Salita sul palco Sabina Guzzanti sentenziò che “Ratzinger tra vent’anni sarà morto”. Ma giovane com’era e brava a fare le voci, aggiunse dell’altro: “Sarà morto, mortacci sua, la morte, mortè”.
Sentendosi chiamata la signora vestita di nero arrivò in diretta ma come sempre fece confusione e se la prese con Paolo Guzzanti, che ha insegnato ai figli a fare le voci. Per l’occasione imitò l’imitatore: “Puzzante, Puzzante!”
Ma Paolo aveva l’alibi: “Quello – lo sanno tutti – non è il mio girotondo, io sono amico del Cavaliero e quasi suo scudiero”.
La nera signora bussò alla porta accanto: “Corri Corrado Corrida”. Ma quello le rispose imitando don Gianni Baget Bozzo: “A mammeta, a soreta”.
La signora con la falce di nuovo equivocò e intese “a sorema” e si mise in cerca di Sabina lingualunga.
Venuta la morte Sabina protestò facendo la voce di Annuccia, quella del “Medico in famiglia”: “Perché mi guardi con malignità? Non a me non a me, ma a Sua Santità. Io, come vedi, non ho l’età”.
“Non ti guardavo con malignità” rispose la falciosa e sentenziò: “Anni, soldi e santità, metà della metà”.
Forse per una volta riesco ad essere il primo che commenta 🙂
caro Luigi, mi immagino il suo accento marchigiano a pronunciare queste battute. Senza di esso cambia tutto. Miii, Se lo immagina ‘n accento sisciliano che fa un sòrriso che va’ da quì a qui…? O un vEnEto, dalle vocali belle apErte e la frase cadenzAta? Ohi, non vorrete dimenticare il patuà valdostano? 😉
Che bella l’italia coi suoi colori, i suoi accenti, i suoi profumi regionali…
Un saluto ai visitatori di questo blog, ovunque leggano.
Da Zena, Andrea
Mah, se la satira è dire che il Papa tra vent’anni sarà tra i diavoloni… forse siamo andati oltre il senso stesso della satira. Che di solito è – o dovrebbe essere – un esercizio intelligente della propria intelligenza. Dovrebbe, appunto. Ringraziamo la lingua italiana che dispone di condizionale.
Camilleri e le sue poesie: dico solo che Leonardo Sciascia avrebbe avuto modo di dire la sua senza bisogno di concionare in piazza o fare marce. Pur essendo, dopo tutto, un ammirato lettore dei gialli di Montalbano.
Quando si dice che si e’ persa un’occasione per tacere!!
Da Di Pietro a Camilleri e da Grillo alla Guzzanti. Se questa e’ politica o satira credo che possiamo fare a meno di entrambe.
Dover ricorrere a battute (?!) sul Papa o a volgarita’ sui politici significa non avere piu’ nulla da dire, cosi’ come quando si discute e non si hanno piu’ argomenti si ricorre all’offesa personale.
Vista da qui e’ tremenda.Ma ancora peggio sono i commenti su stampa e televisione che ci additano ormai come un Paese allo sbando che ha perso moltissimo di cio’ che la lo poneva tra i primi al mondo. La nostra cultura,le tradizioni, e tutto cio’ che ci ha resi celebri ovunque,fanno sempre piu’ fatica a presentare la nostra nazione come cio’ che meriterebbe di essere nel contesto mondiale.
Buongiorno a tutti !
Clodine, un abbraccio e un grazie sincero per le tue parole di ieri.Sono sicura che la mamma ricambierebbe l’abbraccio,lo faccio io per lei …
Principessa ti riferisci a commenti su stampa e televisione nostrani, o sui media stranieri?
Mi riferisco ai media stranieri e, in particolare a quelli statunitensi. Seguivo, ieri pomeriggio,un programma che si occupava della satira politica nel quale e’ stata menzionata la “carnevalata” di Piazza Navona e sottolineato che erano presenti scrittori,politici,attori e attrici. Ma soprattutto che, se questo e’ quello che l’Italia offre oggi, c’e’ poco da stare allegri.
Io lo so che e’ cosi’, ma mi creda Luigi, sentirlo dire da altri fa male! E’ un po come quell’emigrante che parla malissimo del suo paese ma se lo fa qualcun’altro ne diventa il primo difensore………..
E, comunque, stamattina leggo che anche in Italia la stampa non e’ stata molto tenera con la manifestazione.
Le dissociazioni vanno bene, cio’ che non mi garba proprio pero’ sono i dietro-front dopo la reazione delle persone e dei media.
Pur nella sua volgarita’ che continua, devo riconoscere solo alla Guzzanti la coerenza, oggi.
“La satira… di solito è – o dovrebbe essere – un esercizio intelligente della propria intelligenza”.
Quando c’è, l’intelligenza, amico Tonizzo.
… e visto che ci siamo, posso esprimere il mio dissenso per come stampa e televisione italiana convogliano l’immagine dell’Italia nel mondo?
Vede, noi vediamo soltanto Rai Italia, che riassume il meglio (secondo loro) delle tre reti Rai e ce lo propina (mi spiace, ma e’ l’unico verbo possibile). Per cui volendo saperne di piu’, bisogna leggere i giornali on line o guardare altre tv, sempre on line. O anche guardare le tv americane e leggere i giornali di qui.Sono tutte cose che faccio regolarmente, tra un impegno e l’altro.
Ma devo dire che sono molto delusa dalla piega che i media italiani hanno preso e in special modo il Tg1(senza neppure menzionare l’informazione vaticana all’interno della testata Rai, che merita un discorso a parte ).
A volte arrivo a domandarmi se e’ il mio Paese che sta rotolando verso il nulla o se sono gli italiani che non incarnano piu’ “l’italianita’ “.
Commenti?
Ciao Sump!
in Toscana si dice : “Quando non ce n’e’, non se ne puo’ spendere! ”
Saluti carissimi
Cara principessa:
con le battute (?) sul papa, credo che Sabna Guzz abbia mirato un po’ troppo in alto. C’è un bel modo di dire nella lingua italiana dei secoli passati: “cogliere i fichi in vetta”, azzardarsi cioè a salire sui rami più alti del fico e rischiare l’osso del collo per un frutto inaccessibile. Il Vassano, nel tardo Ottocento, lo spiegava così: “cosa da temerario e da scemo, per essere opera, in cui l’utile incerto è meschino, e il danno probabilissimo è grande”.
… che poi vorrei capire che cosa c’entrava Papa Benedetto in una manifestazione anti Berlusconi!!!!!
