Ho chiesto a un prete sveglissimo di più di ottant’anni che pensasse di Francesco: “Ne sono contentissimo ma mi domando se sarò capace di fare quello che mi chiede quando dice che dobbiamo parlare anche ai più lontani, o quando afferma che la carità mi deve costare”. Ascoltandolo mi sono detto: ecco uno che ha capito il Papa. La stessa riflessione l’avevo fatta udendo un taxista verace che subito dopo il Conclave ebbe a rivolgersi così al mio parroco: “Con ’sto Papa don France’ so cavoli vostri”. E’ un mio facinoroso articolo pubblicato dal Regno con il quale prendo per le corna l’idea vulgata di Papa Francesco che non condivido in nessuna delle due varianti, di destra e di sinistra.
Riuscirà Francesco nell’impresa dell’uscita?
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“Non è un papa piacione ma esigentissimo.”
All’inizio mi sembrava così esigente da togliere il respiro.
Adesso mi sono abituata.
“Almeno un gesto, ogni volta, che sappia di uscita”
Ne faccio l’augurio per questa mia settimana, tanto per cominciare.
In un paio di cose non condivido l’analisi di Luigi.
E’ vero che il Papa è molto preso dall’annuncio, ma non così tanto da non interessarsi di null’altro.
Non parla delle nozze omosessuali perchè viene da una realtà dove le persone hanno problemi più grandi delle nozze omosessuali ed è convinto che questi problemi chiedano una risposta più immediata delle nozze gay.
In questo è molto più a sinistra di quelli che spesso di dichiarano tali e confondono l’individualismo spinto con la sinistra.
Senza contare che una Chiesa che voglia solo l’annuncio è sempre a rischio fondamentalismo (mentre Francesco è lontanissimo da ciò condivide la riflessione intellettuale sui valori solo chiede di non rinchiudere i valori in una formuletta che costa tutto sommato poco).
Così almeno a me pare.
Bene. Io mi sono perso l’annuntiovobis, ma non il primo discorso ai cardinali. Ho avuto subito l’idea di un papa missionario, disposto a lasciar perdere molti dettagli pur di portare a tutti Gesù Cristo. Scommessa grande grande, oggi che pro o contro i dettagli ci si azzuffa molto. Infatti, gli interpreti e i critici si sono concentrati, da allora, più sui dettagli che su Gesù Cristo. Il dr. Accattoli mi pare più centrato sullo specifico del papa, cosa che per me è una boccata d’ossigeno.
C’è un vecchio libretto di Dianich, ‘Chiesa estroversa’, prezioso oggi più che mai…
Non sono d’accordo con l’idea attribuita a Mons. Galatino in merito all’interventismo dei vescovi in politica. Sono convinto che sia un preciso dovere dei nostri pastori quello di interessarsi del bene del proprio gregge. Un dovere di fronte al quale non si può far finta di niente e che non può essere evitato perché ci sono “cose più urgenti” o perché ci sono i laici.
Dove sono questi laici, come si comportano, cosa combinano?
Prima si dovranno formare laici seri e preparati, affidabili come politici e come cattolici impegnati in politica, POI si potrà dire “adesso occupiamoci di altro”.
Altrimenti è un’omissione grave e c’è poco di cui gioire.
L’idea di chiamarsi fuori da un campo minato come quello della politica per dedicarsi ad attività più gratificanti (la benemerita accoglienza degli immigrati, le lodatissime e lodevolissime elemosine ai poveri) è una tentazione dalla quale il nostro episcopato dovrebbe guardarsi. Perlomeno fino a che non ci sarà un laicato adeguatamente formato e capace di reggere il confronto culturale e politico con il mondo.
Concordo con Nedstark, non solo dovremmo concentrarci tutti sullo specifico del messaggio del papa, ma dovremmo porci quella semplice domanda che evidentemente si è posto il prete svegklissimo ultraottantenne che Luigi cita nel post.
” Se il papa dice questo, come posso farlo, io?”
Domanda semplicissima, ma che siamo riluttanti a porci: davanti a questo, come agli altri papi. Con la differenza che il linguaggio piu’ diretto, piu’ ruvido e meno didattico nei termini di Francesco, rende l’impatto delle parole piu’ urticante.
Invece noi , se il Papa dice questo, esaminiamo i termini utilizzati, ci chiediamo perché li abbia utilizzati, ci chiediamo cosa volesse dire veramente, andiamo alla ricerca di molte e dotte interpretazioni, saltiamo sulla giostra del mi piace/non mi piace, il vaticanistax dice questo, l’y quest’altro, io polemizzo con x, io polemizzo con y, io polemizzo con x che polemizza con y ecc ecc ecc.
La risultante ( per noi,il rischio ) di questo, è quello che bene indicava Sara, e che anch’io provo: ci si abitua. Se lasciamo tutto al livello di parola detta e interpretata e da dibattere, ci siamo già belleche abituati.
Ma se al contrario lo prendessimo sul serio, e ci mettessimo a fare roba sulla base di quello che ci dice, la musica cambierebbe assai. Un conto è dire: questo papa è un missionario. Un conto è dire: questo papa esige da me
che io, da questo momento, sia missionario non un briciolino in meno, manco un briciolino, di come lo è lui.
Qui c’è il nodo della questione: se il prete ultraottuagenario lucidamente e con grande onestà dice il vero: “non so se sarò capace di parlare sempre ai piu’ lontani e di fare una carità che costi” io sono piuttosto propenso a fottermene del parlare ai lontani ( magari dicendo a chi mi sollecita: sono mica un missionario, scusa) e avvitandomi al contrario a parlare fino allo sfinimento con i miei colleghi di riserva indiana; e sono del tutto, ma proprio del tutto allergico a prendere in considerazione l’idea che il cristianesimo sia bellissimo, ma che non si puo’ viverlogratis, dando una pitturatina a una vita che, a parte i binari devoti e comunitari, fila via liscia e parallela perfettamente a quella di un non credente, e scansando con una scrollata di spalle infastidita e non poca abilità tutta una serie di pesi, carichi , fatiche che incontro ogni giorno magari sulle spalle degli altri e mi prendo ben ben ben guardia di acchiapparmi addosso ( un poverino! se vabene, e se proprio sono in vena, un ” pregherò per te!)…
QUello che piu’ di tutto mi colpisce è questo: Francesco è esigente nei miei confronti?
