“Cari fratelli e sorelle buongiorno”. Papa Francesco ha appena iniziato a parlare in piazza San Pietro dopo il più lungo dei giri tra la folla che abbia compiuto fino a oggi: 38 minuti, accarezzando un centinaio di bambini, scendendo due volte dalla campagnola per abbracciare una ventina di persone disabili. L’inizio dell’Udienza è previsto per le 10,30 ma Francesco – come i predecessori – esce sulla piazza con qualche anticipo per salutare la folla. L’anticipo è generalmente di una quindicina di minuti e dipende sia dalla quantità dei “pellegrini” annunciati, sia dagli impegni del Papa che precedono l’appuntamento. Nei mesi di avvio dei Pontificati è normale che la piazza si riempia. Di straordinario in quello che abbiamo visto stamane c’è l’intenzione del Papa di ampliare lo spazio della festa con la folla. Una donna si avvicina alla papamobile e chiede al Papa di scendere per andare da una donna anziana, Francesco scende e va ad abbracciarla. La folla gli porta altri invalidi piccoli e grandi e lui va da tutti e a tutti dona – come può – un gesto d’affetto. Poi dice dello Spirito in vista della Pentecoste che sarà domenica 19: “Lasciamo che lo Spirito Santo ci parli al cuore e ci dica che Dio è amore, che sempre Lui ci aspetta, che Lui è il Padre e ci ama come vero papà. E questo soltanto lo dice lo Spirito Santo al cuore“.
Disabili e bambini nella piazza di Papa Francesco
49 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
La consacrata è madre e non zitella. “La castità è un carisma prezioso (…) ma, per favore, una castità “feconda”, una castità che genera figli spirituali nella Chiesa. La consacrata è madre, deve essere madre e non ‘zitella’! Scusatemi se parlo così, ma è importante questa maternità della vita consacrata, questa fecondità! Questa gioia della fecondità spirituale animi la vostra esistenza; siate madri, come figura di Maria Madre e della Chiesa Madre. Non si può capire Maria senza la sua maternità, non si può capire la Chiesa senza la sua maternità e voi siete icona di Maria e della Chiesa (…). Che cosa sarebbe la Chiesa senza di voi? Le mancherebbe maternità, affetto, tenerezza! Intuizione di Madre“: così Francesco aveva parlato, prima dell’udienza generale, alle superiore generali di tutto il mondo riunite in assemblea a Roma.
Costruire ponti e non muri. Giornata piena di discorsi questa per Papa Francesco. Il più importante l’ha fatto alla messa delle 07.00 al Santa Marta: “Un cristiano deve annunziare Gesù Cristo in una maniera che Gesù Cristo venga accettato, ricevuto, non rifiutato (…). Il cristiano che vuol portare il Vangelo deve andare per questa strada: sentire tutti! Ma adesso è un buon tempo nella vita della Chiesa: questi ultimi 50 anni, 60 anni sono un bel tempo, perché io ricordo quando bambino si sentiva nelle famiglie cattoliche, nella mia: ‘No, a casa loro non possiamo andare, perché non sono sposati per la Chiesa, eh!’. Era come una esclusione. No, non potevi andare! O perché sono socialisti o atei, non possiamo andare. Adesso – grazie a Dio – no, non si dice quello. C’era come una difesa della fede, ma con i muri: il Signore ha fatto dei ponti“.
Il coraggio delle periferie. Bergoglio nell’omelia del mattino ha detto ancora: “I cristiani che hanno paura di fare ponti e preferiscono costruire muri sono cristiani non sicuri della propria fede, non sicuri di Gesù Cristo (…). Quando la Chiesa perde questo coraggio apostolico diventa una Chiesa ferma, una Chiesa ordinata, bella, tutto bello, ma senza fecondità, perché ha perso il coraggio di andare alle periferie, qui dove sono tante persone vittime dell’idolatria, della mondanità, del pensiero debole… tante cose. ‘Ma, Padre, noi possiamo sbagliarci’. ‘Avanti, se ti sbagli, ti alzi e avanti: quello è il cammino’. Quelli che non camminano per non sbagliarsi, fanno uno sbaglio più grave”. Qui il resoconto della Radio Vaticana.
“evangelizzare non è fare proselitismo”
Speriamo bene allora.
🙂
Caro Luigi,
la considerazione sulle donne da parte di Bergoglio,
mi lascia molto perplesso….
