A fogne scoperchiate, conviene che noi romani non ci giriamo – com’è nostro vigliacco costume – dall’altra parte. “Roma è santa ma i romani so’ fiji de mignotta” dice un nostro verace proverbio ed è indispensabile vedere il marcio per poterlo tagliare. Vale per i cittadini comuni come me, vale due volte per la politica, tre volte per la Chiesa: e io ci sono sempre in questa canzone. Nei primi commenti provo a battere il petto mio, non quello degli altri. Tiro in mezzo la Caritas, mi appello a Di Liegro e alla sua capacità di parola.
Roma è santa ma i romani so’ fiji de mignotta
131 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
“Buttamola in caciara” ho letto un giorno su un muro di viale Manzoni: non sono romano ma vivo a Roma da mezzo secolo e credo d’aver capito che quel motto fotografa il nostro primo difetto, che è quello di buttare l’anima in chiacchiere montando una bolgia dove il vero non si distingue dal falso. Credo che la tentazione della caciara sia ora più forte che mai. Non entro dunque nella ridda delle accuse e delle difese, che ne fanno parte e respingo per metodo ogni argomentazione che giustifica il vergognoso accaduto.
Nessuno vedeva? C’erano i veggenti ma la loro parola non era ascoltata. Al commento seguente riporto un brano del comunicato della Caritas romana che il 12 novembre accusava le “cooperative senza scrupoli” che si occupano di Rom e di rifugiati e accusava la politica della pura emergenza, compresa in essa quella della giunta Marino: tutto era detto ma nessuno aveva udito. Subito dopo dico la mia sulla Caritas e il Vicariato.
Cooperative senza scrupoli. Comunicato della Caritas romana sui fatti di Tor Sapienza – 12 novembre 2014: “La situazione di Tor Sapienza – così come Corcolle, Torre Maura, Romanina, Ponte Mammolo e altre zone – rappresenta sì il risultato di anni di abbandono, ma allo stesso tempo l’effetto di attuali politiche sbagliate verso i rom e i rifugiati, senza sforzi per l’integrazione e improntate soprattutto sull’emergenza, frutto di istituzioni che non collaborano e non dialogano (Prefettura – Comune – Municipi), di cooperative senza scrupoli che poco hanno a cuore la sorte delle persone che gli sono affidate, di territori abbandonati dalle Istituzioni”.
Una Caritas silenziata. Perchè la Caritas romana non è ascoltata? Perchè non ha voce pubblica da quando non c’è più Di Liegro (1928-1997) alla sua guida? Perchè lo scorso inverno il Vicariato non ha ricordato – come doveva: doveva – il quarantennale del convegno sui mali di Roma del febbraio del 1974, che fu il capolavoro di don Luigi? Perchè l’afasia pubblica della Caritas perdura anche sotto Papa Francesco?
Ah Feroci vedi de fatte feroce. Appello all’ottimo e inascoltato direttore della Caritas romana Enrico Feroci: ah Feroci, vedi de fatte feroce! Devi disturbare, devi puntare il dito, devi gridare in nome delle migliaia di persone che fanno volontariato nel silenzio e nel dileggio. Una Caritas che non parla alla città è una carità dimezzata.
“Santu Mangione nascette primma ‘e Cristo.”
Perché nessuno ha mai detto niente?
Forse per non disturbare l’elezione di qualche amico…
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/cos-coop-e-pd-facevano-soldi-coi-campi-nomadi-1073900.html
Lo riporto qua:
http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/roma-intervista-don-soddu.aspx
Sarebbe anche divertente, se non fosse tragico
http://www.ilgiornale.it/news/politica/boss-finanziava-spettacoli-delle-femministe-radical-chic-1073854.html
Allora, forse, dietro l’astensionismo non c’è solo il qualunquismo o l’indifferenza.
OT E’ stato pubblicato il “questionario” in preparazione al Sinodo 2015
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2014/12/09/0935/02013.html
Dovrebbero mandare anche un questionario su soldi tasse e corruzione così aggiorniamo la dottrina sociale visto che (apparentemente) la seguono in pochi…
Condivido quanto dice Adinolfi:
commissariare Roma
https://www.facebook.com/mario.adinolfi/posts/10152851128745428
(il PD mi fa rabbia: naturalmente pensano ai loro interessi di bottega, e tutti con Marino, ora)
Se fossero persone per bene si dimetterebbero per il bene della città, ma contano sempre e solo le poltrone.
http://www.avvenire.it/Politica/Pagine/de-palo-impossibile-andare-avanti.aspx?utm_content=bufferbf91a&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer
De Palo è una persona perbene. Ho scoperto tempo fa che ha 4 figli, e che per arrotondare lo stipendio di consigliere comunale lavora come cameriere qualche sera a settimana in un ristorante, pensa un po’.
Non sono di Roma, quindi non oso esprimere giudizi…
Sinceramente io mi sono stufata anche di azzeramenti ecc.
Avevo appena iniziato l’università quando ci fu Mani Pulite tra un po’ vado in menopausa e siamo sempre a sperare che un nuovo parlamento, una nuova giunta, un sindaco ecc. sian meglio.
E basta.
Il problema corruzione va affrontato più a fondo.
“Il problema corruzione va affrontato più a fondo”
Risuscitiamo il Duce! No, non è fattibile.
Tutti dentro! No, nemmeno, il perimetro della penisola è troppo lungo e il muro di cinta sarebbe impossibile da presidiare.
Ecco, ci sono! Affidiamo le amministrazioni al Vaticano. Hanno gente di sicura e specchiata onestà, che loro il danaro è “sterco del Demonio”, cosi tanto sterco da nasconderlo…
Ma quale Duce, il problema non è il politico ma il cittadino medio che ruberebbe dal cestino delle offerte in Chiesa.
http://www.corriere.it/economia/14_dicembre_08/lato-debole-partiti-liquidi-nuove-classi-dirigenti-ea68f8c2-7eb9-11e4-bf8b-faa9d359f85b.shtml
Però, Sara, non è nemmeno possibile che per qualcuno valga il principio che “non poteva non sapere” e qualcun altro non risponda mai, mai, mai delle malefatte dei propri collaboratori…
Ah ho capito Sara. Forse intendi che la questione è “morale”.
Allora dovrebbe occuparsene la Chiesa. Certo sono attrezzati. Qualche questionario e una nuova pastorale, et voilà, e ti recupero anche questi.
Sono specialisti, ad esempio l’ultima che hanno curato era quelli che rubavano la moglie degli altri e quelle che rubavano il marito degli altri. Se se ne occupano loro, di sicuro, sarà un successo!
Si si, però mi pare che da noi succeda come con i bombardamenti e il fanatismo islamico: ogni volta che si azzera spunta qualche cosa di peggio.
non voglio far la pessimista, però…
E l’altro giorno con mio marito dicevamo: immagina un tedesco e la Merkel che si sentono chiedere di sforare il deficit e vedono questa enorme corruzione.
