I ragazzi in cura all’Istituto dei tumori di Milano sono in piazza San Pietro all’udienza del papa che li saluta – “cari piccoli amici” – e quelli saltano e gridano, gioiosi per un momento. Mi si confonde il cuore. Gioisco con loro.
Ragazzi malati di tumore in festa per Benedetto
17 Comments
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Gesù è felice quando qualcuno visita un ammalato. Questi piccoli amici sono amici di tutti noi. Non foss’altro per il senso di ribellione e indignazione che un tumore in un bambino suscita in chiunque. Non posso accettare una cosa simile in un bambino, proprio per questo quando vedo o sento parlare di tumori o malattie dei piccoli, c’è sempre una preghiera che mi sale alle labbra: “Signore, nella tua onnipotenza, guariscilo adesso”. A maggior ragione prego e spero nel Paradiso. Un abbraccio di gioia e amore per tutti loro. Con loro.
In questo terribile campo ho visto insondabili miracoli e altrettanto insondabili tragedie. Che il Signore conduca ognuno di noi dove Egli vuole.
Ma soprattutto il Signore tenga nel suo Cuore soprattutto questi piccoli. Insieme a quelli mai nati.
Una Preghiera per questi piccoli:
PATER NOSTER…..
“Mi si confonde il cuore:” che altro si può dire?
Benvenuto a Windrosehotel. Quella gioia nella sofferenza era come un miracolo. Un’immagine dell’avventura umana tutta intera. Interpretata dagli innocenti. Luigi
I santi dicono che il dolore degli innocenti salva il mondo, ma che sofferenza vedere dei bambini morire.
Confidiamo nel Signore che ci aiuti a sopportare questi dolori, e per loro la felicità eterna.
Quei bambini li ho avuti davanti a me durante tutta l`udienza di mercoledì.
Immagini forti che ti prendono il cuore, che te lo scombussolano, che ti fanno venire delle domande,senti le lacrime che salgono agli occhi, dei ricordi dolorosi, e poi vedi quei volti segnati certo, ma sorridenti,impazienti, vedi questi bambini piccoli e più grandi allinearsi tutti con disciplina per aspettare il Papa, vedi i genitori che scherzano, cantano, giocano con loro e loro che sventolano i loro palloni in forma di fiore che daranno al Papa, e il clown che gira fra di loro e li fa ridere. E i saluti del Papa lassù sul sagrato che durano a lungo , ma loro aspettano, con pazienza, certi un pò stanchi possono sedersi, altri sono lì composti, gioiosi e aspettano.Poi finalmente ecco il Papa ,passa davanti a noi ,e sono felice perchè si attarda con i bambini, avrei voluto che scendesse per stringerli a lui…ma sicurezza “exige”, non può farlo, ma si attarda ,riceve i doni e quanta gioia , sorpresa, emozione in quegli sguardi.
Ho avuto davanti a me ,sotto i miei occhi una lezione di vita, di amore ,di speranza, non ho potuto impedire alle lacrime di salire ma non era quella l`emozione che era lì presente, palpabile , c`era la gioia di tutti quei bimbi che hanno visto il Papa e potuto dargli i loro doni, e come lei, signor Accattoli, ho gioito con loro!
Ma dunque lei, Luisa, era mercoledì in piazza San Pietro? Così mi fa supporre la sua descrizione da una posizione “dietro” i piccoli malati…Un saluto dunque particolare per la seconda venuta a Roma in un anno, se non erro! Luigi
Sì ero in Piazza San Pietro mercoledì !
Sento in me, più che il desiderio,il bisogno di venire a Roma per pregare anche se un breve istante davanti alla tomba di Giovanni Paolo, per ascoltare , vedere e pregare con Papa Benedetto.
Rifuggo dalla folla, e temo la ressa , ma degli amici più coraggiosi di me, hanno affrontato le ore di attesa e la folla, più simile ad un`orda di selvaggi che a dei fedeli, che si precipita sugli sportelli elettronici !
Questo “spettacolo” mi lascia ogni volta perplessa.