Piu’ che da “temerario”, che potrebbe presupporre anche un’azione da eroi,
mi pare piu’ da “scemo”…
Quella è stata la piazza del dissenso, è ovvio che nel dissenso il Santo Padre ci sta come il cacio sui maccheroni! Quando mai la satira ha risparmiato, assieme a quella dei politici ovviamente, la figura del papa, il quale è veramente odiato da certa parte di coloro che rivendicano la” laicità dello stato” : parola grossa ad effetto. Niente paura: lo “schiaffo di Anagni” si perpetua.. il papato è avvezzo ad essere vilipeso. Che la Guzzanti la facesse un tantino fuori dal vasino era duopo, cosa ci si poteva spettare? L’ha manifestato lo stesso Di Pietro, il quale s’era fatto paladino dell’iniziativa ma poi, vista la brutta piega ..se n’ é dissociato salvandosi in zona cesarini, ovviamente…
W IL PAPA RE
Ah Ah Ah..mi fai ammazzare dal ridere Mandis..te’ possino..sto ridendo sotto i baffi ..è l’ora del silenzio…sto implodendo dalle risa””
🙂
🙂
Di Pietro è persona generosa ma impulsiva e (ahimé) non tanto intelligente. Mettendo insieme persone come Sabina Guzzanti (che ha un conflitto non risolto col padre e lo proietta sugli altri), Beppe Grillo (un biffone che pretende di lanciare “messaggi”), Flores d’Arcais, Travaglio, Santoro, che cosa pensava di ottenere?
Non e’ un fuori tema, ma un avvertimento.
Lazzaro ha bisogno entro oggi delle adesioni per la preghiera in comune ogni mezzogiorno. Per favore, fategli sapere chi aderisce…..
(Lazzaro,il servizio di segreteria e’ compreso nell’affetto….)
«In generale i difetti degli adulti si sentivano nell’aria. Ridevamo tra noi, avendo saputo che Giuliano era stato messo in prigione perché guzzava. C’era tuttavia un margine di dubbio dato che Giuliano faceva l’arrotino, che guzzare è il suo mestiere, e allora come mai l’avevano messo in prigione?
M’ingegnai con altre informazioni frammentarie di comporre una teoria che alla prima occasione esposi.
“Io lo so perché è in prigione Giuliano, è in prigione perché guzzava”, dissi a un gruppo di adulti. Osservai i segni del loro imbarazzo, poi aggiunsi casualmente: “Guzzava col ciccio”.
Il risultato fu spettacoloso. Credevano di fare i furbi, di farmi passare per stupido, di nascondere a me che uno della lega, un ridicolo adulto per bene, aveva commesso la comica stramberia, palesemente illegale, di arrotare sulla sua mola non i coltelli e le forbici, ma il ciccio!»
(Luigi Meneghello, “Libera nos a Malo”, prima edizione 1963, ora Milano, Mondadori, 1986, p. 32).
Ordunque: non c’è dubbio che in questo brano si parli, con un anticipo di 45 anni, della tipa che si è messa (nomen omen) a guzzare in pubblico a piazza Navona. Il problema è: che cosa s’intende per “ciccio”?
Si accettano interpretazioni ed esegesi.
Raffaele Savigni! Ti diffido dal rispondere che “Sabina Guzzanti… ha un conflitto non risolto col padre”, e che in questo ambito potrebbe trovare una risposta la domanda sul ciccio guzzato. Restiamo nell’ambito del buon gusto, per favore! Siamo mica a piazza Navona!
Proverbio veneto: Chi no spussa no gussa. Cioè: chi non puzza non guzza. Visto che, per definizione, i guzzanti guzzano, si chiede: di che cosa puzzano i guzzanti?
Secondo me Sabina e C. hanno fatti due sbagli:
uno è stato quello di sbagliare toni e qualche bersaglio;
l’altro è che hanno messo in ombra qualche motivo valido, e condivisibile, per cui tanta gente era a piazza Navona.
Conseguenza: noi (ma ovviamente non solo noi) stiamo parlando di loro e non dei motivi di cui sopra.
x Lazzaro: adesione confermata, ogni giorno alle 12 un Pater Noster..OK!
Sump,
credo che puzzino di libertinaggio, che e’ cosa molto diversa dalla liberta’ di pensiero e parola con cui vogliono ammantare i loro interventi, specie ultimamente.
La volgarita’ non ha mai fatto rima con liberta’. E tantomeno con democrazia,tolleranza e convivenza civile. Checche”…..come diceva Toto’
Lazzaro, tu hai ragione che stiamo mancando di discutere su qualche motivo valido che era dietro la manifestazione,ma hanno combinato un tale pasticcio da arrivare a ” favorire” chi stavano protestando.
Mi fa ripensare ai commenti, sulla stampa di qui, -quando i ministri del governo precedente scendevano in piazza contro se stessi- che descrivevano l’esecutivo italiano come un ” governo con l’opposizione incorporata “.
E, se mi posso permettere, altre due cose stanno passando quasi sotto silenzio: l’omicidio di Federica e la sentenza di Milano per Eluana Englaro.
” [La Fanciulla:]
Sparisci! Stà lontano!
Vattene, feroce uomo d’ossa
Io sono ancora giovane, và, caro.
E non mi toccare.
[La Morte:]
Dammi la tua mano, bella creatura delicata.
Vengo in amicizia , e non per punirti.
Su.Coraggio! Non sono cattiva,
dolcemente dormirai fra le mie braccia.”