Un pochetto, per fortuna.
Ma allora, che dire di Gesù Cristo?!
Vedo che anche tu sai essere “facinoroso”, Luigi. Quando ci vuole, è giusto così allora.
L’ “uscita” è un’impresa non da poco, in effetti. Intanto è bene puntualizzare.
Il fatto che nel corso delle tue conferenze si manifesti la preoccupazione maggiore sulle riforme della Chiesa, qualcosa vuol dire. Significa che la Chiesa com’è, oggi, suscita dubbi e addirittura scandalo; e per questo motivo tanti la sentono lontana e moltissimi ne stanno lontani. Dunque reformanda est. Se ci si riflette solo un po’, una buona parte della periferia in qualche misura è stata delineata da una Chiesa non credibile, dalla quale molti si sono tenuti distanti. Conosco qualcuno che lo ha detto con chiarezza.
Non ti è mai capitato, Luigi, di sentire frasi di questo genere: “credo in Dio ma non nella Chiesa con tutte le pecche che ha “?
Dunque, il primo grande ostacolo da eliminare è proprio questo. Infatti “non hanno una buona idea della Chiesa come popolo di Dio e continuano a identificarla con il clero”.
Perché per tantissimi anni gli è stato detto questo: la Chiesa e il clero si identificano.È l’autoreferenzialità di cui ha parlato Bergoglio da prima che fosse Papa.
Francesco si sta avviando sul progetto delle riforme esteriori (mi si passi il termine), ed è auspicabile che a qualche punto fermo si arrivi. Come inizio non c’è male. Ma ci sarà bisogno di molto tempo e di persone di buona volontà che vogliano continuare in quest’opera.
Ma–tu dici–“la missione è un’altra cosa”. La missione è muoversi, andare verso gli altri, come hanno fatto in passato e come fanno ancora oggi e sempre, i missionari “di professione”. Intanto questo Papa, oltre che predicarlo, sta dando l’esempio vivo anche con gesti impensabili prima di lui(un abbraccio, una telefonata, il sorriso cordiale etc…). Da seguire, evidentemente, senza sentirsi schiacciati ( come forse lo è quel prete di ottant’ anni) dalla grande “esigenza” di papa Francesco.
Ma anche qualche papa precedente, e soprattutto G.P.II, era stato missionario, andando in lungo e in largo per il mondo a testimoniare Gesù Cristo. Ma parlava a moltitudini immense.
Io credo che sia necessario anche, e forse soprattutto, un approccio individuale che faccia sentire ogni persona guardata da vicino, amata da vicino e in modo specifico. Se “ci ingegniamo a trovare almeno un gesto, ogni volta, che sappia di uscita”, siamo sulla buona strada.
Già ieri un prete, durante l’omelia (che mi ha colpito), aveva detto qualcosa di simile. Diceva che per formare un buon cristiano non servono le formule imparate a memoria per la preparazione alla cresima. Quelle si possono anche dimenticare. Bisogna trovare il Signore nella propria vita di ogni giorno e testimoniarlo concretamente– anche con piccoli gesti, anche con un sorriso– nella vicinanza con gli altri. “Ogni uomo diventa un santuario dove Dio può manifestarsi”. Mi piace molto tutto questo.
Ecco allora la giustezza del dire:” Ogni volta un gesto che sappia di uscita”. Per il resto, affidiamoci allo Spirito Santo.
.
“ci si abitua” non in negativo.
All’inizio mi sembrava parlare come un testimone di Geova o un fondamentalista protestante cosa che mi sconcertava.
poi ho letto l’evangelii gaudium e mi pare il suo annuncio sia anche molto concreto per fortuna.
Annunciare Vangelo nella concretezza delle culture era intento del Concilio quando Luigi dice che al Papa non interessano cultura antropologia e politica mi pare vada contro lo stesso concilio.
Sempre che riesca a spiegarmi cosa che mi pare sempre più impossibile.
Affidiamoci pure allo Spirito Santo, Marilisa. Ma facciamolo sul serio. Sapendo che Quello, quando viene, afferra e sbatacchia e ti porta dove vuole: che, versosimilmente, non è dove uno vorrebbe andare, e magari è proprio in un “posto” in cui non sarebbe mai e poi mai andato.
I dicorsi sulla struttura e sulla Chiesa reformanda sono veri, belli e giusti.
Ma non dipendono da noi.
I discorsi sui ” cambiamenti” davanti a problemi e situazioni nuove, davanti alla questione di lana caprina della bioetica, per dire due dei tanti temi sulla bocca di tutti, sono importantissimi, ma non dipendono da noi.
IL PEZZO DI MONDO CHE ABITIAMO INVECE DIPENDE DA NOI ECCOME:
ASSAI PIU? CHE NON DA QUELLO CHE DICE; FA E DECIDE IL PAPA.
La nostra vita: come viviamo tutti i giorni, NON in chiesa, FUORI, dipende da noi.
Da noi dipende una scelta secca. Continuare a tirare avanti come fino ad adesso si è fatto, da cristiani che si impegnano come possono, fanno come possono, fanno sostanzialmente piu’ o meno il loro compitino all’ombra del campanile e via, o CAMBIARE ROTTA, tenendo fermi stato, luogo, gente della nostra vita, ma con un unico obbiettivo davanti a noi: portare Gesù Cristo a tutti, a partire da quelli che non lo vogliono manco sentire nominare?
Ci vuole una cesura netta, un prima e un dopo.
Allora, a questi patti, se lasciamo fare allo Spirito Santo, io credo che vedremo le niostre vite buttate all’aria e delle vere meraviglie.
E’ quel ” come possono” ( cioè come possiamo) la zavorra rasasicurante che va buttata nel pattume.
mah, una quantità di errori di battitura sconsolante.
Se esce, ri-esce.
Scusate, mi piace giocare con le parole…
lorenzo, basta prediche per favore su quello che dobbiamo e on dobbiamo fare. A che serve dirlo miliardi di volte?
E che diamine!
Vuoi cambiare rotta? E fallo, no?
Vuoi lasciare fare allo Spirito? E lascialo fare, no?
Vuoi dare una cesura netta? E dalla.
Basta che non se ne parli più. E’ un anno cavolo che ripeti le stesse identiche cose. Ha ragione Franti, sei peggio del mio prete che fa la stessa predica per cinquantadue domeniche all’anno.
