Come dono ai visitatori, riporto per piccoli brani 15 omelie, catechesi, angelus, saluti occasionali sul Natale che Francesco ha svolto con ammirevole concentrazione dall’inizio dell’Avvento a oggi. A ogni commento metto un brano e il link. Con questa antologia rispondo a chi afferma che per Francesco Natale è solo attenzione ai migranti e che quest’anno non ci ha parlato d’altro. Nelle quindici predicazioni due volte s’incontra il riferimento ai migranti.
Le 15 parole di Francesco sul Natale: mio dono ai visitatori
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Vigilanti nell’attesa. Angelus del 3 dicembre. Oggi iniziamo il cammino dell’Avvento, che culminerà nel Natale. L’Avvento è il tempo che ci è dato per accogliere il Signore che ci viene incontro, anche per verificare il nostro desiderio di Dio, per guardare avanti e prepararci al ritorno di Cristo […]. Per questo dobbiamo sempre essere vigilanti e attendere il Signore con la speranza di incontrarlo […]. La persona vigilante è quella che accoglie l’invito a vegliare, cioè a non lasciarsi sopraffare dal sonno dello scoraggiamento, della mancanza di speranza, della delusione; e nello stesso tempo respinge la sollecitazione delle tante vanità di cui trabocca il mondo e dietro alle quali, a volte, si sacrificano tempo e serenità personale e familiare […]. Anche noi ci troviamo spesso in questa situazione di infedeltà alla chiamata del Signore: Egli ci indica la via buona, la via della fede, la via dell’amore, ma noi cerchiamo la nostra felicità da un’altra parte. Essere attenti e vigilanti sono i presupposti per non continuare a “vagare lontano dalle vie del Signore”, smarriti nei nostri peccati e nelle nostre infedeltà; essere attenti ed essere vigilanti sono le condizioni per permettere a Dio di irrompere nella nostra esistenza, per restituirle significato e valore con la sua presenza piena di bontà e di tenerezza. Maria Santissima, modello nell’attesa di Dio e icona della vigilanza, ci guidi incontro al suo figlio Gesù, ravvivando il nostro amore per Lui.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/12/03/0860/01844.html
Germoglio di Iesse. Omelia di Santa Marta del 5 dicembre. All’inizio del cammino di Avvento Francesco invita a riflettere sul brano del profeta Isaia (11, 1-10) che «parla della venuta del Signore che annuncia che «spunterà un germoglio dal tronco di Iesse». Questo è il Regno di Dio che «incomincia nel piccolo, va avanti e arriva alla pienezza». Una dinamica “che si ritrova nello stesso Gesù” e che è la stessa della «vita del cristiano». Occorre, infatti, essere coscienti «che ognuno di noi è un germoglio di quella radice che deve crescere, crescere con la forza dello Spirito Santo, fino alla pienezza dello Spirito Santo in noi».
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2017/documents/papa-francesco-cotidie_20171205_il-piccolo-germoglio.html
Attende Gesù. Al Piccolo Coro “Mariele Ventre” dell’Antoniano di Bologna, 7 dicembre. In questo tempo di Avvento in preparazione al Santo Natale, le vostre canzoni che narrano l’evento della nascita di Gesù possano aiutare quanti vi ascoltano a comprendere l’amore e lo stupore di ciò che avvenne a Betlemme duemila anni fa. Dio si è fatto Bambino per essere più vicino all’uomo di ogni tempo, dimostrandogli la sua infinita tenerezza. E adesso, da dove siamo seduti tranquilli, guardiamo la Madonna che attende il Bambino, che attende Gesù. Anche noi tutti attendiamo Gesù, tutti, che venga nel nostro cuore. E tutti preghiamo la Madonna, l’Ave Maria. [Ave Maria] Ogni volta che noi abbiamo bisogno, siamo tristi o con qualche difficoltà, malati o con problemi, guardiamo la Madonna, che ci insegni ad aspettare Gesù. Gesù sempre viene. Ci vuole un po’ di pazienza, come lei l’ha avuta – tra grandi difficoltà! –, per ricevere Gesù.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/12/07/0873/01874.html
Bambino come voi. Ai donatori dell’albero di Natale e del Presepio in Piazza San Pietro, 7 dicembre. Ogni anno il presepe e l’albero di Natale ci parlano col loro linguaggio simbolico. Essi rendono maggiormente visibile quanto si coglie nell’esperienza della nascita del Figlio di Dio. Sono i segni della compassione del Padre celeste, della sua partecipazione e vicinanza all’umanità, che sperimenta di non essere abbandonata nella notte dei tempi, ma visitata e accompagnata nelle proprie difficoltà […]. Nella semplicità del presepio noi incontriamo e contempliamo la tenerezza di Dio, manifestata in quella del Bambino Gesù […]. Cari bambini, il mio grazie è rivolto soprattutto a voi. Nei vostri lavori avete trasferito i vostri sogni e i vostri desideri da innalzare al cielo e da far conoscere a Gesù, che si fa bambino come voi per dirvi che vi vuole bene. Grazie per la vostra testimonianza, per aver reso più belli questi segni natalizi, che i pellegrini e i visitatori provenienti da tutto il mondo potranno ammirare. E ora darò la benedizione a tutti voi, ma prima tutti preghiamo la Madonna, insieme: [Ave, o Maria…]
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/12/07/0874/01875.html
Nel deserto preparate. Angelus del 10 dicembre. Domenica scorsa abbiamo iniziato l’Avvento con l’invito a vigilare; oggi, seconda domenica di questo tempo di preparazione al Natale, la liturgia ce ne indica i contenuti propri: è un tempo per riconoscere i vuoti da colmare nella nostra vita, per spianare le asperità dell’orgoglio e fare spazio a Gesù che viene. Il profeta Isaia si rivolge al popolo annunciando la fine dell’esilio in Babilonia e il ritorno a Gerusalemme. Egli profetizza: «Una voce grida: “Nel deserto preparate la via al Signore […]. Ogni valle sia innalzata”» (40,3). Le valli da innalzare rappresentano tutti i vuoti del nostro comportamento davanti a Dio, tutti i nostri peccati di omissione. Un vuoto nella nostra vita può essere il fatto che non preghiamo o preghiamo poco […]. Un altro vuoto potrebbe essere la mancanza di carità verso il prossimo, soprattutto verso le persone più bisognose di aiuto non solo materiale, ma anche spirituale […]. Il Salvatore che aspettiamo è capace di trasformare la nostra vita con la sua grazia, con la forza dello Spirito Santo, con la forza dell’amore. La Vergine Maria che ha preparato la venuta del Cristo con la totalità della sua esistenza, ci aiuti a seguire il suo esempio e guidi i nostri passi incontro al Signore che viene.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/12/10/0885/01897.html
In quella mangiatoia. Omelia di Santa Marta del 14 dicembre. «Il Natale ci aiuta a capire questo: in quella mangiatoia è il Dio grande che si fa piccolo e nella sua piccolezza non smette di essere grande e in questa dialettica del grande che è piccolo c’è la tenerezza di Dio. Mi viene in mente una frase di san Tommaso, nella prima parte della Somma. Volendo spiegare questo “cosa è divino? cosa è la cosa più divina?” dice: Non coerceri a maximo contineri tamen a minimo divinum est».
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2017/documents/papa-francesco-cotidie_20171214_tenere-conto-piccole-cose.html
Domenica della gioia. Angelus del 17 dicembre. In questa terza domenica di Avvento, detta “domenica della gioia”, la liturgia ci invita a preparare la venuta del Signore assumendo tre atteggiamenti: la gioia costante, la preghiera perseverante, il continuo rendimento di grazie […]. Gioia, preghiera e gratitudine sono tre atteggiamenti che ci preparano a vivere il Natale in modo autentico. Diciamo tutti insieme: gioia, preghiera e gratitudine [la gente in Piazza ripete] Un’altra volta! [ripetono]. In questo ultimo tratto del tempo di Avvento, ci affidiamo alla materna intercessione della Vergine Maria. Lei è “causa della nostra gioia”, non solo perché ha generato Gesù, ma perché ci rimanda continuamente a Lui.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/12/17/0907/01941.html
Paternità e mistero. Omelia di Santa Marta del 18 dicembre. «Giuseppe non è andato dagli amici a confortarsi, non è andato dallo psichiatra perché interpretasse il sogno: no, credette. Ed è andato avanti, ha preso in mano la situazione e si è fatto carico di due cose, della paternità e del mistero […]. Aiutaci, tu che conosci come camminare nel buio, tu che conosci come si ascolta la voce di Dio, tu che conosci come si va avanti in silenzio».
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2017/12/18/domussanctaemarthae.html
Culla vuota. Omelia di Santa Marta del 19 dicembre. «Qui c’è una culla vuota. La possiamo guardare. Può essere simbolo di speranza, perché verrà il Bambino; può essere un oggetto da museo: vuota tutta la vita. Il nostro cuore è una culla: è aperto per ricevere continuamente vita e dare vita, o sarà un cuore conservato come oggetto di museo che mai è stato aperto alla vita e a dare la vita? Vi suggerisco di guardare questa culla vuota, di guardare la possibilità che ognuno di noi possa rimanere sterile sia fisicamente che spiritualmente, e dire, come la Chiesa dice: ”Vieni Signore, riempi la culla. Riempi il mio cuore e spingimi a dare vita, a essere fecondo”».
