Post dedicato a una donna nera gridante in treno, sul Regionale Veloce Roma-Foligno delle 14,18. La signora forse del Ghana è già seduta con le gambe distese sotto il sedile di fronte e conciona al telefonino come per arringare una folla di mille e mille. Arriva un quarantenne con signora che punta a sedersi di fronte a lei e le fa sgarbatamente: “Leva ‘ste gambe che cazzo”. Quella salta su come tre furie l’una sopra l’altra: “Tu non parli così a me, tu mi devi rispettare come io rispetto te”. E quello, inconsapevole: “Ma che cavolo dici… e piantala!” – “Non che non la pianto, tu mi hai insultato e non può finire così”. Segue una disputa con toni sempre più alti e argomenti sempre più deboli: chi la voglia leggere per intero, come esercizio alla mondialità, vada al primo commento.
Razzista a me? Ma se sono napoletano…
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[Segue dal post] “Io sono laureata, che ti credi! E tu mi tratti come uno straccio, sei razzista…” dice quella in ottimo italiano: “E ho pure l’abbonamento del treno”. – “Razzista io? Ma se sono napoletano…” – Sono tra i tre italiani e i due africani che hanno cercato di mettere pace tra napoletani e africani. Con l’autorità che viene dagli anni ho messo un braccio – il destro – sulle spalle della signora e le ho detto “si calmi”. Avevo sentito una volta il cardinale Arinze spiegarmi che gli africani tengono molto al contatto fisico. Ma quella saltava come una capra, sui due piedi, in un modo che neanche una ginnasta e gridava sempre di più, dicendo a me e agli altri quattro “non ascolto nessuno”. – “Lui avrà sbagliato – azzardavo io guardando il tipo con la coda dell’occhio e tenendo una mano aperta verso di lui come a dire ‘vedi di non contraddirmi’ – ma anche lei sta sbagliando e le farà male gridare così”. – “Io grido perché lui mi ha insultata” – “Sarò stato maleducato ma non ti ho insultato” faceva quello con retorica di voce e di braccia. Ho preso la palla: “Il signore ha detto ‘sarò stato maleducato’ e dunque le ha chiesto scusa e perciò lei può accettare le scuse e calmarsi”. “Stia zitto lei piuttosto [cioè io], non è vero che mi ha chiesto scusa”. Una signora della mia età [teneteli buoni i vecchietti, funzionano bene come pacieri…] ha offerto all’africana una bottiglietta d’acqua: “Beva qui, ché ancora non l’avevo aperta”; e un altro – di circa cinquant’anni – ha convinto il napoletano a cambiare carrozza. – Andavo a Spoleto a parlare insieme agli ottimi vescovi Boccardo e Marchetto dei cinquant’anni del Concilio che in Gaudium et Spes 77 preconizzò la graduale formazione di un’unica famiglia umana: “universa familia humana in unum paulatim congregata“. Uno cerca di dare una mano, in treno e al microfono.
Spassosissimo Luigi….che risate (a partire dal titolo)!
Braccio destro sulle spalle….mano sinistra aperta verso “l’altro”… l’equanimita’ in azione. Ed effettiva pure! 🙂 …
Viva gli anziani pacieri!
A proposito di razzismo:
“Sogno uno Stato devaticanizzato” – di Marcello Adriano Mazzola | 27 febbraio 2012
Ho un sogno laico, laicissimo, quello di leggere ai confini del nostro Paese un cartello: “Stato devaticanizzato”. Certo, sulla falsariga del “Comune denuclearizzato”.
Un cartello che attesti la liberazione del nostro Paese dall’egemonia del Vaticano. Un Paese libero, autonomo, fondato solo sui valori della Costituzione. La cui Carta pur essendo il risultato di 3 pensieri diversi (cattolico, comunista e liberale) ha saputo coniugarli e raggiungere il giusto equilibrio. Equilibrio che però viene costantemente infranto dalla “Chiesa”.
….Si vogliono togliere tutti i lacci che ci hanno imbrigliato negli ultimi decenni? Bene uno tra i maggiori e soverchianti è certamente costituito dalla costante, dominante, penetrante, pervicace intromissione del pensiero della Chiesa nella politica, nella cultura, nel dibattito del nostro Paese.