Da parte mia non voglio proprio dare nessunissima cesura o cambiamento di rotta alla mia vita, che mi sono costruita con la grazia del cielo, con la fatica e il sudore tessendo la tela di ogni giorno.
http://www.youtube.com/watch?v=BE9GZ-LD83U
Attenzione: 😉
il papa sta per pronunciare il suo discorso all’Assemblea dei vescovi italiani…
Come direbbe lo staff renziano: stay tuned 🙂
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/santa-marta-34178/
Brano del Vangelo “Pesci le mie pecore” papa francesco ascolta attentamente.
Assemblea Cei.
Papa Francesco ascolta il saluto del cardinale Bagnasco
Bagnasco parla dei cambiamenti allo Statuto. Ora siamo disponibili ad ascoltarla Santità.
Assemblea Cei
Inizia in questo preciso istante l’intervento di papa Francesco
Il papa comincia a parlare “a braccio”.
Io mi fermo qui, un abbraccio a tutti.
Grazie Fabricianus.
🙂
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/05/19/colpito-e-affondato-destituzione-di-un-vescovo-argentino-anti-bergoglio/
http://www.repubblica.it/esteri/2014/05/19/news/papa_cei-86588968/
http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-cei-34194/
(in attesa dell’integrale)
Dal riassunto, un discorso molto alla Bergoglio, ma anche alla Ratzinger.
“portare Gesù Cristo a tutti, a partire da quelli che non lo vogliono manco sentire nominare?”
E come vorresti portarlo, Lorenzo? Puoi farlo solo, io credo, dando la tua testimonianza, ovvero mostrando ciò che Gesù Cristo ha significato per te. Non mi sembra che ci sia altro modo.
Non servono le prediche, che di solito appaiono noiose. Proprio perché molti al solo sentirlo nominare storcono il naso e chiudono le orecchie, altro non si può fare che darne una testimonianza diretta e poi lasciare alla volontà di Dio, cioè allo Spirito, il da farsi. Quale altro modo vedresti? Metterti in croce come Gesù? Neanche il Suo sacrificio ha dato risultati immediati, mi sembra. Le rivoluzioni non sono la chiave dei cambiamenti; anche la Storia lo ha dimostrato ampiamente. Anzi, la vera rivoluzione è stata Gesù Cristo.
Ma i cristiani, suoi seguaci, sono un lievito che agisce gradualmente; sono un seme che diventa albero a poco a poco, non tutto ad un tratto.
Qual è la testimonianza diretta? L’Amore. Questa è la via indicata dal Cristo. Direi che è l’unica Via. Ogni volta che facciamo presente l’Amore, stiamo testimoniando Gesù Cristo, anche a chi non vuole sentir parlare di Lui o a chi professa un’altra religione. Questo non vuol dire che possiamo esser sicuri che subito dopo l’altro aderirà alla nostra religione; e–ti dirò– neanche importa che lo faccia. Ma si è lasciata una traccia importante che un domani, chissà, potrebbe sfociare in una piena adesione. È qui che si deve lasciare il passo allo Spirito senza pretendere di sostituirsi a Dio. E comunque bisogna confidare, contro ogni speranza, di avere contribuito in qualche misura al realizzarsi di una pace che, seppure limitata al nostro piccolo ambito, un giorno–si spera–sarà diffusa armoniosamente in uno spazio molto più vasto. Altrimenti, quale sarebbe lo scopo della nostra vita?
Ho letto: “Dio non riesce a manifestarsi e a esprimersi in una sola persona, neanche in cento, neanche in mille. La pienezza di Dio ha bisogno di manifestarsi nell’Umanità che lo accoglie”.
Ecco appunto: quando gli uomini tutti saranno in grado di esprimere la parte migliore di sé stessi amandosi gli uni gli altri, allora si realizzerà, cioè avrà compimento, il Regno di Dio. Non è facile costruirlo, ma con l’aiuto del Signore non è impossibile. Questa è la mia speranza.
Un bell’abbraccio , Marilisa.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-cei-34186/
“Invece, nell’esperienza imparagonabile dell’unità ecclesiale, si può essere in grado di sacrificare il proprio punto di vista, quando è in gioco l’unità della Chiesa: «meglio cedere, meglio rinunciare, disposti anche a portare su di sé la prova di un’ingiustizia», ha scandito papa Francesco «piuttosto che lacerare la tunica e scandalizzare il popolo santo di Dio». “
E un caloroso, ma davvero, saluto anche a Elsa, che oggi nel breve spazio di due sole ore e mezza – dalle 13,28 alle 15,54 – ha ritenuto di mandarmi a stendere in forma ufficiale e stereofonica.
Mi spiace per il tuo parroco, sant’uomo, che è stato pubblicamente accusato di ripetere sempre la stessa solfa, e, cosa assai peggiore, è stato paragonato a me.
Giornata storta anche per Lei, reverendo.
Cmq, prendo atto e memorizzo.
Infatti quella è una bella travata, Sara.L’avevo notata anch’io di là.
Come un’onda inarrestabile che spazza via le nostre miserie, la Buona Novella pare essere stata or ora annunziata: a tutti. Questo è il Papa dei Gentili.
Sarebbe da approfondire meglio questo concetto dell’unità ecclesiale: erano divise le prime comunità Cristiane, Paolo e Barnaba si separarono…..Non è che il mito dell’unità non esiste?
Boh…..
Vedo che ci sono nuovi arrivi,
Lorenzo Cuffini,
nedstark,
Leopoldo Calò,
Mi fa piacere.
Un saluto
@FABRICIANUS 19 maggio 2014 @ 21:08
Dove hai letto che le prime comunità cristiane vivevano l’Unità ideale ?
Non è che per caso l’unità è la tensione che dobbiamo avere senza scoraggiarci ?
Ma in realtà sempre terribilmente imperfetta e mai pienamente realizzata da nessuno ?
Per me
rimane davanti agli occhi
il sogno
di Paolo VI e Atenagora,
di bere all’unico calice.
Loro due erano pronti,
ma la Chiesa-Popolo
non era e non è pronta.
Forse !!!!
A menocchè,
…..
@matteo
Forse mi sono spiegato male: le prime Comunità Cristiane non vivevano l’unità ideale (era proprio questo che volevo dire).
Sull’unità con gli Ortodossi: è un sogno anche mio.
Io facevo un discorso più “para-psicologico” sulle nostre comunità, sui nostri vescovi.