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2017/12/19/domussanctaemarthae.html
Cercate un confessore. Ai dipendenti vaticani e della Santa Sede, 21 dicembre. Buon Natale! Ma buon Natale nel cuore, nella famiglia, anche nella coscienza. Non abbiate paura, anche voi, di chiedere perdono se la coscienza vi rimprovera qualcosa; cercate un buon confessore e fate una bella pulizia! Il Natale è una buona opportunità per fare pace anche dentro di noi. Tutti siamo peccatori, tutti. Io ieri ho fatto la Confessione di Natale: è venuto il confessore… e mi ha fatto bene. Tutti dobbiamo confessarci. Vi auguro un buon Natale, di gioia, ma quella gioia che viene da dentro. E facciamo una bella pulizia al cuore in questo Natale, per essere in pace e felici. Preghiamo un’Ave Maria alla Madonna: “Ave o Maria…”.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/12/21/0919/01961.html
Avvenga per me. Angelus del 24 dicembre. Nel Vangelo dell’Annunciazione possiamo notare un contrasto tra le promesse dell’angelo e la risposta di Maria: quella dell’angelo è una lunga rivelazione, che apre prospettive inaudite […], invece la risposta di Maria è una frase breve, di disponibilità e di servizio […]. Maria si presenta con un atteggiamento che corrisponde perfettamente a quello del Figlio di Dio quando viene nel mondo: Egli vuole diventare il Servo del Signore, mettersi al servizio dell’umanità per adempiere al progetto del Padre. Maria dice: «Ecco la serva del Signore». Così la Madonna si rivela collaboratrice perfetta del progetto di Dio, e si rivela anche discepola del suo Figlio, e nel Magnificat potrà proclamare che «Dio ha innalzato gli umili» (Lc 1,52). Mentre ammiriamo la nostra Madre per questa sua risposta alla chiamata e alla missione di Dio, chiediamo a lei di aiutare ciascuno di noi ad accogliere il progetto di Dio nella nostra vita, con sincera umiltà e coraggiosa generosità.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/12/24/0922/01970.html
Pagani peccatori stranieri. Omelia della Notte. Maria diede alla luce, Maria ci ha dato la Luce. Un racconto semplice per immergerci nell’avvenimento che cambia per sempre la nostra storia. Tutto, in quella notte, diventava fonte di speranza. […] E lì… in mezzo all’oscurità di una città che non ha spazio né posto per il forestiero che viene da lontano […], proprio lì si accende la scintilla rivoluzionaria della tenerezza di Dio. A Betlemme si è creata una piccola apertura per quelli che hanno perso la terra, la patria, i sogni; persino per quelli che hanno ceduto all’asfissia prodotta da una vita rinchiusa […]. Ecco la gioia che in questa notte siamo invitati a condividere, a celebrare e ad annunciare. La gioia con cui Dio, nella sua infinita misericordia, ha abbracciato noi pagani, peccatori e stranieri, e ci spinge a fare lo stesso […]. Egli sta nel visitatore indiscreto, tante volte irriconoscibile, che cammina per le nostre città, nei nostri quartieri, viaggiando sui nostri autobus, bussando alle nostre porte […]. Commossi dalla gioia del dono, piccolo Bambino di Betlemme, ti chiediamo che il tuo pianto ci svegli dalla nostra indifferenza, apra i nostri occhi davanti a chi soffre […]. La tua tenerezza rivoluzionaria ci persuada a sentirci invitati a farci carico della speranza e della tenerezza della nostra gente.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/12/24/0923/01969.html
Nei volti dei bambini. Messaggio “Urbi et Orbi” del 25 dicembre. A Betlemme, dalla Vergine Maria, è nato Gesù […]. La fede del popolo cristiano rivive nella liturgia del Natale il mistero di Dio che viene, che assume la nostra carne mortale, che si fa piccolo e povero per salvarci […] Il Natale ci richiama al segno del Bambino, e a riconoscerlo nei volti dei bambini, specialmente di quelli per i quali, come per Gesù, «non c’è posto nell’alloggio» (Lc 2,7). Vediamo Gesù nei bambini del Medio Oriente […], nei bambini siriani […], nei bambini dell’Iraq […] nei bambini dell’Africa […], nei bambini di tutto il mondo dove la pace e la sicurezza sono minacciate dal pericolo di tensioni e nuovi conflitti […] nei bambini che patiscono le violenze del conflitto in Ucraina […], nei bambini i cui genitori non hanno un lavoro e faticano a offrire ai figli un avvenire sicuro e sereno […], in quelli a cui è stata rubata l’infanzia, obbligati a lavorare fin da piccoli o arruolati come soldati da mercenari senza scrupoli […], nei molti bambini costretti a lasciare i propri Paesi, a viaggiare da soli in condizioni disumane, facile preda dei trafficanti di esseri umani […]
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/12/25/0924/01972.html
Nato per noi. Angelus del 26 dicembre. Stefano supplica Gesù di accogliere il suo spirito […]. Pertanto anche noi, davanti a Gesù Bambino nel presepio, possiamo pregarlo così: “Signore Gesù, ti affidiamo il nostro spirito, accoglilo”, perché la nostra esistenza sia davvero una vita buona secondo il Vangelo. Gesù è il nostro mediatore e ci riconcilia non soltanto con il Padre, ma anche tra di noi […]. Chiediamo a Gesù, nato per noi, di aiutarci ad assumere questo duplice atteggiamento di fiducia nel Padre e di amore per il prossimo; è un atteggiamento che trasforma la vita e la rende più bella, più fruttuosa. A Maria, Madre del Redentore e Regina dei martiri, eleviamo con fiducia la nostra preghiera, perché ci aiuti ad accogliere Gesù come Signore della nostra vita e a diventare suoi coraggiosi testimoni, pronti a pagare di persona il prezzo della fedeltà al Vangelo.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/12/26/0925/01974.html
Snaturamento del Natale. Udienza generale del 27 dicembre. Ai nostri tempi, specialmente in Europa, assistiamo a una specie di “snaturamento” del Natale: in nome di un falso rispetto che non è cristiano, che spesso nasconde la volontà di emarginare la fede, si elimina dalla festa ogni riferimento alla nascita di Gesù. Ma in realtà questo avvenimento è l’unico vero Natale! Senza Gesù non c’è Natale; c’è un’altra festa, ma non il Natale. E se al centro c’è Lui, allora anche tutto il contorno, cioè le luci, i suoni, le varie tradizioni locali, compresi i cibi caratteristici, tutto concorre a creare l’atmosfera della festa, ma con Gesù al centro. Se togliamo Lui, la luce si spegne e tutto diventa finto, apparente. Attraverso l’annuncio della Chiesa, noi, come i pastori del Vangelo (cfr Lc 2,9), siamo guidati a cercare e trovare la vera luce, quella di Gesù […]. Il mondo non si accorge di nulla, ma in cielo gli angeli che sanno la cosa esultano! Ed è così che il Figlio di Dio si presenta anche oggi a noi: come il dono di Dio per l’umanità che è immersa nella notte e nel torpore del sonno (cfr Is 9,1). E ancora oggi assistiamo al fatto che spesso l’umanità preferisce il buio, perché sa che la luce svelerebbe tutte quelle azioni e quei pensieri che farebbero arrossire o rimordere la coscienza […]. Nel Natale possiamo vedere come la storia umana, quella mossa dai potenti di questo mondo, viene visitata dalla storia di Dio.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/12/27/0926/01976.html
Chissà se chi ritiene che “tuttavia quello che il Papa dice non esaurisce in alcun modo la realtà cristiana”, riuscirà a vedere in questi brani omiletici che Francesco tocca, in verità e in pienezza, proprio tutta la verità cristiana.
Grazie per il “servizio”, Luigi.
E NON inteso in senso giornalistico.
🙂
E’ anche interessante notare di sfuggita che, come ovvio che sia (ma molti che si foderano gli occhi salame ideologico tagliato ben spesso si rifiutano di vederlo) in 9 su 15 di questi interventi sono richiamati come centrali e attivi il ruolo e la figura di Maria: in particolare nel primo, terzo, quarto, quinto, settimo, decimo, undicesimo, dodicesimo, quattordicesimo.
Questo potrebbe giovare a quelli che si ostinano nella bufala di Bergoglio papa non mariano.
In modo specialissimo poi- anche se lapalissiano (ma nulla è più lapalissiano da quando ci si fa con ardente entusiasmo ciechi per non vedere) va sottolineato il richiamo alla Confessione, che nessuno dei vindici fustigatori antibergogliani si sogna mai, manco lontanamente, di fare.Troppo spavento per la troppa misericordia, fa sì che la Confessione sia sparita di circolazione, a vantaggio di meglio preferite e gettonate cartoline dall’inferno di varia provenienza….
🙂 🙂 🙂
Infine credo che il servizio, utilissimo per tutti quanti, sia particolarnente prezioso da chi aveva scritto qualche giorno fa :
“Ho tentato, invano su questo blog, di invocare una spiritualita’ del Natale, un guardare OLTRE. Dio si è’ incarnato per tutto e per tutti.”
Bene, forse c’era stata qualche distrazione.
Non era necessario invocare, ma aprire le orecchie a cose dette apertamente e qui, mai così opportunamente, oggi richiamate.
Qui un’intervista a Massimo Cacciari sul “Natale dimenticato”:
https://ilsismografo.blogspot.it/2017/12/italia-intervista-massimo-cacciari.html
Domenica 31 il cardinale Gerhard Ludwig Müller compie i 70. In un libro in suo onore sono pubblicate parole di saluto di Benedetto XVI che il sito vaticano così oggi segnala:
http://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2017-12/benedetto-xvi-mueller-papa-francesco-tradizione-riforma.html
Chi disponesse del testo intero, lo linki. La materia è troppo sensibile perché ci si accontenti d’un sunto.
Il libro credo sia questo. Ma non trovo pe r il momento il testo intero della prefazione, manco in tedesco
https://www.herder.de/religion-theologie-shop/der-dreifaltige-gott-gebundene-ausgabe/c-25/p-11935/
A Natale a Milano:
http://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/la-chiesa-ambrosiana-e-la-vostra-chiesa-e-la-casa-per-tutti-coloro-che-arrivano-198050.html
….e a Capodanno a Torino.
🙂
https://agensir.it/quotidiano/2017/12/27/arsenale-della-pace-sermig-le-iniziative-a-torino-il-31-dicembre-messa-celebrata-dallarcivescovo-nosiglia/
http://www.diocesi.torino.it/site/religioni-per-la-pace-saranno-insieme-a-capodanno/
A dimostrazione che la Chiesa è sempre più viva, più bella e più forte di quanto saremmo ( e siamo ) noi, singolarmente presi.
Il testo della prefazione, o del saluto, di Benedetto XVI al car.Muller riportato nel libro, continua a non essere in rete, almeno ai miei occhi non esperti.
In compenso, cercando, mi sono imbattuto in una esilarante re-interpretazione delle poche parole ( sempre quelle quattro in croce) che sono uscite riportate ieri da Luigi e riprese, mi pare, da Vatican Insider, da ilcattolico.it, da Acistampa.
Per chi volesse farsi due franche risate sul modo in cui anche quelle poche parole possano essere piegate fino ad ottenerne la deformazione in senso opposto, puo’ guardare qui:
https://gloria.tv/article/RYir23ByAFPn173JL3Nwt3jqN
( meglio munirsi di tappi per le orecchie. Il rumore delle unghie che stridono nel tentativo di arrampicarsi su un ripidissimo e fragilissimo specchio puo’ risultare assordante)
🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
Sempre durante le spigolature vituali, cascommi l’occhio su questo divertente articoletto, che segnalo in modo particolare agli amari lamentatori del fatto che nella Chiesa d’oggi non si parli più di inferno e satana e compagnia cantando…
http://www.lastampa.it/2017/12/28/vaticaninsider/ita/inchieste-e-interviste/il-papa-in-lotta-contro-satana-b990rXT2SpxRTfNBgrzgqI/pagina.html
Ohibò, e adesso come la si mette con le geremiadi in materia?
Sono sicura che se Benedetto XVI leggesse quell’ esilarante ariticoletto di doctor Angelicus, riderebbe di gusto tanta è l’ignoranza, almeno in senso grammaticale, del suddetto Angelicus doctor. Doctor de che?…
Bello “cascommi l’occhio”, Lorenzo; mi piace assai. 😀 😀
Quanto a Satana, è vero che il Papa lo nomina spesso. Lo nomina anche troppo, a mio parere, e la cosa non mi piace per niente.
Il diavolo cioè satana, il divisore per eccellenza, è da vedersi nel Male che si insinua, spesso subdolamente, nella mente degli uomini, nessuno escluso. Non è necessario che lo si raffiguri come una persona.
L’uomo è un essere debole e fragile nella sua materialità, e può accondiscendere al Male, che assume varie identità, vari modi di operare.
E si impossessa non di rado degli sprovveduti. Ma anche di quelli che hanno un enorme EGO da idolatrare e vedono ogni cosa in funzione di sé stessi.
Nel “Padre nostro” si recita “non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal Male”.
Gesù, nella sua carne umana, aveva conosciuto la tentazione, sapeva quanto fosse capace di lusinghe, perciò ha insegnato quell’orazione– esemplare nella sua essenzialità– che dovremmo recitare ogni giorno, magari più volte in un giorno.
Detto ciò, ritengo che parlare troppo spesso del diavolo come fa il Papa, non sia bene. Questa è l’unica cosa in cui non mi trovo d’accordo con papa Francesco. In questo vedo una differenza sostanziale fra lui e il card. Martini, il quale invece parlava frequentemente dello Spirito Santo; e, a mio modesto avviso, faceva benissimo.
Il Male esiste, non c’è dubbio, ma più forte è lo Spirito Santo a cui dovremmo appellarci più spesso. Magari lo facessimo!
Parlare spesso del diavolo a che serve? A spaventare i più ingenui come fosse l’orco delle favole. Non serve certo a distogliere dal male chi vuole praticarlo per l’odio che cova dentro, o per spirito di vendetta, o per i propri desideri e interessi.
In ogni caso, tutte le volte che si cerca di creare una malevola divisione , lì c’è di mezzo il diavolo. Poco ma sicuro.
Come ogni anno,per Natale, con le mie sorelle abbiam fatto la consueta visita al nostro piccolo fratellino, presso il cimitero monumentale del Verano e come sempre, trovandola aperta, ci siamo raccolte in preghiera nella basilica di San Lorenzo fuori le mura nella quale riposano le spoglie mortali di PIO IX…
Riflettevo sul valore di questo Pontefice e non ho potuto fare a meno di comparare quel pontificato con l’attuale, quello specifico momento storico col presente e le assonanze tra i due, che non sono poi così peregrine o stravaganti come sembrerebbe….anche se con dinamiche ovviamente diverse.
La Chiesa si trovava, allora come ora, sullo stesso crinale: accese discussioni, stessa povertà, stesse disuguaglianze, stessi problemi legati al precariato e attacchi da più parti legati a movimenti oscuri, massonici, ghibellini desiderosi d’imponerre l’omogeneità, l’appiattimento, il livellamento dell’ ’identità occidentale- usanze, tradizioni- destinate a scomparire per essere soppiantate dal nuovo internazionalismo socialista o mondialismo massonico. La stessa ’unità nazionale , tanto agognata, era, in fondo usata per abbattere il cattolicesimo e la società cristiana.