http://www.youtube.com/watch?v=-9wEsKZgsGQ&feature=related
[F.Schubert – Lied “Der Tod und das Mädchen”, op. 7 no. 3, D. 531 (1817) ]
“Franz Schubert compose il suo più celebre quartetto nel marzo 1824; il lavoro venne eseguito per la prima volta il 1° febbraio 1826 e fu edito da Czerny, a Vienna. La sua denominazione – «Der Tod und das Mädchen» («La Morte e la Fanciulla») – deriva dal celebre Lied composto da Schubert nel 1817 (op.7, n. 3, D 531) sul testo poetico omonimo di Matthias Claudius. Del Lied, il quartetto riprende il canto rasserenante affidato alla ‘Morte’ (non quindi la vibrante angoscia del canto della fanciulla), utilizzandolo come tema per le variazioni del secondo movimento. «Der Tod und das Mädchen» è cronologicamente il secondo tra i tre Quartetti dell’Olimpo Classico schubertiano, cioè dei lavori quartettistici dell’ultima fase compositiva. La meravigliosa architettura quartettistica si sviluppa in un ampia connessione contrappuntistica; ma stupisce ancor più l’evidente derivazione dell’intero materiale tematico ad un’unica cellula generativa, tratta proprio dalla linea di canto del Lied. Questa cellula si trasforma in ogni movimento, secondo le esigenze drammatiche e l’invenzione ritmica del musicista, esaltando l’unitarietà dell’opera ed una tecnica compositiva, che gareggia con lo spirito compositivo beethoveniano, con la lontana fonte polifonica dei Fiamminghi. L’immagine della Morte – Cavaliere Cortese – e della fanciulla cui la Morte («der Tod», e quindi maschile nella lingua tedesca) si rivolge è infine fascinoso tramite per suggerimenti alla nostra memoria di una classicità iconografica, che dalle fonti medievali giunge alle numerosissime raffigurazioni di questo mistico incontro: da Dürer e Baldung Grün, sino alle visioni allucinate di Edvard Munch.” (da un programma di sala di un concerto del Quartetto di Cremona)
per chi vuole ascoltare (quartetto Berg) : http://www.youtube.com/watch?v=rQwVVH9YbcI&feature=related
Principessa, il “favore” che hanno fatto è il terzo errore commesso in piazza Navona.
Appuntamento alle sei, nel tuo fuso orario.
Ha ragione Lazzaro: le sguaiataggini di Sabina Guzzanti aumenteranno, magari, il suo conto in banca ma hanno segnato un autogol per quella parte politica che l’altra sera è scesa, con il corpo e/o con la mente, in Piazza Navona per protestare contro il Governo.
Mi spiace, Principessa, di apprendere come la considerazione del nostro paese all’estero, o, perlomeno, negli U.S.A. (dove vivi tu: giusto ?) sia in caduta libera: ma non mi sorprende.
E, comunque, sono d’accordo con te: stiamo parlando da due giorni delle penose “becerate” di Sabina Guzzanti (che non credo meriti tanta attenzione) invece che di due tremende tragedie come quelle di Federica Squarise (io vivo nel Veneto dove la vicenda è stata, logicamente, seguitissima ed il suo tragico epilogo ha suscitato incredibile sgomento) e di Eluana Englaro.
Forse sarebbe giusto rivolgere una nostra preghiera per queste due anime rapite al dono della vita.
Buona notte a tutti (e buona sera a Principessa).
Roberto 55
Caro Lazzaro, stai sicuro che tra 6 ore e mezza saro’ li’ pronta a condividere con te, Clodine,Sump e Mandis la recita del Pater Noster… sapessi quanto mi fa sentire bene!! pregare insieme anche se in diverse zone del globo…
Caro Roberto55, grazie della tua gentilezza e ti assicuro che oltre alla “nostra” preghiera di pianerottolo non manchera’ una orazione per le due sfortunatissime giovani donne di cui parla la cronaca
Buona notte a tutti , a domani
Syriacus, dimmi, sei un musicista tu, o forse un cantore?…Condividiamo la stessa passione di Ignigo74, Sump, Lyco e tantissimi amici del blog..
Buongiorno Principessa…
Pater Noster qui es in caelis:
sanctificétur Nomen Tuum;
advéniat Regnum Tuum;
fiat volúntas Tua,
sicut in caelo, et in terra.
Panem nostrum
cotidiánum da nobis hódie;
et dimítte nobis débita nostra,
sicut et nos
dimittimus debitóribus nostris;
et ne nos indúcas in tentatiónem;
sed líbera nos a Malo.
Amen.
in Cristo, spiritualmente uniti.
PS
le lancette del blog rispettano l’ora solare
Buongiorno Clodine! ….e buongiorno a tutti!
La recita del Pater Noster alle mie 6am ha visto la partecipazione anche di mio marito prima che uscisse per il lavoro. Sapere che stavamo pregando tutti insieme mi ha dato una sensazione molto bella…Scusate la mancanza di parole ma sono quelle emozioni che non si riesce a spiegare.Almeno, io mi sento cosi’!
Tanto per voler rincarare la dose, Sabina Guzzanti ha anche scritto una lettera al Corriere stamattina !!!! quale pensate sara’ il suo prossimo passo? candidarsi a una qualche carica politica? rivendicare il diritto di eliminare tutte le parole normali – in nome della liberta’, of course – ed utilizzare solo il turpiloquio? affiancare alle parole anche gesti e comportamenti volgari per confermare di essere la sola portatrice di liberta’ in Italia?
Vedi, caro Roberto55, questi sono i comportamenti che varcano le frontiere, purtroppo!, e raccontano in maniera errata il nostro Paese…
Un abbraccio a tutti
Signorina satirica, quaggiù
All’attico del rege bicornuto,
Biforcuto sovrano Belzebù,
Il tuo spettacolino è assai piaciuto.
Nel sentirti parlar, bella paciocca,
A noi veniva l’acquolina in bocca.
Goduriosa, cicciotta: i diavoloni
Unanimi addrizzavano i forconi:
Gusto sovrano, d’assaggiare un giorno
Un pezzettino di Sabina al forno.
Trattasi di un acrostico: bisogna cioè unire le lettere iniziali di ogni verso.
Torno per segnalare, come ho fatto anche sul mio blog, questa stupenda lettera uscita su il Giornale di oggi. Leggetela, vi si dilatera’ il cuore:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=275138&START=0&2col=
Saluti a tutti,
Andrea
Ho letto caro Andra,ho letto con interesse la lettera che segnali pubblicata sul “giornale” di oggi.
Solo, mi chiedevo come sia possibile che un ragazzo che non vede, non sente, non percepisce la vita circostante se non attraverso sensazioni che arrivano di riflesso in un certo senso, abbia sviluppato una così profonda spiritualità, così affinata e chiara da comprendere che la sua condizione di dolore può essere, anzi è, offerta per un fine ultimo. Come possa accostare il dolore alla croce se della croce, non udendo e non vedendo, non ne ha la percezione, e come possa dare un significato tanto alto al dolore è, almeno per me, un mistero.
Due sono le cose: o l’animo umano è così insondabile, così straordinariamente connesso all’eterno e ad esso misticamente unito da sviluppare una sorta di scienza infusa – il che non lo escludo- oppure ci troviamo di fronte ad una strumentalizzazione per contrastare la decisione, legalmente riconosciuta, di staccare la spina di Eluana e sospendere ogni accanimento terapeutico. Ed anche questo aspetto non mi stupirebbe…
…il ragazzo è cieco e muto, ma non sordo, e questo spiegherebbe l’ “effetà” che lo mette in ascolto col mondo esterno e con Dio, ciò che ne consegue e comunica!