“Se se ne occupano loro, di sicuro, sarà un successo!” meglio Putin no?
Sinceramente non lo so come fare, però mi pare evidente che la corruzione è diffusa dalla base.
Parlavo di Chiesa, non di politica, poichè il tema si era detto “morale”. Effettivamente la corruzione è diffusa dalla base come ai vertici. E parlo di Chiesa…
“Corruzione” morale, ovviamente.
Io non so se è vero quello che imputano ad Angelo Caiola , fino a ieri stimatissimo professore dellì’Università cattolica, presidente del Gruppo “ETICA e FINANZA, (sic!), chiamato allo IOR da GIovanni Paolo II dopo lo scandalo marcinkus , presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo, ma se fosse vero, c’è veramente da dire : non ci si può più fidare di nessuno!
Io spero che non sia vero altrimenti.. ha ragione Ubi : “la corruzione è diffusa dalla base sino ai vertici.. e parlo di Chiesa”
persino il sempre positivo Andrea Tornielli questa volta conclude disperato:
“Di fronte a queste situazioni c’è chi invita a non cadere nella tentazione di fare di ogni erba un fascio, ma più passa il tempo, più la situazione della banca vaticana pone problemi, con i moralizzatori di ieri che si scoprono essere gli approfittatori di oggi. Con legittime domande su come i soldi siano stati usati fino al recentissimo passato. Certo, si dirà: è proprio grazie al lavoro degli ultimi mesi se si sono potute formulare queste nuove ipotesi di reato nei confronti della passata dirigenza e sono state le stesse autorità dello Ior a presentare il problema alla magistratura dello Stato della Città del Vaticano, come ha sottolineato nella dichiarazione di domenica scorsa il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi. Ma la domanda seria sullo Ior, su ciò che è stato, su ciò che è, e sulla continua contro-testimonianza evangelica provocata dall’emergere di continui scandali, rimane aperta.”
Per completezza di informazione, De Palo e’ quello che a Roma ha coordinato il ricorso al TAR delle famiglie del Movimenti dei passeggini, che ha bloccato la delibera del sindaco “il-Papa-mi-ha-abbracciato-Marino” che a iscrizioni gia’ chiuse voleva aumentare le tariffe degli asili nido, abolendo inoltre l’esenzione per il terzo figlio.
http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/asili-nido-bocciatura-tariffe.aspx
Un OT per sdrammatizzare.
Gli italiani sono sempre “religiosi” e infatti il video più cliccato su google italia è quello di … Suor Cristina.
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Video-piu-popolari-in-Italia-e4b0bafa-ff63-4952-a0e4-86d174a5d75a.html?refresh_ce
(Non è vero che “non c’è più religione” suvvia ragazzi 🙂 )
La vicenda di cui parla discepolo vicenda che già conoscevo, se confermata è per me un triplo schiaffone ancor più pesante di quello riguardante il malaffare romano-italiano di questi giorni.
Udienza in diretta. Il papa sta parlando del sinodo sulla famiglia… sta rispondendo alle polemiche, in nome della ortodossia, dell’unità della Chiesa e della correttezza delle procedure. Qualcuno storcerà il naso.
Ha ringraziato la stampa per aver coperto l’evento, ma l’ha poi strigliata per aver voluto vedere una divisione in fazioni che non c’è stata.
Qualcuno storcerà il naso.
Quale fazione storcerà il naso?
🙂 🙂 🙂
Una cosa è certa in ogni caso: nella Chiesa non ci si annoia mai..
🙂 🙂
http://ilsismografo.blogspot.it/2014/12/vaticano-ludienza-generale-di-papa_10.html
Storcerà il naso chi in questi giorni ci ha raccontato di una Chiesa divisa e sull’orlo di uno scisma.
“Dunque, i documenti ufficiali usciti dal Sinodo sono tre: il Messaggio finale, la Relazione finale e il discorso finale del Papa.”
Bene, io sarei anche più aperturista di così però i media hanno talmente spinto che ti veniva voglia di fare tutto il contrario.
“Dunque, i documenti ufficiali usciti dal Sinodo sono tre: il Messaggio finale, la Relazione finale e il discorso finale del Papa.”
Allora non dovevano pubblicare la relazione intermedia.
Ha il valore di un documento intermedio.
Anche del Concilio sono consultabili tutti i documenti intermedi, addirittura i diari e la corrispondenza dei padri conciliari:
http://www.ibs.it/code/9788821554254/congar-yves/diario-del-concilio.html
http://www.ibs.it/code/9788815056801/diario-del-vaticano/chenu-marie-dominique.html
E’ giusto anche per motivo di studio.
Nel concilio tra parentesi è successo il contrario, i primi documenti erano molto più conservatori di quelli ufficiali.
Sara, va bene, puoi trovare tutte le spiegazioni formali che ti pare, la sostanza è che se sventoli davanti alla muta (i giornalisti) un pezzo di carne sanguinolenta (un documento con affermazioni abbastanza clamorose su questioni molto sensibili per i media) puoi non ti puoi lamentare, adducendo distinguo che non interessano a nessuno, se quelli si eccitano e con la bava alla bocca se lo sbranano.
Io resto convinta che i novatores abbiano giocato male le loro carte.
hanno spinto troppo nella relazione intermedia ottenendo una relazione finale fin troppo ritoccata.
Ricordo quando ho letto il titolo di Faggioli: Le più grandi novità dal concilio di Trento.
Fossero volati un po’ più bassi forse avrebbero ottenuto di più.
Se si vuole continuare a leggere nell’ottica dello scontro.
Ma in fondo resto convinta che la grande maggioranza abbia cercato il più possibile la mediazione.
Rosa: “Allora non dovevano pubblicare la relazione intermedia”.
Forse può essere utile sapere che in tutti i Sinodi la “Relatio post disceptationem” è stata sempre pubblicata e mai è stata un documento ufficiale.
Questa è la “Relatio post disceptationem” dell’ultimo Sinodo che si è tenuto sotto Papa Benedetto.
http://www.vatican.va/news_services/press/sinodo/documents/bollettino_25_xiii-ordinaria-2012/01_italiano/b21_01.html#RELATIO_POST_DISCEPTATIONEM_
Qui si può leggere la Relatio post disceptationem tenuta al Sinodo del 2001 dal cardinale Bergoglio:
http://www.vatican.va/news_services/press/sinodo/documents/bollettino_20_x-ordinaria-2001/01_italiano/b21_01.html
Al paragrafo 34 della Relatio del cardinale Bergoglio si trovano queste parole utili a intendere Papa Francesco:
34. La Chiesa è il “piccolo gregge” che continuamente esce da se stesso per la missione; e il vescovo, uomo di Chiesa, esce anche da se stesso per annunciare Gesù Cristo al mondo. È un “viandante” e si esprime con gesti che parlano. Non deve lasciarsi bloccare da una Chiesa talvolta paralizzata dalle proprie tensioni interne. Incarna la vicinanza della Chiesa agli uomini del nostro tempo, nel radicalismo della testimonianza a Gesù Cristo.
