Padre Livio stamane a Radio Maria ha raccontato una sua conversazione con l’arcivescovo Milingo, una quindicina di anni addietro, in un’occasione in cui l’ebbe ospite a Erba: “Mi disse tra l’altro che quando voleva conoscere fatti o notizie per i quali non c’erano fonti possibili, interrogava gli indemoniati. Io mi meravigliai e gli dissi: ma eccellenza, lei non sa che il diavolo è bugiardo?” Per padre Livio quel comportamento sarebbe la prova provata dell’ingenuità del vescovo esorcista. Anch’io un poco ho conosciuto Milingo e l’ho trovato sfuggente ma non ingenuo. Soprattutto in lui avvertii un vivo risentimento da uomo nero che vive tra bianchi e non si sente rispettato: “Mi trattano così perchè vengo dallo Zambia”. Fossi in Bertone, che un poco lo conosce, non sottovaluterei la presa che la sua vicenda più che la sua parola potrebbe avere sul clero africano, renitente al celibato e attirato dai riti di guarigione e di esorcismo. Sconsiglierei di deprezzarlo insistendo sull’età (76 anni), sull’ingenuità e magari sul plagio che avrebbe subito da Moon. Uomini di Chiesa, prendetelo sul serio se potete! Badate un po’ meno al suo inverosimile matrimonio che seduce i media e un po’ di più al fatto che ha speso la vita per aiutare il prossimo. E tenete presente che la questione dei preti sposati non l’ha inventata lui.
Quando Milingo faceva gossip con Satana
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Luigi, come la vedi che Milingo sta continuando a fare esorcismi?
Ora egli è fuori dalle regole, diciamo un cristiano che fa capo a se stesso. Non mi meraviglierei se il dono dell’esorcismo continuasse ad accompagnarlo e anche a ottenere un riconoscimento da parte dei tribolati. Nei Vangeli si incontrano certuni che “cacciano i demoni” in nome di Gesù senza far parte del gruppo dei discepoli, e Gesù dice di lasciarli fare. Luigi
Già, è vero: “Nel nome mio scaccerete i demòni”. A proposito, chiedo un chiarimento a Luigi: perchè si dice da anni che Milingo non è autorizzato o comunque abilitato ad effettuare esorcismi”? In quanto Vescovo, non è, come dire, automaticamente anche esorcista?
Non sono certo in grado di stabilire quale possa essere il seguito di Milingo in Africa, ma il suo comportamento è tale che mi pare non esista nessuno spazio per riprendere i rapporti: c’è poco da tener conto delle sue benemerenze passate o del fatto che la questione dei preti sposati non l’ha inventata lui: uno scisma è uno scisma e nei confronti di chi si mette fuori (e contro) la chiesa c’è ben poco da fare oltre che pregare. Mi sembra poi che nel suo caso i papi siano stati estremamente pazienti e accoglienti; può darsi invece che ci sia stata una certa rigidezza da parte di certi vescovi nei riguardi della sua presenza a liturgie che si svolgevano nelle loro diocesi, giudicate poco consone allo spirito della chiesa postconciliare.
A questo proposito, mi chiedo se non si possa vedere, beninteso solo per questo particolare aspetto, una analogia con quanto è avvenuto nei riguardi di mons.Lefebvre. Anche in quel caso, alla magnanimità del papa Giovanni Paolo II e di uomini di chiesa come il cardinale Ratzinger, non ha fatto riscontro una notevole durezza di molti vescovi e di certe conferenze episcopali? Intendiamoci. Lefebvre aveva torto su molte cose, ed è comunque passato definitivamente dalla parte del torto quando si è lasciato convincere a compiere lo scisma, ma all’inizio esprimeva un disagio e una difficoltà serie che potevano (e dovevano) trovare un’accoglienza più ‘cattolica’. C’è stato un periodo, negli anni postconciliari, in cui è sembrato veramente che in campo liturgico tutto fosse permesso tranne la messa tradizionale! All’inizio della vicenda di Lefebvre una maggiore apertura su questo punto (e meno ‘oltranzismo’ conciliare) sarebbe forse bastata a mantenere quell’anziano vescovo, pio e ottuso, nel seno della chiesa.
Fatto salvo il rispetto e l’obbedienza che si devono al concilio Vaticano II, come a uno dei concili ecumenici della chiesa cattolica, non è ora di riconoscere i disastri prodotti dagli abusi che l’hanno seguito, primo fra tutti l’infelicissima riforma liturgica, su cui il cardinale Ratzinger ha scritto parole tanto vere quanto pesanti, e su cui speriamo che il papa Benedetto XVI, per quanto possibile, intervenga?