Feynman e Clodine. Sarebbe bene sapere qualcosa della “comunicazione facilitata” di cui parlano i genitori di Andrea. Margherita di Città di Castello (Metola 1287 – Città di Castello 1320) era cieca ma non muta e divenne una grande mistica. Andrea è cieco e muto ma non sordo e dunque anch’egli può essere arrivato dove noi mai saremo. Ma come “dialoga” con il mondo esterno?
Pur comprendendo che il vostro discorso si avvia su binari di ricerca teologica, mi permetto ricordarvi il film “Risvegli” (tratto da una vicenda verissima del 1968) dove , tra le altre cose, si evidenziava il fatto che anche in uno stato letargico – o di coma – il nostro cervello continua a svolgere alcune delle funzioni per cui e’ stato creato. Da cio’si potrebbe dedurre che sia l’udito che e’ in grado di convogliare cio’ che necessita anche all’animo umano per essere, oltre che in contatto col mondo esterno, soprattutto in connessione con Dio.
E posso anche azzardare che, forse, proprio il Signore sceglie di rivelarsi in maniera piu’ approfondita a coloro che sono entrati in questo mondo in maniera diversa?
Da quanto capisco, dott Luigi, si dovrebbe trattare di una sorta di computer, o macchina, che si muove con sola forza del pensiero…ma, se il ragazzo non vede, e non parla, mi chiedo come possa emettere le vibrazioni necessarie alla costruzione del pensiero, e quindi alla comunicazione.
Poi, riflettevo circa l’accanimento terapeutico – tecnica in uso relativamente moderna- il quale a mio avviso è un vero orrore! Per me -ma è una mia opinione, si mantengono in vita in centri di rianimazione morti-viventi per anni. Io non credo che queste tecniche rientrino nella Volontà di Dio. Che ne sappiamo noi quale sia il Volere Supremo circa quell’anima che la si costringe ad essere prigioniera di un corpo il quale per -chiamiamolo accadimento infausto, malattia, destino ecc- avrebbe terminato il suo ciclo vitale. E se invece Dio di quell’anima avvesse bisogno per affidarle un compito che Lui solo sa…
Esiste il mondo dell’aldilà, delle realtà invisibili “come in cielo così in terra, “recitiamo nel credo.
“Requiem æternam dona eis, Domine” ma quale requiem aeternam: Immagino la vita dopo la morte come qualcosa in movimento, un fermento, un brulichio di spiriti incorporei che aiutano Dio e gli uomini…
Si è vero Principessa, esiste il ritorno dallo stato di coma, questo è vero…ma non è il caso di Eluana e di tanti altri malati i quali, se stacchi loro il respiratore,si spengono seduta stante. Come il recente caso di Welby…
Ci stati comatosi reversibili e irreversibili, e questi ultimi andrebbero lasciati andare…per pietà…può anche darsi che sia una diavoleria tenere in vita a forza un essere umano.
Esistono pure casi di morte apparente – lo confermarono i volti raccapriccianti e le mani tese nel tentativo di aprire il sarcofago i numerosi cadaveri riesumati dopo l’applicazione dell’editto di Saint Cloud (Napoleone) nel 1804 nella Roma ottocentesca- per questo si attendono i giorni canonici prima di procedere…(sarebbe una cosa orribile!)
L’argomento affrontato oggi pomeriggio per iniziativa di Feynman82 mi appare grande e terribile; ma confesso la mia carenza di elementi d’informazione e di riflessione e la difficoltà di prendere parte.
Torno, invece, al tema, anche perché a fare satira sulla Guzzanti è – stavolta – la Guzzanti stessa: un raro caso di autosatira, o – a scelta – di rarefazione intellettuale o dissociazione mentale.
Il vaticanista Paolo Rodari, sul “Riformista” di oggi, non solo ci informa che la Guzzanti è buddista devota e convinta, ma offre ampie citazioni di un suo intervento a un convegno di Soka Gakkai (Firenze, 2007). La brava Sabna Guzz – ci dice ella stessa – pratica il buddismo da vent’anni: “Tutto quello che c’è di bello e di importante nella mia vita è legato al buddismo”. E’ di tutta evidenza – osserva il buon Rodari – che la devota fanciulla, raggiunta la Quarta Nobile Verità del buddismo, si è stabilmente dotata della Retta Parola, cioè dell'”assunzione della personale responsabilità delle nostre parole, ponendo attenzione nella loro scelta e ponderandole in modo che esse non producano effetti nocivi agli altri e di conseguenza a noi stessi”.
E in effetti, nel suo intervento fiorentino, Sabna mostra di avere le idee chiarissime: “Parlare serve a creare legami… la cultura e la parola devono essere utilizzate a questo scopo”. “Prometto di utilizzare tutto il mio talento, le mie capacità, la mia umanità, il mio tempo per realizzare la pace così come il buddismo insegna… Il buddismo nasce… per dire che siamo tutti ugualmente degni di rispetto”.
Per Claudine: Eluana non è attaccata ad un respiratore. Mangia tramite un sondino, ma non è la stessa cosa. Mi sembra chiarificatore questo intervento di chi l’assiste:
http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2008/07/parlano-le-suore-che-assistono-eluana.html
Adriano
Chiedo scusa,Clodine! credo di non essermi spiegata e, del resto, il titolo del film lasciava speazio a qualche interpretazione. Cio’ che volevo sottolineare e’ che, sia le persone in coma che quelle che nascono handicappate, utilizzano l’udito per rapportarsi con il mondo esteriore, anche inconsciamente. Percio’, cosi’ come noi impariamo ascoltando genitori,maestri e coloro che ci circondano, forse anche quando ci si trova in quelle condizioni, l’udito e’ l’unico viatico per una sorta di comunicazione-apprendimento. E, se non ricordo male di averne letto, al momento della morte attraverso l’udito il nostro cervello continua a registrare per almeno altre due ore.
Se il ragazzo di cui alla lettera del Giornale ha sempre “ascoltato” intorno a se’ discorsi su Gesu’, la Croce, la felicita’ interiore , avra’ probabilmente assimilato questi concetti e sviluppati in se stesso.
Sebbene sono poi anche d’accordo sul fatto che non ci si spiega come faccia comunicare.