Va bene, però la vogliamo dire la verità? Le altre volte non era così dirompente, questa volta lo è stata, anche per il tono completamente diverso della relazione finale. Allora poi non ci si può stupire del fatto che i giornalisti (ed anche tutti gli altri) se ne infischino dei distinguo su quali siano “i-veri-documenti-ufficiali-che-valgono-e-non-altri”; ed è strano che si accusino i giornalisti da dare un’immagine diversa dalla realtà, facendo finta di non accorgersi che ciò di cui si continua a parlare, ciò che alcuni sperano ed altri temono, è esattamente il contenuto di quella relazione intermedia. Perché la vera notizia del Sinodo è la relazione intermedia, volenti o nolenti. (E secondo me chi l’ha scritta lo sapeva benissimo che sarebbe stato così).
le pressioni del “mondo” c’erano anche ai tempi della lotta per le investiture.
Siam sopravvissuti allora…
Quello che proprio mi disturba tanto è essere presa per scema, come se, visto che si tratta della Chiesa, dovessimo sospendere tutta la razionalità di cui il buon Dio ci ha dotato e rinnegare anche la logica più banale.
Rosa tutto questa volta è stato dirompente compreso dare dell’oppositore al Papa anche a Cardinali assolutamente tranquilli.
Però bisogna vedere le cose in una prospettiva più lunga (i giornali vanno al macero alla svelta) e in un’ottica di Chiesa (nel senso pieno del termine) non solo di scontro.
E poi altri media (dal Foglio in giù) hanno cercato di fare pressioni. (soprattutto al tempo di Benedetto ma anche al sinodo).
Intanto comincia in grande la prossima battaglia, una vera questione “di vita o di morte”
http://www.lastampa.it/2014/12/10/multimedia/italia/lappello-vip-proeutanasia-per-una-morte-con-dignit-w3YN7fSEvW3cbhAp1WI3bK/pagina.html
Hanno sequestrato la parola “dignità” legandola alla parola “eutanasia”.
Chissà se saremo capaci di dissequestrarla.
Il testo dell’udienza di oggi: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2014/documents/papa-francesco_20141210_udienza-generale.html
Interessante il fatto che dica:
“Nessun intervento ha messo in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio, cioè: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e l’apertura alla vita (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 48; Codice di Diritto Canonico, 1055-1056). Questo non è stato toccato.”
Divertente questo punto (lo dedico al nostro gentile ospite, sempre attento a non cadere nei tranelli):
“Durante il Sinodo i media hanno fatto il loro lavoro – c’era molta attesa, molta attenzione – e li ringraziamo perché lo hanno fatto anche con abbondanza. Tante notizie, tante! Questo è stato possibile grazie alla Sala Stampa, che ogni giorno ha fatto un briefing. Ma spesso la visione dei media era un po’ nello stile delle cronache sportive, o politiche: si parlava spesso di due squadre, pro e contro, conservatori e progressisti, eccetera. Oggi vorrei raccontare quello che è stato il Sinodo.”
Caro Massimo Ciampi.
“nessun intervento ha messo in discussione le verità fondamentali del Sacramento del matrimonio, cioè l’indissolubilità, la fedeltà. l’apertura alla vita”
E’ vero nessuno ha messo in discussione la dottrina.
ma il problema è la pastorale deve ribadire la dottrina o deve fare a meno ,
trascender, mettere in un canto la dottrina?
perchè a rigor di logica se la dottrina dice che il matrimonio è indissolubile, e la partorale ammette coppie divorziate e risposate alla comunione, vuol dire che la pastorale va oltre la dottrina, detto in parole povere “se ne frega ” della della dottrina.
la dottrina dice cos’? benissinmo, nessuno lo mette in discussione!
però poi noi nella pratica faremo esattamente l’opposto!
Come chiameresti tu caro Massiomo Ciampi un simile atteggiamento?
Io lo chiamo ipocrisia.
allora stimerei di più una Chiesa che cambia francamente la dottrina piuttosto che una Chiesa che dice , a parole, di mantenerla e poi, NELLA PRATICA, la trascende o se ne frega della dottrina.
E’ un atteggiamento ipocrita e furbetto.
Come la risposta che ( si dice, non so se sia vera) il card. Bergoglio da arcivescovo di Buenos Aires dette ad una divorziata risposata che voleva fare la comunione a cui il proprio parroco la negava : E’ semplice , vada in una altra parrocchia , dove nessuna la conosce, a faccia pure la comunione.
Della serie . tanto chissenefrega???
Bella pastorale, veramente “onesta” !!!!
Il card. Muller , prefetto della Congregazione per la dottrina della fede,lo ha ripetuto mille volte, ma evidentemente per molti è difficile da accettare : la dottrina sul matrimonio della Chiesa cattolica è chiara, limpida. semplice.
Il cambiamento epocale proposto dal card. Kasper e dai novatori travestito da “pastorale” sarebbe un cambiamento della dottrina.Sarebbe la Chiesa cattolica che rinnega se’ stessa e duemila anni di magistero.
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/matrimonio-marriage-matrimonio-32349/
La questione posta da Discepolo è seria e varrebbe la pena di essere affrontata.
Quanto conta la dottrina?
La pastorale deve essere coerente con la dottrina?
Solo qualche anno fa non avremmo avuto questi dubbi, ma i tempi sono quelli che sono e i nostri pastori forse non se ne rendono conto.
Discepolo puoi darmi la fonte del “si dice non so se sia vera”?
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-divorziati-divorced-divorciados-33653/
Non da cardinale, da Papa, non a una divorziata risposata, ad una donna sposata civilmente con un divorziato.
(Scusate se mi sono intromessa)
I divorziati risposati
«Che facciamo con loro, che porta si può aprire? C’è un’inquietudine pastorale: allora gli andiamo a dare la comunione? Non è una soluzione dargli la comunione. Questo soltanto non è la soluzione, la soluzione è l’integrazione. Non sono scomunicati. Ma non possono essere padrini di battesimo, non possono leggere le letture a messa, non possono distribuire la comunione, non possono insegnare il catechismo, non possono fare sette cose, ho l’elenco lì. Se racconto questo, sembrerebbero scomunicati di fatto! Allora, aprire un po’ di più le porte. Perché non possono essere padrini? “No, guarda, che testimonianza vanno a dare al figlioccio?”. La testimonianza di un uomo e una donna che dicano: “Guarda, caro, io mi sono sbagliato, sono scivolato su questo punto, ma credo che il Signore mi ami, voglio seguire Dio, il peccato non mi ha vinto, vado avanti”. Ma che testimonianza cristiana è questa? O se arriva uno di questi truffatori politici che abbiamo, corrotti, a fare da padrino ed è regolarmente sposato per la Chiesa, lei lo accetta? E che testimonianza va a dare al figlioccio? Testimonianza di corruzione?».
