E Pilato mise all’asta le due figure messianiche di Barabba e di Gesù
In questo “Ecce homo” di Honoré Daumier, del 1851, vediamo un Pilato gridante alla folla, manco fosse un banditore d’asta: “Volete che vi liberi Barabba o Gesù?”. Con questa immagine potente introduco la registrazione audio della conversazione via Zoom che abbiamo svolto lunedì 20 sul brano centrale della condanna a morte del Nazareno. Qui sotto trovi il link alla registrazione, nel primo commento puoi leggere un testo di Ratzinger-Benedetto su Gesù e Barabba interpretati come due figure messianiche: “due forme di messianismo che si confrontano”
Commento
Luigi Accattoli
Ratzinger ci invita a chiederci chi noi oggi sceglieremmo. Al culmine del processo Pilato fa scegliere tra Gesù e Barabba. Uno dei due verrà liberato. Ma chi era Barabba? Di solito abbiamo nell’orecchio solo le parole del Vangelo di Giovanni: «Barabba era un brigante» (18,40). Ma la parola greca per «brigante», nella situazione politica di quel tempo, in Palestina, poteva assumere un significato specifico. In quel caso voleva dire qualcosa come “combattente della resistenza”. Barabba aveva partecipato a una sommossa (cfr. Mc 15,7) e in questo contesto era inoltre accusato di omicidio (cfr. Lc 23, 19.25). Quando Matteo dice che Barabba era un «prigioniero famoso», ciò indica che egli era stato uno dei combattenti più in vista della resistenza, probabilmente il vero capo di quella rivolta (cfr. Mt 27,16). In altre parole, Barabba era una figura messianica. La scelta tra Gesù e Barabba non è casuale: due figure messianiche, due forme di messianesimo si confrontano. Questo fatto diventa ancor più evidente se consideriamo che Bar-Abbas significa «figlio del padre». È una tipica denominazione messianica, il nome religioso di uno dei capi eminenti del movimento messianico […]. L’uomo in questione si pone come una sorta di alter ego di Gesù, che rivendica la stessa pretesa, in modo però completamente diverso. La scelta è quindi tra un Messia che capeggia una lotta, che promette libertà e il suo proprio regno, e questo misterioso Gesù, che annuncia come via alla vita il perdere se stessi. Quale meraviglia che le masse abbiano preferito ??rabba? […] Se noi oggi dovessimo scegliere, Gesù di Nazaret, il Figlio di Maria, il Figlio del Padre, avrebbe qualche possibilità?
Joseph Ratzinger, Gesù di Nazaret, volume 1, Lef-Rizzoli 2007, pp. 63s
Ratzinger ci invita a chiederci chi noi oggi sceglieremmo. Al culmine del processo Pilato fa scegliere tra Gesù e Barabba. Uno dei due verrà liberato. Ma chi era Barabba? Di solito abbiamo nell’orecchio solo le parole del Vangelo di Giovanni: «Barabba era un brigante» (18,40). Ma la parola greca per «brigante», nella situazione politica di quel tempo, in Palestina, poteva assumere un significato specifico. In quel caso voleva dire qualcosa come “combattente della resistenza”. Barabba aveva partecipato a una sommossa (cfr. Mc 15,7) e in questo contesto era inoltre accusato di omicidio (cfr. Lc 23, 19.25). Quando Matteo dice che Barabba era un «prigioniero famoso», ciò indica che egli era stato uno dei combattenti più in vista della resistenza, probabilmente il vero capo di quella rivolta (cfr. Mt 27,16). In altre parole, Barabba era una figura messianica. La scelta tra Gesù e Barabba non è casuale: due figure messianiche, due forme di messianesimo si confrontano. Questo fatto diventa ancor più evidente se consideriamo che Bar-Abbas significa «figlio del padre». È una tipica denominazione messianica, il nome religioso di uno dei capi eminenti del movimento messianico […]. L’uomo in questione si pone come una sorta di alter ego di Gesù, che rivendica la stessa pretesa, in modo però completamente diverso. La scelta è quindi tra un Messia che capeggia una lotta, che promette libertà e il suo proprio regno, e questo misterioso Gesù, che annuncia come via alla vita il perdere se stessi. Quale meraviglia che le masse abbiano preferito ??rabba? […] Se noi oggi dovessimo scegliere, Gesù di Nazaret, il Figlio di Maria, il Figlio del Padre, avrebbe qualche possibilità?
Joseph Ratzinger, Gesù di Nazaret, volume 1, Lef-Rizzoli 2007, pp. 63s