A Gianluca. Non è vero che non fosse autorizzato. Celebrava riti di guarigione e di esorcismo, pienamente autorizzato, sia prima del famoso matrimonio che dopo il pentimento. Gli era solo chiesto di attenersi alle norme canoniche – che lui tranquillamente disattendeva – e di cercare il permesso dei vescovi locali se usciva da Roma, prima e da Zagarolo poi. Ma lui mai lo cercava. Ho assistito a celebrazioni con chiese piene, a Roma, delle quali il Vicariato era perfettamente al corrente. Gli esorcismi veri e propri li celebrava in privato come prescritto, ma svolgeva “preghiere di liberazione” collettive anche nella liturgia eucaristica, che era uno degli abusi che gli venivano contestati. Lui diceva “sì” e poi faceva quello che voleva.
A Leonardo. Per me la riforma liturgica non è infelicissima. Io comunque ne sono felice. Ha dei difetti, d’accordo ma è stata lodata anche dal Sinodo sull’Eucarestia, che si è tenuto l’ttobre scorso sotto papa Benedetto. Luigi
Ricordo una puntata di “Miracoli” di alcuni anni fa in cui don Giovanni D’Ercole disse che Milingo non potyeva effettuare esorcismi, perchè non autorizzato. Dopo di lui, ne ho sentiti altri, ma confrontandomi con i testi, e parlando anche con qualche amico esorcista, mi è stato sempre detto il contrario: Il Vescovo è esorcista per natura divina. Beh, che dire: Milingo non è stato mai molto accettato, ma anche lui nn ha fatto molto per farsi accettare.
“…C’è stato un periodo, negli anni postconciliari, in cui è sembrato veramente che in campo liturgico tutto fosse permesso tranne la messa tradizionale!…” E aggiungo io… c’è ancora questo periodo!
Bravo Leonardo, pienamente d’accordo con te. Sul paragone tra Milingo e Lefebvre mi sembra che l’unico punto in comune sia stata la disobbedienza (ordinare vescovi). Giustissima la scomunica, per entrambi.
Non vorrei sembrasse un distinguo forzato, ma, condividendo nel merito le motivazioni dei tradizionalisti mi viene da assolvere di più Lefebvre, almeno in termini di oggetto della loro protesta.
Milingo infatti ha ordinato vescovi dei sacerdoti sposati, cosa doppiamente e giustamente proibita (ordinare vescovi senza il consenso di Roma e i preti sposati); Lefebvre invece rifiutava un rito per difenderne un altro che non solo ancor oggi non è proibito, ma non lo è mai stato, non è mai stato messo in discussione neppure durante il Concilio (mons. Lefebvre fu tra i firmatari della Sacrosantum Concilium) e soprattutto la Chiesa, ufficialmente, e paradossalmente, ne riconosce addirittura i benefici dell’utilizzo.
In ogni caso tornando al post iniziale di Luigi credo che Padre Livio abbia centrato il punto. Il demonio fa dei brutti scherzi soprattutto a chi ha a che fare molto con lui. Basta leggere padre Amorth, soprattutto quando dice che il rito di esorcismo moderno non ha lo stesso effetto di quello vecchio “latino”. E mi risulta, ma chiedo a Luigi di correggermi se sbaglio, che Milingo, figlio di uno stregone, adottasse anche pratiche vicine al tribalismo più che all’ortoprassi cattolica in termini di preghiere di liberazione.
Sulle cause “razziali” rivelate da Accattoli, chiedo solo se, in tutto l’episcopato africano possiamo dunque parlare di una fronda pro Milingo.
a.z.
A mio avviso non è stata la riforma liturgica ad essere infelice, ma alcune sue applicazioni, che in molti casi hanno disatteso e stravolto lo spirito della riforma stessa.
Basta vedere come, nonostante tutti i documenti conciliari e postconciliari sulla liturgia (dalla Sacrosantum Concilium in poi) abbiano confermato il ruolo primario del canto gregoriano, esso sia stato in pratica abbandonato o lasciato a qualche monastero, pensando che bastasse qualche schitarrata a riportare i giovani in chiesa.
E lo dico da complice inconsapevole e pentito di questa deviazione, perché per anni a messa ho suonato di tutto.