Per quanto riguarda l’irreversibilita’ di alcune condizioni e sulla opportunita’ di lasciare andare queste persone, mi trovi totalmente in accordo con te. E sono pronta ad accettare qualsiasi critica possa giungere da chiunque. Anche se, forse, sarebbe opportuno “camminare nei miei mocassini” (come dicono gli Indiani) per qualche tempo, e poi esprimere un parere. Io faccio questa vita da 10 anni e se ne prospettano almeno altri 10/15 data la giovane eta’ della mia mamma quando e’ insorta la malattia.
E per “questa vita” intendo dire: lavoro lasciato,assistenza 24 ore al giorno, esco solo per necessita’ urgenti, non mi ricordo piu’ un cinema o un ristorante, decisioni e responsabilita’ solo su di me perche’ il resto della famiglia se ne e’ lavato le mani. Volete sapere come ho fatto ad andare in Italia lo scorso Aprile? Ho pagato 3 infermiere professionali che si sono alternate per 10 giorni vestendosi e pettinandosi come me. E’ stato un azzardo ma ci siamo riuscite ed io ho goduto della mia prima vacanza da 12 anni in qua.
Ora se volete criticatemi pure per essere favorevole al distacco di sondini o di respiratori artificiali. La mia mamma e’ gia’ morta una volta.Ora aspettiamo solo che il fisico ceda.
Scusate lo sfogo……
Non sapevo le condizioni di Eluana, tra l’altro una bellissima ragazza. Certo, è inquietante…non so che pensare. D’altra parte c’è stato comunque, almeno inizialmente, accanimento terapeutico che a permesso a quell’organismo di stabilizzarsi. Le funzioni della giovane, col tempo, hanno trovato un loro equilibrio , un adattamento, e così potrebbe andare avanti per altri 30 anni..chi può dirlo.
Vorrei chiedere ad una delle sorelle che l’assiste amorevolmente se sarebbe disposta a scambiarsi il ruolo, a mettersi lei al posto di quella giovane ridotta un vegetale, che viene presa e messa sulla sedia per l’ora d’aria, gestita e rimossa come un bambolotta di pezza : mangia, col sondino, respira…forse pensa, forse vede…forse poteva essere da un pezzo tra gli Angeli del cielo tra le braccia amorose del Signore, anziché in un letto di dolore…ecco, chiederei alla suora se vuole, di immaginare un ipotetico scambio.
Principessa, ciao, si sono accavallati i nostri post, ma come vedi, siamo in perfetta sintonia….
Ci sono passata anch’io con mia madre, non era alzaimer, ma aveva diverse patologie (parkinson galoppante insorto intorno ai 55 anni, un meningioma che comprimeva il lobo frontale) a volte era lucida altre assolutamente lontana, cadeva in torpore per giorni. Poi si è aggravata di brutto, e continuavano a tenerla in vita con il sondino…è stata in quello stato un inverno intero fino a che con le mie sorelle abbiamo rovesciato i tavoli come Cristo al tempio nella clinica a pagamento (tre milioni al mese pagavamo -in lire- perché alla fine ci mangiano assai con questi malati ehh) dove era ricoverata. Ed è andata via, in pace, nel giro di un paio di giorni…
Si, si, del ragazzo di cui parlava Andrea non avevo capito che udiva. Certo, questo ha permesso che elaborasse..
l’udito è il primo dei 5 sensi a funzionare e l’ultimo a terminare …è un dono di Dio.
Alla fine, anche chi in vita è stato sordo sembra riesca a udire, così dicono..
Ti abbraccio principessa, e coraggio, ci sono passata, ti capisco, nessuno più di me può capirti.
Sump, continui a chiamarla Sabna Guzz… he he!
Troppo forte, non si può resistere..! 🙂
Oggi il Tg regionale del veneto delle 14.00 ha dato questa notizia: a Verona una donna iraniana si è laureata in lingua e letteratura italiana. Si era già laureata in letteratura italiana all’università di Theran. Questa donna è cieca e sorda. Il Tg l’ha intervistata: una mediatrice le traduceva le domande col tatto: le teneva le mani su cui tamburellava premeva accarezzava…
Lei rispondeva con voce alta, chiarissima.
Si è intravisto il titolo della tesi, che suonava all’incirca così: la poesia di Alda Merini e la poesia mistica dell’Oriente.
Anche questo allarga il cuore.
Adriano
Adoro Alda Merini, come pure il misticismo orientale, quello dei Sufi…ho fatto uno studio sulla filosofia sufista : baluardo ultimo per chi s’incammina verso il sentiero della conoscenza. La vetta estrema dell’Islam, la via de cuore, del puro: ricerca incessante che conduce alla presenza del Divino..
Grazie Adriano, ti seguo sempre con interesse, sai essere sempre molto equilibrato ed incisivo..
Un grazie a Sump per averci svelato il mistero della “pietra azzuurra”: sicché la Sabna Guzz è convolata alla filosofia buddista, come l’eccentrico Tom Cruise ed altri divi di Hollywood. Peccato che il Dalai Lama non conosca il gioco delle torte in faccia! Ho visto l’intervento della Guzz, ieri, versione integrale su TVrVoxon: le cose che ha saputo dire sono veramente oscene, indipendentemente dalla persona alla quale sono rivolte. Se poi pensiamo che quella persona è il Papa, ebbene, diventano blasfeme.
Mi domando e dico: “era tanto simpatica quando faceva “la posta del cuore”, così divertente la parodia di Marilyne Monroe ..chiederei alla Sabna Guzz di rimettere la parrucca e riprendere il suo ruolo di “comico” : le è molto, molto più congeniale.
Cara Clodine: far ridere la gente è un bellissimo mestiere, ma richiede impegno: tempo, intelligenza, attenzione. Fare comizi “satirici” sul palco è molto ma molto più facile: è come fare la pipì: quando ti scappa vai nel posto giusto, ti rilassi e via. Fatto. Guardali bene, i “satiri”, mentre sproloquiano: è il loro modo di fare plin plin. In piazza, davanti a tutti. Facile no? Basta solo dimenticarsi che esiste una cosa chiamata pudore.
: ))) …ahahahahahh…Ahhh..:)))
Forte Sump, guarda, mi ero svagliata con il broncio, meno male che ci sei tu: mi hai fatto tornare il buonumore.
Ciao, un abbraccio
Mentre scrivevo il commento precedente m’è venuto un momento da ridere: caspiterina quanto sei moralista, caro Sump! E anche tu, Clodine!
Deve essere perché ci manca Simone il moralista e istintivamente cerchiamo di fare anche la sua parte…
(Simone! Un salutone a tutti, grandi e piccoli!)