Abbracci.
Matteo, il mio primo post qua sopra è del 3 novembre 2007. Grazie comunque per il saluto.
Scusami Leopoldo
ma ho visto il Calò che non mi pareva di avere in memoria,
anche se la mia memoria fa acqua da tutte le parti.
Fabbricianus,
ti eri spiegato bene.
Il mio era un rafforzativo !!!!
Ma mi manca capacità narrativa…
Un grande abbraccio Matteo.
Mi ero perso l’incontro odierno in CEI,
ma per fortuna che è pubblicato
http://www.radiovaticana.va/player/index_fb.asp?language=it&tic=VA_5R6I65A6
http://mobile.vatican.va/content/francescomobile/it/speeches/2014/may/documents/papa-francesco_20140519_conferenza-episcopale-italiana.html
Può darsi che abbia ragione Luigi nella sua analisi quando sostiene che questo Papa non è un piacione e che non per amor del quieto vivere non parla a voce alta e con chiarezza ( com avevano fatto i suoi predecessori e come aveva fatto anche Paolo VI presto beato) di tanti temi etici ma perchè ci sono cose più importanti di cui parlare, la riforma della Curia, i migranti, la comunione ai divorziati ecc..
Però l'”uscita” della Chiesa dovrebbe voler anche dire un certo coraggio nel “proporre” (proporre non imporre, attenzione!) certi valori che il mondo odierno respinge . Proporre un modo di vita anticonformista rispetto ai valori dominanti. un modo di vivere secondo la legge di Dio, in cui la purezza, l’abnegazione, il sacrificio di se’ , la carità, vengano prima dei “diritti” del piacere, del successo, del sesso a tutti i costi e in tutti i modi
Per esempio in Francia di fronte alla proposta di legge che equipara il matrimonio fra un uomo e una donna con altre forma di convivenza e di rapporti, molti coraggiosi sono scesi in piazza nella manifestazioni pacifiche di Manif pour tous per dire che loro cittadini francesi non erano d’accordo.
Sono stati più coraggiosi loro o il capo della Conferenza Episcopale francese che pilatescamente è rimasto chiuso nel suo Arcivescovado e ha detto ai giornalisti che “non voleva prendere posizione”?
L’ “uscita” pubblica dei cattolici a dire la propria non è meglio che star chiusi e zitti per paura di offender l’opinione pubblica e il pensiero dominante?
Per paura di esser considerati retrogradi?
Ripeto chi ha dimostrato di saper uscire, il vescovo chiuso nel suo arcivescovado o i coraggiosi cattolici francesi che sono “usciti sulle piazze”?
Non c’è missione , non c’e’ uscita senza qualche rischio e senza un po’ di coraggio. Altrimenti si esce per far cosa ? Per farsi eleggere “l’uomo dell’anno”?
Ripeto può anche darsi che il Papa Francesco personalmente non sia un piacione, ma certo molti uomini di chiesa lo sono, molti cardinali i , molti preti televisivi, molti teologi moderno, venderebbero l’anima al diavolo per piacere al mondo.
Mi piacerebbe che qualcuno di questi esponenti della Chiesa “in uscita” uscisse non solo per dialogare con Scalfari, ma anche per dire parole forti e chiare su Meriam la donna condannata a morte in Sudan , su Asia Bibi ormai da anni prigioniera e su tante altre realtà sulle quali invece si “sorvola” per amore del quieto vivere.
“coraggio nel “proporre” (proporre non imporre, attenzione!) certi valori che il mondo odierno respinge” vero infatti lo ha scritto ieri:
” pronto a ridiscutere un modello di sviluppo che sfrutta il creato, sacrifica le persone sull’altare del profitto e crea nuove forma di emarginazione e di esclusione.”
” nelle chiusure di chi è convinto di averne abbastanza dei propri problemi, senza doversi curare pure dell’ingiustizia che è causa di quelli altrui; nell’attesa sterile di chi non esce dal proprio recinto e non attraversa la piazza, ma rimane a sedere ai piedi del campanile, lasciando che il mondo vada per la sua strada”
Non è un Papa accomodante con il mondo, è un Papa che però critica il mondo non solo secondo la visione conservatrice e un po’ borghese della morale familiare ma secondo quella della giustizia sociale.
Insomma lontanissimo dalla visione di un Papa bonaccione e disinteressato alle cose terrene in nome di un vago sentimentalismo.
Cosa che lo accomuna (al di là di alcune differenze caratteriali e di vissuto) ai suoi predecessori ma questa è capisco è visione che non va per la maggiore.
S. Paolo , lettera ai Galati 6,7
Nolite errare : Deus non irridetur.Quae enim seminaverit homo haec et metet.
(non illudetevi: Dio non si fa prendere in giro. Quello che l’uomo avrà seminato
quello mieterà)
Concordo in toto con gli ultimi due interventi di discepolo.
Non capisco come si possa andare nel mondo e poi essere assenti proprio sulle questioni sulle quali il mondo ci sfida qui oggi.
Forse discepolo e Federico non hanno ancora letto la prolusione di Francesco alla Cei di ieri?
Cari Federico e discepolo, a me non pare che il papa abbia abbandonato i temi di cui parlate. Mi sembra semplicemente che li posponga all’annuncio del nucleo centrale dell’evangelizzazione: Dio ci ama e la nostra vita ha un senso.
E’ anche logico, alla fine. Come posso parlarti di morale se prima non ti ho annunciato Gesù risorto?
Ai capitoli 34-39 dell’Evangelii Gaudium il papa lo spiega meglio di me (come era ovvio che fosse).
Lo avevo scritto una settimana fa al piano di sotto lo riporto qua visto che probabilmente è andato perso:
Il nucleo centrale dell’evangelizzazione va bene però nella EG aggiunge “Non si può più affermare che la religione deve limitarsi all’ambito privato e che esiste solo per preparare le anime per il cielo” dire Gesù risorto se sganciato da riferimenti concreti può sembrare limitarsi solo alle anime per il cielo.
