Quel bambino era mio e lo volevo

Sono rimasta lì, immobile, con le mani ancorate alla pancia, in un nuovo senso di protezione per questo bambino che finalmente riuscivo a sentire mio e ora sapevo che non avrei permesso a nessuno di strapparmelo via: era mio e lo volevo“: parole di una ragazza diciottenne di Macerata che racconta in un lavoro scolastico come fu che divenne mamma a 15 anni e come progettò di abortire su consiglio di molti ma non dei genitori e come decise per la vita insieme al ragazzo. Mando un bicchiere di VINO NUOVO e un bacio ai due, al bambino e ai genitori che le hanno parlato secondo Dio.

25 Comments

  1. Grazie, Luigi

    14 Novembre, 2013 - 16:03
  2. luca73

    Grazie Luigi, anche da parte mia.

    E mi piace ricordare un verso di T.S. Eliot: “Prega per noi ora e nell’ora della nostra nascita”.

    15 Novembre, 2013 - 10:18
  3. Clodine

    Beh, la posso capire, quando nacque mia figla ero solo un tantino più grandicella, ma solo un tantino…
    Si vive la gestazione in uno stato d’incoscenza, anche il corpo, che si modifica come sotto una lente deformante, lo si osserva con curiosità, senza capire, veramente. Difficile, se non impossibile, percepire la maternità, a quell’età. Difficile avere la piena consapevolezza dell’enorme responsabilità che comporta la crescita di un figlio. Si vive come sospese in una dimensione irreale fino a che ti trovi ad affrontare le doglie del parto : un dolore feroce e sconosciuto, un male cane insopportabile che sconvolge, cui non eri preparata, non ci pensavi proprio perché tutto , a quell’età, è ottundito dall”incoscienza.Dare la vita ad un essere umano in giovane età è un’esperienza molto forte, che sovrasta, costringe a guardare “altrove”, responsabilizza, forse troppo… E’ una bella sfida!

    15 Novembre, 2013 - 13:42
  4. Luigi Accattoli

    Un bacio a Clodine che qui più volte ha narrato quel suo salto dall’adolescenza alla maternità. Ogni volta che mi capitano queste storie – a me interessano solo le storie di vita – penso a te.

    15 Novembre, 2013 - 14:21
  5. Luigi Accattoli

    Dedicato a Clodine e a tutte:

    Varcare la soglia della fede implica avere occhi che si meravigliano, e un cuore non assuefatto a impigrire, in grado di riconoscere che ogni volta che una donna dà alla luce un figlio si continua a scommettere sulla vita e sul futuro” (Jorge Mario Bergoglio, Varcare le soglie della fede, Buenos Aires 1° ottobre 2012).

    15 Novembre, 2013 - 15:09
  6. elsa.F

    Non c’è cosa più grande, più forte e più potente della maternità. Là dove l’istinto prevale in modo totale sulla consapevolezza.
    E ci si lascia trasportare dallo stupore, dalla meraviglia, da sensazioni che non possono essere descritte a parole e che solo un’altra madre può comprendere e condividere.
    Sono emozioni.
    Non c’è atto più violento e disumano dello strappare dal grembo di una madre una vita nascente.
    La madre adolescente si lascia cullare e trasportare da quelle emozioni che non conoscono calcoli e convenienze, ma solo un semplice e profondo istinto ancestrale che porta ogni creatura femmina a proteggere i figli dal momento in cui vengono concepiti, pronte anche ad immolarsi per salvarli, un’attitudine che da quel momento in poi accompagna la loro vita;
    come recitava l’Avemaria di Faber: “Femmine un giorno e poi madri per sempre!”…

    15 Novembre, 2013 - 15:21
  7. manuel76

    Grazie Luigi!
    Ho la testimonianza di amiche che, per questioni naturalissime, han perso la gestazione desiderata nei primi mesi.
    E’ toccante come abbian vissuto con dolore un evento pur naturale.

    Qualche giorno fa è uscito un articolo sugli aborti in Italia, dimezzati dall’82 ad oggi, decresciuti di qualche percento in un anno.
    Sarebbe bello valorizzare la parte intelligente della legge 194, quella che, tramite i consultori, potrebbe aiutare nello scegliere la vita.

    Clodine, quello che scrivi è profondo e così personale! Grazie della testimonianza, sono toccato.