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-37934/
http://it.radiovaticana.va/news/2014/12/10/francesco_non_mettere_in_discussione_verit%C3%A0_famiglia/1114215
Un Padre Misericordioso che vada incontro a chi si è allontanato.
E’ la sola cosa di cui abbiamo bisogno, come l’aria per respirare.
Un padre misericordioso che vada incontro al figliol prodigo e lo riaccompagni a casa, sulla strada giusta, o un padre misericordioso che lo lasci dove si trova, lontano da casa o sulla via del ritorno?
fede
“o un padre misericordioso che lo lasci dove si trova, lontano da casa o sulla via del ritorno?”
tu, unendoti a molti altri, ti sei costruito una visione di quello che dice il papa lontana dalla realtà. La distorsione delle parole del papa è ormai diffusa sia da sinistra che da destra.
Infatti ieri ha scritto:
“Nessun intervento ha messo in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio, cioè: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e l’apertura alla vita (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 48; Codice di Diritto Canonico, 1055-1056). Questo non è stato toccato.”
ha citato il codice di diritto canonico.
Quando Francesco dice più Vangelo che dottrina non dice di buttare la dottrina ma di viverla invece di disputarci su.
Dando per scontato che uno la conosca.
Picchio,
nessuna distorsione.
Ho solo chiesto, riferendomi all’intervento di Fides, se “la sola cosa di cui abbiamo bisogno, come l’aria per respirare” sia che il Signore ci venga incontro là dove siamo oppure se abbiamo bisogno di quella che una volta si chiamava “conversione” (absit iniuria verbis).
Era un chiarimento (e se vuoi nella domanda era già esplicita la mia opinione, da intendersi quindi come proposta di risposta) al commento di Fides delle 18.48, non “distorsione delle parole del papa”.
Eugenio
quando ha parlato delle dispute teologiche con gli ortodossi: ha detto di questo passo faremo Pasqua ad Agosto.
Perchè via disputando non si riesce a trovare un accordo nemmeno per festeggiare la Pasqua nello stesso giorno.
Secondo me è a questo che si riferisce quando attacca un certo stile teologico e dottrinale.
Sara,
la dottrina si “vive” se è proposta e insegnata.
Se la si dà per scontata e ogni volta che se ne ha l’occasione si “chiude un occhio” (per misericordia, accoglienza dei lontani, pace, dialogo) si rischia che poi ognuno si adatta la dottrina ai propri gusti e comodi.
“Disputare” significa anche insegnare e imparare, approfondire e confrontarsi: non è solo una perdita di tempo.
Veramente se uno segue attentamente le catechesi, le omelie e i vari discorsi del Papa (comprese Lumen fidei e Evangelii Gaudium) ha modo di imparare molte cose.
Se ha voglia, se non gli va continuo a dire che nemmeno se glielo dai per endovena…
Va bene, Sara, ma considera che la maggior parte di noi è in un certo senso “border line” e ha bisogno di continue conferme (repetita iuvant).
Senza contare (e infatti si fa spesso finta che non ci siano) le tentazioni.
Si Eugenio però le tentazioni si hanno anche quando ti da fastidio l’immigrato in tram.
Altrimenti più che lottare contro le tentazioni si difende la famiglia perchè è un posto comodo e ci si sta tranquilli dentro.
Diciamo che Francesco parla (chiaro) a 360 gradi se facessimo un decimo di quanto dice…
«La distorsione delle parole del papa è ormai diffusa sia da sinistra che da destra» … insomma è come Berlusconi: “è stato frainteso”.
Eugenio
quello che da fastidio è che si ha l’impressione che quelli che invocano le continue conferme sono anche quelli che, come cantava De Andrè:
“Lo sanno a memoria il diritto Divino, ma scordano sempre il perdono.”
Secondo me il Papa difende la famiglia cristiana mentre ha una certa antipatia per il matrimonio borghese.
Quello delle paste alla domenica e della casa, dei figli e del coniuge esibiti come un trofeo. (stile Susanita)
L’unico appunto che mi sento di fargli è che oggi è molto borghese anche il divorzio. (il realtà lo sa)
La dottrina si “vive” se è proposta e insegnata. Se la si dà per scontata …
Ma non è forse anche vero che …
Se la si dà per scontata la Misericordia, la pace, ecc.si rischia di ridurre la fede a dottrina.
La misericordia e la pace fanno già parte della dottrina mi pare e tutto quadra.
Diciamo che il mondo ha bisogno di dare misericordia spesso invece la cerca per sé ma la dà più malvolentieri (anche nel matrimonio)
sara
Secondo me il Papa difende la famiglia cristiana mentre ha una certa antipatia per il matrimonio borghese.
Quello delle paste alla domenica e della casa, dei figli e del coniuge esibiti come un trofeo.
probabilmente la sua antipatia per i gruppi tradizionalisti ha le stesse radici, in questo caso è la fede che viene esibita come un trofeo. Poi naturalmente pesa anche molto la collusione argentina tra tradizionalisti e estrema destra.
Più che un trofeo, la tradizione viene vista come “la casa dei giusti”,
dimenticando che la conversione è responsabilità di tutti e tutti siamo bisognosi di misericordia, cerve assetate del volto divino.
Questo non toglie nulla dell’immenso tesoro della Tradizione cristiana, che alcuni vorrebbero liquidare sbrigativamente. Anzi…
Quanto dite andrebbe benissimo se fossero parole rivolte solo ai cattolici praticanti, a cui spiegare di non dare importanza solo a certe esteriorità (che comunque vengono rispettate) e di curarsi della sostanza.
Ma le parole del papa sono ascoltate da tutti, credenti e non credenti, osservanti e non osservanti: il risultato è che una generica “sostanza” (sempre più annacquata e generica secondo le seduzioni del mondo) finisce per annullare di fatto tutto il resto (anche quello che era stato pensato e introdotto per sostenere il cammino di fede e la pratica religiosa).
Non do la colpa al Papa, sia chiaro (il Papa ha sempre ragione), ma penso che la missione della Chiesa debba tenere presente anche questo effetto indesiderato alle parole del papa.
(sempre più annacquata e generica secondo le seduzioni del mondo)
Federico il Papa non è affatto annacquato anzi ha tirato certe bordate contro situazioni di peccato anche sociale che levati.
