individui nella notte si sono intrufolati nella Chiesa: passando per il cortile esterno, dopo aver scavalcato il cancello hanno rotto la serratura della porta secondaria che immette direttamente nella navata di destra. Hanno scompigliato l’Altare, rotto fiori e profanato il Tabernacolo derubandolo del Calice e delle Ostie consacrate.
Chiedo una speciale preghiera.
Cara Clodine,
mi dispiace e ti assicuro la mia preghiera.
Concordo con la riflessione di Maria Cristina:senza senso del peccato non c’è pentimento, senza pentimento non c’è penitenza e senza penitenza c’è l’inferno.
Perchè i nostri pastori non parlano più di queste cose?
Caro Federico, mi sapresti dire , nel succitato intervento del vescovo di Verona che tu hai esplicitamente accusato di NON EVANGELIZZARE ( tuo intervento delle ore 21.18 del 9 luglio) dove il pastore in questione NON ha parlato delle cose che tu dici?
Grazie.
Sono stato molto impegnato per alcuni giorni e non ho potuto partecipare attivamente al blog.
Ho dato una scorsa rapida al dibattito che c’è stato in questi giorni e vorrei dire la mia su alcune cose che si sono dette.
La Chiesa afferma che la omosessualità (intesa come attrazione verso persona dello stesso sesso) è un “disordine” . “Disordine” è cosa diversa da “peccato” . Peccato secondo la Chiesa è l’esercizio della sessualità . Dunque non il “sentire” ma il “fare”.
Tra le righe degli interventi sembra venga affermato che nel campo della sessualità NON si possa “NON FARE” se “SI SENTE”. A mio parere questo è un pensare comune nel mondo di oggi, ma è in contrasto con quello che la dottrina cristiana afferma non solo in materia sessuale. ( Ritorna come sempre il tema del rapporto tra “coscienza” individuale e legge)
La illiceità degli atti omosessuali fa parte della dottrina ” di sempre” della Chiesa che ha le sue radici nella Bibbia , nelle dieci Parole , sminuzzate in termini pratici nel Libro del Levitico, confermata da San Paolo nelle Lettere che ascoltiamo ogni domenica e dagli scritti dei Padri Apostolici che riflettono il pensiero della Chiesa primitiva e via discorrendo nei secoli successivi.
La Bibbia è Parola di Dio per i cristiani e non solo espressione del tempo in cui è stata scritta. Almeno questo è il pensiero di sempre della Chiesa Cattolica (anche se esplicitamente rigettato da Victoria Boe, la quale può pensarla come vuole – perché c’è la libertà di pensiero e si è quindi liberi di pensarla differentemente dalla Chiesa cosa che lei orgogliosamente rivendica).
Qualcuno ha affermato che “si nasce omosessuali”. Questa affermazione, condivisa da larghissima parte del mondo moderno occidentale, è tuttavia NON DIMOSTRATA , anzi esistono testimonianze scientifiche – esempio le ricerche fatte sui gemelli omozigoti – che sembrerebbero affermare il contrario. La Chiesa afferma che la sua origine è “non spiegata” – affermazione molto prudente.
Lo esserlo “dalla nascita” è stato il cavallo di battaglia dei movimenti gay per anni; oggi sta entrando in contrasto con la filosofia del “gender” che afferma che il sesso non è determinato dalla nascita è una libera scelta dell’individuo.
E’ anche falso affermare che la omosessualità sia presente in TUTTE le specie animali e pertanto vada considerata “naturale”. Pare, badate bene “pare”, che sia presente in alcune specie ma certamente non si può sapere se questo non sia stato provocato da situazioni particolari della vita degli individui nei quali si presenta.
Nel caso specifico il Vescovo ha parlato in modo molto equilibrato, ha cercato di riaffermare la dottrina di sempre senza troppo enfatizzarla e con l’abbraccio dato a don Giuliano ha voluto mostrare l’amore di Dio per i peccatori, amore che permane anche quando questi non si pentono.
Senza voler giudicare la persona di don Giuliano, ritengo tuttavia che un prete il quale venga meno all’impegno di castità – comune a tutti coloro che esercitino la sessualità se non sono sposi – e lo renda pubblico stia comportandosi malissimo, aggiungendo al peccato contro il sesto comandamento anche quello del provocare “scandalo” (cioè mette degli ostacoli alla fede di chi osserva da fuori)
Sull’omosessualità credo che le discussioni siano abbastanza inutili, dato che veramente gli argomenti da ciascuno portati sono troppo distanti per poter anche solo immaginare un punto di condivisione. Quanto alla profanazione del Santissimo, è una cosa grave e dolorosa per un credente, e anche se non ho da pregare, vorrei esprimere la mia solidarietà a Clodine e a tutti coloro che si sono sentiti colpiti dall’atto vandalico.