L’insegnamento della Chiesa sulle questioni sociali
182. Gli insegnamenti della Chiesa sulle situazioni contingenti sono soggetti a maggiori o nuovi sviluppi e possono essere oggetto di discussione, però non possiamo evitare di essere concreti – senza pretendere di entrare in dettagli – perché i grandi principi sociali non rimangano mere indicazioni generali che non interpellano nessuno. Bisogna ricavarne le conseguenze pratiche perché «possano con efficacia incidere anche nelle complesse situazioni odierne».[148] I Pastori, accogliendo gli apporti delle diverse scienze, hanno il diritto di emettere opinioni su tutto ciò che riguarda la vita delle persone, dal momento che il compito dell’evangelizzazione implica ed esige una promozione integrale di ogni essere umano. Non si può più affermare che la religione deve limitarsi all’ambito privato e che esiste solo per preparare le anime per il cielo. Sappiamo che Dio desidera la felicità dei suoi figli anche su questa terra, benché siano chiamati alla pienezza eterna, perché Egli ha creato tutte le cose «perché possiamo goderne» (1 Tm 6,17), perché tutti possano goderne. Ne deriva che la conversione cristiana esige di riconsiderare «specialmente tutto ciò che concerne l’ordine sociale ed il conseguimento del bene comune».[149]
183. Di conseguenza, nessuno può esigere da noi che releghiamo la religione alla segreta intimità delle persone, senza alcuna influenza sulla vita sociale e nazionale, senza preoccuparci per la salute delle istituzioni della società civile, senza esprimersi sugli avvenimenti che interessano i cittadini. Chi oserebbe rinchiudere in un tempio e far tacere il messaggio di san Francesco di Assisi e della beata Teresa di Calcutta? Essi non potrebbero accettarlo. Una fede autentica – che non è mai comoda e individualista – implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra. Amiamo questo magnifico pianeta dove Dio ci ha posto, e amiamo l’umanità che lo abita, con tutti i suoi drammi e le sue stanchezze, con i suoi aneliti e le sue speranze, con i suoi valori e le sue fragilità. La terra è la nostra casa comune e tutti siamo fratelli. Sebbene «il giusto ordine della società e dello Stato sia il compito principale della politica», la Chiesa «non può né deve rimanere ai margini della lotta per la giustizia».[150] Tutti i cristiani, anche i Pastori, sono chiamati a preoccuparsi della costruzione di un mondo migliore. Di questo si tratta, perché il pensiero sociale della Chiesa è in primo luogo positivo e propositivo, orienta un’azione trasformatrice, e in questo senso non cessa di essere un segno di speranza che sgorga dal cuore pieno d’amore di Gesù Cristo. Al tempo stesso, unisce «il proprio impegno a quello profuso nel campo sociale dalle altre Chiese e Comunità Ecclesiali, sia a livello di riflessione dottrinale sia a livello pratico».[15
premetto che non sono mai stata ciellina. ma essendo nata a Milano negli anni 60 e cresciuta nei licei milanesi è ovvio che sono venuta a contatto coi ciellini.
la prima cosa che colpì me , adolescente, era che i ciellini , sbeffeggiati e presi in giro da TUTTI (anche dai cattolici dell’Azione Cattolica) come “sfigati”, avevano il coraggio delle loro idee. venivano in classe, ragazzi di sedici , diciassette anni, e rischiavano ogni giorno la beffa , l’insulto, se non il pestaggio , per le loro idee cattoliche.
fino ad allora non avevo conosciuto nessuno che si esponesse così , diciamo al pubblico ludibrio .
i cosiddetti cattolici di sinistra se ne stavano ben lontani, e ben rintanati nelle loro conventicole. certo non rischiavano il beffeggio degli altri ragazzi.
e io vedendo questo , pur non avendo mai fatto parte di CL., ho sempre avuto una ammirazione per questo atteggiamento diciamo coraggioso.
Loro sì che non si “vergognavano del Vangelo” e non si vergognavano di essere considerati ridicoli e sfigati,come molti cattolici radical -chic invece si vergognavano.
E allora se vogliamo una chiesa in “uscita” e in “missione” non è troppo facile e comodo pensare che questa uscita e questa missione siano solo nel solco del non voler offender nessuno, non voler dispiacere a nessuno e soprattutto non voler essere disprezzati e presi in giro da nessuno? Anzi essere apprezzati e alla moda?
Uscita. missione,periferie esistenziali. se non sono VANE E RETORICHE parole comportano sicuramente una buona parte di sacrificio, di coraggio, di anticonformismo.
Lorenzo, ho letto quello che c’era da leggere, grazie.
Resta una sensazione e, stando a larga parte dei commenti, è una sensazione condivisa.
Marilisa,
non è questione di morale cattolica in senso stretto, ma di una visione del mondo che dovrebbe essere diversa. L’annuncio deve comprendere questa visione, altrimenti non diventerà mai evangelizzazione.
Occorre l’incontro, e va bene, occorre l’annuncio, e va benissimo, ma ci deve essere anche l’invito alla conversione, altrimenti non cambia niente e amici come prima.
In AT 17, 16-34 Paolo ha incontrato gli Ateniesi, ha dialogato con loto, ha parlato di Gesù … ma alla maggioranza di loro non interessava convertirsi (“ti ascolteremo un’altra volta”) e sono rimasti in mezzo all’Areopago…
per esempio è una Chiesa in “uscita” la Chiesa (progressista) belga? O è una Chiesa che ha calato (ignominosamente) le brache?
’intervista che la rappresentante belga dei Giuristi per la Vita, Agate Radziszewski, ha rilasciato a Giuseppe Rusconi, titolare dell’informato sito svizzero Rossoporpora.org, alla vigilia della IV Marcia per la Vita tenutasi a Roma il 4 maggio 2014. Eppure spiega bene perché il Belgio è diventato il Paese più scristianizzato d’Europa, con leggi “avanzatissime” su eutanasia (anche dei minori), sperimentazione su embrioni e pure feti, nozze gay con diritto di adozione, progetti di legge tesi all’eutanasia perfino sui non consenzienti e al divieto dell’obiezione di coscienza per medici e infermieri. Eppure, il Belgio rimane un Paese di tradizione prevalentemente cattolica.
Come reagisce la Chiesa locale a questa deriva che sembra inarrestabile? «Quanto alla Chiesa cattolica belga, sembra incapace di far fronte a tale situazione e resta sostanzialmente muta, reagendo il più delle volte con molto ritardo e minimizzando». Così la Radziszewski. Che aggiunge: «La Chiesa belga è in caduta libera. Già dall’epoca del cardinale Danneels, primate del Belgio, la situazione non cessa di peggiorare sotto diversi aspetti. Il Belgio è oggi uno dei Paesi più scristianizzati d’Europa (vedi il numero dei suicidi)».