Se uno lo vede annacquato e generico non è perchè è lui stesso preso da una seduzione mondana per cui il Vangelo non va oltre la famigliola?
“Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, moglie e figli fratelli e sorelle e perfino la sua propria vita, non può essere mio discepolo.”
Voglio dire anche questo è vangelo (radicale).
Non so perché ce l’avete tutti quanti con le paste della domenica: vogliono dire: pranzare tutti insieme almeno un giorno alla settimana, fare festa e stare tranquilli. Che c’è che non va? Meglio andare a sbattersi ognuno per fatti propri chi ha una parte chi dall’altra, o mangiare al Mac Donald del centro commerciale? Uno dei bei ricordi della mia infanzia è mio nonno che la domenica arrivava a casa nostra con un vassoio di pastarelle per tutta la nostra (numerosa) famiglia. Questo far assurgere a simbolo della neghittosità e del borghesismo spirituale piccole cose quotidiane mi ha veramente stufato.
E, mi dispiace dirlo, papa Francesco un po’ ce l’ha questa tendenza , diciamo, “semplificatrice”.
Sara,
non ho mai detto che sia il papa ad annacquare (ci mancherebbe!), anzi ho detto proprio il contrario.
Volevo solo sottolineare che, se il mondo travisa facilissimamente le sue parole, bisognerebbe tenerne conto.
Si è detto spesso che papa Francesco ha priorità diverse dal suo predecessore e che pone l’accento su altri aspetti del cattolicesimo: va benissimo, ma dovrebbe essere sua cura (lo è senz’altro) verificare che le sue parole non siano sistematicamente semplificate e fraintese.
Il Papa è il papa e abbiamo tutti da imparare da lui.
Eugenio che il mondo semplifichi il messaggio del Papa spiace anche a me però lui mi sembra chiaro, altro non saprei dire.
Per il resto credo che più che semplificare ponga obiettivi motlo alti che sembrano “relativizzare” certe nostre piccole fissazioni, ma in una prospettiva evangelica.
Come quando vai in ospedale e all’improvviso ti rendi conto che tanta della tua quotidianità alla fine non è così importante se paragonata ad altri problemi.
Scusate, ma ho una curiosità. Papa Bergoglio ha detto (nel passo riportato sopra anche da Nicoletta Zullino), riferendosi ai divorziati risposati:
«Che facciamo con loro, che porta si può aprire? C’è un’inquietudine pastorale: allora gli andiamo a dare la comunione? Non è una soluzione dargli la comunione. Questo soltanto non è la soluzione, la soluzione è l’integrazione.»
Domanda: che cosa capite voi da queste parole? Che dare la comunione eucaristica ai divorziati risposati non è la soluzione (nel senso che non va fatto) o che si deve dare la comunione ma non basta fare questo e si deve fare anche altro? Sono due cose appena appena un pochino leggerissimamente diverse e lui le ha dette, mi pare, tutte e due. Ma si potrà?
Quoto Franti.
Seguo la discussione ma non mi va di impegolarmi sul trito e ritrito.
Però, e Sara mi scuserà, voglio fare una osservazione al suo commento delle 14:41 ove cita il Vangelo di Luca 14,26.
Gentile Sara, quelle parole possono essere intese anche in un’altra ottica e cioè: se, ad esempio, un discepolo del Regno ha una madre e un padre avari e bestemmiatori, e/o una figlia un po’ zoccola, e/o un figlio imbroglione e mignottaro, e/o fratelli usurai e dissoluti, non è che se li difende dicendo “e’ la mia famiglia e fa nulla”, NO, per amor loro e di Dio se li inimica standogli sempre, opportune ed importune, a ricordargli la Parola ed il Giudizio di Dio riguardo a tali comportamenti. E’ anche questo “l’amare più di Me”, cioè per amor di Dio rinunciare ad avere una serena rete di relazioni familiari pur di testimoniare ciò che è vero.
Ubi non è certo quello che intendevo dire, io ho sempre messo in evidenza il decalogo e anche il catechismo.
http://it.radiovaticana.va/news/2014/12/10/francesco_non_mettere_in_discussione_verit%C3%A0_famiglia/1114215
““I valori e le virtù della famiglia, le sue verità essenziali – scrive Francesco – sono i punti di forza su cui poggia il nucleo familiare e non possono essere messi in discussione. Siamo chiamati, invece, a rivedere il nostro stile di vita che è sempre esposto al rischio di venire ‘contagiato’ da un mentalità mondana – individualista, consumista, edonista – e ritrovare sempre di nuovo la strada maestra, per vivere e proporre la grandezza e la bellezza del matrimonio e la gioia di essere e fare famiglia”.
Sotto quelle della Zullino avevo riportato queste parole.
Mi sembra che come modello di conversione più che lo stracciamento continuo tipo ricordati che devi morire, il Papa proponga una via che aiuti a sconfiggere i nemici della famiglia.
quella mentalità mondana egoistica individualistica che è la causa profonda delle numerose rotture matrimoniali.
“Come abbiamo ricevuto gratuitamente, così – ha spiegato – gratuitamente siamo chiamati a dare”
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/papa-angelus-immacolata.aspx
Lasci perdere Sara, ma io le faccio, bello schietto, la domanda: è evangelico anche quello che dico io? E cioè testimonianza a costo di rinunciare alla serenità nei migliori affetti, di rendere importanti rapporti familiari conflittuali, farsi guardar storto poichè non smette di dire “non è lecito quello che fai”?
Se può, risponda chiaramente.
Dipende anche dal risultato: è un metodo che porta frutto?
Sara, devo usare un paragone, preso dal Vangelo, che potrebbe (lo è in realtà) risultarle offensivo per ottenere una risposta pertinente?
Perchè uno tanto timorato di Dio si ritrova con una figlia zoccola e un figlio mignottaro?
Poi per carità magari primo o poi li converte.
Sara, lei si nutre di molta teologia, io lo so, e ho usato un linguaggio preciso:
1) “discepolo del Regno” è riferito a quelli “divenuti” nel Vangelo, la Grazia prende chi vuole, cosi come pure la “disgrazia”. Quindi la sua ultima domanda è impertinente ed è la seconda occasione per non rispondere.
2) Lei usa un esempio teologicamente non corretto: noi dobbiamo, a noi è chiesta, la “testimonianza” (intesa anche nel “versare il sangue”) ma i frutti di cui lei parla nel precedente commento non dipendono da noi nè dobbiamo investigare il “metodo” se porterà frutti o no… testimoniare e basta poi farà Lui.
3) Lei non risponde poichè si trova un poco nella situazione di quelli a cui fu chiesto se il “Battesimo veniva da Dio”.
Quindi lei, come ogni cristiano, dovrebbe risposte alla “chiamata alla testimonianza”, non domande.