Un amico vescovo che lavora nelle “mura”, mi dice di non fasciarmi la testa.
Ero risentito di Bergoglio sulla LWCR, quando confermò il loro “commissariamento”.
Mi è stato detto
di tenere conto che Bergoglio è il vescovo che vuole parlare a cuore,
e non si può fare un’accurata esegesi di ogni suo verbo, ma la parola è anche il suo contesto, è anche l’ascoltatore,
una parola che si piega a farsi carne per farsi comprendere,
scendendo dalla cadrega…..
Mi è stato detto di avere un po’ di sguardo lungo verso l’odierna presenza di una parte di episcopato zoccolo duro del corservatorismo,
e per non arrivare all’arma bianca tra loro, hanno chiamato in causa la Curia Romana….
(certo! la cosa è anche più complessa…)
Ma rimango perplesso, proprio sulla figura della donna,
che dalle parole del Bergoglio, sembra essere solo e soltanto madre (in qualsiasi maternità).
Riconosco alle parole di Bergoglio una provocazione bellissima,
ma,
siamo chiamati ad essere “figli nel Figlio”
siamo chiamati ad essere “coeredi di Cristo”,
per gli uomini e le donne,
il fondamento della salvezza è Gesù,
è lui che è Morto e Risorto,
nel corpo di Cristo,
noi formiamo un solo corpo mistico.
Tutto l’annuncio di Gesù e dei suoi apostoli,
si basa sulla resurrezione,
e passa attraverso la resurrezione,
non una parola sulla maternità.
Se nel Regno,
non vi saranno mariti e moglie,
probabilmente,
anche la maternità fondamento sulla terra,
non appare necessario nel Regno.
La maternità,
è aspetto transeunte.
Il futuro è nella Icona del Gesù risorto.
Senza la Resurrezione
è vana la mia fiducia.
Sennò,
che diciamo alle donne non madri, non suore ???
Le vogliamo torturare, Luigi ??? 😀
Io direi che e’ praticamente impossibile che una donna non sia madre. Impossibile.
C’è stato un tempo,
nel passato, in cui Gesù veniva “imposto”: ora Papa Francesco ci dice che Gesù va invece “proposto”.
Ai tempi di Gesù le donne adultere venivano lapidate (in certe parti del mondo si continua con questa “simpatica usanza): Gesù invece dice all’adultera “va e non peccare più. Non solo Gesù non la condanna ma le parla e la invita a doventare sua discepola.
C’è stato un tempo in cui certi Papi “pontificavano” dalla Cattedra di Pietro: ora Papa Francesco dice che i ponti bisogna costruirli per far uscire la gente dalla palude del peccato…
Come cambiano i tempi, eh?
Il sempre ottimo frate A. R. su Cantuale Antonianum offre una chiave di lettura molto più ampia e meno riduttiva:
“Il discorso del Papa alle suore è ben più che “siate madri, non zitelle”: Non si può vivere con Gesù senza amare la Chiesa”
http://www.cantualeantonianum.com/2013/05/il-discorso-del-papa-alle-suore-e-ben.html#comment-form
Cantuale interpreta pro domo sua!!
Matteo secondo me non è diverso dal discorso che Benedetto fece sugli omosessuali e il sacerdozio in luce del mondo,
Castità per il religioso è sublimare la propria capacità di dare la vita non metterla in un cassetto insterilendosi.
E in ogni caso è inutile prendersela, il linguaggio popolare è sempre netto e poco sfumato, se non si vogliono gli intellettualismi è normale che la single poi diventi zitella.
C’e’ sempre qualcuno che ci tiene a spiegare il Papa: “Il Papa ha detto…ma voleva dire…” cosi da assicurarsi che il Papa sia “davvero” Papa.
Sara: dentro il genere letterario usato,
non avere biologicamente figli, non vuol dire essere/diventare sterili;
non avere biologicamente figli,non significa necessariamente essere o diventare “zitelle”.
E questo non e’ intellettualismo.
Mabuhay magari non è intelletualismo ma è un concetto che richiede sfumature e delicatezza, la parola zitella non è il massimo riferita ad una donna.
Però mi sembrava chiaro.