Secondo me è inutile discutere se il Papa abbia fatto bene o meno a scomunicare Milingo.Non aveva nessuna scelta visto che è stato Milingo stesso,e non il Papa,a ordinare vescovi sposati un pò attempatelli fra l’altro.Ho sentito al TG5(pietoso il TG1)l’intervista a Padre Amorth.E’ chiaro che in Milingo c’è qualcosa di poco chiaro che andrebbe approfondito.Forse davvero il Demonio ci ha messo lo zampino,oppure semplicemente Milingo è ambizioso e sa bene che con l’elezione di Ratzinger per lui e per le sue sceneggiate non ci sarebbe stata più trippa per gatti.
In passato ha giocato d’astuzia:
http://www.chiesa.espressonline.it/dettaglio.jsp?id=7673
Per quanto riguarda Lefebvre,io auspico il ritiro della scomunica ai suoi discepoli e la liberalizzazione della Messa in latino.In fondo si tratta di riconoscere come valida una liturgia preconciliare che può fare solo del bene alla Chiesa dopo i mille abusi a cui siamo stati costretti ad assistere negli anni,non solo nelle parrocchie ma anche in San Pietro.
Il maestro Bartolucci è stato molto chiaro in proposito:
http://www.chiesa.espressonline.it/dettaglio.jsp?id=72901
Saluti MG
Ad Andrea che mi chiede di Milingo, se inclinasse al tribalismo nella conduzione degli esorcismi: io non ho visto con i miei occhi nulla di simile, se non l’importanza data al contatto fisico, sia nel benedire sia nell’esorcizzare. Ma può ben essere che nell’esorcismo vero e proprio egli fosse più africano che nelle celebrazioni pubbliche. – Quanto all’episcopato africano, non c’è affatto in esso una fronda pro Milingo, anzi i vescopvi dello Zambia gli furono e gli sono decisamente avversi, tant’è che egli nel suo espatriamento ha preferito per due volte l’America alla sua terra. Egli ora è un africano apolide e un cristiano senza Chiesa. Un seme volante di imprevedibile attecchimento. Ma la sua vicenda può esercitare un’influenza sulla cattolicità africana, nel senso che dà un nome alla questione che nell’ufficialità non può essere nominata: cioè quella della condizione diffusamente concubinaria e anche poligama del clero e dello stesso episcopato. Dare un nome è spesso operazione di oscura potenzialità.
A Maria Grazia. Per quanto mi riguarda io non discuto la scomunica. Quando dico che bisognerebbe prenderlo sul serio, intendo dire “ora che è scomunicato”. Quel matrimonio ha caratteri farseschi, l’avvicinamento a Moon è culturalmente acrobatico ed ecco che ognuno si sente a posto, la partita è chiusa. Invece no. E’ indetto un nuovo Sinodo africano, che stavolta dovrà trattare della condizione del clero che dicevo sopra. Prendere sul serio Milingo vuol dire guardare a ciò che egli manifesta, o di fatto nomina. Luigi
Mah Maria Grazia penso che su Lefebvre, mi scuso per la citazione, abbia ragione monsignor Piero Marini:
http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/monsignormarini.html
Cmq penso che debba far riflettere come questi due scismi siano entrambi figli del Concilio. E concordo con Luigi quando dice che Milingo non vada preso sottogamba. Penso infatti che comunque 150.000 preti sposati si possano in qualche modo riammettere nella Chiesa. C’è l’Eparchia Orientale, perché non potenziarla?
Credo che sia un terrore più psicologico-abitudinario, quello legato all’abolizione del celibato. E’ anche vero che, come disse l’allora cardinale Ratzinger, “parlare di preti sposati significa parlare di preti divorziati”.
Già. Perché poi come la mettiamo con i preti divorziati? Se siamo popolo di Dio dobbiamo anche rivedere la questione dei divorziati risposati…
E’ vero, siamo nelle peste. Però credo che l’argomento si possa affrontare. Non foss’altro che sono tante le grida d’aiuto, oltre a quelle – coreografiche o meno – di Milingo.
Un caro saluto a tutti
Caro Accattoli,penso che il sinodo dei vescovi sia la sede ideale per discutere serenamente del caso Milingo ma più in generale del celibato dei sacerdoti.Io modestamente penso che i preti debbano rimanere celibi,però so che non si tratta di un dogma e quindi se ne può discutere liberamente,senza pregiudizi.Penso che Papa Benedetto lascerà la massima libertà di parlare liberamente,come ha fatto lo scorso anno,proprio a ottobre.