Pio IX non tergiversò, non civettò con questi movimenti ma vi mosse guerra, una guerra spietata anima e corpo, sostenuto dalla fede come un leone ruggente. Scrisse encicliche dal forte contenuto accusatorio citando i predecessori. Documenti profetici (Quanta cura, il Sillabo) raccomandando ai vescovi vigilanza affinchè diligentemente nutrino tutto il gregge del Signore con le parole della fede, onde educarlo con la salutare dottrina e rimuoverlo dai pascoli velenosi”. Parla di opinioni ingannevoli ,di scritti perniciosissimi atti a demolire le fondamenta della Religione cattolica e della società civile che depravano gli animi e le menti , sviano dalla retta disciplina la gioventù impreparata per poi corromperla miseramente e imprigionarla nei lacci degli errori e infine strapparla dal seno della Chiesa cattolica. Tutto ciò si è puntualmente avverrato .
Ora, è facile dire che papa Francesco parla bene perché è Natale. E’ Natale,certo, ma Cristo è ancora, come allora, circondato dall’oscurità. Parla bene , oggi, Papa Francesco, soprattutto dell’immigrazione e dell’accoglienza, paragona gli immigrati alla famiglia di Nazareth. Ma la differenza è che questo bimbo appena nato è Cristo, il Creatore del cielo e della terra, il Figlio eterno di Dio, lo stesso che abbiamo cacciato dalle scuole dalle officine, dai campi e dalle città, dalle vie e dalle case. L’abbiam cacciato dalle stesse chiese e abbiamo preferito Barabba e , attenzione, può anche essere che Dio userà L’islam per castigare l’apostasia dell’Europa secolarizzata che una volta saltati i valori cristiani di unito non ha più niente. Americanismo giudaico/sionista, protestante/massonico da una parte e islamismo fanatico -pieno di odio verso la cultura classica grecoromana e la fede cristiana che rifiuta ogni assimilazione e integrazione- dall’altra, e noi al centro…come un vaso di coccio pronto a crepare. Ed è questa la verità, che va detta, difendiamolo Cristo…e teniamocelo stretto, il nostro Salvatore, non solo a Natale, ma sempre :con parole di Verità, sempre, non a correnti alterne.
Rif. 20.31
Non siamo noi a difendere Cristo, ma è Cristo che difende noi e tiene stretti a sé tutti coloro che ha salvato.
E la verità che salva è la fede cristiana che vive, come Cristo da cui deriva, nella storia.
Dio non castiga, questo è certo. Chi ancora pensa questo, cioè che Dio castiga, è lontano molti secoli dalla Verità e crede ancora nel Dio pensato dalla sua mente. Un errore madornale. Caso mai è l’uomo stesso a castigarsi da sé.
Che Cristo ci difenda è sicuro. Tuttavia, io credo che non sia “la fede cristiana” a salvare l’uomo, perché se così fosse, sarebbero ben pochi a salvarsi, ovvero una minoranza dei figli di Dio. E tutti gli altri non cristiani? Tutti persi? Mi rifiuto di crederlo. Se così fosse, Dio avrebbe fallito il suo progetto. Dio è anche nelle altre religioni, lo dico con convinzione.
Dio, qualunque sia il credo di una persona o anche il non-credo, salva chi parla il linguaggio della “carità” e dell’ “amore”.
Gesù Cristo che incarna in pienezza l’Amore, assume in sé, salvandoli, tutti coloro che esprimono, anche in modo diverso e con una fede diversa, l’essenza di Dio stesso, cioè l’Amore, da cui derivano il Bene e la vera Giustizia.
Fossimo noi a difendere Cristo,la partita sarebbe già persa a tavolino.
Strabica l impostazione,si capisce perché si finisca costantemente fuori strada.
Aspetto ancora che dall’atto di dolore venga fatto sparire quel “perché ho meritato i tuoi castighi” che stride fortemente con l’amore, tanto predicato oggi (finalmente!) dalla Chiesa, del Padre per i suoi figli.
Gesù Cristo è venuto fra noi per mostrarci il vero Volto del Padre. E noi ancora non siamo capaci di vederlo. Questo è il grande peccato dell’umanità.
Ma quand’ è che la Chiesa cristiana vorrà decidersi a farlo vedere al mondo, con trasparenza, il benedetto Volto amorevole del Padre?
Intere generazioni sono vissute temendo i castighi di Dio; un Dio perverso che ancora accompagna minaccioso molti fedeli cattolici fino alla morte.
Che pena!!
“…Dio userà L’islam per castigare l’apostasia dell’Europa secolarizzata…”. Veramente, senza polemica, non capisco questa idea di Dio.
Se sei bello ti tirano le pietre;
se sei brutto ti tirano le pietre.
Qualunque cosa fai
dovunque te ne andrai,
tu sempre pietre in faccia prenderai…
(Antoine)
Rif.22:07
Sta scritto: “Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”
Matteo capitolo10,32-33
E’vero, ci ha scelti, perché andando potessimo portare frutto e il nostro frutto rimanga ma qualora ciò non dovesse avvenire, ci avverte a chiare lettere nella parabola dei vignaioli omicidi:
” a voi sarà tolto il Regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». (Matteo capitolo 21; 33-43)
Questo del riconoscimento di Cristo davanti al mondo, senza compromessi, è un imperativo edulcorato da un modo di fare, da una politica corrente che teme l’esortazione dura e usa la forma “irregolare”, di cortesia !
Ora siamo in un momento storico criticissimo in cui Cristo la Verità va annunciata e la lampada messa sul moggio, abbandonare il falso buonismo e definire con chiarezza il bene e il male, il giusto e l’ingiusto.
Ma questa definizione con chiarezza diviene impossibile perché andati in malora gli antichi cardini della verità e della falsità, del vizio e della virtù, del giusto e dell’ingiusto, come concetti universali, validi per tutti e per ciascuno. Oggi lo sconto tra il bene e il male è totale in quanto ognuno parte da principi personali in cui tutto è bene e tutto è male allo stesso tempo. Anzi non solo il male non è più male ma è divenuto un diritto, da stabilire per legge. Così diritto inalienabile delle donne è l’aborto, diritto della coppia è il divorzio, l’adulterio, la separazione. Diritto e dignità dell’ammalato è l’eutanasia. Diritto dell’uomo e della donna è ogni licenza sessuale. Diritto della persona umana è non mancare di nessuna cosa. L’elenco dei diritti non diritti è assai lungo, interminabile.
E questa scia si inseriscono anche moltissimi figli della Chiesa, che hanno dato man forte alla declassificazione della legge morale:
a) dichiarando il Vangelo non più Libro unico ed esclusivo in cui viene rivelata la verità somma del vero bene e la via per poterlo far divenire acquisizione della propria vita.
b) declassificazione di Cristo da solo ed unico vero Redentore dell’uomo ad uno dei tanti fondatori di religione, con tutte le conseguenze pratiche sul piano morale e spirituale. In aggiunta si è dichiarato che la legge morale non è più necessaria per la salvezza eterna.
Chi crede ancora nel vero bene e nel vero male, si armi di coraggio, forza, determinazione e lo insegni, quando gli è data la parola. Sempre, con chiarezza, altrimenti ci sarà tolto il Regno e sarà dato ad un popolo che produca quei frutti che la Chiesa non è più in grado di produrre.
Clodine, io penso che parlare di diritti sia un terreno scivoloso sul quale camminare con maggiore cautela di quanto tu non faccia, e che sia sbagliato mettere insieme cose diverse come separazione ed eutanasia, divorzio e aborto, e via discorrendo.
Un conto è dire che non lecito per un credente divorziare (ci sta), un conto è stabilire per legge il divieto di sciogliere un matrimonio anche per chi non chi non crede (a proposito, non esiste nessun diritto all’adulterio, anzi è una delle cause di addebito delle separazione quando sia determinante per l’impossibilità di proseguire nella convivenza).
Quello che prospetti tu è uno Stato teocratico, del tipo di quelli islamici. E vediamo oggi quali siano le conseguenze del fanatismo e del manicheismo che tu pari auspicare.
Tutto l’AT trasmette questo messaggio| Dio si occupa del,suo popolo, lo educa, e lo corregge con correzioni anche pesanti – lo mette nelle mani dei suoi nemici – fino a mandarlo in esilio. Le mosse di Dio che provocano sofferenza anche acuta al suo popolo che comprende il proprio traviamento sono “punizioni” o “correzioni”? A me pare che sia una questione di lana caprina.
Pensare che ci sia un Dio di Gesu Cristo tutto tenerezza e misericordia che non usa dei modi dello AT è una eresia che è stata rigettata dalla Chiesa secoli fa ma che costantemente si ripresenta sotto altre forme. ( la lunga diatriba se Dio possa o meno essere il mandante di alcune sofferenze che abbiamo discusso in questo blog ne è la testimonianza ).
Sono sulla stessa linea di Clodine : forse l’islam da un lato e la massoneria con la sua religione universalistica dall’altro sono le medicne che il buon Dio, Dio che si è rivelato progressivamente nello AT e che si è manifestato in suo Figlio Gesu Cristo, ha disposto perché il,Suo popolo. ( Chiesa, popolo di Dio ) si ravveda.
( secondo Cuffini va tutto benissmo, la Chiesa è più viva che mai…. contento lui…. )
Ore 9.05.
Come mistificazione la realtà.
Dio ci scampi e liberi
Traducendo
.Falso che Cristo NON sia riconosciuto davanti al mondo,senza cedimenti e senza compromessi.
Falso che Cristo non sia annunciato con chiarezza.Falso che si indulgenza al buonismo e che non si dica con chiarezza cosa è male e cosa è bene.
Falsissimo e in malafede dire che siano andati in malora gli antichi cardini della verità del vizio e del giusto.
Falso ,deliberato nella intento di diffamazionè, volutamente generico per essere indimostrabile e quindi calunnatorio affermare che si sia dichiarato che il Vangelo non è più il Libro ecc ecc e che Cristo sia stato declassificato.
Se uno vuole dare sfogo alle proprie insicurezze e complessi personali e alle proprie frustrazioni oscure,bene:lo faccia.Ma giù le zampe da Gesù CriSto e dalla Chiesa.
“Oggi lo sconto tra il bene e il male è totale …”
Lo scontro tra il bene e il male è SEMPRE stato totale, non solo oggi.
Oggi è solo più evidente perché ci si sgrana davanti agli occhi giorno per giorno, attimo per attimo. Prima restava più nascosto.
Il bene lo conoscono tutti, anche le altre religioni, che vedono nel Cristo non un Dio ma un uomo di altissima spiritualità, un profeta come tanti altri, comunque non un Dio.
Diverso è il modo di declinare il BENE.
NON siamo gli unici ad avere il monopolio della conoscenza del Bene , che certamente non è identificabile col moralismo. Le regole morali cambiano a seconda delle civiltà. È sempre stato così fin dai tempi più antichi. Noi cristiani, che crediamo in Gesù Cristo, UOMO e DIO, ci differenziamo dalle altre religioni perché crediamo che Gesù, assumendo su di sé il PECCATO DEL MONDO, ha rivelato il VERO AMORE di Dio Padre, cioè il vero Volto di un Dio che ci ha creato e ha voluto riscattarci dal peccato insito naturaliter nella fragilità e nella debolezza dell’essere umano. Questa è stata la sua missione fin dal principio, ed è ciò per cui vale la pena vedere nel Cristo un Uomo-Dio. Tutto il resto fa da corollario a questa premessa.
Nessuno rinnega il Cristo, proprio nessuno; e Lui non rinnega noi, non può farlo. Dovunque ci sia Carità e Amore, lì c’è Dio, lì c’è Gesù Cristo, anche se molti non lo sanno. Noi abbiamo, si può dire, il privilegio di saperlo e di riconoscerLo.
Il Regno lo costruiscono tutti gli uomini di buona volontà, a qualunque religione appartengano.
Noi abbiamo il DOVERE di “predicare” l’ amore e la pace , come ci è stato insegnato da Gesù: “amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”.
Non parlava solo dei suoi discepoli. L’insegnamento era universale.
Va bene tutto, ma non credo però sia necessario giudicare la buona e la mala fede altrui.
Non si tratta affatto di giudicare, ma di constatare la malafede.E questo non solo è necessario, ma è indispenstabile. Non stiamo al bar sport e per quanto siamo di infimo livello l importanza di quel che diciamo sta nel fatto che parliamo di CHIESA.Ora,chi muove delle accuse gravissime ad essa ha L OBBLIGO di provarle documentando in modo inconfutabile.Se no fa,nei fatti,operazione ideologica diffamatoria voluta e quindi in pessima fede.