Nel volume Il cielo e la terra (tradotto ora da Mondadori, edizione originale del 2011: conversazioni del cardinale Bergoglio con il rabbino Abraham Skorka) ci sono alcune pagine (la 73 e un po’ prima e un po’ dopo) in cui è trattata la questione dei “muri” che i cristiani erigono a difesa dal mondo, ripresa dal Papa stamane nell’omelia. Da cardinale parlava più liberamente e in quelle pagine troviamo le espressioni “gruppi fondamentalisti”, “gruppuscoli restaurazionisti: io li chiamo fondamentalisti”, “il fondamentalismo non è ciò che vuole Dio”, “Questo tipo di fondamentalismo restaurazionista è come l’oppio, perché allontana dal Dio vivo”. Suggerisco a chi dispone del volume di mettere quelle pagine a raffronto con le parole di stamane.
Adesso che ci ripenso zitella più che alla donna senza figli è riferito generalmente alla donna senza marito.
Luigi è vero che nel il cielo e la terra scrive questo, ricordo che mostra molto scetticismo anche verso altri atteggiamenti esacerbati (eccessiva enfasi sui miracoli, sudditanza verso le figure carismatiche), però è la prima volta che lo dice apertamente in una omelia.
Ci sono più piani mi sembra di capire nella sua predicazione o nella sua riflessione, uno più intellettuale che mi sembra decisamente aperto e uno più popolare che si muove in un ambito più conservatore, come devozione, come linguaggio e come forme.
E’ qualcosa che nasce da un’esperienza diversa dalla nostra (La sorpresa», ha scritto Jorge Vernazza, uno dei pionieri, scomparso nel 1997, nel libro che racconta la loro storia, «era paragonabile solo alla nostra ignoranza circa il sentire reale della gente… Talvolta tra noi si parlava di cercare una “fede autentica”, ma ci si aspettava di più dai “gruppi di riflessione evangelica” che dai tradizionali metodi di diffusione della fede… la realtà della gente delle villas con la quale ci coinvolgevamo con generosità e senza pregiudizi, finì per aprirci gli occhi davanti alla ricchezza della devozione propria del popolo». http://www.30giorni.it/articoli_id_18553_l1.htm).
Secondo me, la zitellaggine è una categoria dello spirito e ha poco a che fare con figli e mariti. È un appellativo che si rivolge al comportamento e indica aridità, sterilità (non fisica), chiusura al mondo, muri palizzate filo spinato.
Vorrei che fosse vera la frase di Mabuhay sulle madri, e mi piacerebbe estenderla anche agli uomini e alla paternità.
é vero ci sono anche gli uomini e i padri ma questa volta parlava alle suore!!
In ogni caso era riferito alla castità:
“Il pontefice ha rivolto un pensiero anche al voto di castità delle religiose: una castità, ha detto, che deve essere “feconda”, perché “la consacrata è madre, deve essere madre e non ‘zitella’!”.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/suore-nuns-monjas-papa-el-papa-pope-24653/
Nella pagina 73 del volume Il cielo e la terra il richiamo ai “muri” di un tempo è svolto così dal cardinale Bergoglio: “Quando ero bambino, nella mia famiglia si respirava una certa tradizione puritana; non era fondamentalista, ma era su quella linea. Se qualche vicino divorziava o si separava, non si entrava più in casa sua; si credeva quasi che i protestanti andassero tutti all’inferno“.
Mah! Scusatemi tanto, ma o non si capisce, o si fa finta oppure si elude.
Ovvero, faccio un esempio.
Un tizio/tizia crede, quindi come tale: vive la fedeltà coniugale e familiare, è aperto alla vita e lo mostra il numero di figli avuti, vive responsabilmente questo sacramento, testimonia la sua fede, mica costruisce muri.
Poi tizio/tizia, parla tranquillamente anche con quelli che “non sono sposati per la Chiesa”, però se richiesto (e magari pure non…) parla del fatto che è cosa buona il matrimonio che assurge a valore “sacramentale”, costruisce muri?
Io penso di no!
Perchè qui mi sembra (e spero di sbagliarmi) che per alcuni il”costruire muri” si intenda l’affermare i contenuti della dottrina cristiana.
La dottrina cristiana costruisce muri? No, niente affatto!
Il “muro” deve essere inteso come l’atteggiamento di ostilità verso certe persone categorie.
Rinfacciare la “dottrina” come per dire “mi fai schifo”, quello costruisce muri.
Rammentare invece, con la dovuta carità ciò che la Chiesa crede è insegna a credere, che io sappia è ancora “opera di misericordia spirituale”.
Questo vale per tanti esempi. La dottrina non costruisce muri, ma ponti verso Dio, a meno che di essa non se ne faccia uso per mortificare gli altri, per innalzarsi sugli altri.