Mi pare che la vicenda, che ha delle specificità quali l’evdente immaturità psicoaffettiva dell’ex-sacerdote e il fatto che sia stato ordinato in altra diocesi dopo essere stato gudicato non idoneo in quella d’origine (prassi assolutamente discutibile quanto diffusa), si inquadri nella crisi del ruolo del prete secolare in una società che ha subito vorticosi cambiamenti. Il modello tridentino di sacerdote non regge più e le debolezze dei preti, una volta tenute nascoste dal ruolo sociale detenuto, vengono clamorosamente allo scoperto. Si dice che molti giovani si rivolgano ai seminari tradizionalisti, ma questo accade perché l’idea di chiesa e società sostenuta in quegli ambiti è di tipo fortemente gerarchico per cui il ruolo del sacerdote ancora “tiene” (salvo poi il fatto che dopo anni emergono situazioni terribili come nel caso di Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo”). Ho letto nei giorni scorsi un bel testo di un “giovane teologo” (il fatto che non qualifichi le proprie generalità la dice lunga) che pone la questione su binari che andrebbero attentamente percorsi e considerati dalla Chiesa in generale e da chi ha la responsabilità della formazione dei sacerdoti.
http://www.settimananews.it/ministeri-carismi/ministero-ordinato-dal-volto-umano/
Finché continueremo a riproporre il modello del Curato d’Ars e non ci interrogheremo sulle fatiche dei preti di oggi e su ciò che effettivamente a loro è chiesto, avremo sempre più situazioni di sacerdoti che lasciano l’ordine o per comportamenti incompatibili con il loro ruolo o perché si sentono in una camicia troppo stretta, che coarta la loro umanità e non la fa esprimere al meglio.
Alberto Farina
Grazie Alberto, bell’articolo e belle riflessioni.
L’unica cosa del giovane teologo che trovo “ discutibile” è il tema dell’obbedienza : quella del religioso è diversa da quella del diocesano.
Con “altre vie per l’umanizzazione della vita del prete” intende la fine del celibato obbligatorio? Ben venga…Ormai i sacerdoti diocesani sono costretti a vivere spesso da soli con la responsabilità di numerose parrocchie. Anche qui a rendere testimonianza del Regno dei Cieli basterebbero i religiosi, mentre i diocesani ritornando a quello che succedeva secoli fa tornerebbero ad avere famiglia…
Cristina vicquery
A me pare che la critica del “giovane teologo” sia più rivolta alla “vita parrocchiale” del prete che non alla mancanza di una “vita matrimoniale”. C’e un accenno a quella che è stata l’esperienza dei “preti operai” – sacerdoti ordinati che svolgevano il loro ministero lavorando all’interno delle fabbriche.
Non so perché questa esperienza del secolo scorso sia fallita.
Da quel poco che ho visto – e non so se sia significativo o meno – ci sono sacerdoti che quando escono dal seminario sono pieni di zelo quando poi si trovano nella realtà della vita parrocchiale, spesso molto routinaria, con pochi frequentanti, spesso più attaccati ai riti che non alla fede, pian piano si spengono, perdono di vista il senso del loro ministero del quale poco vedono i frutti.
Grazie Federico, grazie Leopoldo. Ieri, assieme a tutta la comunità parrocchiale si è celebrata una Messa di Riparazione ma, il senso di devastazione, di brutalità, di orrore di fronte al tabernacolo aperto e svuotato, al trafugamento delle reliquie, perfino i santini: alcuni fatti a pezzi altri sottratti, ovunque scempio. Vi assicuro che è stato veramente scioccante. Per ore la mia mente si rifiutò di metabolizzare e ancora adesso cerco di fugare..ma non è facile. Non auguro a nessuno di trovarsi di fronte ad una scena tanto sacrilega per quanto dolorosa
Clodine, quanto mi dispiace!… Mi viene quasi da piangere… Io sono molto devoto di Gesù eucaristico… Quando sono davanti a Lui, io ci parlo…. Perché so che è davanti a me, mi ascolta, forse mi sorride… Perciò ti capisco e ti abbraccio da fratello proprio in Cristo…
Caro Giuseppe .Tutti abbiamo pianto. Grazie per la sensibilità, la bontà e la solidarietà. Dio ti benedica. Ti chiedo una preghiera.
Cara Clodine, ho pregato.
Ti faccio una proposta: immaginiamoci davanti a Gesù e abbracciamoci come fratello e sorella. Lui sarà senz’altro contento e ci benedirà…