“Tutto l’AT trasmette questo messaggio|…”
Lei, Beppe Zezza, parte sempre dall’A.T per mettere in risalto le correzioni-castighi di Dio. Questa è la sua nota dominante, ma dimentica che quel Dio lì, anche se corrisponde al suo modo di sentire–ed è evidente– è il Dio di una popolazione assai vicina agli altri popoli del Vicino Oriente che avevano in mente un’ Entità superiore che dimostra una giustizia retributiva.
Si tratta di un dio che si ispira alla legge del taglione del codice di Hammurabi, il quale le aveva ricevute dal suo dio, come si vede nella stele che lo raffigura. Il popolo ebraico, caro Zezza, pur essendo molto più evoluto dei Sumeri, era vicino per mentalità a quei popoli mesopotamici; da qui l’Antico Testamento, che riflette più o meno quella mentalità. E ancora oggi quei popoli hanno mantenuto, fino a un certo punto, quella stessa mentalità.
A.T. e Corano sono simili in molti punti, perché certamente Maometto aveva letto i libri dell’A.T.; e qui potrebbe aprirsi un altro discorso.
Gesù Cristo era ebreo Lui pure, e in quanto Uomo aderiva in parte a certa mentalità ebraica, ma in buona parte la sopravanzava evidenziando soprattutto l’Amore di Dio Padre, ossia un aspetto che nell’A.T. si alterna con quello del giudice severo e castigatore. Una specie di padre-padrone che è riconoscibile in molti padri terreni, ma che, vivaddio!, sta scomparendo in Occidente, mentre forse–dico “forse”– è ancora ben presente nelle civiltà orientali.
E lei, Zezza (ed altri come lei) vorrebbe riferirsi a quel Dio lì? Cioè, nel momento in cui parla dell’Islam come di un nemico da combattere e da considerarsi “una medicina” del buon Dio, lei assomiglia molto a certi islamici padri-padroni che si raffigurano un Dio a loro immagine e somiglianza. Un bel paradosso, non c’è che dire.
Fra l’altro, tenga presente che l’A.T. fino a non molto tempo fa era proibito dalla Chiesa cristiano-cattolica.
Smetta, per favore, di parlare di castighi di Dio e di sofferenze mandate da Dio come incredibili “medicine”. Sarebbe ora si smetterla. Parlare di Dio in questi termini significa BESTEMMIARE.
Si aggiorni, Beppe Zezza; urge per lei una nuova catechizzazione da parte di preti intelligenti e non masochisti.
Cuffini, porti pazienza, questa non è un’aula di tribunale, e in ogni caso non mi pare le sia assegnato il ruolo giudice.
In un tribunale, semmai, temo sarebbe proprio lei a doversi difendere da accuse di ingiurie visto che si permette di scrivere “dare sfogo alle proprie insicurezze e complessi personali e alle proprie frustrazioni oscure”.
Guardi, anch’io sono perplesso riguardo a certe esternazioni, che d’altra parte oggi si possono sentire anche in certe comunità ecclesiastiche, ma da qui a insultare il prossimo…
“La lunga diatriba se Dio possa o meno essere il mandante di alcune sofferenze che abbiamo discusso in questo blog ne è la testimonianza ” : è la testimonianza che possiamo macinare crusca e aria fritta all’infinito, perché all’infinito si potrebbe continuare, dal momento che c’è chi la alimenta e la ritira fuori ad arte come in questo caso.
Ripeto per la centesima volta: NON SI FA ACCADEMIA SULLA PELLE ALTRUI.
E disgraziatamente SE CI FOSSE ( Dio non lo voglia) qualche sofferente vero in ascolto e in lettura, NON LA CONSIDERI MINIMAMENTE, se ne discosti in fretta e che , se puo’, ci perdoni nella nostra gretta pretesa di gabbare la nostra aria fritta come “gran problema” ( sulla pellaccia altrui). E anche non potesse e non volesse, bene: ci spernacchi fragorosamente e ci allontani.
Lui ha una croce che lo schianta sulle spalle, non noi che lo seguiamo con il ditino alzato. Lui è nel cuore stesso del Dio che soffre, non noi che diamo aria ai denti.
Non lo si ripeterà mai abbastanza: ci si aggrappi a Gesù Cristo in croce, e a Lui solo. E, per parlarne, che si parli con qualcuno della Chiesa che ne abbia mandato e autorità. Soprattutto si fugga in ogni modo chi vien lì a SPIEGARE in nome della Chiesa – senza averne incarico e autorità- chissà quale teorema esplicativo, chi dice ” coraggio” senza saper di che sta parlando, e tutti quelli che van lì a fare esercizio di retorica predicatoria.
Caro Luigi Mortari, intendiamoci sulle parole.
Il difensore di ufficio altrui, lo stai facendo tu.
Non c’è nessuna offesa in quello che tu riporti da me scritto.
Nè alcun giudizio.
Non bisogna essere in un’aula di tribunale per dire che il sole sorge e tramonta , e non si esprime un giudizio né un insulto a dirlo.
Qui non è questione di etichetta e di buone maniere.
E’ questione di sostanza.
Se c’è roba da dire contro la Chiesa, prego: nomi, date, citazioni, fatti.
Dire l’equivalente di ” governo ladro”, sapendo di dirlo e volendolo dire convinti di essere portatori di una verità vera, è essere in malafede.
Comunque, se ci fosse offesa , me ne assumo come evidente tutta la responsabilità, e ribadisco tutto, punto per punto, senza ridurre una sola virgola.
Con questo si passa e si chiude.
Prima che lei chiuda… trovo curioso che se qualcuno le dà dell’insicuro o del frustrato e del complessato, lei non reputi questo offensivo.
Beh, pensi che qualcuno potrebbe avere una diversa opinione.
Riguardo al resto, non intendo assumere le difese di nessuno, tanto meno di chi esprime opinioni che non condivido.
Ma trovo detestabili le sue continue risposte colorite che mirano a toccare sul personale e a fare male.
Ecco, Cuffini, adesso se vuole può chiudere.
Un caro saluto.
grato che tu me lo abbia ricordato, Mortari.
Me ne sono già fatto da tempo una ragione.
Lo metto insieme alle altre varie volte.
Buon anno.
Victoria Boe vedi di precisare questa tua affermazione, perché così come suona a me risulta falsa: “Fra l’altro, tenga presente che l’A.T. fino a non molto tempo fa era proibito dalla Chiesa cristiano-cattolica”. Chi formulò quella proibizione e fino a quando fu in vigore?
A Victoria Boe quello al quale mi riferisco è il Dio di Gesu’ Cristo! Il quale si riferiva continuamente a quello che noi chiamiamo Vecchio Testamento ( anche se sarebbe più proprio chiamarlo Primo Testamento). GEsu era ebreo, appartenente a quel popolo del Medio oriente , che si considerava ed è il popolo eletto. Secondo lei “vi aderiva solo in parte” . E mi sa dire quale selezione facesse Gesu dei libri del Primo Testamento, e dei salmi che parlano in continuazione dell’ira di Dio?
A Lorenzo Cuffini : secondo la sua impostazioni, posto che c’è qualcuno che soffre, NON SI PUÒ PARLARE DELLA SOFFERENZA e se abbia o meno un perché e uno scopo . E questo perché non si scandalizzino. Sinceramente non condivido la tua impostazione, anzi, in verità, penso che il primo a essere porofonda,ente scandalizzato della sofferenza sia proprio tu! Io penso invece che anche la sofferenza faccia parte del piano di Dio per la salvezza degli uomini – tutti e ciascuno.
Rispondo solo ad Accattoli.
Con Beppe Zezza è inutile ritornare su temi trattati molto spesso qui nel blog, a parte il fatto che la questione della “selezione dei libri” da parte di Gesù fa solo ridere. Si tratta di mentalità, caro Zezza, non di libri.
Luigi, io certamente ho sbagliato nel dire che “fino a non molto tempo fa” la lettura della Bibbia ebraica era vietata dalla Chiesa cattolica. “Non molto tempo fa”: questo è l’errore.
So però che ci sono stati tempi in cui quelle pagine non ebbero grande fortuna nel panorama ecclesiastico cattolico.
Leggo, per esempio: “Nel Medievo la Chiesa cattolica aveva proibito la lettura dell’Antico Testamento per paura che i cristiani cessassero di essere tali. Ed aveva ragione. L’Antico Testamento è infatti un testo che può solo far perdere la fede ai cristiani giacché il dio dell’Antico Testamento è un dio degli eserciti che si schiera a favore dei soli ebrei essendo ispiratore di tutte le stragi e di tutti i massacri operati dagli antichi ebrei a danno delle popolazioni autoctone della Palestina, non interessandogli l’esistenza di altre popolazioni”.
Lo trovo molto vero questo. Anche oggi si fanno tali obiezioni.
Inoltre, si insiste da parte di non pochi autori sul fatto che quei libri non siano adatti ad un pubblico che non abbia una adeguata preparazione per affrontare testi di difficile interpretazione.
Scrisse nel 1933 il cardinal Michael von Faulhaber, arcivescovo di Monaco “…Tuttavia occorre ammettere che non bisogna mettere la Bibbia intera in mano alla gioventù o a persone di scarsa istruzione cristiana.”
Poi: “La Chiesa Cattolica ha sempre incoraggiato le anime pie e devote alla lettura e alla meditazione del Vangelo e della Bibbia MA ha sempre sospettato che la lettura delle Sacre Scritture fosse poco utile agli spiriti increduli, superstiziosi, ignoranti o instabili ”
Poi ancora:”In attesa di un innalzamento del livello culturale della popolazione (compito delle autorità civili e non solo dei poveri parroci di campagna), la soluzione più semplice era pertanto controllare le versioni bibliche in circolazione (possedere una bibbia protestante voleva dire aver già avuto contatti e rapporti con gli acattolici) e permettere la lettura delle Scritture solo a coloro che avessero un minimo di cultura (cioè non fossero analfabeti), che fossero disposti a ricevere un minimo di istruzione (lettura di note storiche, culturali e religiose a piè di pagina) e che fossero mossi da un minimo di devozione (cioè non leggessero le Scritture per torcerle e calpestarle)”. E via continuando…
Da tutto ciò si evince un controllo assiduo della lettura dei libri veterotestamentari. Non così per quelli del Nuovo Testamento.
Col Vaticano II, invece, si è avuta una rivalutazione pubblica, se così si può dire, dell’Antico Testamento.
“Particolare importanza viene data alla stima e all’aumento di numero delle letture bibliche nelle celebrazioni liturgiche: «lettura biblica… più abbondante, più varia, meglio scelta»
Ricordo, inoltre, che da allora, solo da allora, la Bibbia ebraica fu esposta nelle chiese alla lettura privata di chi avesse voluto sfogliarla e leggerla. Rimasi colpita da questo fatto.
Insomma, l’Antico Testamento va soppesato con cura, facendosi guidare dagli esperti. I quali, fra l’altro, non sono sempre concordi sul senso da attribuire a certe espressioni.
Rif. @ 0,38
Risposta insufficiente! Assolutamente insufficiente…
x Zezza.
“NON SI PUÒ PARLARE DELLA SOFFERENZA “: esattamente.
” E questo perché non si scandalizzino”: per niente.
Chi sta in croce per davvero ha altro da fare che “scandalizzarsi” per le solonate del primo mammalucco che passa , si chiami Cuffino o Zezza o Vattelapèsca. Il problema è un altro: tu molleresti un ceffone in piena faccia a qualcuno che grida di dolore per il male? Ovviamente no. Bene: a dirgli quel che dici ( senza averne minimamente l’intenzione e con tutte le migliori intenzioni del mondo) fai la stessa identica cosa. Poi, vedi un po’ tu.
“Penso che il primo a essere porofonda,ente scandalizzato della sofferenza sia proprio tu!”.Pensi benissimo.
Scandalizzato, anzi, è un eufemismo molto delicato.
Ma questo è un problema che riguarda me.
Nel mio caso, se non fossi “scandalizzato”, sarei un ateo o un adoratore del Dio Moloch.
Non sono né l’uno né l’altro, e dunque ne sono”scandalizzatissimo.” Confortato, in questo mio sentirmi tale, dal Signore, da Dio, dalla Chiesa: di spirito & di carne e ossa.
Di questo frega giustamente nulla a nessuno, ma a riferimento personale preciso, si risponde sempre.