“Perchè qui mi sembra (e spero di sbagliarmi) che per alcuni il”costruire muri” si intenda l’affermare i contenuti della dottrina cristiana.
La dottrina cristiana costruisce muri? No, niente affatto!”
Si faccia avanti chi ha detto che “la dottrina cristiana costruisce muri”.
Mi piacerebbe conoscere chi lo ha detto.
I muri li costruisce chi interpreta la dottrina cristiana a modo suo, chi cavilla, chi non riesce a leggere che il dialogo è necessario per cosruire ponti ed evitare i muri di un recinto privilegiato, ad uso e consumo dei soli cristiani. Quelli che si proclamano boriosamente seguaci di Cristo e non vogliono rendersi conto che sono l’esatto contrario.
Quelli che “Se qualche vicino divorziava o si separava, non si entrava più in casa sua; si credeva quasi che i protestanti andassero tutti all’inferno“.
Quelli che guardano male chi confessa altre religioni o che si azzardano ad esprimere pareri che non collimano con quelli dei più.
Quelli che si guardano bene dal cercare di capire le ragioni degli altri che vengono esclusi a priori perché “abbiamo ragione noi e voi avete torto”, “noi abbiamo la verità in tasca e voi fate schifo”.
Lei crede che non esistano più persone così? Esistono invece, anche in questo blog.
Forse lei ne sa pure qualcosa.
Tanto per dire: io mi sono sentita definire, con sentimento sincero, “sorella” da persone di altre religioni, non certo–e non lo pretendo– dai cristiani cattolici del blog di Luigi.
Questo esemplifica alla perfezione il costruire muri e non ponti.
“Rammentare quello che la Chiesa crede e insegna a credere” è ben diverso dal ritenere che tutti DEBBANO credere. L’OBBLIGO a credere fa a pugni con la LIBERTÀ di credere o meno.
Dio non se ne fa un bel nulla di chi crede per obbligo e senza libertà.
Questo concetto a molti non è chiaro per niente, purtroppo.
Ciao Nico !
Che aria tira dalle tue parti?
Ciao Mattlar
🙂
Ogni tanto aria un po’ greve… da farmi passare l’entusiasmo…
Certa gente che sa tutto -parlo a chi su questo blog ha lingua lunga e polpastrelli veloci capaci ad ogni pié sospinto di rovesciare tutto il male possibile-convinta di esporre sempre cose “esatte”.E chi anziché la lingua, mette in moto altri organi di senso di ben altra portata e consistenza. Lo fa in silenzio, senza clamore, perché è la nornalità e non vi trova nulla di trascendentale, nulla di cui “vantarsi”. Lingua e polpastrelli non rendono santi. Il Signore non ha bisogno della nostra lingua,anzi, sarebbe di grande utilità le si mettesse il “lucchetto”, la ganascia. Men che meno dei nostri polpastrelli per digitare stronzate contro questo o quello come fanno le comari, le donnette di cortile che sbirciano sempre “fuori” le loro finestrelle mentre in casa loro c’è tanta, ma tanta immondizia. “Chi fa la Verità viene alla luce”, Dice il Vangelo di Giovanni. Non chi “contempla la verità” o chi “difende la verità” ma chi fà la Verità, gli operai, non gli specialisti vengono alla luce. Depositario di Verità è Cristo e con Lui la Chiesa attraverso lo Spirito Santo che non è che un povero -pur nella Sua immensa potenza e sovrantià- un povero che brama di possederne un corpo, il nostro, perché senza il nostro corpo quella Carità vibrante,palpitante, vivente, sarebbe vanificata, inutile.E vuole trovarlo VUOTO, non colmo di robaccia. Nessuno qui pretende di possedere Verità. Non si possiede la Verità perchè non è nostral la Verità, ma di Dio il quale ci domanda di custodirla, e fedelmente. Di farla nostra , traducendola in azione, in comportamenti pratici nella reltà in cui ci ha posti in questo mondo.