L’intervento di PRINCIPESSA dell’11 luglio ore 20:09 e i seguenti sono toccanti e rappresentano molto la mia opinione al riguardo. Credo che su certi temi non ci si possa pronunciare in astratto su cosa e bene e cosa è male, ma possano decidere solo quelli che si trovano a portare gli effetti della decisione. In questo senso, vi faccio osservare la differenza tra le parole di mons. Fisichella e quelle delle suore che attualmente assistono e accolgono la ragazza Eluana. Il primo – elegantemente distaccato – ha detto quello che si deve e non si deve fare, fino ad arrivare al punto di invocare una legge che vieti certi comportamenti; le suore, nascostamente, hanno detto che se il padre considera morta la ragazza, si offrono di continuare a seguirla loro…
Pur comprendendo quanto sia spinosa e difficile tutta la materia, bisognerebbe davvero provare a immaginare il “letto di dolore” dove giacciono queste persone e il “Calvario” (consentitemi il termine) che percorrono coloro che le assistono.Non tutti scelgono il sacrificio personale e non tutti hanno la vocazione alla santita’.
Grazie della tua solidarieta’, caro Mattlar.
Se, Mattlar, ti riferisci alle parole di Mons. Fisichella rilasciate nella sua intervista, non mi sembra siano state elegantemente distaccate. A me facevano intendere la difficoltà del sostenere il suo ruolo: è uno sporco lavoro ma qualcuno dovrà pur farlo. Non è accomodando le cose per la pur sacrosanta pietà umana, che si fa bene il proprio dovere. Ed a lui spetta il compito di mostrare le conseguenze di certe scelte e di classificarle per quello che sono.
A tale proposito ci sono gli articoli di oggi su l’Avvenire scritti da medici competenti (ad es. sulla sofferenza fisica che aspetta Eluana) e le repliche di altri ancora.
Uno di questi articoli lo si può trovare sul blog dell’ottima Raffaella: http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2008/07/prof-dolce-luminare-nella-cura-degli.html
Principessa, capisco il tuo dolore personale. La vocazione alla santità in realtà, però, i nostri Pastori ed i Santi ci hanno detto più e più volte che è di tutti i cristiani. Certo non la si compra al mercato, e va inseguita giorno per giorno.
La tua affermazione, pur nella pietà del caso particolare, spero non valga a giustificare quello che sta per accadere alla povera donna in coma.
No, caro Davidino, tutto cio’ che affermo non e’ volto ad alcuna giustificazione per chiunque o per qualcosa. Mi limito semplicemente a ” saper” comprendere le situazioni e a riconoscere che ci sono persone che trovano pesante, difficile e insormontabile il dolore proveniente dal loro compito, sia esso scelto o imposto dagli accadimenti.
Vivendo a pochi chilometri da dove “viveva” Terry Schiavo, credimi, so esattamente cosa sta per accadere…
Credo che tutto vada anche inquadrato in una ottica molto piu’ ampia.
Per farti un esempio, mi sono gia’ dotata di un “living will” ( credo che si possa tradurre “testamento biologico”) che detta esattamente quali sono le mie volonta’ in caso non potessi esprimerle.
E, inoltre, data la situazione della mamma, ho stipulato una assicurazione sulla mia vita,cosi’ in caso mi accadesse qualcosa c’e’ ben un milione di dollari per le sue cure, visto che tutto il resto della famiglia e’ latitante.
Penso che cio’ che sto cercando di dire e’ che, pur nel totale rispetto di quanto tutti noi crediamo e ligi agli insegnamenti della Chiesa, dobbiamo anche valutare altri elementi che possono rendere ciascuna situazione degna di essere considerata in maniera soggettiva e anche non scordare quelle “praticita’” che troppo spesso si tende a tacitare. La sofferenza fisica che attende Eluana (forse per una decina di giorni) non potra’ mai essere comparata alla sofferenza che Eluana ha attraversato nei passati 16 anni. Specie se, come riportato dal suo papa’, aveva sempre affermato di non volere sopravvivere ( quando si dice il caso!!) per mezzo di macchine nel malaugurato caso di un coma.
Ne avremo da discutere……………..
Condivido nella sostanza quello che dice Principessa. In realtà, credo che tutti siamo chiamati a essere santi, ma tutti siamo chiamati a scegliere la santità, fermo restando che questa passa per strade che a noi non sono note. L’eroismo si misura proprio sulla scelta coraggiosa in una situazione di libertà, non certo in una condizione imposta o per timore reverenziale. Non c’è niente di male a ricordare – al di fuori di ogni caso concreto – che le conseguenze della scelta di optare per l’eutanasia sono certamente peggiori della scelta di continuare a vivere. Ma, ammesso che in questo caso si tratti di eutanasia, credo che ci sia un tempo per parlare e un tempo per tacere. Se non ricordo male, Gesù che si trovava sulla croce per (a causa di) il peccato nostro non ha detto: “non sapete cosa state per fare, ve ne pentirete”, ma “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Quando qualcuno si trova nella sofferenza o nel peccato è il momento migliore per tacere e compatire, ma è anche il più facile per fare i maestri di vita.
GRAZIE Mattlar.
Non ho altre parole……..
Una bella notizia: l’ordine monastico dei Redentoristi Transalpini, collegato coi lefebvriani, annuncia il ritorno alla Chiesa cattolica apostolica romana. La “Summorum Pontificum” produce buoni frutti.
Alcuni particolari rendono però opportuno nascondere la notizia a Sabna Guzz. Tremo all’idea di cosa potrebbero elucubrare, lei e tutta la congrega di Soka Gakkai, venendo a sapere che i monaci neoconvertiti vivono sull’isoletta di “Papa Stronsay”, nelle “Orkneys”, estremo nord della Scozia.
Sump!! sei impagabile!
ci voleva una bella risata cosi’ stamattina!!
Un abbraccio
Mi dispiace continuare a parlare su questo argomento. Quando principessa scriveva “ne avremo da discutere….”, non ho risposto apposta, per non alimentare ulteriormente una discussione su un caso dolorosissimo in cui è fin troppo facile fare la parte dei “buoni” sbrigandosela col dire che “non c’è niente di male a ricordare – al di fuori di ogni caso concreto – che le conseguenze della scelta di optare per l’eutanasia sono certamente peggiori della scelta di continuare a vivere”.
Sono proprio i casi concreti che ci spaventano. Semmai non ci vuole nessun coraggio nel dire, “al di fuori di ogni caso concreto (!), che le conseguenze della scelta di optare per l’eutanasia sono certamente peggiori della scelta di continuare a vivere”. Certo, sui principi che stanno alla base dell’agire siamo sempre tutti d’accordo. Troppo facile.