Per la cronaca, Godfried Danneels, creato cardinale nel 1983 da Giovanni Paolo II, è sempre stato tra i capifila del progressismo. Ancora il 19 maggio u.s. Vatican Insider, il sito de «La Stampa», così titolava: «Il cardinale Danneels apre alle nozze gay». In Belgio, per esempio, nelle scuole cattoliche i corsi di religione sono spesso tenuti da insegnanti addirittura atei, basta loro una breve preparazione formale. Per quanto riguarda l’educazione sessuale, obbligatoria, «da decenni i direttori delle scuole cattoliche fanno ricorso ai centri di pianificazione familiare». Ai quali un’adolescente può bussare per il nulla osta all’aborto all’insaputa dei genitori. In quei centri si fornisce «un’informazione tecnica in materia di pillola, preservativo, aborto, omosessualità, madri in affitto, ecc.». In tal campo si constata la pressoché totale «mancanza di iniziative da parte dei vescovi».
I quasi due milioni di firme raccolte per la petizione europea «Uno di noi» a favore dell’embrione sono stati visti dai media belgi con allarme perché mettono in pericolo la ricerca scientifica. I rettori delle università fiamminghe, compreso quello della cattolica Lovanio, hanno firmato una lettera aperta in cui si chiede alla Commissione Ue che «continui a riconoscere l’importanza della ricerca scientifica che utilizza cellule staminali embrionali umane come un contributo alla salute, al benessere, al progresso e alla coesione sociale in Europa». Proprio così: «alla coesione sociale».
In Belgio i vescovi usciti devono essersi persi…
Il Belgio e’solo l’esempio di cio ‘che avverra’ovunque in Europa.Magari non in Francia. Perche’se i framcesi hanno avito la Rivoluzione e. Robespierre. hanno qnche avuto la Vandea. Io sono convinta che la riscossa cristiana. verra’dalla Francia.
Federico ha parlato di “invito alla conversione” . Cioè io o un altro, laico o religioso, dovremmo dire a chi non crede o a chi professa altra religione: “convertiti a Cristo, al cristianesimo”? Magari anche: “tutto sarà risolto?”
Ho idea che se facessi così, Federico, potrei beccarmi una bella pernacchia o almeno, nel migliore dei casi, una risata.
Tu credi che davvero la cosa sia tanto semplice?
Non ho conosciuto nessun papa che non abbia parlato di “conversione”.
Il fatto è, caro Federico, che se questo “invito” viene fatto, anche in molti modi, ma non viene recepito per molteplici motivi e non vi si acconsente, non si può obbligare nessuno a convertirsi, si entrerebbe nel sacrario della coscienza di un individuo.
Se poi per costringere qualcuno , si va a parlare di pene eterne e di inferno–come si faceva una volta, e qualche prete anche oggi ci prova– si sbaglia strada totalmente. Perché se uno si “convertisse” per lo spauracchio dell’inferno, quella non sarebbe conversione, sarebbe ipocrisia bella e buona. Sarebbe “paura” di Dio. Ma Dio non vuole essere temuto, vuole essere amato. Il che è tutt’altra cosa. La relazione con Dio deve essere improntata all’Amore, non al timore dei castighi. Non l’hai ancora capito?
Non puoi costringere qualcuno ad amare un suo simile, per esempio una donna o un uomo, se l’amore non c’è.
Idem, e a maggior ragione, nell’ambito religioso. Non si può costringere qualcuno ad amare il Dio di Gesù Cristo, che è anche il nostro, se quel “qualcuno” non crede in Dio né in Gesù Cristo. O se, puta caso, la sua idea di Dio è diversa da quella che noi abbiamo del “nostro” Dio.
Per questo io dico che ciò che è davvero importante, in ogni parte del mondo e a tutte le latitudini, è amare il prossimo.
Io non sto parlando di “morale cattolica in senso stretto. Io parlo di Amore in senso universale, che supera i confini delle religioni specifiche.
Quando papa Francesco si è recato a Lampedusa, non ha detto agli immigrati islamici: convertitevi a Gesù Cristo.
Hai capito quel che voglio dire?
L’Amore, che è l’essenza di Dio, rivela Dio stesso, comunque venga chiamato. Dovresti saperlo.
Ma non lo dico solo io. Già qualcuno molto più importante di me lo diceva. “Se non si ama il prossimo che si vede, non si può dire di amare Dio. che non si vede”.
Conversione significa, caro Federico, orientarsi all’ amore che è poi Amore(con la lettera maiuscola). Gesù Cristo ne ha parlato in questi termini e con questo significato.
Riferendomi alla notizia che ho riportato alla 17.43 di ieri, circa l’arcivescovo di Rosario mandato a far niente in una commissione che non esiste, mi piacerebbe sapere che cosa si pensa, qui “chez Luigi”, di questa prassi di prendere e sbattere via, come fossero direttori di una filiale, dei vescovi “che non piacciono” alla direzione centrale, senza neppure che vengano formulate contro di loro delle accuse gravi e precise. Qui mi pare che si porti molto la “collegialità episcopale”. E non c’era tutta una teologia del ruolo del vescovo e del suo rapporto con la sua chiesa ecc. ecc.? E non si va in brodo di giuggiole, qui chez Luigi, un giorno sì e l’altro pure per “il nuovo stile di governo” , la “rivoluzione di papa Bergoglio” ecc. ecc.?
Non vi sembra che questo modo di fare sia quanto di più “vecchio” e “mondano” (nel senso delle modalità di esercizio mondano del potere) si possa immaginare?
Quando fa comodo …
Non si può costringere qualcuno ad amare il Dio di Gesù Cristo, che è anche il nostro, se quel “qualcuno” non crede in Dio né in Gesù Cristo.
In effetto la vedo dura amare qualcuno in cui non si crede. E la vedo anche costringere ad amare. lol
“Non vi sembra che questo modo di fare sia quanto di più “vecchio” e “mondano” (nel senso delle modalità di esercizio mondano del potere) si possa immaginare?
Quando fa comodo …”
Sì, quando fa comodo…
Mi chiedo infatti perché faccia tanto comodo al solito Sandro Magister riportare notizie che vanno a discredito del Papa. Perché??
Non è difficile capirlo.