E se proprio vogliamo dirla tutta, Cristo non solo non ha eluso …nè spostò uno iota delle legge -“ non un solo iota della legge non sarà tolto” – ma è andato addirittura oltre ogni possibile possibilismo [mi scuso per il gioco di parole], tanta è la radicalità del suo messaggio morale che ”Chiunque guarda una donna per desiderarla ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”…
Allora, domandiamoci se si stà veramente seguendo Cristo o non piuttosto costruendo un mare di menzogne per giustificare noi stessi…
[…] originale qui http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=11575 Condividi:CondivisioneFacebookStumbleUponTwitterGoogle +1Mi piace:Mi piace Caricamento… […]
Caro Luigi, questo discorso sulle zitelle non mi va un gran che giù, nonostante sia stato detto con molto garbo dall’amato papa Francesco. Perché, cosa abbiamo noi zitelle? Dei gay non si può dire mai niente, delle zitelle sì. E pensa che qui a Castello tutti, anche se più volte invitati a non farlo, mi chiamano “signorina”! Insomma, a 72 anni … chiamatemi almeno … Antonella!!
Cara Antonella, credo che volesse dire proprio il contrario e cioè che la castità è così feconda che rende madri e non zitelle.
Era un complimento e non una critica. (magari espresso con stile un po’ paradossale)
🙂
LA ZITELLA
A guardarla, la zitella
non fa certo un bell’effetto.
Veste male, non è bella;
non l’immagini in un letto.
Con un uomo ci sfinisce
di rimpianti e di languori,
vive sola, od accudisce
i suoi vecchi genitori.
I nostalgici suoi sguardi
sono fissi nel passato,
però adesso è troppo tardi.
Quanti, errori, che peccato!
La cucina, la canasta,
la vacanza coi parenti
son qualcosa: ma non basta.
Come vuoi che si accontenti…
E’ un ritratto un po’ antiquato?
E’ sparita, la zitella,
perché il mondo è ormai cambiato?
No. Rimane sempre quella…
Ma, ma questo è il mio ritratto! Si, sono proprio io…Non c’è alcun dubbio: ero zitella e non lo sapevo! Antonella, dammi il cinque, non sei sola…..
Condivido in toto gli interventi di Clodine.
Credo che il Papa volesse sottolineare la maternità spirituale delle religiose, il “cuore materno” nei confronti dei tanti bisogni di oggi. Non è nemmeno una novità: diversi ordini religiosi accentuano questo aspetto persino nel nome (penso ad esempio alle Madri Canossiane).
Il riferimento alle “zitelle” va inteso come critica ad un certo modo di vivere la vita religiosa, magari tra ricami e preghiere, ma senza amore materno verso il mondo. Santa Teresina di Lisieux era una Carmelitana e viveva in clausura, separata dal mondo, ma è diventata patrona delle missioni, perchè la Chiesa ha riconosciuto in lei un amore e una passione fortissima per il prossimo. Sono convinto che il Papa volesse mandare alle religiose (e ai religiosi) un messaggio di questo genere. Noi oggi non usiamo più la parola “zitella”, è passata di moda, ma abbiamo capito che papa Francesco ha appreso l’italiano dai nonni immigrati in Argentina nel secolo scorso e probabilmente la usa come la intendevano allora (e come la usavano abitualmente anche le mie nonne), cioè come sinonimo di donna (anche giovane) non sposata e senza figli. Ed è cosa ben diversa da una donna chiamata alla vita religiosa.
Viva la zitella, personaggio sui generis, fauna in via di estinzione, da proteggere! Non si adira la zitella per questo epiteto, resta in silenzio, paziente. Categoria da sopprimere in questo mondo friccicarello??? Sicuramente si, lo dice il Papa?!!!
Diversamente “abile”, la zitella, donna di nicchia, rappresenta la minoranza eppure, contrariamente ad altre minoranze [vedi il nazismo ad esempio, non condiviso dalla maggioranza, salito al governo influenzò negativamente tutta la Germania, e mezzo mondo. Lo stesso dicasi per il fascismo: uno sciame di facinorosi che cambiò la vita degli italiani- lei, la zitella, se ne sta’ tranquilla. Anche i gay,cara Antonella, sono una minoranza, proprio come le zitelle ma quelli fanno i dittatori, si fanno rispettare guai dire :”scusate, io vi rispetto come persone, ma i matrimoni gay no!Tra due individui dello stesso sesso, direi proprio di no!.. quindi non è giusto che dei bambini vengano affidati a due omosessuali”. Ahh!! Apriti cielo!
Dobbiamo accettare, che vuoi Antonella, siamo sotto dittatura…c’avimm a fa’?
Io resto sempre basita da chi parla di altri in un certo modo non rendendosi conto che sta parlando di se stesso/a. Ovvero che sta puntando il dito contro se stesso.