“In realtà, credo che tutti siamo chiamati a essere santi, ma tutti siamo chiamati a scegliere la santità, fermo restando che questa passa per strade che a noi non sono note.”
Non è affatto vero, purtroppo. Le strade per la santità sono ben note e da sempre indicate nel Vangelo e dalla Chiesa con tutti i suoi Santi (es. rinnegare sé stessi, amare il prossimo anche fino al dono della propria vita, e tutte le altre arcinote vie che anche tu conosci). Questo tuo voler restare nel vago caro Mattlar, dove di vago non c’è nulla, è un comodo ripiego. Altrimenti, se le vie della santità non sono note, ognuno potrebbe diventare santo a caso, anche senza impegno, anche senza capire nulla di quello che fa.
Si diventerebbe “santi per caso”. Ma potrebbe essere il nome di una trasmissione televisiva, non il progetto di vita di un discepolo di Gesù, che la via ce l’ha indicata eccome!
Ma tutto questo che avete tirato in ballo, ha poco a che fare con il caso di Eluana.
Che possa trattarsi di un caso di eutanasia, è purtroppo (e dico purtroppo a scanso di equivoci, così forse mi crederai se dico che mi rattrista terribilmente) piuttosto appurato, e si sono espressi pareri ed esperti molto più qualificati e documentati di me (tra medici e uomini di Chiesa).
Principessa, hai scritto “La sofferenza fisica che attende Eluana (forse per una decina di giorni) non potra’ mai essere comparata alla sofferenza che Eluana ha attraversato nei passati 16 anni.”
e spero ti renda conto della tristezza di una simile affermazione, dove stiamo noi qui a soppesare e valutare la sofferenza, fino a decidere che è più umano staccare la spina. Diciamo la verità: è questo che pensate e lo si è capito bene. Ed è ancora più triste che venga tirato in ballo il Vangelo per giustificare questo pur sempre pietoso atteggiamento.
Quanti sono gli amalati che Gesù incontra, malati anche da moltissimi anni? E purtroppo come mai non li guarisce proprio tutti?
E’ un mistero e basta. Un giorno il perché lo capiremo.
Davvero credete che se Lui si esprimesse oggi direbbe “questa non è più un vita degna di essere vissuta”?. La sua risposta, io sono certo che sarebbe sempre la stessa. E sarebbe per la vita, non per una pietosa morte.
Ma basta così. Purtroppo però si parla di cose di una certa gravità quando c’è il caso concreto. Altrimenti l’alternativa di chi dice che è meglio tacere, sarebbe non parlarne mai. E far finta che questi problemi non ci tocchino.
Prego perché il Signore illumini le menti dei parenti di Eluana e sappiano prendere la dicisione migliore.
Si, Gesù ha detto “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”, ed è questo che ci salva, alla fine di tutto.
Ma attento, Mattlar, a non farlo diventare un “a priori” che diventi la soluzione tampone per tutto.
Francamente non credo fosse l’intenzione del Signore in croce. Lui ci dirà.
Una buona dose di fiducia nella Chiesa e nella sua plurisecolare saggezza non farebbe male a nessuno. O sono solo principi sulla carta? Ci riusciremmo se non volessimo a tutti i costi crederci più buoni della nostra Madre Chiesa. Ma questo allora direbbe di noi tante cose…
Proprio perche’ e’ un caso dolorosissimo non esistono ne’ buoni e ne’ cattivi. Cosi’ come non esiste giusto o sbagliato. Bianco o nero.
Esistono invece una marea di situazioni diverse, ciascuna con il proprio carico di dolore. Nel caso specifico di sicuro non sta ne’ a me ne’ a nessun altro stabilire cio’ che e’ giusto scegliere.Ora che Eluana e’ diventata un caso di cronaca siamo tutti bravissimi ad esporre i nostri pensieri e a cercare di apparire come coloro che hanno la verita’ assoluta, ma per i trascorsi 16 anni dove siamo stati?
Nessuno tira in ballo il Vangelo e per esere eroi o santi continuo a credere che bisogna averci la vocazione.
Nei miei precedenti interventi mi sono limitata a dire di comprendere quale possa essere la fatica, la sofferenza, il dolore, la disperazione di Beppino Englaro. Aggiungo ora che non vorrei essere nei suoi panni per nulla al mondo. Non per nulla, ma c’e’ da farsi venire i brividi pensando a cio’ che si accinge a fare. Ma ce lo siamo chiesti quanto amore deve esserci dietro la sua decisione? nell’affrontare tutto cio’ che gli sta piovendo addosso da ogni parte? Ma ci rendiamo conto che un padre, UN PADRE,pur di rispettare cio’ che erano i voleri di sua figlia si sta facendo “massacrare” dalle milioni di opinioni diverse su questa faccenda? UN PADRE, ripeto, stacchera’ l’unica nutrizione che tiene in vita sua figlia. Solo a pensarci ci si rende conto di quanto tutto sia contro natura. Eppure, io ci vedo solo infinito amore……..
Attenzione! non lo giustifico e neppure lo condivido, ma mi sforzo di comprenderlo. Per giudicarlo, c’e’ Qualcun altro. E prima che egli vi giunga cercate di immaginarvi il resto della sua vita…..
Dove siamo stati durante questi 16 anni? A discutere di altri casi simili, e altri ancora ce ne saranno. E ancora dovremo interrogarci su cosa sia giusto o sbagliato.
Ma tu stai estremizzando, poiché nessuno, tantomeno io, pretende di conoscere la piena verità, è ovvio. E’ proprio per questo che non si può risolvere la cosa con “dobbiamo anche valutare altri elementi che possono rendere ciascuna situazione degna di essere considerata in maniera soggettiva”, come scrivevi poco prima. E’ come voler dire che ci sono situazioni particolari in cui, valutata la situazione in maniera soggettiva, si può e si deve staccare il sondino. E’ come dire che ci sono situazioni paricolari in cui la parola “speranza” non ha più senso, anche se ci sono casi di lungodegenti usciti dal coma inspiegabilmente (!) anche dopo 19-20 anni. Se staccano il sondino ad Eluana, non lo sapremo mai cosa accadrà.
E poi “Specie se, come riportato dal suo papa’, aveva sempre affermato di non volere sopravvivere” è una frase che, scusami, non vuol dire nulla: da quando esiste il diritto al suicidio?
Se credi che io prenda posizioni che ti possano apparire nette non è per insensibilità, mia cara, anch’io ho delle tristissime storie in famiglia, ma non intendo farne parola.
