Dovremmo badare di più ai grembi che danzano (vedi post del 20 dicembre: Cinque giorni a Natale: “Ma quanto si muove”)). Una volta mi capitò di ascoltare Giuseppe Dossetti che citava un versetto del Talmud contro la corrente assuefazione all’aborto: “Quando i nostri padri giunsero al mare anche gli embrioni dal seno delle loro madri dicevano il Cantico”.
Quattro giorni a Natale: “Anche gli embrioni cantavano”
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“anche gli embrioni cantavano”
Ci sono innumerevoli studi scientifici che confermano quello che le madri già sapevano da che mondo è mondo e cioè che l’embrione sente, vive ed è sensibile ,come un bambino più grande. La musica, da innumerevoli studi , sentita già nel grembo materno, fino dalle prime settimane, quando si forma il cervello, da’ un imprinting duraturo nel cervello del futuro bambino
Ma da quando inizia a sentire?a danzare?’ non lo sappiamo con precisione, ma molto , molto presto, questione delle prime settimane. Molto prima del termine concesso per legge all’aborto volontario.
Nessuno ci pensa o vuole rifletterci ,perchè è un pensiero brutto e fastidioso , ma abortire è far fuori un essere vivente capace di danzare e sentire la musica. Altro che ammasso informe di cellule insensibili.
E chi può essere sicuro , in coscienza , che gli embrioni umani “congelati” per le varie manipolazioni genetiche e poi buttati nella spazzatura , non sentano nulla?
MC
Ma accade anche di “far fuori” un altro “essere vivente capace di danzare e sentire la musica”: quell’essere vivente che siamo noi stessi. Potremmo cantare “hai mutato il mio lamento in danza”, ma badiamo di più al nostro lamento. Potremmo” badare di più ai grembi che danzano”, e forse ci accorgeremmo che anche la terra è un essere vivente che danza, e che i monti saltellano come arieti e le colline come agnelli di un gregge. Abbiamo fermato tutto “nell’ombra della morte”. O Oriens…
…….e potremmo anche accorgerci di chi non ha mai avuto la gioia di sentire quel grembo abitato dalla vita e se ne resta in silenzio, incapace di esprimere i propri sentimenti.
Ci sono molti modi di “far fuori” una persona, spesso quello materiale è il più facile…
“Purtroppo c’è anche chi i figli li vorrebbe ma non riesce ad averli. Conosco alcuni casi di questo genere: credo che sia giusto ricordare nella preghiera queste persone.” : così scriveva Raffaele Savigni il 16 dicembre alle 18,51.
“Ci sono molti modi di “far fuori” una persona, spesso quello materiale è il più facile…”
E’ proprio così, dolce principessa. Tutti siamo stati “fatti fuori” più volte, non in modo “materiale”, nel corso della nostra vita. Però, che strano, quando è capitato -anche ripetutamente- a me, ne ho provato sempre una certa misteriosa esultanza. Proprio una specie di silenzio-canto. O di danza immobile. E credo che in fondo sia così per tutti. O no?
Qualcuno ricorda la figura, impersonata dall’attore Jeff Goldblum, del bizzarro intellettuale nel film di Steven Spoelberg “Jurassic Park” ? Di fronte alla supponente saccenteria degli scienziati del “Jurassic Park”, che s’illudevano, con la loro strumentazione d’ingegneria genetica, di controllarne e disciplinarne le nascite (“producendo” solo animali di sesso femminile), lui riesce ad irriderli osservando che “la vita non ti permette d’ostacolarla, la vita abbatte le barriere, dolorosamente, magari, e pericolosamente, ma si libera, s’espande: la vita vince sempre”.
Buona notte al “pianerottolo” !
Roberto 55