Si tratta di inconscio impulso ad autoredimersi (io, per fortuna, non sono come quello/a) ? O è, come io credo, malafede nuda e cruda? O forse è semplice stupidità?
Quanto al termine “zitella”, che tanto clamore ha suscitato, qualcuno dovrebbe spiegare al caro Papa ( che–com’ è naturale– non ha ancora sufficiente dimestichezza con la nostra lingua) che da noi questo termine ha significato spregiativo. Sono sicura che se lo sapesse, non lo userebbe con tanta disinvoltura.
Fermo restando che ci sono donne coniugate–e sono tante– che lo sono davvero, zitelle, nel senso peggiore della parola.
Nel frattempo che bella risata! Simpatico questo papa!
Anche io resto molto, ma molto basita….assolutamente basita…anzi, basitissima!
Viva il Papa!
C’é chi punta il dito sui “cattolici del blog di Luigi ” [specificamente, non vagamente, o per modo di dire ma espressamente sui “cattolici del blog di Luigi” i quali sarebbero tutti quei famosi…
“Quelli che…..
“Quelli che…
“Quelli che…
E resta basita : /
Si, è vero “Si tratta di inconscio impulso ad autoredimersi (io, per fortuna, non sono come quello/a) ? O è, come io credo, malafede nuda e cruda? O forse è semplice stupidità?”
E’ proprio vero!!
non “stupidità” ma molto, molto di più!
Cucina? Canasta? Non mi riconosco in questo tipo di zitellaggio, Clodine. Pensa, Clo, che pochi giorni fa un gruppo teatrale del mio paese mi ha invitato a leggere, in un loro spettacolo, una delle storie di “Ferite a morte” di Serena Dandini. Uno zitellaggio moderno, direi. Penso tuttavia che declinerò l’invito; non mi sento portata per il teatro. In quanto alla canasta, preferisco frequentare gli archivi storici. Forse si tratta di uno zitellaggio tutto sommato un po’ troppo … compiaciuto (così trovo nel dizionario dei sinonimi).
Bello “ferite a morte” della Dandini! Non te la sei sentita, ah….peccato! Ma non ti biasimo, come te non ho mai avuto coraggio ad esibirmi. Mi blocco. Canto abbastanza bene e tutte le volte che mi hanno inviatata a farlo ho preferito offrire la voce fuori campo… “Chi nun tene curaggio… nun se cocca ch’ e femmene belle”, dice un famoso detto napoletano. Ti confesso che anche il mio “zitellaggio”, come il tuo, è tutt’altro che monotono: mi diletto in cucina e sforno dolcetti , bruttini a dire il vero, ma buoni -Principessa mi passa le ricette che eseguo punto punto- ma questo è solo un diversivo. Alla Canasta preferisco correre -maratona- dove mi riconosco un vero levriero, sfidando le mie ossa che mi fanno sempre un gran male! Sai, penso abbia ragione l’amica che ha detto: “la zitellaggine è una categoria dello spirito e ha poco a che fare con figli e mariti”. Ritengo sia vero. Poi, se per zitella s’intende “la capacità di arrossire” allora si, quella “non si spegne mai” e sono suoper zitella; o di quel “comune senso del pudore” , bene,credo che entrambe, Antonella, ci riconosciamo in quella “zitellaggine” sinonimo di dignità, comune a tante donne, che fa dire :” il mio corpo è un io, che sono io! E non permetto a nessuno di usarmi come oggetto».
; ))
ciao
Nico, oggi a Roma è bellissimo!
Il tempo è meraviglioso, non troppo caldo, non più freddo,. Da piazza del Popolo a piazza san Lorenzo in Lucina i turisti camminano confondendosi con i romani; a piazza Capranica hanno tolto da poco tempo le impalcature da santa Maria in Aquiro e la piazza è tornata a splendere; le stradine tra via del corso e via della scrofa sono un brulicare di turisti, a tutte le ore del giorno e della notte… che meraviglia!!!
Clodine davvero fai le maratone?!?!?!
Clodine, non ti vedevo come maratoneta.
Che bello, Mattlar!
Anche qui oggi c’è il sole. Una giornata tiepida, il cielo terso, uno spettacolo.
Forse più tardi andrò a fare una passeggiata fino al parco, il mio paesino non offre certo le bellezze di Roma ma, come ogni angolo d’Italia, è pieno di piccoli tesori.
http://mw2.google.com/mw-panoramio/photos/small/1627659.jpg
Buona giornata!
oooh! MATTLAR
santa Maria in Aquiro.