Discepolo: “Può darsi che abbia ragione Luigi nella sua analisi quando sostiene che questo Papa non per amor del quieto vivere non parla a voce alta di tanti temi etici ma perché ci sono cose più importanti di cui parlare, la riforma della Curia, i migranti, la comunione ai divorziati”. Questa non è la mia idea. Io interpreto che parla meno dei temi etici perché vuole che al centro della predicazione sia il mistero dell’incarnazione della croce e della risurrezione. Ho scritto: “Parla meno delle coppie gay perché non vuole che uno scandalo minore oscuri lo scandalo della croce”. Come mi puoi attribuire l’idea che il Papa parli di meno dei temi etici perché ritiene più importante parlare della riforma della Curia? Davvero hai capito che io sostengo questo?
Vedete quanti fraintendimenti? E se non si riusciamo più a comprenderci tra noi – [ cattolici praticanti, osservanti, che desiderano farsi interpreti dell’Evangelo in obbediente ascolto, e l’aggettivo non è mai alieno o slegato da ciò che è fondamentale per un cattolico: la legge naturale e quella divina; la Tradizione della Chiesa di cui il Papa è il custode che tiene ben strette le chiavi dell’ovile proprio come racconta l’iconografia classica ,onde impedire ai lupi di divorare gli agnelli perché sa che “aprendo” il rischio di essere accolti dai lontani non perchè convertiti in Cristo ma perché confermati nei loro errori senza necessità di pentimento o conversione perché “protetti dalla divina misericordia” tutto è concesso ] – allora qualcosa mi sfugge, qualcosa non va! Qualcosa mi fa pensare che la confusione regna sovrana e forse qualche domandina dovremmo porcela: non sarà che la vera povertà è più nell’incapacità dei suoi membri di essere profeti scomodi e dire che se nel mondo dilaga ogni tipo di calamità spirituale con conseguente crollo di moralità, etica, omicidi ,perversione, truffe, rapine , guerre e ogni accidente è perché sta crollando miseramente anche l’ultimo usbergo contro il male e il peccato costituito dalla forza divina della Chiesa cattolica nel mondo, lasciando imperversare il potere del maligno????
Non credo il conto si saldi con una vaga parola, indefinita, ripetuta come un mantra : “aprire”! Ma aprire cosa? a Chi? Ai poveri, agli emmigranti? Forse che la Chiesa in questi 2000 anni non l’ha fatto? Basterebbe osservare la Piazza del Bernini per rendersi conto di come quelle braccia aperte accolgano l’intero ecumente, l’intero mondo da sempre. Ma se non ci si rende conto che qui la lotta è metafisica, soprannaturale, fra il potere delle tenebre e quello della Luce, se gli stessi preti [non tutti, certo] e perfino il Papa non comprende questo aspetto e concepiscr la Chiesa solo come puro potere temporale, siamo perduti…il mondo è perduto in partenza!
“Un giornale diceva, dei membri della Presidenza, che “questo è uomo del Papa, questo non è uomo del Papa, questo è uomo del Papa…”. Ma la presidenza, di cinque-sei, sono tutti uomini del Papa!, per parlare con questo linguaggio “politico”… Ma noi dobbiamo usare il linguaggio della comunione. Ma la stampa a volte inventa tante cose, no? ”
A me pare che nel discorso del Papa ci sia tutto, difesa della vita, famiglia, lavoro, immigrati, comunione della Chiesa, dialogo, preghiera.
Non serve vivisezionarlo per buttarlo sulla solita lotta tra prog. e trad.
Per esempio:
“annunciatori della verità di Cristo e della sua misericordia. Verità e misericordia: non disgiungiamole. Mai! “La carità nella verità – ci ha ricordato Papa Benedetto XVI – è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera” (Enc. Caritas in veritate, 1). Senza la verità, l’amore si risolve in una scatola vuota, che ciascuno riempie a propria discrezione: e “un cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali”, che in quanto tali non incidono sui progetti e sui processi di costruzione dello sviluppo umano (ibid., 4).”
“Tra i “luoghi” in cui la vostra presenza mi sembra maggiormente necessaria e significativa – e rispetto ai quali un eccesso di prudenza condannerebbe all’irrilevanza – c’è innanzitutto la famiglia. Oggi la comunità domestica è fortemente penalizzata da una cultura che privilegia i diritti individuali e trasmette una logica del provvisorio. Fatevi voce convinta di quella che è la prima cellula di ogni società. Testimoniatene la centralità e la bellezza. Promuovete la vita del concepito come quella dell’anziano. Sostenete i genitori nel difficile ed entusiasmante cammino educativo. E non trascurate di chinarvi con la compassione del samaritano su chi è ferito negli affetti e vede compromesso il proprio progetto di vita.”
Ed è vero che il testo dice irrilevanza, questo dovrebbe piacere a Discepolo e Co. senza tirare in ballo la Vandea e frasi senza senso.
Famiglia lavoro immigrati sono temi molto concreti non mi sembra che il Papa non scenda nei dettagli.
Se poi non si condivide è un altro discorso.
Un articolo dello scorso anno, ma che trovo attuale—
http://www.huffingtonpost.it/2013/07/20/papa-francesco-enigma-bergoglio-riforme_n_3627703.html
Marilisa: “Perché??
Non è difficile capirlo”.
Scusa, Marilisa, ma è la seconda volta che osservo che tu capisci cose che io non colgo proprio immediatamente… o almeno mi dovrei mettere a pensare un po’ e a cercare di capire: sono sincero, eh; e confesso la mia totale ingenuità.
Secondo te, qual è l’interesse di Magister, secondo te?
E poi, l’altra, di cui hai scritto da poco, che mi fa molto ridere da quando è apparso: chi è veramente Nikolai Belinski?
Io trovo di uno spassoso incredibile pensare a quanto tempo perde alla tastiera solo per riformulare in cosacco le parole italiane… e la formulazione della frase…!!!
Attento agli zombie, Mattlar! Anzi, pardon, agli “zuombie”.
🙂
E’ che sono tanti, Nicoletta zullino. A un certo punto ho cominciato a dubitare pure di me stesso…
Io so per certo di essere una zombie: tanto tempo fa me lo certificò il progenitore del “Belin(ski)”…
Nooooo… non mi vorrai costringere a fare una accuratissima ricerca indietro nel tempo per sapere chi fu quel progenitore?!?!
La mia crisi aumenta.
