Rolando Rivi, seminarista di 14 anni, viene ucciso da un gruppo di partigiani nella zona appenninica di Monchio (Modena) il 13 aprile 1945 perché vestito da prete. Gli uccisori – appartenenti a un battaglione della brigata “Dolo” – saranno condannati, dopo la liberazione, e la sentenza sarà confermata in Appello e in Cassazione. Rolando è stato riconosciuto “martire” in quanto “ucciso in odio alla fede” dalla Congregazione per le Cause dei Santi nel marzo del 2013. – E’ il cappello di un mio profilo del piccolo martire emiliano che si può leggere qui per intero. Lo pubblico oggi perchè domani ricorre l’anniversario del martirio, che sarà ricordato nel Duomo di Modena con una celebrazione presieduta dall’arcivescovo Antonio Lanfranchi. Per un inquadramento sui martiri italiani più recenti riconosciuti l’anno scorso e quest’anno, vedi il post dell’8 aprile: Arrivano altri due martiri del nostro tempo: Girotti e Rivi. Per una mia lettura più ampia del martirio contemporaneo vedi qui e qui.
Rolando ucciso a 14 anni perchè vestiva da prete
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Straordinaria figura quella di Rolando Rivi. La conocevo anche perché mi ha colpito sempre molto la circostanza che la guerra, la seconda guerra mondiale, è piena di martiri. Oggi molti discutono il ruolo dei partigiani. E non c’è dubbio che chi ha conosciuto Rolando Rivi e altre vittime di attacchi partigiani porta con sé un dolore che giustifica una certa avversità per queste persone.
Nello stesso tempo, io sono cresciuto con i racconti del mio bisnonno, vicino ai partigiani, perché stampava clandestinamente per loro alcune pubblicazioni e forse volantini, prelevato di peso di fronte agli occhi di mia nonna allora 13enne e poi ucciso alle fosse ardeatine, dopo qualche giorno di prigionia in via Tasso. Non saprei dire se nonno Renzo incontrerà in paradiso Rolando Rivi; certamente so che non ha mai fatto del male e se oggi sono libero lo devo anche a lui; credo e prego per lui, e per tutte le persone sacrificate in guerra, sperando che non accada mai più niente di simile.
Grazie Luigi.
“Rolando ucciso a 14 anni perchè vestiva da prete”
“Alunno del seminario; nato a San Valentino di Castellarano (Italia) il 7 gennaio 1931 e ucciso in odio alla fede a Piane di Monchio (Italia) il 13 aprile 1945”.
“Vestiva da prete”. Tratto e segno caratteristico visibile ed evidente della sua fede e della sua appartenenza alla Chiesa.
Due settimane fa, sull’ “abito ecclesiastico” (in due giorni diversi) ho avuto uno scambio d’idee col dovuto garbo tatto e cortesia che mi contraddistingue -scusate l’immodestia- con due sacerdoti.
Il primo, sacerdote di una parrocchia, risentito (e devo dirlo in modo non “negativo” ma forse positivo) ha cercato di arrangiare una difesa appigliandosi qua e la, ma in modo nè convincente nè convinto: insomma ho fatto breccia…
Il secondo (incontrato non in Chiesa), un sacerdote impegnato in opere di carità e pastorale attiva davvero agli ultimi, al clergy mancava del solo collettino bianco da prete.
Aperto col mio solito garbo tatto e cortesia, e in questo caso con molta simpatia e scherzosa allegria -poichè è mia conoscenza attiva la persona- con lui il ragionamento, mamma mia mi sono proprio mortificato!
Ha preso la cosa con tale serena umiltà, con devozione, mortificazione che mi ha rimasto allibito, sconcertato.
Ho cercato in tutti i modi di fargli capire che era un puro parlare per astratto, ma niente: ha risposto che scherzoso o no, amichevole o no, per parlare o no, lui era nel torto.
Credetemi, mi sono sentito mortificatissimo innanzi all’umanità e all’umiltà di quella persona, che non riusciva a perdonarsi quella piccola, minimissima omissione.
La figura di Rolando Rivi offre molti spunti circa la testimonianza della fede.
Non sarebbe stato più semplice per un ragazzino mollare l’abito e cercare uno scmpo, salvare la vita? Era consapevole del clima politico di quei giorni, del fatto che in Emilia c’era chi preparava una rivoluzione comunista e non tollerava la presenza di “nemici del popolo”: se vedi nero spara, o prete o fascista.