Vegliare con Cristo significa rinnovare la vita di Cristo nella nostra vita, comprese la sua passione e morte. “Chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mc 8,24)
“La dottrina della Croce non fa che insegnare, sia pure con efficacia infinitamente maggiore, quello che, dopo tutto, anche il mondo insegna a coloro che ci vivono a lungo, che ne hanno vasta esperienza, che lo conoscono. Dopo aver vissuto per molti anni, l’uomo finisce col far sua l’esclamazione del saggio: “Vanità delle vanità, tutto è vanità” (Qo 1,2).
Le cose del mondo appaiono attraenti e la Croce appare invece dolorosa: le verità che essa ci rivela sono nascoste e a prima vista ci spaventano, tanto che possiamo esser tentati di ribellarci. Eppure il suo insegnamento è veritiero: la verità non sta alla superficie ma nel profondo. La Croce ci richiama a sentimenti di grande serietà, se è vero che dapprima la nostra croce si dimostrerà dolorosa, è anche vero che, a poco a poco, dalla sofferenza germoglieranno pace e consolazione: è la misura del mondo che valuta tutta la realtà umana… Guardate alla Croce! Essa ci condurrà al pentimento, all’umiltà, alla preghiera e al digiuno: spiritualmente uniti alle sofferenze del Salvatore, dovremo piangere i nostri peccati.
Guardiamoci, perciò, dal confidare nel mondo, dal consegnarli il nostro cuore, le nostre preoccuopazione non dal mondo dobbiamo incominciare, ma dalla fede, dal Cristo, dalla sua Croce e dall’umiliazione a cui essa ci conduce. Cerchiamo “prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto ci sarà dato in sovrappiù” (Mt 6,33), perché solo chi ha scelto il mondo invisibile come punto di partenza, potrà realmente godere anche del mondo visibile.
Solo chi ha prima digiunato, potrà poi rallegrarsi; solo chi ha imparato a non abusare dei beni della terra, potrà poi farne uso; solo chi interpreta le realtà terrene come immagini delle realtà future e quelle lascia per amore di queste, diverrà erede di tutto”
Cardinal J.H. Newman
Esatto: Cristo crocifisso, e basta.
“penso che il primo a essere porofonda,ente scandalizzato della sofferenza sia proprio tu! Io penso invece che anche la sofferenza faccia parte del piano di Dio per la salvezza degli uomini – tutti e ciascuno.”
Se c’è una persona che debba restare scandalizzata dalla sofferenza, questa è proprio Lorenzo, sig.Zezza, perché lui la tocca con mano ogni giorno. Ce l’ha di fronte ogni momento. E di certo parlare della sofferenza attribuendole un ruolo in un misterioso piano di Dio per la la salvezza degli uomini, risulta un inutile polpettone difficile da digerire per chi si trova a tu per tu con la sofferenza. Solo chi NON soffre può permettersi lo strano lusso di dare valenze positive a certa sofferenza. E può anche abbandonarsi, allora, a fantasiose piroette mentali che creano un castello di possibilità per Dio di inventarsi scopi benefici per l’umanità.
Lorenzo ha detto più di una volta in questo blog che chi soffre non ha altra scelta che abbracciarsi al Cristo in Croce stando in silenzio.
Tutto il resto–chiacchiere, supposizioni,ricerca di senso– è FUFFA.
Lei, Zezza, e qualcun altro, non avete ancora capito niente– e non mi meraviglio affatto di questa incomprensione–perché siete tutti presi dalla voglia di sdottoreggiare ripetendo frasi lette o sentite che non servono a niente e che possono essere smentite da chi vive in prima persona, ogni giorno, l’esperienza della sofferenza..
Spero di essere stata chiara.
Rif @11,57
Di chiaro c’è una sola cosa: il suo giudizio improvvido e cialtrone che usa come clava per colpire ad occhi bendati. Scandalizzarsi della croce è da stolti. “La croce infatti è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio”.
Che ne sa, lei, cosa si cela dietro il destino di ciascuno. La sofferenza è dramma comune e se Cristo la rinnova in modo incruento, chiede a ciascuno di offrire la propria in modo cruento. Su quell’altare chi più chi meno, chi per una cosa piuttosto che per un’altra, tutti, nessuno escluso, depone il proprio fardello di dolore che a nessuno, glielo assicuro, è risparmiato !
Le suggerisco un bel romanzo di Carlo Emilio Gadda: “La cognizione del dolore”, che rispolvera anche la sua biografia. Si può soffrire ed essere portatori di croce e dolore in tanti modi, non soltanto nel corpo, ma anche nella mente, nella psiche, nell’anima. Ciascuno ha propria al quale aggrapparsi, per salvare sé stesso, e gli altri.
Claudia Leo e Victoria Boe degli ultimi due commenti: il vostro linguaggio non va. Ottimo nei vostri ambienti, io immagino, non nel mio.
Victoria che scrive “Lei, Zezza, e qualcun altro, non avete ancora capito niente” ci sta informando che non è d’accordo con altri e per fare questo ha bisogno di insultare. Questo bisogno non c’è, in verità. Basta dire “non condivido”.
Lo stesso per Claudia Leo: “il suo giudizio improvvido e cialtrone” solo per dire che non è quello suo, di Claudia Leo.
Ho pubblicato i due commenti a scopo didascalico. Non pubblicherò ritorni sull’argomento, né dell’una né dell’altra. Le vostre opinioni io le rispetto ma il vostro bisogno di damnare le opinioni altrui lo deploro. Quel linguaggio usatelo a casa vostra, non nel mio pianerottolo. Ho detto.
Dunque c’è un nuovo TABU’ del quale è vietato parlare : della SOFFERENZA .
Eppure la SoFFERENZA è la realtà che accomuna tutti i figli di Adamo.
E perché non ne dobbiamo parlare?
Risposta ( implicita di Cuffini ) : perché non ha risposta ed è scandalosa.
Replica : risposta sbagliata. Il senso profondo e ultimo della sofferenza ce lo ha mostrato Gesu’ Cristo, il qual accettando volontariamente la croce ( sofferenza e morte ) ha avuto come conseguenza la Resurrezione.
La croce È scandalo per i giudei E stoltezza per i pagani .
Sinceramente mi chiedo come si possa vivere nel concreto senza avere una risposta qualsivoglia al perché della sofferenza alla quale inevitabilmente tutti siamo destinati .
Che cosa significa “per chi sta nella sofferenzanon resta altro che abbracciarsi a Cristo ” Se non credere che aldilà di ogni risposta razionale la sofferenza non è una assurdità senza significato ma è la porta per la gloria di una vita immortale , alla quale sostenuti dallo spirito di Cristo siamo destinati?
A Victoria Boe sul Primo Testamento. Commento delle 0.33: “Nel Medioevo la Chiesa cattolica aveva proibito la lettura dell’Antico Testamento per paura che i cristiani cessassero di essere tali”. No Victoria: la Chiesa Cattolica non ha mai proibito la lettura del Primo Testamento. Per lungo tempo – dalla metà del XVI secolo alla metà del XX – ha scoraggiato l’accesso diretto, del singolo, alle Scritture, ma a tutte, sia quelle del Primo sia a quelle del Secondo Testamento. Il testo di cui più si temeva una libera lettura era la “Lettera di Romani” di Paolo. In particolare è falso che la Chiesa abbia proibito il Primo Testamento nel Medioevo: tutta l’età di mezzo è piena del Grande Codice biblico in ambedue i suoi tempi. Giona e Giobbe, Davide e Salomone, la Genesi e l’Esodo, i profeti, i Salmi: ne sono popolate le vetrate delle cattedrali, i pulpiti e i portali, i capitelli, i fonti battesimali, i cicli pittorici, le miniature. La Cattedrale di Monreale e Dante, per fare solo due nomi. La Chiesa ha sempre condannato come eretico chi negava il Primo testamento. Lo si è sempre letto nella liturgia. Una cosa è la prudenza nell’accostarlo, che si rafforza dopo il Concilio di Trento; un’altra la proibizione, che non ci fu mai.
Pare che a Torino durante la celebrazione della Messa il parroco abbia avvertito i parrocchiani: non dico il Credo perche’ non ci credo, e poi ha proseguito la Messa.
Trovo questo prete molto franco ed onesto: perche’ ripetere a pappagallo parole in cui non si crede? Meglio dirlo onestamente.
Per questo se fossero coerenti e sinceri i cristiani moderni ed adulti dovrebbero fare una lista di cose a cui non credono e dirlo francamente:
Non credo nell’ Antico Testamento
Non credo nel peccato originale
Non credo nel Diavolo e negli Angeli
Non credo nei miracoli
Non credo nelle rivelazioni divine
Non credo nei dogmi
Non credo nei riti
Non credo nelle verita’ morali assolute.
Dopo aver fatto onestamente L’ elenco di tutto ciò’ in cui non credono si accorgerebbero che non credono in piu’ del 70 percento della religione cattolica.
La lore e’ una fede altamente ” selettiva” che rifiuta buona parte del Vecchio e anche del Nuovo Testamento.
Dovrebbero percio’ fare una antologia dei sacri testi, scelti e riveduti, come base della loro nuova religione. Solo alcune parti di San Paolo o dei Vangeli, altre no.
Su che base? Ma ovviamente sulla base delle proprie credenze: prima vengono le credenze individuali e dopo le sacre scritture, non il contrario( per loro)
Tutta la mia simpatia e la mia solidarietà a don Fredo Olivero, prete da 50 anni e certo non ” creatura bergogliana”, già direttore diocesano della Pastorale Migranti e certo superiore alle punturelle di spillo dell’azzimato articolista della NBQ, quello che si autoepitaffia in vita con il motto che è tutto un programma “Marcet sine adversario virtus” , convinto di avere tra le mani lo scoop di Natale.
Buon anno don Fredo,anche da questo blog.
🙂 🙂 🙂
Se ne accorge anche il solito bambino di sei anni che si tratta di propaganda, e non di commento: parlo del lunatico intervento delle ore 18.15.
Ma visto che il principio ispiratore – vecchio come il cucco, già questo qualcosa dovrebbe suggerire, no? – della propaganda è sempre il ” dir male, dir male, qualche cosa nell’orecchio resterà”, si impone necessariamente spendere due righe per chiarire l’ovvietà più lapalissiana del mondo: e cioè che E’ FALSO che esistano ” cristiani moderni e adulti” ( e siamo daccapo al piovegovernoladro generico eindimostrabile che consente ogni calunnia) che dicano :
Non credo nell’ Antico Testamento
Non credo nel peccato originale
Non credo nel Diavolo e negli Angeli
Non credo nei miracoli
Non credo nelle rivelazioni divine
Non credo nei dogmi
Non credo nei riti
Non credo nelle verita’ morali assolute.
Venturi ha certo una attenuante nelle fonti cui si abbevera, insaziabile.
Ma, fonti o non fonti, le frottole sono frottole, e qui ce n’è una serie, degna dei bottarelli e tricchetracche di capodanno.
“Noi non abbiamo bisogno di annunciatori della Parola che cambino il Vangelo con la scusa di adattarlo al nostro tempo.
Ma di annunciatori, che tentino ogni giorno, magari riuscendoci poco, di cambiare sé stessi, per essere più conformi al Vangelo che non cambia”
Cardinale Giacomo Biffi (Milano, 13 giugno 1928 – Bologna, 11 luglio 2015)
E’ FALSO che esistano ” cristiani moderni e adulti” che dicano …
Mah, leggendo tanti commenti su questo blog, mi pareva l’esatto contrario.
Rif. 17:34
Luigi, prendo atto di quel che dici, ma devo far presente che io non invento niente. Non ne avrei nessuna ragione.
Posto i link alle pagine web in cui è possibile verificare:
http://antikamente.altervista.org/negazione-bibbia-popolo/
http://pietromelis.blogspot.it/2017/10/imparare-in-tal-caso-dalla-cina-fuori.html
http://www.cristianicattolici.net/la-bibbia-vietata-chiesa-cattolica.html
Caro Cuffini
Certamente non mimetterei a parlare del senso della sofferenza con un malato che soffre gravemente. Ma la argomentazione che ci potrebbe essere qualche malato che legge il blog e pertanto non se ne deve parlare è una argomentazione decisamnre debole. Quanto all’essere “scandalizzato” dalla sofferenza, questo non è un fatto solo personale perché influenza la nostra capacità di esprimere giudizi sereni.