Saluto tutti, il trito e ritrito è assolutamente infruttuoso, cosi come dialoghi tra gesticolanti.
Io rispondo per quello che posso: testimonianza non è il rampgnamento continuo che pone a rischio la solidità stessa dei rapporti.
Una testimonianza deve saper trovare i tempi e i modi secondo me.
E nelle relazioni familiari si costruisce giorno dopo giorno,
Io rispondo per quello che posso: testimonianza non è il rampugnamento continuo che pone a rischio la solidità stessa dei rapporti.
Una testimonianza deve saper trovare i tempi e i modi secondo me.
E nelle relazioni familiari si costruisce giorno dopo giorno”
verissimo, concordo pienamente con Sara, e non si costruisce nulla se per dar testimonianza come la intende Ubi “si rinuncia ad avere una serena rete di relazioni familiari pur di testimoniare ciò che è vero.” e si continua a rompere i marroni al prossimo
In merito alla curiosità del Franti dico la mia.
Il Papa ha voluto far capire che ci sono situazioni coniugali obiettivamente difficili nelle quali uno dei coniugi o tutti e due vivono malissimo, ovvero non vivono. E in effetti è così.
Allora è lecita la separazione ed è possibile dare la comunione ai divorziati risposati. Ma non solo. Bisogna integrarli totalmente nella comunità cristiana.
Capisco che questa presa di posizione possa fare inorridire i cattolici conservatori, ma questo è.
Pensino che anche Ratzinger aveva pensato alla possibilità della comunione ai divorziati risposati, e forse riusciranno a capire che esiste un buonsenso che scavalca
la dottrina del tempo che fu.
Aggiungo che non si parla di facile accesso alla comunione
per tutti. Si dovranno
vagliare i vari casi, suppongo.
Mi sembra una soluzione sensata e ragionevole del problema.
Se un puro e un giusto “discepolo del Regno”
ha il dovere di ricordare ad ogni piè sospinto
ai genitori,
alla figlia
al figlio
ai fratelli
che sono degli emeriti stronzi
per amore di dio
ricordando loro ogni secondo
che un dio li giudica continuamente
che l’Inferno è spalancato sotto i loro piedi
perchè questo è l’amore che domanda dio verso i propri
è amare i propri cari più di se stessi…
Distruggerò i miei legami familiari…
ma
avrò mostrato di amare dio.
Un bravo terapeuta ?
😀
Buongiorno a tutti. Oggi è una bella giornata di dicembre (finalmente). Leggo saltuariamente i commenti, e…quoto Ubi humilitas, ibi sapientia , di ieri, 17:27.
Ormai è veramente un trito e ritrito, già detto e già sentito. Ognuno resta sulle sue posizioni e qualsiasi “uscita” dal Vaticano o dalle sacrestie o dai giornali, dal Papa in giù, viene letta in un modo oppure in un altro. Per portare acqua al proprio mulino. E sempre con ‘sta comunione ai divorziati risposati…..Ma … sarò fissato, l’ho già scritto qui molti mesi fa, e mi è venuto in mente nuovamente col vangelo di mercoledì, Mt 11, 28-30 : “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Caspita, qui c’è scritto in due righe cos’è la vita cristiana, e c’è, mi si permetta, anche la risposta a “che fare con i divorziati risposati”.
Cazzarola! Qual’è il giogo? La croce. Cosa dobbiamo imparare da Gesù (mite ed umile di cuore) ? A obbedire al Padre e a portare la croce. E qual’è la croce per chi vive in situazioni irregolari (che brutta parola.., meglio che hanno rotto il matrimonio) ? Obbedire alla Chiesa (non prendendo la comunione, non pretendendo di fare i padrini/testimoni…) non fare i fighi in Chiesa per farsi vedere (guarda che figo, sono divorziato/risposato eppure leggo la Parola, insegno catechismo !!!) Oppure ancora : vivere castamente. Avete notato che non si parla MAI di castità, in tutti questi bei discorsi?
Pere completezza dell’informazione ed in argomento. La croce può essere anche un marito/moglie rompiballe e insopportabile, traditore/traditrice, e fare come Gesù vuol dire anche sopportarla/o cristianamente. Mica rompendo il matrimonio ! Così sì che si dà TESTIMONIANZA !
Gianrinaldo, grazie per la “quotazione” ma purtroppo serve a ben poco.
Lasci perdere la castità (occhio all’altro thread), le passioni vivono e nessuno se la sente di incatenarle…
Qui a Firenze fa freddo, ma c’è un bel sole. Io mi accingo ad uscire e vado a farmi una immersione nella umanità variegata. Se ha l’opportunità, ovunque lei sia e qualunque sia il tempo, sereno o nuvolo, faccia lo stesso. E’ bello specchiarsi nei volti della gente e, potendo, offrire un sorriso: c’è gente che ne ha bisogno lo desidera e apprezza.
E’ assolutamente più fruttuoso del ping-pong blogghettaro.
gianrinaldo
Obbedire alla Chiesa (non prendendo la comunione, non pretendendo di fare i padrini/testimoni…) non fare i fighi in Chiesa per farsi vedere (guarda che figo, sono divorziato/risposato eppure leggo la Parola, insegno catechismo !!!)”
poi non si capisce perchè tutte queste cose può tranquillamente farle il tipo che per questioni di eredità non parla a suo fratello da anni, il pubblico ufficiale che chiede soldi ai cittadini per compiere atti dovuti, il tipo che da mesi non paga gli operai, ma a Natale va in vacanza in Brasile, quella che non va a trovare da anni l’anziano genitore in casa di riposo, quella che ha litigato con il vicino con cui si fa dispetti da anni e di cui sparla per tutto il paese,quello che evade le tasse da anni…. mentre la persona che è divorziata, e magari neanche per sua colpa, è, come ricorda il Papa, una scomunicata di fatto.
” come ricorda il Papa, una scomunicata di fatto.”
Oddio mio figlio ha due catechisti divorziati.
Ruini ha dato la comunione a Vendola e Bagnasco a Luxuria, personalmente non ho mai visto rifiutare la comunione a nessuno.
Se uno si presenta la si dà, che non paghi gli operai o tradisca la moglie è una questione che uno sa in coscienza.
Forse vivo in una parrocchia particolare, però scomunicati è una parola grossa.
http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2005/05/22/Cronaca/CONGRESSO-EUCARISTICO-BARI-A-MESSA-CARD-RUINI-PRESIDENTE-VENDOLA-FA-LA-COMUNIONE_132618.php
Tutto sommato sono discussioni molto accademiche.
Ma che bravo Gianrinaldo.
Lei dice agli altri di dare una propria interpretazione delle cose, e lei fa esattamente lo stesso.