La prima riflessione è quindi sulla testimonianza a cui siamo chiamati noi, cristiani cattolici nell’Italia del 2013: non si corre il rischio di finire torturati e uccisi in odium fidei, ma di essere derisi, disprezzati e marginalizzati perchè sentiamo il dovere di essere coerenti alla nostra fede, contro le logiche di questo mondo. E’ più facile lasciar correre, accettare le idee più “gridate”, le posizioni laciste e anticristiane sulla vita e sulla famiglia: l’aborto è un diritto, la famiglia è un istituzione borghese, i gay possono sposarsi e procreare, la persone sono degne di vivere solo se sane e perfette sin dal concepimento, l’eutanasia è una liberazione…
Credo che Rolando Rivi ci richiami ad una maggiore coerenza e ad una testimonianza coraggiosa fino all’estremo sacrificio. Forse il Signore non chiederà a noi di dare la vita, ma ci chiede di far sentire la nostra voce, anche se a qualcuno non piace.
Come diceva un santo sacerdote, il bene che si fa ha sempre un prezzo. Il bene che si fa, si paga.
Va anche considerato il contesto storico in cui avvenne il martirio di Rolando Rivi e varrebbe la pena di far luce sugli eccessi e le atrocità commesse da una parte dei partigiani comunisti italiani, sotto la copertura e il sostegno di un partito che era stalinista e antidemocratico.
Allego un discorso di Pietro Secchia in cui compare anche il nome di uno degli assassini del giovane Rolando Rivi, giusto per aiutare a capire cosa furono i comunisti italiani di ieri (i “buoni” eroi antifascisti di una certa storiografia faziosa):
http://www.resistenze.org/sito/ma/di/cp/mdcp6d17.htm
La veste è stato solo un pretesto.
Un prete di meno domani, la vera motivazione.
Ma di Rolando è bene ricordare tutti i suoi 14 anni di ragazzino sveglio e riflessivo allo stesso tempo… è bene ricordare le ore davanti al tabernacolo fermo come una statua, dicono i testimoni, come i giochi sfrenati, l’amore per i suoi compagni che invitava in chiesa dopo i giochi in cortile,
la passione per la vita!
L’abito era importante per lui perché era importante il suo significato:
il suo essere di Gesù
Questa la frase incisa sulla cassettina dei suoi resti.
IO SONO DI GESU’, queste le sue parole da incidere nei nostri cuori!
Negli album di famiglia di qualcuno compaiono feroci assassini e persecutori della Chiesa Cattolica. Varrebbe la pena non “sorvolare” su questro aspetto…
La testimonianza e la coerenza a cui ci richiamano i martiri, questi come tutti gli altri, è fondamentalmente LA NOSTRA PERSONALE: a costo della vita.
Noi invece, che facciamo?
Passiamo il tempo con entusiasmo a fare le pulci agli altri, e siamo bravissimi in questo, stilando lunghi e verbosi elenchi di magagne piu’ o meno grandi, pretendendo a gran voce da loro ferree coerenze e granitiche testimonianze su quello che A NOI pare giusto. La cosa veramente ridicola è che sdottoriamo su tutti. a partire dai Papi in giù, e su tutto: abiti, liturgia, dottrina, dogmi.La sindrome del giudice. La sindrome di Dio.
La vera lezione che viene dai martiri è questa:
“ma chiudi un po’ la bocca e lasciati mettere in croce”.
Almeno metaforicamente,che cavolo. Senza tante menate, specie quando abbiamo ragione, specie quando chi ci crocifigge è nel torto marcio, specie quando abbiamo la possibilità di evitarlo facilmente. Senza tante menate, ripeto. Negli Atti che si leggono oggi, gli apostoli , rilasciati dal sinedrio dopo essere stati fustigati, se ne vanno contenti di avere patito qualcosa per il Signore. Cosa sono? Dei masochisti fanatici? No, sono gente che dice, come Rivi, IO SONO DI GESU’, e non solo lo dice- che quello siamo capaci a farlo anche noi- ma lo vive, e lo fa davvero.
Quando ci capitasse di sentire pesare (!!) lo sberleffo, la derisione, la marginalizzazione, lasciamo perdere e spernacchiamoci da soli, perfavore. Andiamo a parlarne in faccia a Rivi e a Rolando e tutti gli altri . Andiamo a parlarne in faccia a Gesù Cristo.
Il bene che si fa, si paga?
Bene! Cominciamo un po’ a pagare, e andiamo avanti fino all’ultimo centesimo. Magari senza lamentarsi a collotorto e ovunque su quanto caro è il prezzo…Quando invece teniamo la mano ben serrata sulla chiappa, a proteggere il portafoglio nella tasca posteriore, e ci aggiriamo feroci a urlare in faccia agli altri: paga! paga! paga! paga, non ” facciamo il bene” , facciamo solo pena.
Ma lasciarsi mettere in croce, in questo blog, significa approvare tutto quello che si legge? Anche quando si leggono isulsaggini o si presenta una versione del cattolicesimo che confligge apertamente con il Catechismo della chiesa Cattolica?
