Sabato 10 è arrivato il nuovo statuto dello Ior: mira a renderlo «più fedele alla missione originaria», introduce il revisore esterno, potenzia il ruolo del prelato, prevede una maggiore attenzione alle norme etiche e alla cura del personale, vengono abbreviati i tempi degli incarichi al fine di evitare che si formino “cupole” e consuetudini inespugnabili. Nei commenti i rimandi ai testi della riforma e alla presentazione che ne hanno fatto i media vaticani.
Riforma Ior: revisore esterno e nuova figura del prelato
3 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Chirografo del Santo Padre Francesco per il nuovo Statuto dell’Istituto per le Opere di Religione, 10.08.2019:
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/08/10/0622/01285.html
Testo del nuovo statuto:
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/08/10/0623/01286.html
La presentazione della riforma fatta da Vatican News:
https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-08/papa-francesco-rinnova-statuti-ior-revisore-esterno.html
L’editoriale di Andrea Tornielli sulla riforma dello IOR:
https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-08/editoriale-andrea-tornielli-papa-francesco-statuti-ior.html
Clienti dello IOR. Lo Ior – informava il rapporto sulle attività del 2018, pubblicato in giugno – ha 14.953 clienti: ordini religiosi (53%), dicasteri della curia romana, uffici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano e nunziature apostoliche (12%), conferenze episcopali, diocesi e parrocchie (9%); enti di diritto canonico (8%), cardinali, vescovi e clero (8%), dipendenti e pensionati vaticani (8%); altri soggetti, comprese le fondazioni di diritto canonico (2%).
Clienti abusivi. Quello dei clienti – vedi al commento precedente – è stato negli ultimi decenni il tallone d’Achille dell’Istituto: con la copertura della ferrea riservatezza, con il sistema della tollerante revisione interna, con l’inamovibilità di dirigenti insindacabili si era arrivati all’accettazione tra i clienti di personaggi ed enti che non ne avevano diritto. Se eri “portato” da una certa filiera potevi intestare a un ecclesiastico prestanome, o a un’opera di religione con statuti creati ad hoc e dirigenza fittizia, ingenti fortune patrimoniali e gestirle in completa riservatezza. E’ così che lo IOR è stato usato per pagare tangenti, per riciclare fondi mafiosi, per spostare capitali al di fuori di ogni controllo. – C’è da sperare che i nuovi organi e le nuove procedure impediscano che si torni al malaffare che ha segnato la storia dell’Istituto lungo la seconda metà del secolo scorso.