Umiltà servirebbe, caro Mattlar. Ma dov’è, oggi, l’umiltà?
(che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa)
🙂
Mattlar, non andare in crisi, non ne vale la pena.
Dunque, è evidente che a S.Magister questo Papa non piace neanche un po’. Infatti la signora discepolo e il signor Franti, appena possono postano i link dove Magister non fa altro che metterlo in cattiva luce. Ecco appunto: a Magister piace moltissimo contribuire ad alimentare l’antipatia viscerale che molti hanno nei confronti di papa Francesco. Allora, secondo te, Mattlar, chi sono quelli a cui non piace questo Papa?
Se poi andiamo a vedere chi è davvero il buffo Nikolaj, altro non posso dirti se non che si tratta di quel tale che una volta riponeva la saggezza nell’ umiltà. Anche ora che è rientrato dalla finestra (essendo uscito dignitosamente, si fa per dire, dalla porta), si nasconde dietro la maschera di una umiltà sui generis. Tuttavia ho alcuni indizi precisi che non sto qui a svelare.
Mi chiedo: chi glielo fa fare di sforzarsi tanto a piazzare tutte quelle “u” nei suoi discorsi ? Deve essere una faticaccia del diavolo. Altro che zuombie!!
Ciao, Mattlar. Stammi bene.
Vedo che Nicoletta mi ha preceduto.
Complimenti Nicoletta Zullino ! Un saluto anche a te.
@Mattlar
Secondo te, qual è l’interesse di Magister, secondo te?
scusa se mi intrometto tra te e Marilisa. E’ evidente come ti ha detto Marilisa che a Magister papa Francesco non piace per nulla ed è evidente che non gli piace perchè Magister appartiene al’ala conservatrice che vede Bergoglio ( anzi il vdr come taluni di costoro amano definirlo) come il distruttore di Santa Romana Chiesa. Infatti Magister è sovente citato da siti come Messa in latino, Rorate caeli, Father Z, la sacerdotessa Guarini, papalepapale, e altri siti di quella tendenza.
Grazie, picchio, per le ulteriori precisazioni.
Marilisa, Nicoletta: dal latino al cosacco?
Marilisa & testadipicchio: un’alleanza formidabile. Invincibile, direi.
Di fronte a questo Moloch dell’assenza di pensiero mi ritiro in buon ordine.
Parlando invece agli umani (non dico ai poveretti come me): e della character assassination del cardinal Bertone che ne dite? Come novità di stile non c’è male, non vi pare?
(Ovviamente non sto dicendo che dipenda dal papa, ci mancherebbe. Però oggettivamente fa parte anch’essa del nuovo corso. Nuovo corso che prevede, come è noto, che, tra tanta misericordia per tutti, solo “gli altri cristiani” possano essere quotidianamente attaccati, sbertucciati e messi in ridicolo …)
Bertone non è una novità: Magister ci faceva un post ogni due giorni contro uno dei pochi odiati da entrambi gli schieramenti mai capito perchè sinceramente.
Questo comunque pare sia una vendetta di Gotti Tedeschi.
mattlar scrive,
“Marilisa, Nicoletta: dal latino al cosacco?”
Ma tu capisci? Non è meraviglioso? Che cos’è il genio… (cit.)
Ciao Marilisa.
Chiunque egli sia, impregiudicato ogni giudizio sul merito di quello che scrive, soltanto per l’originalità del suo personaggio e la forma curatissima di ogni dettaglio del suo scrivere (dai verbi all’infinito, all’intercalare della “u” russa, alle considerazioni cosacche, al valore aggiunto delle note di cultura ortodossa) è un vero genio. Non me ne voglia Luigi, perché – come ho detto – non sto valutando il merito di quello che scrive. Proporrò Belinski come zombie dell’anno.
“Di fronte a questo Moloch dell’assenza di pensiero mi ritiro in buon ordine.”
Bravo, si ritiri pure. Ma non ci propini il suo Magister, per favore. E lo dica anche a discepolo.
Quanto agli “altri cristiani attaccati, sbertucciati e messi in ridicolo”, siete voi stessi a mettervi nella pegola ogni giorno di più. Voi che per tantissimo tempo vi dilettaste ad attaccare chi non condivideva il vostro pensiero, la vostra idea di Dio e di un Cristo così poco corrispondente al Gesù del Vangelo, la vostra religiosità tutta fronzoli ed esteriorità, che ha disegnato una Chiesa autoreferenziale confinandola in uno spazio riservato a pochi eletti ( che sareste voi!). Voi che amavate etichettare, alla bell’e meglio, di “relativismo” chiunque non fosse sulla vostra frontiera arretrata.
Rimaneteci pure su quella frontiera, sconcertati e increduli come siete, ma non insultate un Papa che, vostro malgrado, ha portato un bel po’ di aria fresca nella Chiesa del Signore. E voi non siete neppure in grado di rendervene conto e di gioirne. Ed è un gran peccato per voi.
L’aria fresca a volte fa ammalare.
No no, Federico, l’aria fresca non fa ammalare mai; l’aria stagnante, “effetto stalla”, è deleteria invece. E anche l’immobilità, quella sì che fa ammalare e peggiorare chi è già ammalato. Chiedi a qualunque medico, te lo confermerà.
Sì, fa ammalare chi è abituato all’aria di un ambiente troppo chiuso, dal tanfo insopportabile.
Aria di fessura, aria di sepoltura.
La sapienza popolare si esprime con i proverbi.
“Aria di fessura, aria di sepoltura.”
Che ridere!! Aria di fessura vuol dire corrente d’aria, e questa sì fa ammalare di brutto e ti può portare alla tomba.
La bella aria fresca è un’altra cosa: ti rigenera, ti fa riprendere vita.
Ma infatti è quello che dico io: per VOI è aria fresca e rigenerante, per me è solo uno spiffero, magari inizialmente anche gradevole, che farà ammalare.
Se non rende come immagine, è inutile continuare.
Mettiamola così: ognuno respira l’aria che più gli piace.
Molti quando si trovano a respirare da troppo tempo l’aria pesante, non se ne accorgono neppure, e ci stanno in mezzo volentieri. L’organismo ci si abitua ma pian piano deperisce.
È proprio quello che stava avvenendo nella Chiesa.
“Con ’sto Papa don France’ so cavoli loro”. http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/scomunica-diocesi-innsbruck-fondatori-noi-siamo-chiesa.aspx