Infine voglio dirti che il tuo continuo sottolineare che la nostra ( mia e tua ) opinione vale zero è piuttosto irritante. Il valore di una opinione non sta in chi la esprime ma nella Verità che contiene. Se partecipiamo a un blog è per esprimere le nostre opinioni, che possono contenere più o meno elementi di Verità. A chi legge poi dare maggiore o minore peso.
A Vicotria Boe : sono assolutamente certo che le sue opinioni abbiano anche altri sostenitori. Tuttavia questo non le “avvalora”! Solo quando le idee sono condivise da milioni di persone ( e non solo decine ) e rimangono inalterate per centinaia di anni ( e non solo qualche decade ) possono essere in qualche maniera ( e comunque mai assoluta ) essere “avvalorate”. È anche su questo principio che si basa la Tradizione.
Grazie Victoria Boe d’aver indicato le fonti dalle quali hai preso l’informazione che la Chiesa Cattolico abbia proibito nel Medioevo il Primo Testamento. Ho verificato, come invitavi a fare.
La prima delle fonti da te linkate è esoterica e mira a liberare l’umanità “dal giogo opprimente della religione cristiana abilmente costruita dal diavolo”. Così afferma il testo che segnali, basato su falsi documenti costruiti nei secoli dai polemisti antiromani.
La seconda ci porta al blog di Pietro Melis, un simpaticone tuo conterraneo che ha come motto: “Mi vergogno di essere nato da genitori sardi”. Il burlone è autore anche di un libro intitolato “Roba da Sardi, ve la do io la Sardegna”. Sulla sua cultura biblica non m’affaccio.
La terza fonte dà ragione a me e documenta le falsità contenute nelle altre due.
Alleluja!
Sono lietissimo che sia irritante, Zezza..Purtroppo vedo che non lo è abbastanza da tradursi in una provvidenziale astensione.
Quando capiremo che le nostre “opinioni”possono trasformarsi in coltellate sulla carne viva di chi soffre sarà sempre troppo tardi.Se credi che questa sia teoria o esagerazione te ne presento qualche dozzina io di persone ferite da questo nostro improvvido blablabla.
Quanto al mio essere scandalizzato -per non dire molto peggio- sulla sofferenza non pretendo di convincereali nessuno al riguardo ma confermo in modo granitico che sta alla base della libertà e della forza della mia fede.Su cui gioco la mia intera storia. Tanto x precisare. Non che freghi nulla a nessuno come deve essere trattandosi di opinioni tue e mie,ma visto che mi ci tiri,della serena capacità di giudizio personalmente me ne importa un fico secco.A me importa Cristo innocente in croce per me è con me.Il resto è aria fritra.
Rif @11,57 @12:04
Appunto! Se la considera “aria fritta” perché se la prende…
Conosco famiglie poverissime, con bambini scheletrici. Succede quando c’è un mutuo da pagare che sommandolo alle bollette, il residuo di questi stipendi da fame è minimo. La pessima alimentazione facilita l’insorgenza di malattie nei bambini, che son denutriti, anemici, con problemi seri.
Io li vedo questi casi, ne conosco più di uno. Ma non ho mai sentito uscire un lamento da queste persone. Conosco famiglie con disabili, di cui una, con un ragazzo (ora giovani adulto, mio allievo al gruppo di cresima negli anni 90) attorcigliato su di una sedia a rotelle. E’ così dalla nascita, a causa di una sofferenza da parto. Tutti hanno fede, tutti pregano, ma non ho mai sentito nessuna di queste persone parlare come parla lei …giuro.. mai! Non oso immaginare come possa sentirsi una persona sofferente, con disabilità, che sembra non capire, ma registra tutto e tutto comprende, udire un congiunto esprimere in maniera così lapidaria, e quanto, quanto peso si aggiunge al peso della propria condizione .
Proviamo – come fece Caravaggio con la “Resurrezione di Lazzaro”- ad osservare dal punto di vista dell’anima di colui che è inerte, impossibilitato ad esprimersi, ad agire, e dipende dalla bontà o dalla malvagità degli altri.
Cristo non proferì Parole, solo lacrime, e quel :” Lazzaro vieni fuori!”.
Ecco, impariamo innanzitutto ad amare i nostri fratelli che sono nella tribolazione, amarli veramente, fino alle lacrime, senza parlare, senza dir nulla….
Chiedo scusa a Victoria. ..Mi ero perso il suo intervento di ieri delle 11.57. Ringrazio l ‘amico che me le ha segnalate.
Bellissime parole.
Un abbraccione e un festoso buon anno!!!.
Non me la prendo affatto.
Considero solo che,benché si esordisce con un “Appunto”
la fricassea d’aria continua senza sosta.
Sono con te, Lorenzo. Ti abbraccio anch’ io e ricambio gli auguri affettuosamente.
Spero che qualcuno finalmente capisca il tuo stare abbracciato al Cristo.
A Lorenzo Cuffini.
Io penso che la capacità di giudizio sia quello che differenzia l’uomo dall’animale, dominato dagli istinti. E pertanto sia importante cercare di esercitarla nel modo piuu equilibrato possibile.
Naturalmente questa è solo una mia opinione che come non manchi di rilevare ad ogni pie’ sospinto conta zero.
Mi chiedo tuttavia se consideri le opioni/giudizi aria fritta perché continui a esprimerli? Più coerente sarebbe che ognuno pensi per se’, eviti di dialogare…. smuovendo l’aria e risparmiando tempo e fatica.
Comunque ti auguro un anno nuovo di pace nel quale tu possa,serenamente vivere le situazioni di sofferenza che si presenteranno.
🙂
Vedo che lo capisci a parole,Zezza.Perché non passi ai fatti?
Non sono io che riapro continuamente l omiletica sulla sofferenza.Spero anzi ardentemente che resti nel cassetto,cosa che non succede.
Rif. 20.49 di ieri
Non ho l’autorità del SuperBiffi, ma mi permetto di dire che ci sono anche quelli che, pur di ignorare quelli del nostro tempo, cambiano il Vangelo.
Quanto alla pace e alla serenità, ringrazio e capisco la buona intenzione,ma non ci si capisce proprio. La pace è la serenità la trovero sperabilmente un giorno., a giochi fatti.
Ora ho un po d altra roba ben più importante da fare.
Mi basta,avanza e sopravanza Cristo crocifisso. Ed è Lui è niente altro che mi auguro.
Rif. 18.15 di ieri sera – Cristiani moderni ed adulti
Immagino di essere un cristiano (per via del battesimo, certificato) moderno (perchè vivo nel XXI secolo), adulto (per via della età che è considerata più che adulta).
In varie occasioni ho proclamato la fede cattolica recitando pubblicamente il credo niceno-costantinopolitano e aggiungendo, come prescritto, questi tre commi.
a) Credo pure con ferma fede tutto ciò che è contenuto nella Parola di Dio scritta o trasmessa e che la Chiesa, sia con giudizio solenne sia con magistero ordinario e universale, propone a credere come divinamente rivelato.
b) Fermamente accolgo e ritengo anche tutte e singole le verità circa la dottrina che riguarda la fede o i costumi proposte dalla Chiesa in modo definitivo.
c) Aderisco inoltre con religioso ossequio della volontà e dell’intelletto agli insegnamenti che il Romano Pontefice o il Collegio dei Vescovi propongono quando esercitano il loro magistero autentico, sebbene non intendano proclamarli con atto definitivo.
Altri elenchi di cose (circa rivelazioni divine e riti, per esempio), a cui aderire con pubbliche professioni di fede, non mi sono mai stati sottoposti da nessun Romano Pontefice e da nessun vescovo, nemmeno preconciliare.
Rif. 27 dicembre ore 10.39 – Avvicendamento di Müller
La Nuova bussola quotidiana di oggi riporta la versione integrale della prefazione di papa Benedetto per il libro dei 70 anni di Müller.
Il testo di Benedetto è di una limpidità e sincerità esemplari.
Si può certamente ricavare il dato che Ratzinger, se fosse dipeso da lui, avrebbe confermato Müller al suo posto. Ma sicuramente non si possono giustificare e accettare il titolo e il commento introduttivo scorretti (per non dire di peggio) della “sbussola”.
Proprio il riferimento ratzingeriano alla libertà del papa e alla combinazione di “competenza e saggezza” in chi deve prendere le decisioni finali (in definitiva: i singoli prefetti delle congregazioni ma anche, sopra loro, il papa)
dice che la decisione di papa Francesco è legittima e totalmente rispettata da parte di Benedetto. Non c’è in lui alcuna insinuazione di “errore”.
Va considerato “l’insieme della vita di una grande comunità”. Mi sembra molto pertinente questa affermazione dell’ex papa.
Si potrebbe persin supporre, dalle parole di Ratzinger, che forse – in determinate circostanze – ciò, negli ultimi anni, non sia sempre avvenuto ai vertici della dottrina della fede.
Inoltre la prefazione di Benedetto è rivelativa sul piano autobiografico dei buoni e franchi rapporti tra i teologi di razza di area tedesca nei primi 10-15 anni di postconcilio. Un equilibrio che forse dopo si è rotto, con danno “per l’insieme della grande comunità ecclesiale”.
Io mi chiedo in quale parte della prefazione del Papa emerito nel libro del card. Müller sia riscontrabile una sola frase che giustifichi il titolo (Caro Muller, un errore cacciarti.Firmato: Benedetto XVI ) completamente stravolgente, dato dalla N.B.Q.
Vi si legge che il contratto quinquennale di prefetto era terminato, e si capisce, dunque, che papa Francesco aveva correttamente applicato la volontà di Paolo VI.
Ma in quel sito, che si fregia del sottotitolo “fatti per la verità”, non vi è traccia di verità né nella titolazione né nella introduzione.
A chi giovano tali mistificazioni?
Ancora non si è capito che questi giochi fuorvianti, condotti per evidente partigianeria, fanno solo male alla Chiesa, confondono le acque e le fanno perdere credibilità.
E c’è chi ancora si abbevera a queste fonti inquinate.
Caro Lorenzo sono sinceramente dispiaciuto del fatto che tu consideri la serenità Ela pace come una prerogativa esclusiva del mondo di là da venire e quasi un impedimento alla azione quotidiana.
La mia esperienza, al contrario, è che qualunque azione se fatta essendo in pace e serenità è molto più efficace che non quando si è in una situazione di conflitto interiore.
La situazione di conflitto interiore te la sei sognata tu, caro Zezza.Perdona, ma continui a parlare di cose che non conosci per nulla.La serenità non è categoria evangelica, la pace eccome se si ma quella pace, non quella che intendiamo.
Dunque non dispiacerti per nulla.
Lascia fare che di certe azioni tutto si misura fuorche l “efficacia.”
Pianeti diversi proprio.
Rif@ 2; 33
Bene.
Vorrà dire che pregheremo affinché Cristo le conceda quella pace che solo Lui sa dare e che, almeno da come si esprime in questo contesto, al momento sembrerebbe non possieda….anzi….tutt’altro.
🙂
Troppo facile pregare così ,per quello che già c’è.
Le friggitorie a Capodanno non fanno vacanza?
Peccato.
🙂
Per coloro che non credono nell’ Antico Testamento:
Basta leggere i Vangeli , per esempio Matteo, per avere continue citazioni dell’ Antico Testamento. Non c’ e’ quasi pagina evangelica che non rimandi ai profeti e ai salmi. Non credere all’ Antico Testamento vorrebbe dire una religione ” esoterica ” e gnostica in cui Gesu’ invece di essere un uomo ben preciso , della stirpe di Davide, il Leone della Tribù’ di Giuda, il Messia predetto dai profeti, fosse un puro spirito incarnatosi nella materia e avulso dalla Tradizione religiosa e storica
in cui e’ nato. E’ L’ eresia di Marcione.
Al contrario Gesu’ in ogni sua predicazione rimanda continuamente alla storia di Israele, al Dio di Israele. Negarlo vorrebbe dire negare non solo L’ Antico Testamento ma anche il Nuovo. Non c’ e’ pagina evangelica che non rimandi alle parole della Torah e dei profeti. E le parole di Gesu’ in croce sono citazioni di Salmi di Davide.
Ma va?
:):):)
Rif. ore 9.55
I cristiani che partecipano a questo blog considerano Parola di Dio tutto l’Antico (o Primo) Testamento. Non c’è dubbio.
Diversa questione è se siano da prendere per storicamente avvenuti vari episodi
che ci sono nell’A.T.
E’ sicuro poi che gli evangelisti conoscono la storia di Israele
“Al contrario Gesu’ in ogni sua predicazione rimanda continuamente alla storia di Israele, al Dio di Israele.”