    15 Novembre, 2013 - 15:56
  8. Sara1

    Clo io ho partorito a quasi 30 anni e mi è andata peggio. Emorragia, cesareo d’urgenza (più o meno era festa e ho dovuto aspettare l’anestesista quasi un’ora) rianimazione. E avevo aspettato proprio perchè ci tenevo ad avere un po’ di maturità..
    Eppure ho un ricordo meraviglioso lo stesso del parto, il momento più emozionante della mia vita (anche se mi sono fermata ad uno).

    http://www.youtube.com/watch?v=qLMBHuzR5nY

    Un bacio a tutte.

    🙂

    15 Novembre, 2013 - 17:30
  9. Sara1

    OT: ho visto su Vino Nuovo che è ricomparso Lorenzo, bene se passa di qui lo saluto.

    🙂

    15 Novembre, 2013 - 17:31
  10. elsa.F

    @Sara

    Non avevo mai visto queste immagini, tratte vedo dal film “The Nativity Story”.
    E devo dire che a prima vista mi sembra un’interpretazione straordinaria di Maria.

    15 Novembre, 2013 - 17:53
  11. Sara1

    Elsa non ho visto il film, ma il disco da cui è tratta la canzone è uno dei miei preferiti.

    http://www.youtube.com/watch?v=FS7B2AHsQak

    Me lo registrò da ragazza un sacerdote che per alcuni anni era rimasto nella nostra parrocchia.
    Ricordo che era estate, andavo a messa la mattina e quando tornavo lo ascoltavo, con la luce del mattino aveva un colore tutto particolare.

    15 Novembre, 2013 - 18:14
  12. Clodine

    Grazie per il bacio, Luigi, che ricambio.
    Le parole di elsa sono vere; anche se adolescente, l’idea di disfarmi di quell’esserino non mi sfiorò mai. Il ricordo invece, difficile per certi aspetti da descrivere, è legato alla sensazione strana, di stupore , del tutto nuova unica e irripetibile che provai quando la presi tra le braccia per la prima volta in quel letto d’ospedale. Ci fissammo, occhi negli occhi, i suoi erano particolarmente vivi, intelligenti. Ci fu un momento in cui quel mutuo scambio, silenzioso e penetrante provocò in me un forte disagio, un senso di assoluta inadeguatezza. Pensai in quel momento che non ce l’avrei fatta…e caddi in un pianto dirotto..Quello fu il momento in cui credo di “varcato la soglia della fede” poiché, per quanto non avessi la percezione esatta di cosa volesse dire avere fede, tanto era acerba, balbettante, mi ci aggrappai con tutte la forze…e arrivò “quella Grazia che trasforma”.

    15 Novembre, 2013 - 18:16
  13. Clodine

    @corrige: “in cui credo di AVER varcato la soglia della fede”

    Sara…grazie per De Andrè, vuoi farmi piangere…ma lo sai che era il mio autore preferito e proprio in quel periodo…
    Te’ possino!

    15 Novembre, 2013 - 18:22
  14. elsa.F

    @Clodine

    Mi hai commosso, carissima; mi sembra di vederti madre-bambina di fronte ad una avventura così grande, così difficile.
    Maria ti è stata a fianco, ti ha sorretta e ti ha dato un pizzico della sua immensa fede.

    15 Novembre, 2013 - 20:27
  15. discepolo

    Un saluto a tutti dal Senegal. Oggi ho proprio visto un prematuro ,un esserino di nemmeno due chili nato nella nuova Maternita’costruita grazie a Amico Senegal in questo poverissimo villaggio della zona sud rurale del Senegal ai confini con la Guinea Bissau. Le madri senegalesi si comportano diversamente dalle madri taliane,sembrano quasi indifferenti ma io credo che i loro sentimenti siano identici ai nostri ,solo che per cultura non li esprimono. Anche i bambini sono seri ,molto belli e fieri ,e non piangono mai.Le mamme portano i bambini sul dorso e alcuni dicono che questo non guardare la faccia della madre per la maggior parte del giorno possa essere negativo. Non lo so qui si e’sempre fatto cosi’perche’le madri devono avere le mani libere per poter lavorare. I bambini qui non gattonano ma passano subito dall’essere “sospesi”con una fascia al dorso delle madri a essere messi per terra verso un anno. Di bambini ce ne sono tantissimi molti di loro sono orfani o abbandonati dai genitori. I bambini con malattie gravi ed incurabili vengono spesso lqsciati morire o fatti fuori dalla famiglia che non puo’comprare le medicine. Abbiamo appena aasicurato un anno di terapia antiepilettica ad una bambina perche’la suora ci ha detto che aveva paura che fosse fatta fuori dalla famiglia.I bambini senegalesi hanno la vita dura forse per questo nel loro sguardo silenzioso si legge una precoce saggezza. Persino il piccolo prematuro non piange per la fame ma aspetta silensioso e rassegnato quello che il destino ha in serbo per lui.

