Leggo qualcosa di un’antologia sulle pagine personali del web (Dopo la democrazia? Il potere e la sfera pubblica nell’epoca delle reti, Apogeo editore) e forse intuisco perché mi sono buttato nell’impresa di questo blog: per fare qualcosa con i miei figli informatici, che me lo stanno costruendo, ma anche per vedere se mi riesce di dire la mia fuori da ogni condizionamento. E’ un’avventura, questo mi è chiaro. Sento la spinta a tenere un diario in pubblico e trovo nella rete lo spazio per mettermi alla prova. Non so se funzionerà. Con due mesi di “numeri zero” e altri due di passa-parola tra amici ho messo insieme un’ottantina di visitatori diversi al giorno e avverto la tentazione di affrontare nuovi argomenti. Vedo la rete come un luogo dove uno può parlare a chi passa senza pagare pedaggi e può invitare i passanti a rifarsi vivi. La faccenda ha qualcosa a che fare con il mercato dove uno piazza il suo banco e con la conversazione in piazza, tra la fontana e il comune. Ringrazio i primi duemila visitatori e vado avanti.
Ringrazio i primi duemila visitatori
3 Comments
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Certo, certo, avanti. Da lei ci si aspetta molto.
Soprattutto la capacità di animare un luogo di informazione e confronto sui temi religiosi ed ecclesiali che sia davvero orizzontale. La gente frequenta i blog delle persone note per strappare autografi elettronici o per avere il privilegio di interloquire con la loro autorevolezza. Il caso di Accattoli blogger sta tutto nella seconda opzione. Forza, quindi, e semmai – ferme restando le consiederazioni di opportunità per il suo ruolo, che comunque rimane – non tema di alimentare riflessioni e di richiamare l’attenzione sui non pochi temi caldi di questo periodo, anche i più difficili e sconvenienti. Provocazioni intelligenti a fianco a considerazioni più diaristiche e intimistiche. Una miscela che funzionerà.
continua, caro gigi, siamo entusiasti, ma calcola che ti aspettiamo tutti sportivamente al varco, per diventare anche noi protagonisti, cercando di mettere alla prova un guru del giornalismo e non solo, che, bontà sua, si lascia raggiungere senza filtri o intermediari!
Abituato a evitare opinioni personali quando faccio il cronista sul “Corriere della Sera” e a espormi con disinvoltura quando collaboro a riviste, non ho idea su che cosa avverrà con questa esercitazione senza rete e non più riservata a una cerchia ristretta. Avverto un invitante senso di vertigine.
Saluti, Luigi