Gesù, pur essendo ebreo, trascende l’A.T.
Senza il suo comandamento NUOVO: “Amatevi l’ un l’altro come io vi ho amato”, non ci sarebbe stato bisogno dell’incarnazione di Dio in Gesù, e la religione cristiana non avrebbe avuto ragione di esistenza.
Gesù ha insegnato che la relazione con il Padre non ha come suo fondamento la Legge di cui è permeato in prevalenza l’A.T., ma la sua base è nell’accoglienza del suo Amore; non si basa sui ritualismi esteriori ma sulla identificazione di sé stessi con i fratelli del mondo intero. Questo Amore, lungi dall’essere un ideale, è la porta vera per l’Amore di ( verso) Dio.
Il verbo di Gesù indirizza sempre a questo fine. E il Suo sacrificio non ha affatto valore per la sofferenza in sé, come molti continuano a credere ciecamente, ma per l’Amore con cui Gesù ha portato la sua Croce, in riscatto del PECCATO di tutti gli uomini di tutti i tempi. L’Amore, non le sofferenze, dunque. Su quella croce è scritta a caratteri cubitali la parola “AMORE”.
Se non si capisce questo, non si capisce l’unicità della religione cristiana. E tanto varrebbe, allora, aderire ad un’altra religione qualsiasi.
Ho sottoposto ad analisi critica il post di Victoria delle 18.43
Victoria scrive , testualmente :
“Gesù, PUR essendo ebreo, TRASCENDE l’A.T” [ con questo “pur” VB vuole forse affermare che il fatto di essere “ebreo” sia un “accidente” ? “trascende l’A.T” : secondo la dottrina cristiana [attuale] Gesù “porta a compimento l’A.T” – cosa assai diversa dal “trascendere”]
“Senza il suo comandamento NUOVO: “Amatevi l’ un l’altro come io vi ho amato”, non ci sarebbe stato BISOGNO dell’incarnazione di Dio in Gesù, ‘ la frase è un po’ oscura ma a me pare di capire che affermi che l’ incarnazione di Gesù sia finalizzata al dare il comandamento NUOVO . Se è così pare un po’ poco per un fatto come la Incarnazione.
“Gesù ha insegnato che la relazione con il Padre non ha come suo FONDAMENTO la Legge [vero] di cui è permeato in prevalenza l’A.T. [falso,la Legge non è “il fondamento della relazione” ma la “ESPRESSIONE della relazione” esistente. Gesù in questo non innova ma conferma], ma la sua base è nell’accoglienza del suo Amore [ vero; in linea con l’insegnamento dei profeti ] ; non si BASA sui ritualismi esteriori [ vero ]ma sulla identificazione di sé stessi con i fratelli del mondo intero [falso. La “identificazione di sè stessi ecc ecc può, al limite essere considerata una “conseguenza” della relazione stabilita ]
“Questo Amore [di Dio verso di noi ], lungi dall’ essere un ideale, è la porta vera per l’Amore di [noi] ( verso) Dio [ e verso il prossimo . Non possiamo amare se non siamo stati amati prima ]
“L’Amore, non le sofferenze, dunque” [ ma in che cosa si è reso manifesto l’Amore? Nell’avere accettato le sofferenze! La sofferenza CERTIFICA che l’Amore non è questione di belle parole o di alati sentimenti ma è “prendere su di sè il peccato dell’altro – che notoriamente fa male e produce sofferenza. ]
1)Nessun “accidente”. Gesù è ebreo ma non si limita a seguire l’A.T.,come tutti gli altri ebrei fanno e come indicano certi suoi rimandi al Primo T.
Gesù va oltre, lo supera.
Lo completa, appunto, mostrando in verità che la Legge senza l’Amore ha scarsa valenza. Infatti, i suoi oppositori,zelanti nel seguire la Legge, sbagliavano il bersaglio quando, per voler seguire la Legge, mettevano la persona umana in secondo piano, cioè dietro la Legge. E Lui li contraddiceva.
2) Gesù è un ebreo “speciale” che non idolatra la Legge, come i suoi fratelli ebrei facevano; il suo modus operandi era improntato a svelare il vero volto del Padre, l’Amore, che è l’ elemento essenziale dell’identità di Dio.
Tutto il Vangelo lo testimonia.
Gesù vuol dimostrare in pienezza che Dio è Amore, e che la salvezza non giunge per osservanza della Legge già stabilita, ma per la pratica dell’Amore. Questo rappresenta la Legge rinnovata e compiuta ampiamente.
“Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati”. La chiave di volta dell’esistenza è questa ed è stata data a tutti gli uomini, non solo agli ebrei.
Anche certe pagine del Primo Testamento vanno rilette alla luce del Secondo Testamento, e non viceversa.
3) La Relazione al centro della religione cristiana è data dalla circolarità dell’Amore: Padre, Figlio e Spirito Santo (Santissima Trinità). Non un cerchio chiuso, però, ma espanso verso la Relazione che intercorre fra Dio e l’uomo, fra gli uomini tutti.
Questi ultimi sono fratelli–TUTTI!–di Gesù Cristo. Tutti figli dell’unico Padre che li ha ri-creati in Gesù Cristo.
Gesù ci ha insegnato che ognuno di noi deve AMARE i propri fratelli per arrivare al CUORE di Dio; e deve amare in primo luogo quelli più diseredati per i motivi più diversi.
“Ama il prossimo tuo come te stesso” e “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.
4)L’Amore di Gesù NON si è reso manifesto “nell’avere accettato le sofferenze”, che nessuno mai può, né potrà, accettare a meno di essere degli strani individui privi di sensibilità. Errore massimo dire questo.
Dio NON VUOLE la sofferenza, avendoci creati per la gioia della vita. NON LA VUOLE e ci chiede di combatterla ogni volta che è possibile.
L’ Amore Grande di Gesù si è manifestato, invece, facendo l’offerta delle sue sofferenze, non CERCATE né VOLUTE [ “Padre allontana da me questo calice…” e “Padre perché mi hai abbandonato?…], a Dio Padre, assumendo su di sé, PER SEMPRE, i peccati sempre possibili–Legge o non-Legge– degli uomini, suoi fratelli, indotti al peccato dalla debolezza creaturale.
[“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno…].
Un qualche paragone si può fare con il sacrificio di quelle persone che nella storia, anche del nostro Paese, vengono ricordate ed onorate per aver offerto la propria vita in cambio della salvezza di molte altre persone destinate alla morte.
O anche con chi chiede al Signore di prendersi la propria vita al posto di un proprio caro destinato a morire.
Si tratta di Amore che ha spirito divino.
Restare aggrappati al Cristo sofferente significa sapere che le nostre sofferenze fanno tutt’uno con quelle del Cristo e che Lui ci porterà con sé. La Sua Resurrezione non è data dalle sofferenze patite, ma dall’Amore Grande che ha vinto la morte.
Nessuno parlando di amore cristiano si abbandona ad “alati sentimenti” o al gusto delle belle parole, caro sig. Zezza.
Si tratta di un sentimento alto che è, piuttosto, sostanza di vita cristiana.
C’è una sola legge nella vita degli uomini, ed è quella dell’Amore, peraltro non facile da seguire ed anche piuttosto difficile da imparare.
alcuni commenti alla replica di VB.
“Gesù vuol dimostrare in pienezza che Dio è Amore [vero], e che la salvezza non giunge per osservanza della Legge già stabilita [vero], ma per la pratica dell’Amore [falso:la “salvezza” è dono e non si “acquisisce” con la pratica dell’Amore. Se così fosse si tratterebbe solo di sostituire a una Legge – quella delle due Tavole -, un’altra legge, per di più più esigente – la Legge dell’Amore. La novità portata dalla morte-resurrezione-ascensione – e dono dello Spirito non sta nel “Comandamento nuovo” ma nello Spirito donato – la legge posta nel cuore, adempimento della profezia. “La salvezza è mediante la fede e non viene da noi ma da Dio” ].
“Gesù ci ha insegnato che ognuno di noi DEVE AMARE i propri fratelli per arrivare al CUORE di Dio; e DEVE AMARE in primo luogo quelli più diseredati per i motivi più diversi.” [ nei Vangeli il verbo “dovere” non compare. Il CUORE di Dio è l’AMORE – questo viene riversato nei cuori dei fedeli che pertanto POSSONO amare, come Gesù dice loro di fare e facendolo testimoniano che è vero che hanno ricevuto in dono il CUORE di DIO ]
“4) L’Amore di Gesù NON si è reso manifesto “nell’avere accettato le sofferenze”, che nessuno mai può, né potrà, accettare a meno di essere degli strani individui privi di sensibilità.” “Dio NON VUOLE la sofferenza, avendoci creati per la gioia della vita”
“L’ Amore Grande di Gesù si è manifestato, invece, facendo l’offerta delle sue sofferenze, non CERCATE né VOLUTE [ “Padre allontana da me questo calice…” e “Padre perché mi hai abbandonato?…], a Dio Padre, assumendo su di sé, PER SEMPRE, i peccati sempre possibili–Legge o non-Legge– degli uomini, suoi fratelli, indotti al peccato dalla debolezza creaturale”
[ Non la MIA volontà – MIA : non soffrire perché la carne umana rifugge dalla sofferenza – ma la TUA sia fatta . Ed è andato VOLONTARIAMENTE alla morte, come ricordiamo giornalmente nella celebrazione eucaristica, perché ha riconosciuta in quella la volontà del Padre ]
“La Sua Resurrezione non è data dalle sofferenze patite [vero] ma dall’Amore Grande [ in primo luogo al Padre che gli ha mostrato quella via per il riscatto della umanità dal peccato “di origine” o fondamentale, che è il non credere nell’Amore di Dio ] che ha vinto la morte.”
“Nessuno parlando di amore cristiano si abbandona ad “alati sentimenti” Si tratta di sostanza di vita cristiana. ” [ concordo. Quello che non vedo è come si possa parlare di “amore cristiano” e allo stesso tempo bandire la sofferenza come inaccettabile. Amare (cristianamente) non porta con sé inevitabilmente sofferenze fisiche e spirituali? ]
Negli scritti di VB , a parte la lotta – che condivido – contro l’idea che la sofferenza IN SE’ sia NECESSARIA alla salvezza, ci vedo un po’ di “pelagianesimo “
Caro Zezza, lei con me si propone sempre di far quadrare il suo cerchio, com’è sua abitudine. Ma i suoi ragionamenti non mi appaiono convincenti, mi dispiace. E se i miei non sono convincenti per lei, fa lo stesso.
Vero è che il linguaggio di Gesù è nuovo rispetto a quello dell’A.T. a tal punto che Egli fu messo a morte ANCHE perché veniva percepito come “eretico”.
Il ruolo di Gesù–lo si è sempre ripetuto– è quello di rivelare il vero volto di Dio.
Nell’annuncio del Regno, Gesù proclama che il suo Dio si preoccupa dei poveri e dei peccatori.
Non si tratta di sostituire la Legge delle due Tavole, ma di precisarla e di definirla una volta per tutte alla luce della vera identità di Dio incarnatosi in Cristo Gesù. Almeno per noi cristiani. Tale identità ha un nome che è sostanza e Spirito, ed è riassumibile nella parola AMORE.
Dio è Amore, e Gesù Cristo ce lo ha rivelato in pieno e in molteplici modi fino alla sua morte in Croce. La Croce deve essere vista come il simbolo dell’Amore più che della sofferenza, l’ho già detto.
Certo che la salvezza viene da Dio, il Quale la dà a chi opera in carità ed amore, che sono più grandi della fede ed anche della speranza. Fra le tre virtù teologali la più grande, infatti, è la Carità,come ha detto san Paolo; e del resto non c’è bisogno di sapienza teologica per capirlo.
Ché altrimenti le persone semplici, che rifuggono da cervellotiche argomentazioni su Dio, non avrebbero salvezza.
Gesù è venuto a salvare, non a condannare, ed è testimone del Padre che è AMORE. È venuto fra noi per amare senza condizioni, prendendo su di sé i peccati del mondo e assimilando nella sua Persona tutti i sofferenti del mondo. Si è fatto PECCATO Lui stesso per riscattare i peccatori.
In questo Amore è visibile l’Amore stesso del Padre.
Ripeto:la sofferenza però non è voluta da Dio. Esiste certo, ma non è voluta da Dio. La sofferenza rimane sostanzialmente un mistero, un enigma.