L’ idea di contattarla mi è certo venuta, caro signor Accattoli, ma non ho osato disturbarla!
Questa volta sono andata anche a visitare diverse chiese nel cento storico. Sono stata colpita dalla differenza di atmosfera all`interno, in certe chiese la gente parla ad alta voce, incurante del luogo dove si trova,come se visitasse un museo, in altre come nella chiesa del Gesù, il silenzio era impressionante., i visitatori parlavano a bassa voce.
In ogni chiesa cercavo il luogo dove era conservato il Santo Sacramento per potere pregare, e sono stata talvolta sorpresa dalla mancanza di attenzione.
Mi sono chiesta se non fosse utile mettere un fondo di musica sacra per aiutare le persone ad avere un comportamento più adatto al luogo.
Ho anche scoperto un chiesa piccola , al n° 1 del lungo Tevere,all`inizio di Borgo Spirito, se non vado errata, davanti alla quale sono passata sovente senza mai fermarmi, e vi ho scoperto una “Vergine che allatta Gesù” e un Crocifisso impressionante. Una chiesa dove la domenica alle 18h si celebra la Messa in latino con canti gregoriani.
Quanti tesori a Roma, quante sorprese e scoperte…anche se i Romani dicono che la loro città è “invivibile” …!
Bello seguire le peregrinazioni di Luisa di chiesa in chiesa nel grande mare della capitale.
Non so se la musica sacra di sottofondo aiuterebbe il silenzio o rischierebbe la banalizzazione, proprio non lo so.
Bisognerebbe avere cura in ogni chiesa di preservarne la sacralità, anche se in alcune piene di opere d’arte e di turisti può essere difficile. Ma è consolante sapere che esistono tante oasi per ritemprare lo spirito e i sensi.
E’ vero, bella questa descrizione di Luisa, pellegrina a Roma.
Grazie a Luca e a Fabricianus che ha esattamente descritto il mio stato d`animo quando sono a Roma …mi sento pellegrina , sono una pellegrina.
Sono per es. stata impressionata e ho amato Santa Sabina, ancora addobbata per un matrimonio…. ho chiuso gli occhi e ho cercato di immaginarla con tutti i mosaici sulle pareti laterali, mi sono commossa davanti alla Madonna del Parto nella chiesa Sant Agostino vedendo quella donna in piedi in preghiera accarezzando il piede argenteo della Vergine, mi sono sentita bene in Santa Maria sopra Minerva e ho sostato davanti alla lastra tombale del mio pittore preferito,il Beato Angelico……ho ammirato Caravaggio in San Luigi dei Francesi…..
……ma non ho dimenticato di cercare le scritte sulle mura care a Luigi, ne ho viste alcune, ma sempre in taxi e non ho potuto notarle…e la mia memoria è come un gruyère. Ce ne sono due , nel tunnel che si prende quando si lascia Piazza San Pietro per andare nel centro storico, una parla di Francesca ..una bella dichiarazione d`amore!
Beh scusatemi ,mi fermo qui…penso abbiate capito che amo Roma!
Luisa, quella scritta l’ho riportata il 16 luglio in un post di questo blog: “Francesca che brilla nel cielo come la luna”. Grazie delle tue “cartoline” romane! Luigi
Grazie Luigi ho ritrovato il post del 16 luglio e con lui la la gioia di rileggere il “cantus ninnarius” di Luca !
GRAZIE LUISA PER LA TUA TESTIMONIANZA.
Grazie a te Leone…è bello per me poter condividere con voi le mie emozioni, a Roma si passa da un`emozione all`altra, mi domando se non esiste, come a
Gerusalemme, o a Firenze un “sindrome di Roma”, davanti a tanta bellezza, si resta come folgorati. …ad un certo punto bisogna sapersi fermare !
Stendhal descrive così quello che è poi diventato il sindrome di Stendhal o Firenze :
« Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere. »
Non sono arrivata a quel punto,ma i miei occhi e il mio cuore erano e sono tuttora colmi di gioia di contattare la bellezza che la fede ha ispirato all`uomo!
Un caro saluto ,Luisa