Chi le dice, caro Gianrinaldo, che “il giogo dolce e leggero” di cui parla Gesù sia proprio la convivenza, nel matrimonio, non con un marito o moglie rompiballe–il rompiballismo, del resto, lo vediamo dappertutto intorno a noi– ma con un coniuge che rende infernale l’esistenza? Lei si è mai trovato in una situazione simile?
Se non l’ ha vissuta personalmente, allora non è in grado di fare prediche da due soldini bucati,dicendo davvero cose trite e ritrite.
Gesù, quando parla di giogo o croce, non dice affatto che l’esistenza a due o a tre o a quattro deve essere insopportabile, e che bisogna prendere tutto come è, passivamente; e non vuol certo dire che il masochismo è cosa buona e giusta.
Potrei dire molte altre cose in proposito, ma non voglio allungare il brodo.
Le faccio presente che nella Chiesa ci sono molti ecclesiastici che la pensano diversamente da lei, potendo ,essi, portare testimonianza viva di tantissimi casi di situazioni coniugali al limite della sopportazione. Altro che “giogo dolce”!
Se non si riesce a immedesimarsi negli altri, ovvero a “compatire”, meglio non sentenziare.
Quanti krumiri!
Ma non sapete che c’è lo ssioperogenerale?
e’ vero Sara sono discussioni alla fine accademiche. Mi ricordo ancora quando il protestante Frère Roger, mai ufficialmente convertito, ricevette la comunione dalle mani di Ratzinger stesso il giorno del funerale di GPII.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/206302
è buffo leggere oggi Magister che cita come fonte autorevole il card Kasper, non ancora caduto in disgrazia ai suoi occhi.
io ho fatto sciopero eugenio.
In merito all’uscita di cui dicevo stamane -anche se ve ne può frega dddè meno!
Ho donato sorrisi! Ne ho ricevuti tanti! Sono entrato nel negozio del Signor Francesco e mi ha fatto dono, gratuitamente, -al puro prezzo di costo!- di un paio di mezzi stivaletti che mai ho indossato e mai avrei avuto modo, visto il prezzo di vendita, di indossare: benedico e ringrazio!.
Sono stato al super e ho beccato il crudo in offerta, scambiando sorrisi ed auguri per le festività imminenti con la Signora addetta alle vendite.
Ero “uscito dopo una settimana” e “normalmente”, tra gli scaffali del super, “ho incontrato una”… signora che cercava cercava ma non trovava il … (vedi altro thread); ho desitito…
Sono passato per il super di elettrodomestici accanto e il cortesissimo e professionale giovanotto/a mi ha guidato all’acquisto del regalo per il più piccolo della cucciolata; ci siamo salutati e scambiati gli auguri per le festività col più completo spirito filial-fraterno (alla faccia del “contatore” che mi suppone fascio-omofobico).
Un dosici dicenbre da ricordare (anche se il due diembre di ogni anno è la data e il giorno più straordinario…).
scomunicati è la parola che ha usato il papa nell’intervista alla nacion.
Anche mio fratello sposato civilmente con una divorziata ha fatto il padrino di battesimo ad un nipote 5 mesi fa e mia cugina che convive con un divorziato ha fatto la madrina di cresima 20 giorni fa, ma probabilmente non avevano come parroco nè gianrinaldo, nè ubi,nè eugenio 🙂 🙂
personalmente non ho mai visto rifiutare la comunione a nessuno
In Italia neanch’io. Ho letto notizie in Usa di quel tipo. Nel 2012 a Washington un prete nel corso del funerale della madre ha pubblicamente negato la comunione alla figlia perchè lesbica.
http://abcnews.go.com/blogs/headlines/2012/03/priest-who-denied-lesbian-communion-at-mothers-funeral-placed-on-leave/
Una mia amica polacca (sposata ad un divorziato) mi ha raccontato che da loro sono più rigidi.
Il Papa parla per tutti quindi ci saranno realtà di questo tipo altrove.
Da noi devo dire sono molto accoglienti, anzi mi è capitato anche di vedere persone riavvicinarsi alla Chiesa dopo un divorzio o una separazione.
(perchè tutto sommato una parrocchia sa essere di sostegno nei momenti di difficoltà)
Mmmm, Ubi… Disperato erotico stomp… E il finale somiglia?
(perchè tutto sommato una parrocchia sa essere di sostegno nei momenti di difficoltà)
🙂 🙂 🙂 🙂
No Nicoletta, pur essendo lontano qui lontano 500 km dalla mia dolce metà, ho la doccia (e la compagnia internettiana che oggi sentitamente ringrazio), e mi ha distratto dal pensier fisso
“Dolcissimo, possente
Dominator di mia profonda mente”
…
Quinbi rigrazio e saluto. vo’ al lavoro. Dopo mezzanotte leggerò (i bigottoni però tacciono, quelli che mi piacerebbe sentire… 🙂 )
Picchio,
non avevo dubbi. Hai anche partecipato agli scontri?
Se le coppie “irregolari” sono trattate allo stesso modo di quelle “regolari”, che senso ha la distinzione? Che senso hanno il sacramento del matrimonio e il sacramento della confessione?
Premesso che, come è noto, si condanna il peccato e non il peccatore, perché fare finta di niente? Per guadagnare consensi? Per far sentire accolto qualcuno a cui non interessa esserlo?
Come genitore e come cristiano credo nel principio che qualche no aiutino a crescere, nella vita e nella fede.
Consigli per i regali di Natale:
http://www.francoangeli.it/(X(1))/Ricerca/Scheda_libro.aspx?ID=795&Tipo=Libro&titolo=Se+mi+vuoi+bene%2C+dimmi+di+no.+Regole+e+potere+positivo+per+aiutare+i+figli+a+crescere
http://www.ibs.it/code/9788850218103/ury-william/positivo-arte-condurre.html
http://www.lafeltrinelli.it/libri/phillips-asha/i-no-che-aiutano-a/9788807817243?zanpid=1978514160044463104&gclid=CIHE8qPtwMICFWXHtAodhnMAqg
http://www.lafeltrinelli.it/libri/ukmar-giuliana/se-mi-vuoi-bene-dimmi/9788846401243?zanpid=1978514732231357440&gclid=CLOoo-XtwMICFVDHtAodjT0AYw
eugenio
bisogna guardare le singole situazioni, anche all’interno degli irregolari ci sono casi diversi. Il percorso cristiano è un cammino. Ce se ne accorge anche nel sacramento della confessione, viene il giorno in cui ti accorgi che un qualcosa che avevi sempre fatto senza problemi è un peccato, perchè sei maturato nel tuo rapporto con Cristo. Quindi tutto sto concentrarsi sulle regole, è ridurre il cristinesimo a poca cosa.
Quei tuoi regali di Natale mi fanno sorridere, stiamo parlando di adulti,che non sempre per loro volontà si sono trovati in certe situazioni, non di bambini viziati.