    15 Novembre, 2013 - 20:38
  16. elsa.F

    Cara, cara, Clodine, mamma-bambina!
    Le tue lacrime non hanno lasciato indifferente la mamma di tutte le mamme…

    15 Novembre, 2013 - 20:41
  17. mattlar

    Grazie clodine del tuo ricordo, non è la prima volta ed è sempre molto bello.

    15 Novembre, 2013 - 20:48
  18. Grazie Clo e grazie anche a Discepolo per questa finestra su un mondo che sembra così lontano…

    15 Novembre, 2013 - 21:03
  19. giorgio

    Dice giustamente il futuro Papa che dando alla luce un figlio si continua a scommettere sulla vita e sul futuro. E’ un grande mistero sempre, anche se la scienza, in questi ultimi tempi, vuole indagare sino in fondo il “segreto di Dio” .

    15 Novembre, 2013 - 21:06
  20. Luigi Accattoli

    Un bel saluto a Discepolo: da quando il 13 agosto ci aveva detto che era in partenza per il Senegal “dove lavorerò per un po di tempo alla formazione di operatori sanitari locali” ero in attesa di un racconto dal vivo. Che è un dono per tutti noi. Grazie.

    15 Novembre, 2013 - 21:45
  21. Clodine

    Cara elsa, si, è vero, non è stato facile. Ma la” Madre di tutte le madri ” mi è stata accanto, sempre, così come è vicina ad ogni madre che soffre, e quanto, quanto più, adesso al cuore di discepolo, in questa sua missione in Senegal.
    “Beato l’uomo che ha cura del debole,
    nel giorno della sventura il Signore lo libera.
    Veglierà su di lui il Signore,
    lo farà vivere beato sulla terra,
    non lo abbandonerà alle brame dei nemici.”
    Ti mando un bacio discepolo, e tu, per me, accarezza uno ad uno quelle creature di cui ti prendi cura…
    Un abbraccio forte.

    16 Novembre, 2013 - 8:35
  22. discepolo

    Cari amici non sempre posso collegarmi a internet perche’nei villaggi rurali non c’ewireless. Quando tornero in Italia credo per Natale mandero a Luigi qulche impressione e testimonianza. Intanto mando a Clodine e a tutte le donne del blog questo testo tradotto dal francese di una studiosa che ha fatto accurate. rocerche sui costumi ed usi dei DIOLLA la popolazipne della Casamance:
    Nella societa’animista Diolla le donne godono di molta autonomia:esse anche dopo sposate mantengono il loro nome di famiglia e i propri beni ,campi. In certe regioni nella coppi ciascun genitore ha l ‘obbligo di nutrire i bambini in funzione dei propri averi in campi di riso. Poiche’il marito non e’tenuto a nutrire la moglie e la moglie il marito ,ma poiche’spesso le donne hanno meno campi di riso poteva capitare che la moglie non aveva piu’riso:e allora non mangiava !!!
    Le donne hanno molta importanza nella famiglia paterna ,in caso di litigi sull’eredita’sono consultate dai loro fratelli e nipoti e aiutano a stabilire delle strategie. Le donne hanno i loro feticci e il loro bosco sacro.
    la fertilita ‘e’un valore altissimo mentre la sterilita’e’un onta sociale. Le gravidanze precoci e anche al di fuori del matrimonio vengono ben accettate come segno di fertilita’davanti alla quale la verginita’ non ha alcun valore.

    19 Novembre, 2013 - 12:33
  23. Luigi Accattoli

    Grazie discepolo, attendo il racconto. Buona Africa.

    19 Novembre, 2013 - 12:40
  24. discepolo

    I divorzi o le separazioni presso i Diolla sono molto rari benche’permessi.A volte una donna poteva avere vari mariti ognuno in un quartiere diverso e dunque molti figli. in quartieri diversi. Secondo alcuni questa era una strategia adottata dalle donne per mettere un freno alle lotte e alle guerre fra diversi quartieri :nessun guerriero avrebbe rischiato di uccidere suo frayello prendendo le armi contro il quartiere nemico dove egli viveva!

    19 Novembre, 2013 - 12:41

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