“Pare strano che la povertà possa crescere in concomitanza con la crescita – da ben 15 trimestri – del Pil, seppure a ritmi piuttosto blandi. Sapete che cosa vuol dire? Se c’è chi peggiora sempre di più la propria condizione, ma il Pil aumenta, vuol dire che c’è chi la migliora e anche di molto”: parole di Linda Laura Sabbadini che ho letto su “La Stampa” di Torino. Nei commenti la fotografia della povertà in Italia scattata dall’Istat e una mia noterella.
Realtà mostruosa: siamo più ricchi e abbiamo più poveri
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Cinque milioni di poveri. In tutta Italia le persone che vivono in povertà assoluta superano i 5 milioni nel 2017. È il valore più alto registrato dall’inizio delle serie storiche, nel 2005. Le famiglie in povertà assoluta sono stimate in 1 milione e 778mila e vi vivono 5 milioni e 58 mila individui. L’incidenza della povertà assoluta è del 6,9% per le famiglie (era 6,3% nel 2016) e dell’8,4% per gli individui (da 7,9%). Entrambi i valori sono i più alti della serie storica.
http://www.lastampa.it/2018/06/26/italia/nel-mezzogiorno-una-persona-su-dieci-vive-in-povert-assoluta-mzwW8dHrcDtUKiXvE1O9BM/pagina.html
Città e piccoli centri. Il peggioramento riguarda soprattutto chi vive nelle città principali, i comuni centro di area metropolitana, (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni di minori dimensioni, fino a 50 mila abitanti (da 7,8% a 9,8%). In Italia vivono in povertà assoluta 1 milione e 208 mila minori nel 2017. L’Istat stima un’incidenza al 12,1% (era 12,5% nel 2016). Il rischio di povertà cresce all’aumentare dei figli minori presenti in famiglia: l’incidenza si attesta al 10,5% tra le famiglie con almeno un figlio e raggiunge il 20,9% tra quelle con tre o più figli.
Per «poveri assoluti» l’Istat intende coloro che non possono affrontare la spesa mensile sufficiente ad acquistare beni e servizi essenziali per uno standard di vita minimamente accettabile. Di fatto, si tratta di avere un’alimentazione adeguata, un’abitazione – di ampiezza consona alla dimensione del nucleo familiare, riscaldata, dotata dei principali servizi, beni durevoli e accessori – e il minimo necessario per vestirsi, comunicare, informarsi, muoversi sul territorio, istruirsi e mantenersi in buona salute. Ad esempio, per un adulto (di 18-59 anni) che vive solo, la soglia di povertà è pari a 826,73 euro mensili se risiede in un’area metropolitana del Nord, a 742,18 euro se vive in un piccolo comune settentrionale, a 560,82 euro se risiede in un piccolo comune del Mezzogiorno.
Mia noterella in due tempi: uno riguarda il Governo e l’altro il Papa. Sul Governo i visitatori sanno che io sono in atteggiamento d’attesa. Ho votato Pd e sono dubbioso che Conte e i Dioscuri riescano a disporre di maggiori risorse rispetto ai governi precedenti facendo pagare meno tasse. Ma sarò grato ai nuovi governanti se riusciranno realmente a venire incontro ai “poveri assoluti”, come a ridurre gli sbarchi dei migranti e la loro accoglienza. Questo è l’atteggiamento d’attesa.
Noterella due sui poveri e il Papa. Un’accusa che i potenti del mondo fanno a Francesco così recita: da sudamericano verace non capisce realtà e logica dell’economia mondiale e ingenuamente continua ad affermare che con “questo sistema che uccide”, se non si introducono correttivi sostanziali, i ricchi diventano più ricchi e i poveri più poveri. Mi pare che i dati dell’Istat confermino la denuncia papale.