Di nuovo con questa storia della santità imposta o non imposta: ma che c’entra? Si sta parlando delle sofferenze di una povera creatura o di quelle dei genitori allora? Occhio a questa cosa perché mi sa che ci sfugge!
Cosa sappiamo invece di ciò che avviene ad Eluana in questo momento? Se la sua anima è in grado di essere anche più vicina al Signore in questo stato? Siamo sicuri che se si svegliasse direbbe “perché non avete fatto quello che vi dicevo quella volta là…” oppure non potrebbe dire “grazie per non averlo fatto”? Non c’è anche qui quel margine di incertezza che invocavi tu?
Sono solo domande, alle quali si possono tagliare tutte le risposte.
Ed io personalmente non potrei mai e poi mai amare Eluana come suo padre nemmeno se ci provassi, nemmeno con tutte le mie forze, certo.
Le mie preghiere sono impotenti e non bastano, e nemmeno se facessi volontariato ogni giorno accanto al suo letto basterebbe.
E in quello che dici tu ci posso vedere amore, certo, ma non addirittura infinito. Questo proprio no.
Da parte mia credo di aver scritto anche troppo sulla cosa e non interverrò più sull’argomento, non è davvero il caso. Non è naturalmente un modo implicito per dire che è meglio fermarsi qui: ognuno sono convinto, ha il diritto di esprimersi come e quanto vuole. Semplicemente, per quanto mi riguarda, il mio diritto finisce qui. Ma terrò rispettosamente conto delle repliche. Un salutone.
A Mattlar, Davidino, Principessa, Clodine e tutti: ho seguito da lontano la disputa ingaggiata da Ferrara contro il cardinale Tettamanzi e da lontano dico che non la condivido. Lo dico perche’ in piu’ occasioni in questo blog ho scritto che appoggiavo quella o quella battaglia culturale di Ferrara (vedi, per un esempio, il post del 9 gennaio scorso). Stavolta non l’appoggio, come non condivisi gli altri attacchi che da due anni in qua viene sferrando a Tettamanzi, e sono gli stessi che prima sferrava a Martini. Il cardinale di Milano non e’ affatto ambiguo nella sua riflessione cristiana, ma Ferrara vorrebbe che andasse in guerra contro la Repubblica: Giuliano, la guerra alla Repubblica falla tu, e non tirare i vescovi per la stola.
Caro Luigi (passo a darti del tu, ero rimasto forse l’unico a darti del Lei…), in verità ho letto della “disputa” tra Ferrara e Tettamanzi solo dopo aver scritto l’ultimo commento, e nei miei non era a questa che mi riferivo. Però finalmente (dal mio punto di vista), la voce dei vescovi si è levata unanime, insieme a quella di molti laici, su questo dolorosissimo caso. Chiamando le cose con il proprio nome. Mi rimetto ai loro commenti. Quest’ultimo post non interrompe il mio silenzio di cui sopra, non volendo più entrare nel merito della questione, ma lasciando l’ultima parola, per ciò che mi riguarda, alla preghiera.
Davidino condivido che c’è stata chiarezza di indicazione convergente. Nel servizio che ho appena inviato al Corsera sulla Conferenza stampa del cardinale Bagnasco, ho segnalato che la sua posizione – “non si può procedere alla consumazione di una vita per una sentenza” – corrisponde a quelle prese sabato dal cardinale Tettamanzi su Avvenire (quando chiedeva una “giusta discrezione” in materia di vita e di morte alle “autorità amministrative e giudiziarie”) e il 10 luglio dall’arcivescovo Fisichella al Tg1 (“un giudice non può autorizzare un’azione di morte”).
Caro Luigi,
non sono entrato nel merito della vicenda di Eluana perché non riesco a conservare il distacco emotivo, sempre opportuno; continuerò ad astenermi. Ma due parole sul “caso” Ferrara-Tettamanzi mi sento di scriverle.
Non mi pare che Ferrara si sia lasciato trascinare da una polemica giornalistica: avrebbe desiderato maggiore chiarezza, non certo perché volesse strumentalizzare le parole di un vescovo contro un quotidiano concorrente. “Repubblica”, semplicemente, gli appare identificabile (non a torto) come uno strumento efficace di propaganda anticristiana, una summa accurata dei valori anticristiani oggi in Italia. Ferrara auspica semplicemente che le parole di Tettamanzi non si prestino a equivoci, chiede che il cardinale vada alla guerra non contro “Repubblica” ma contro un pensiero palesemente ed efficacemente anticristiano.
Ferrara peraltro non scrive e non pensa affatto che l’articolo di Tettamanzi esprima una riflessione cristiana ambigua. Con estrema chiarezza, egli critica, di tale articolo, il significante e non il significato. Non c’è – in Tettamanzi, secondo Ferrara – neppure un’affermazione che sia in contrasto con la fede; qualcosa manca, però: “non fissa confini in nome della verità, non stabilisce le condizioni di una scelta secondo giustizia, non azzarda giudizi che implichino la decisione responsabile nella direzione auspicata. Gli argomenti più seri e forti si sminuzzano e si disfano alla fine nel metodo, e non si capisce se si debba lasciare Eluana alle suore Misericordine che l’hanno curata con amore o invece staccare quel sondino e provocare una morte lenta e dolorosa. Che cosa si debba fare, a parte coltivare la riflessione di coscienza, e come ci si debba comportare: questo non si capisce, su questo c’è pensiero tiepido, glossa alla vita reale senza sporcarsi la penna, le mani, il cuore”.
Giudizio discutibile? Certo, ci mancherebbe altro. Ma le conclusioni di Bagnasco sono confacenti al motto evangelico: sì sì no no, immediatamente comprensibili a tutti: “Non si può procedere alla consumazione di una vita per una sentenza”. Né appaiono da meno le parole di Fisichella: “Un giudice non può autorizzare un’azione di morte”. Si può dire altrettanto dell’interrogazione retorica di Tettamanzi? Eccola qui di seguito: “Il rispetto della scienza e della coscienza dei medici e delle responsabilità proprie di coloro ai quali è affidata la cura delle persone non autosufficienti non esige una giusta discrezione da parte delle autorità amministrative e giudiziarie?”.
Viene da chiedersi a chi si rivolge, il pastore Dionigi Tettamanzi, con questo suo linguaggio quasi cifrato: le pecorelle del gregge, normalmente, hanno bisogno di una guida meno criptica. Credo.
(“Avvenire” di oggi – mi sembra – è di questo stesso parere).
(Saluti affettuosi, Luigi: sempre, e soprattutto quando non c’è fra noi totale sintonia).