L’approccio è lo stesso.
Dire sempre di “sì” per accontentare le richieste (e i presunti bisogni) delle persone o saper dire dei “no”, quando è il caso, per il bene stesso di quelle persone, per rispetto della verità.
Se la Chiesa è madre e maestra, è lecito aspettarsi qualche “no”.
e’ lecito aspettarsi anche qualche “dipende dai casi”, anche perchè nel corso del tempo quanti “no” della Chiesa sono diventati “si”?
Gennari ha scritto un articolo la scorsa settimana, ( è su fine settimana e non lo posso linkare.). Tra le altre cose scrive:
Giovanni Paolo II, durante una delle sue catechesi sul corpo, sulla sessualità, ha dichiarato senza
basi nella parola di Cristo qualcosa che era detto “dogma di fede” definito dal Concilio di Trento e
dichiarato tale anche ai numeri 21 e 28 della Sacra Virginitas di Pio XII, del 1954. Eccone il n. 21:
“secondo l’insegnamento della Chiesa la santa verginità supera in eccellenza il matrimonio”. Più
chiaro ancora formalmente e solennemente nel n. 28 che cita anche l’ “anatema sit” del Concilio di
Trento su chi affermava che “la verginità non è superiore al matrimonio”: “La dottrina che
stabilisce l’eccellenza e superiorità della verginità e del celibato sul matrimonio, come già
dicemmo, annunciata dal Divin Redentore e dall’Apostolo delle genti, fu solennemente definita
dogma di fede nel Concilio di Trento (Sess. XXIV can. 10) e sempre concordemente insegnata dai
Santi Padri e dai Dottori della Chiesa”
Ebbene: proprio specificamente su questo punto centrale Giovanni Paolo II ha esplicitamente
negato che questa posizione abbia fondamento nella fede come tale. Questo sia da teologo, da
vescovo, da cardinale e poi anche da Papa. Ecco, solo come esempio, quanto detto nell’Udienza del
14 aprile 1982: “Nelle parole di Cristo sulla continenza «per il Regno dei cieli» non c’è alcun
cenno circa la «inferiorità» del matrimonio riguardo al «corpo», ossia riguardo all’essenza del
matrimonio, consistente nel fatto che l’uomo e la donna in esso si uniscono così da divenire una
«sola carne» (cfr. Gn 2,24). Le parole di Cristo riportate in Matteo 19,11-12 (come anche le
parole di Paolo nella prima lettera ai Corinzi, cap. 7) non forniscono motivo per sostenere né
l’«inferiorità» del matrimonio, né la «superiorità» della verginità o del celibato, in quanto questi
per la loro natura consistono nell’astenersi dalla «unione» coniugale «nel corpo».
Va bene ma non si può invocare il “dipende dai casi” solo come paravento per i propri comodi. Oltretutto così facendo si chiede alla Chiesa di rinunciare al proprio compito di formazione dei giovani (e degli adulti) a tutto vantaggio di un soggettivismo (e di un relativismo di fatto) per cui ognuno decide per sé, caso per caso.
Come dire che non ci si accontenta di trasgredire la morale cattolica, si vuole proprio annullarla.
Va bene ma non si può invocare il “dipende dai casi” solo come paravento per i propri comodi.
Nè Kasper, nè Schonborn l’hanno fatto.
scusi cara Picchio ma Kasper ha fatto ben di peggio: cioè non ha detto “dipende dai casi” che sarebbe casuistica ( scienza morale in cui i GESUITI sono stati storicamente dei maestri e infatti lo è anche papa Francesco) ma ha detto semplicemente che in TUTTI i casi un divorziato risposato è perfettamente integrato colla chiesa e può far la comunione.
Questo equivale a dire che :
a) il matrimonio NON è indissolubile
b) si può tranquillamente divorziare e risposarsi e fare la comunione con la COSCIENZA IN REGOLA perchè il divorziare e risposarsi è perfettamente in linea con la dottrina della Chiesa.
Scusi cara Picchio, ma la dottrina di Kasper è , come dire ?
Un tantino eretica? un pochino rivoluzionaria? Un attimino contraria alla dottrina fin qui seguita alla Chiesa?
Magari , per carità, Kasper l’avrà vinta e dal prossimo Sinodo si potrà tranquillamente divorziare anche essendo cattolici.
ma almeno abbiate il buon gusto di riconoscere che questo è un cambiamento a 180 gradi della dottrina tradizionale cattolica!
abbiate almeno il coraggio di dire. i vecchi cattolci non capivano nulla, erano degli idioti a prendere alla lettera le parole di Gesù nel Vangelo, noi moderni cattolici grazie al card. Kasper abbiamo finalmenre capito il messaggio cristiano “giusto” sul matrimonio : cioè che si può tranquillamente divorziare!
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350935
Discepolo: “Il cardinale Kasper ha detto semplicemente che in TUTTI i casi un divorziato risposato è perfettamente integrato colla chiesa e può far la comunione”. Mi dici dove l’ha detto? Quell’affermazione mi sarebbe utile per le conferenze.
discepolo
Kasper non ha mai detto quello che tu affermi. Solo un esempio: dalla relazione che fece al concistoro e pubblicata dal Foglio :
“La domanda è: Questa via al di là del rigorismo
e del lassismo, la via della conversione,
che sfocia nel sacramento della
misericordia, il sacramento della penitenza,
è anche il cammino che possiamo percorrere
nella presente questione? Un divorziato
risposato: 1. se si pente del suo fallimento
nel primo matrimonio, 2. se ha
chiarito gli obblighi del primo matrimonio,
se è definitivamente escluso che torni indietro,
3. se non può abbandonare senza altre
colpe gli impegni assunti con il nuovo
matrimonio civile, 4. se però si sforza di vivere
al meglio delle sue possibilità il secondo
matrimonio a partire dalla fede e di
educare i propri figli nella fede, 5. se ha desiderio
dei sacramenti quale fonte di forza
nella sua situazione, dobbiamo o possiamo
negargli, dopo un tempo di nuovo orientamento
(metanoia), il sacramento della penitenza
e poi della comunione?
Questa possibile via non sarebbe una soluzione
generale. Non è la strada larga della
grande massa, bensì lo stretto cammino
della parte probabilmente più piccola dei
divorziati risposati, sinceramente interessata
ai sacramenti.”
Ti sembra che dica che in TUTTI i casi un divorziato risposato è perfettamente integrato colla chiesa e può far la comunione??
Luigi Accattoli scrive,16 dicembre 2014 @ 12:31
Discepolo: “Il cardinale Kasper ha detto semplicemente che in TUTTI i casi un divorziato risposato è perfettamente integrato colla chiesa e può far la comunione”.
Mi dici dove l’ha detto?
Quell’affermazione mi sarebbe utile per le conferenze.