Gesù l’ha accettata e liberamente l’ha offerta, e la offre tutti i giorni, per amore verso il Padre e verso l’Umanità, che sempre va riscattata dal peccato e in tal modo redenta, secondo la visione della nostra religione.
I cristiani devono riferirsi al Vangelo del Cristo, che ha fatto dell’amore del prossimo il segno più autentico dell’amore di Dio.
Vestire gli ignudi, dar da mangiare agli affamati, accogliere lo straniero… significa testimoniare il Cristo che viene a cercare e a salvare coloro che soffrono o che sono perduti per il loro distacco dal Dio rifiutato o incompreso proprio a causa delle molte inspiegabili sofferenze nel mondo.
Amare il prossimo vuol dire, in definitiva, amare il Dio incarnatosi in Gesù:
il Dio vivo fra noi, l’Emmanuele, quello che molti di noi cristiani non riescono a vedere negli emarginati, mentre sono propensi a vederlo nelle dotte dispute teologiche, che il più delle volte risultano sterili teorie.
Ma Gesù ha mostrato solo fatti concreti.
Cara Victoria le affermazioni che ci uniscono sono assai più di quelle che ci dividono, che pure ci sono.
1) lo AT è suscettibile di essere interpretato in modo dissonante da Gesù -lo hanno fatto gli ebrei più importanti suoi contemporanei – ma , noi crediamo che Lui ne ha fornito la corretta interpretazione. Quindi sostenere, come a me pare che lei faccia, che guardare all’AT sia da evitare non è corretto.
L’AT è la rivelazione progressiva di Dio che è culminata nella incarnazione, passione, morte e resurrezione di NSGC. Arrivo a dirle che non si può correttamente intendere Gesù PRESCINDENDO dalle sue radici ebraiche fondate sull’AT. (Sarebbe un poco come volere andare alle superiori senza avere frequentato le elementari ).
Non può eliminare la sofferenza dalla Croce. La Croce è segno dell’Amore certamente ma è, allo stesso tempo, segno della sofferenza. Amore e sofferenza viaggiano insieme. Non si può rompere questo legame senza rischiare di non capire più nulla della vita. [ E’ questo uno dei temi cruciali nei quali ci siamo dibattuti da tempo] In un certo senso è vero che Dio non VUOLE la sofferenza, in un altro la vuole ( o la permette o ne fa uso per i suoi fini più elevati ma è questione di lana caprina : ad es la volontà di Dio per Suo Figlio Gesù è stata che si sottomettesse alla Passione )
“Certo che la salvezza viene da Dio, il Quale LA DA’ A CHI OPERA in carità ed amore,”. Questo è sbagliato : Dio offre la sua Salvezza senza richiedere opere preventive. Questo è l’annuncio che deve raggiungere tutti gli uomini “Ef 2,8 8 Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; 9 né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. 10 Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo.”. Se abbiamo ricevuto la salvezza (= lo Spirito Santo di Dio che trasforma il nostro io/cuore) le opere dell’Amore seguono come testimonianza di questa avvenuta salvezza. (Vale anche la regola opposta: se queste opere dell’Amore – riassunte nelle sette opere di misericordia spirituale e sette opere di misericordia carnale ( e non solo queste ultime! ) – non si danno, anche, magari, in una piccola misura, allora significa che questa salvezza è stata illusoria o è stata dispersa o rinnegata )
[ Correggere gli erranti è una delle opere di misericordia spirituale . quindi anche le “dispute teologiche” non devono essere demonizzate ]
1)”Quindi sostenere, come a me pare che lei faccia, che guardare all’AT sia da evitare non è corretto.”
Mai detto questo. Non mi attribuisca asserzioni mai fatte.
2) “ad es. la volontà di Dio per Suo Figlio Gesù è stata che si sottomettesse alla Passione”
Questa è vecchia teologia con cui non concordo per niente, chiunque abbia impostato in questo modo le cose. Dire questo equivale a dire, come molti ancora fanno, con grande ignoranza secondo me, che tutto quel che ci capita nella vita è voluto da Dio. Attribuire a Lui sofferenze ( come a lei piace credere), disgrazie ed altro ancora è, a mio avviso, uno sbaglio.
Dio in realtà soffriva con Gesù in Croce , e soffre con chi si trova nella sofferenza.
Questo è il mio pensiero.
3)”Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; 9 né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene.”
Non sono d’accordo nemmeno su questo punto, mi dispiace.
Ritengo che la salvezza esuli dalla fede, altrimenti tantissime opere buone fatte senza fede si perderebbero. Cosa che io mi rifiuto di credere.
Fra l’altro, non capisco proprio perché il dono della fede sia così malamente distribuito: a certi sì, ad altri no.
Anzi sì, lo capisco: Dio vuole che molti non si salvino, né con fede né senza fede. Così è tutto chiaro.
Insomma, lei Zezza resta abbarbicato alla vecchia tradizione, e ne ha facoltà; io ereticamente me ne discosto. Lei andrà in Paradiso, io all’inferno.
E meno male che non c’è più la Santa (!?) Inquisizione a spedirmi al rogo.
Devo dire che ringrazio il mio Dio per questo.
1) ho messo la mia osservazione in forma dubitativa. Comunque senza dare nessun virgolettato le sue osservazioni sullo AT sono sempre state molto…dubitative.
2) Il vecchio proverbio “non si muove foglia che Dio non voglia” è sintesi di sapienza popolare . Gesù lo conferma nel Vangelo “Mt 10:29 Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia” e dice ai suoi discepoli: “perfino i capelli del vostro capo sono contati” . Chiaramente alcune sofferenze che viviamo non sono causate IMMEDIATAMENTE da Dio ( ad esempio la sofferenza che ci viene dai nostri peccati – anche se è stato Dio a organizzare le cose in modo che chi pecca ne abbia prima o poi a soffrire le conseguenze ).
Che Dio Padre co-soffrisse con il Figlio sulla croce lo si può dire e pensare, questo non è in contrasto con l’affermazione che il Padre ha voluto che il Figlio andasse incontro alla sofferenza. Chi ama – anche a livello umano – può dovere far soffrire l’amato (la correzione è l’esempio più chiaro) , senza goderne ma co-soffrendo.
3) “Ritengo che la salvezza esuli dalla fede,ALTRIMENTI tantissime opere buone fatte senza fede si perderebbero. Cosa che io mi rifiuto di credere.”
Questo pensiero nasce da una concezione della “salvezza” non “biblica”.
Così come la affermazione “Dio vuole che molti non si salvino, né con fede né senza fede” è chiaramente una “stupidaggine” !
Non esiste una VECCHIA tradizione. Esiste la Tradizione e basta. E quando ce ne discostiamo è forse perché,,,,,, abbiamo capito male e avremmo necessità di approfondire
[ le persone mandate al rogo dalla santa inquisizione sono state assai meno di quelle che ci viene fatto credere. A tutti è stata data la possibilità di evitarlo. Per il sistema politico vigente all’epoca, gli eretici erano dei “sovversivi” e i metodi usati per difendersi erano quelli che ancora oggi gli Stati usano. Deprecabile e deprecato che anche la Chiesa ci sia stata coinvolta, ma questo riferimento alla Santa Inquisizione, tipico degli avversari della Chiesa che negli ultimi due secoli non hanno fatto altro che diffamarla per poterla meglio sconfiggere, andrebbe evitato ]
Caro Zezza, lei mi fa tanto sorridere.
Non ho intenzione di stare a tirare la fune dalla mia parte; non varrebbe a niente e non vale davvero la pena.
Solo qualche nota.
1)Continui pure a pensare alla sofferenza come correzione, se così le piace. Per me questa è pura aberrazione.
2)Lei dice: “L’ affermazione “Dio vuole che molti non si salvino, né con fede né senza fede” è chiaramente una “stupidaggine” !”
Infatti è proprio una stupidaggine, tanto è vero che io volevo essere ironica, ma lei forse non ha colto, e pazienza!
3)La Tradizione è importante sì, ma non esaurisce l’eterna domanda dell’uomo su Dio e sulla sua azione nel mondo in divenire.
Stare attaccati alla Tradizione a doppio o triplo filo impedisce di vedere ed accettare l’ evoluzione progressiva del mondo stesso, dove Dio continua a rivelarsi secondo i segni dei tempi dichiarati da Gesù. Da qui la necessità di cogliere lo spirito del proprio tempo e di derivarne le verità dottrinali.
4)Potrei fare un elenco assai lungo di persone uccise perché ritenute eretiche. Glielo risparmio.
Io non sono affatto una nemica della Chiesa, tutt’altro, ma sono amante della verità. Mentre lei, a quanto pare, vuol chiudere occhi e orecchie per continuare a guardare sempre in un’unica direzione che è quella tipica di chi vuol cristallizzare nel passato una verità dalla quale si ha paura a discostarsi anche di qualche millimetro. Io la chiamo pigrizia mentale. Ma la chiamo anche ignoranza, se mi permette.
5) Lei dice con grande tranquillità: ” i metodi usati per difendersi erano quelli che ancora oggi gli Stati usano. ”
Ma che bello!! Di quali Stati parla, scusi tanto? Se a lei pare normale che la Chiesa del Cristo si sia lasciata coinvolgere, come lei ritiene, nell’uccisione fra i tormenti di tanti cristiani “sovversivi” , debbo dire che il suo concetto di cristianesimo è deplorevole. Ed io sono ben lieta di esserne distante.
1) cara victoria lei rovescia la argomentazione. Che Dio “corregga” il suo popolo è un dato di fatto – a meno di rinnegare tutto l’AT – che la correzione implichi sofferenza è un dato di fatto. PERTANTO dire che Dio e sofferenza sono incompatibili – come lei fa – è logicamente sbagliato. La mia affermazione NON è che TUTTE le sofferenze sono CORREZIONE.
2) L’aspetto ironico lo avevo colto. Solo che fare dell’ironia sull’affermazione di qualcuno dicendo una sciocchezza è un modo per dire che la affermazione fatta è una sciocchezza.
3) La mia osservazione è sul suo definire VECCHIA la Tradizione. Certo che oggi si parla con un linguaggio diverso da quello di cento anni fa e che i problemi sono diversi da quelli di cento anni fa. E che quindi sia necessario elaborare risposte nuove e dette in modo nuovo, e non ci possono essere applicazioni “meccaniche” . Ma la Tradizione – che non è mai vecchia – fornisce le LINEE guida nella elaborazione delle risposte.
4) per quanto lungo l’elenco delle persone uccise, con responsabilità delle strutture ecclesiastiche, a motivo delle idee questo sarà sempre infinitamente minore di quello delle persone uccise negli stessi anni dai governanti degli altri paesi. E concentrare le accuse sulla Chiesa è operazione disonesta, fatta dai nemici della Chiesa per screditarla. Un fedele della Chiesa non dovrebbe avvalorarla e farla propria.
5) La Chiesa è fatta da uomini del proprio tempo e non PUÒ essere esente dI difetti del tempo nel quale vive. O lei pensa davvero che tra cento anni non ci sranno critiche su come la Chiesa avrà gestito i problemi di oggi?
Lei afferma di essere “amante della Verità”. Lo affermo anche io. Il problema è che che ne’ io ne’ lei ABBIAMO la verita’ ma confrontiamo le nostre OPINIONI argomentandole. Ora non tutte le argomentazioni hanno lo stesso peso logico. È su questo che si discute.
“Il problema è che che ne’ io ne’ lei ABBIAMO la verita’ ma confrontiamo le nostre OPINIONI argomentandole. Ora non tutte le argomentazioni hanno lo stesso peso logico.”
Infatti le sue argomentazioni non hanno “peso logico” per la mia razionalità né per quella di altri, caro Beppe Zezza. Ho cercato di dimostrarlo, ma con scarso successo.
Non importa, per me basta così.
Ok. Basta così. Tuttavia mi dimostri, per favore, dove manca “peso logico” ad esiempio alla risposta nr 1. Cosa è sbagliato nella argomentazione?
Non è vero che Dio corregge il suo popolo?
Non è vero che la correzione comporta (quasi) sempre soffrenza in chi la subisce?
Se sono vere entrambe le affermazioni precedenti allora è logicamente vero affermare : non si può dire che Dio non possa essere la acusa prima di sofferenze per incompatibilità con il suo Essere.
Questa è logica pura.
Lei può ribattere che la logica non si applica di fronte al dogma da lei affermato : Dio non può essere autore di sofferenze, perché la sofferenza è male e Dio non può essere autore del male.
E basta così.