Citiamo solo alcuni esempi: eutanasia, aborto, diritto alla vita, fecondazione assistita, omosessualità, matrimonio. Temi sui quali la Chiesa non si è mai limitata ad esternare il proprio pensiero, così assolvendo alla propria funzione. Si è invece adoperata in ogni modo, con ogni mezzo, per condizionare il pensiero del popolo italiano e della nostra classe politica dirigente.
L’ultima apparizione di Celentano a Sanremo ha di fatto toccato questo tema. La Chiesa non si occupa più di professare una dottrina ma intende egemonizzare politicamente altri Paesi, in particolare verso l’Italia tanto per ragioni storiche quanto per la posizione geografica del Vaticano. Sotto questo profilo non mi pare si distingua molto, se non nel metodo più parco, da altre religioni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: guerre, genocidi, pace mai durevole. In ogni angolo del Pianeta. Anche se poi, a ben scavare, saltano fuori prevalentemente interessi economici. Dunque vili ed egoistici. Profondamente umani, altro che ultraterreni.
Ancora oggi leggiamo che “Papa Benedetto XVI, ultimamente, ha richiamato sulla necessità di maggior incisività dei cattolici nella politica” e che “Il cattolico che agisce in politica, prima di tutto, deve essere coerente con quello che professa sia nella vita pubblica che privata. (…) ecco dunque che il politico cattolico ha il dovere oltre che della coerenza negli stili di vita, al rispetto rigoroso di quelli che si definiscono valori non negoziabili, ossia sui quali non é possibile transigere, che nell’applicazione della dottrina sociale della chiesa.”
Ora, che certi valori cattolici (vita, pace) siano comunemente sentiti, nessuno lo mette in discussione. Rimane da comprendere se siano valori per i quali il copyright sia della Chiesa ovvero se siano valori fondamentali dell’uomo. Penso che siano valori che trascendano dal pensiero cattolico. La Chiesa si limita ad interpretarli. In modo discutibile. Si pensi al diritto alla vita, portato sino alle estreme conseguenze, con tono parossistico, tale per cui non si possa mai interrompere il flusso della vita sin dal primo affacciarsi spermatozoico.
Non penso che per trattare questi temi si debba essere per forza atei o eretici, oppure cattolici ed esporsi alla “scomunica”. Basta essere liberi e discuterne con un approccio profondamente “laico”, scevro da castrazioni mentali inculcate da un bombardamento comunicazionale (dunque anche emozionale) ininterrottamente prodotto dalla Chiesa e dai suoi ministri politici di “culto”.
Questo Paese ha bisogno per crescere di un vero autentico pensiero fondato sulla libertà, scevro da condizionamenti. Poi ognuno deciderà se e in che modo abbracciare una religione, se e in che modo condividere certi valori, se e in che modo condizionare la propria condotta uniformandosi o meno ad una dottrina.
Sogno un Paese senza: crocifissi nelle aule; dover leggere ogni giorno sui giornali il pensiero di questo o di quel clericale; dovermi sentire dire cosa sia giusto e cosa no; lobby di Comunione e Liberazione che si impadroniscono del potere politico fine a se stesso; sentire fino allo sfinimento ripetute condanne dell’aborto ma forse no in caso di violenza e Hiv; il richiamo a non usare mai il profilattico, così che è cosa e buona e giusta la crescita (infelice) ed illimitata della popolazione, tanto c’è posto per tutti (!); sentirmi dire che non si ha la libertà di morire se si soffre come un cane o non si ha più alcuna libertà nel corpo e nella mente; sentirmi instillare il velenoso pensiero che l’omosessualità sia una devianza; convincermi che il matrimonio non si debba mai sciogliere se non eccezionalmente.
Sogno un Paese senza l’ipocrisia cattolica. Un Paese finalmente libero. Posso dirlo? Ah, l’ho detto.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/27/stato-devaticanizzato/194070/
“Ai tedeschi BXVI non piace più – Tu non sai fare il papa” Des Spiegel
http://www.liberoquotidiano.it/news/1132541/Ai-tedeschi-Benedetto-XVI-non-piace-pi%C3%B9–Der-SpiegelTunon-sai-fare-il-Papa.html
“Chiesa, preti cattolici si riuniscono in Austria per votare contro la castità”
http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/1131468/Chiesa–preti-cattolici-si-riuniscono-in-Austria-per-votare-contro-la-castita.html
Molto divertente Luigi! Fors in quel momento non lo era ma la risposta del napoletano è esilarante….