Una chiesa comoda per i parlamentari praticanti.
Tanto per non dimenticarte il Giulio che vi andava….
e gli ottimi padri Somaschi che gli sono grati, comunque per il buono fatto.
Così, Mattlar, entrandovi, farai memoria o curioserai…
fratello Matteo, l’ho vista solo da fuori e l’ho trovata bellissima, anche perché da anni la vedevo coperta da quelle brutte impalcature. La piazza adesso è più spaziosa ed ariosa. Ci entrerò senz’altro. Grazie del consiglio: se hai altri suggerimenti preziosi, fammi sapere.
Mi piacerebbe sapere che cosa pensa Luigi, che è un bergogliano in s.p.e. (e non di complemento, oltretutto arruolato per forza, come me) di questa cosa che scrive Magister:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350515
Se le cose stanno come dice lui, mi pare che il gesuitismo di Bergoglio ne esca ingigantito. Nisi caste, saltem caute.
Bergoglio dice: “Ma se un uomo, più che unire il popolo di Dio, ha falciato la vita di moltissime persone, non può fare la comunione, sarebbe una totale contraddizione. ”
falciato la vita di moltissime persone non credo che si riferisca all’aborto.
E’ vero che Bergoglio è molto attento al peccato ma nel peccato inserisce anche questioni molto molto sociali, ad esempio le diseguaglianze ingiustificate (non so se è in questo libro o in un altro il riferimento alla scandalosa vicinanza di ristoranti lussuosi e periferie miserevoli).
Tirarlo dentro nella battaglia politica sull’aborto mi pare un po’ spicciolo onestamente.
p.s. senza voler scavalcare Luigi ovviamente.
Si, certo, maratoneta, fin da ragazzina è sempre stata la mia passione. Le gare provinciali tra PGS oratoriali le vincevo tutte, e questo fino ai 16 anni. Poi c’è stato un lungo periodo di stasi -senza mai perdere allenamento- da una decina d’anni ho ripreso di gran lena. Ma non partecipo alle gare,troppo impegnative. Ho corso due volte a quella di Roma…ma senza voler vincere, così solo per passione. Sono stata spesso tentata di iscrivermi a quella di New york, senza mai averne veramente il coraggio. Cammino a ritmo per kilometri, capace di girare in largo e in lungo La Urbe intera fino allo sfinimento. Mia figlia ha il terrore ad uscire con me:non prendo mai il bus…sempre a piedi…a ritmo…Per chi conosce Roma sa cosa vuole dire partire da San Lorenzo fuori le mura e approdare, a piedi ,a Piazzale Flaminio percorrendo le laziali, Staz termini., P-Repubblica, Via Nazionale giù Foro Traianeo, P-Venezia Via del Corso, P-Del POpolo e infine Piazzale Flaminio….per dire. Ma è solo un banale esempio…Roma è incantevole, Nico, è vero. Ma hai ragione a dire che tutto lo stivale possiede paesaggi naturalistici stupendi, luoghi incantati. Sapessi come vorrei fare le mie corse in luoghi ameni….senza essere dover zig-zagare tra le macchine e smog che fa un male cane. L’Umbria ad esempio, la verde Umbria di Antonella….ah..che meraviglia!
A Luigi Franti e a Sara. Ho marcato quella pagina del volume IL CIELO E LA TERRA con vistosi segni di approvazione. Ma va letta secondo Sara.
“Quando papa Francesco dà la comunione a quelli che lo assistono all’altare, la dà in bocca e mentre sono inginocchiati.Proprio come faceva Benedetto XVI con tutti”.
Musica per le mie orecchie!
Clodine, sei un vero mito!!! Non ti pensavo una maratoneta… (maratoneta come ti descrivi tu…. un po’ all’amatriciana, vabbé ma pur sempre maratoneta resti… non pensavo a una Negari o a una Kirop… e sono comunque pieno di ammirazione).
Da ragazza ero uno schianto, caro mattlar…oggi, che vuoi…per quanto sia mossa da passione devo usare molta prudenza, per via di dolori alle giunture, soprattutto un ginocchio. Le ossicine mie, non sono proprio al top…ma non mi arrendo. Fortuna ci sono quelle scarpe da ginnastica professionali che sono una vera mano santa! Mi sono accorta poi, che più si sta fermi peggio è….