Testimonianza è affrontare le critiche, le censure, le filippiche come quelle di Lorenzo e tentare di fare un po’ di luce, partendo dal Signore e dalla nostra appartenenza a Cristo attraverso il Suo Corpo che è la Chiesa.
Ognuno poi fa quello che può e che sa. Se il risultato è penoso, pazienza. Il Signore conosce le intenzioni e saprà comunque rimeritarle.
….e vada pure per le filippiche….
Federico…
cosa vuoi dire esattamente?
Avevo scritto a Luigi che ieri pomeriggio il Presidente Obama ha presentato la più alta onorificenza – the Medal of Honor – ai parenti superstiti del Cappellano Emil Kapaun, di cui Luigi aveva trattato a seguito di una mia segnalazione:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=7741
Siccome è la prima volta nella Storia che un eroe militare viene anche considerato dalla Chiesa cattolica per la beatificazione, volevo rendervi partecipi di questo avvenimento.
Luigi mi ha autorizzato a postare questo commento, anche se OT ma vicinissimo a quanto di cui si discute oggi in questo blog.
http://www.bbc.co.uk/news/magazine-17568385#FBM226046
http://www.bbc.co.uk/news/world-us-canada-22111385#FBM226046
In effetti, signor Lorenzo, un po’ filippico il suo bel pezzo di oratoria lo era. Sembrava certe omelie ispirate che si sentono …
storie come la sua mi fanno sentire indegno dell’abito che porto
Già scritto, ripeto: di fronte ai Santi Martiri mi inginocchio e prego.
Magari forse qualcuno potrebbe anche oltre alla pteghiera pensare a una concreta condotta che prende esempio dal martire. portare la veste talare tra gli uomini di oggi come coraggioso simbolo? Unaveste che lamaggioranxa degli uomini di oggi detesta o prende ingiro? A maggior ragione dunque da portats che 100 anni qundo questa vestd eta riverita?
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_aprile_13/papa-nomina-otto-cardinali-212628467438.shtml
O.T.
Corriere LaLettura ?@La_Lettura (Twitter)
Luigi Accattoli consiglia “Francesco un Papa dalla fine del mondo” di Gianni Valente: 4 provocanti interviste al futuro Papa #twitterguest
Magari forse qualcuno potrebbe, oltre a suggerire zelantemente esempi di testimonianza AD ALTRI, prendere silenziosamente esempio per una concreta condotta personale nel suo personale mondo?!
La differenza tra i martiri e noi sta tutta qua: che loro in croce ci finiscono per davvero, noi non ci pensiamo nemmeno, ma siamo subito pronti a indicarne e a suggerirne a tutti gli altri….
Gentile signor Lorenzo, non voglio mortificare la sua vis omiletica, ma si è accorto di avere appena suggerito zelantemente agli altri un esempio di condotta da seguire?
… intanto papa Francesco ha fatto il primo atto importante. Se è il primo passo della lunga marcia per rimettere al suo posto la curia romana, evviva.
Noto anche con piacere che questa specie di consiglio della corona l’ha costituito a suo piacimento, senza consultare le conferenze episcopali. Spero anche che abbia scelto bene i componenti di questa commissione. (Bisognerà sentire, per questo, che cosa ne pensa Magister. Luigi no, perché per lui tutti sono buoni bravi e belli 🙂
Ho letto il libro sulla corruzione. Da più parti lo si accusa di buonismo, ma il testo è tagliente come una lama, ha uno stile particolare che ancora non riesco a mettere a fuoco.
Tanto nelle interviste sembra “razionale” e aperto tanto diventa forte in questi testi.
Forse è l’influsso di Ignazio che viene continuamente citato, bisogna studiarli per davvero questi esercizi e questi gesuiti.
vis omiletica mi piace un sacco, Mr. Franti, anche se ammetto di non avere la piu’ pallida idea di cosa significhi….ma ora mi documento.
Per il resto, si sa. Sono il primo dei banfoni.
Vis omiletica dovrebbe essere forza predicatoria o qualche cosa del genere. Illuminatemi se sbaglio.
Via, non fingete di preoccuparvi per così poco. Dalle voestre parti avrete a che fare con catoblepismi e sciccerie del genere …
Questa le piace di più?
http://www.youtube.com/watch?v=RqkWUVCBnIY
Stasera dopo la commemorazione a Modena, in cattedrale, alla presenza del vescovo Massimo di Reggio Emilia, l’arcivescovo di Modena S.E. Lanfranchi ha dato l’annuncio della data proposta per la beatificazione di Rolando:
il 5 di ottobre. 🙂
Grazie a Dio!
E che il prossimo Beato Rolando ci aiuti e interceda per noi.
@sara1
Hai ragione carissima Sara, Ignazio e Gesuiti vanno studiati meglio…Prima o poi anch’io dovrò un pò dedicarmi a ciò.