Se mi permette,utilizzo questo spazio per chiedere a tutti di dire una preghiera per Papa Ratzinger,isolato non solo dall’Europa ma anche nella stessa Chiesa cattolica.Ho appena letto l’articolo di Magdi Allam sul “Corriere” e per poco non mi scendevano le lacrime.
Potete trovarlo anche a questo indirizzo:
http://www.legnostorto.it/legnostorto/statiche/articolo_28_9_2006_13028.aspx
Questo Padre Michel,consulente del Papa precedente,dovrebbe essere immediatamente rimosso da Benedetto XVI.Confido nel fatto che Ratzinger legge i quotidiani e che apprezza Allam.
Non ho altre parole se non una: VERGOGNA!
MG
Gentil Signor Accattoli, in tutto quello che lei scrive mi sembra percepire da parte sua una certa simpatia per non dire una simpatia certa per Milingo. Ma non le sembra andare un pò troppo lontano scrivendo sul Corriere che si sta preparando lo scisma dei preti sposati? Mi sembra esagerato , rischioso , e dare una troppo grande importanza a questo personaggio che ha senza dubbio come noi tutti le sue zone di luce e di ombra . Emmanuel Milingo ha forse speso la sua vita per gli altri, come dice lei ,ma mi sembra anche molto abile,astuto ,incontrollabile, o forse solamente influenzabile . Non penso comunque, ma mi posso sbagliare, che i sostenitori della causa dei preti sposati vedano in lui un porta-parola rappresentativo. Luisa
Vorrei dire a Maria Grazia che non sono particolarmente fanatico dell’abolizione del celibato dei preti. Soprattutto mi sembra ingenuo pensare, come fanno alcuni, che sarebbe il vero rimedio ai tanti problemi della Chiesa. Poi, lasciando all’autorità il compito di prendere le decisioni, è legittimo e giusto parlarne, in modo il più sereno possibile. Anche i documenti vaticani dicono che è giusto vi sia, salve le verità di fede e di morale, un'”opinione pubblica” nella Chiesa.
Vorrei anche ricordare che attualmente il vero problema che osta alla riammissione dei lefebvriani non è l’autorizzazione a celebrare secondo la vecchia liturgia (che è stata per esempio concessa a una loro frazione sudamericana che è tornata qualche anno fa nel seno della Chiesa cattolica) ma l’accettazione dei principi sanciti dal Concilio Vaticano II. Su questo credo proprio che non si possa e non si debba transigere.
E’ chi si mette contro il Concilio – contro i suoi testi – che si mette contro la Tradizione della Chiesa, e non viceversa.
Secondo me la liturgia attuale ha veramente qualche impoverimento inutile o nocivo, dovuto non tanto alla riforma quanto a una sua cattiva applicazione. Ma molto, molto maggiori ne sono stati i benefici.
Apprezzo molto del patrimonio liturgico tradizionale, a cominciare dal gregoriano, e certe cose andrebbero effettivamente rimesse un po’ in auge, con serenità. Ma proprio non so come qualcuno possa pensare di ritornare a celebrare per il popolo in latino, tutte le domeniche e tutti i giorni, in Italia e in tutto il mondo.
Sulla dignità della celebrazione bisognerebbe sfruttare per bene tutte le possibilità dell’attuale liturgia, che sono tante, ma che spesso non vengono utilizzate per sciatteria o per uno spirito “moderno” questo sì veramente malinteso e nocivo. Da questo punto di vista penso che si debba pretendere un po’ di più dai nostri preti. Ringrazio da questo punto di vista di appartenere alla diocesi di Bologna, che è sempre stata molto attenta alla liturgia, sia sotto Lercaro, sia sotto Poma, sia sotto Biffi. Nella mia normalissima parrocchia le liturgie domenicali sono ben curate, spesso con riti belli e profondi come l’incensazione dell’altare, del celebrante e del popolo all’offertorio, con l’ostensione del Vangelo fatta come si deve, con parecchie parti cantate anche nelle domeniche ordinarie e con quello che sembra un buon equilibrio tra diversi gusti ed esigenze nei canti. Credo che applicarsi per una bella liturgia “riformata” farebbe capire a molti l’inutilità di una battaglia per ritornare al vecchio rito, che sarebbe soltanto nociva. Poi a chi piace lo faccia pure, nulla in contrario, Santa Madre Chiesa ha braccia ampie per chi ci vuol stare dentro.
Su Milingo dopo la scomunica mi ha stupito la lapidarietà di mio padre, di solito più tollerante di me: “Potevano anche farlo prima invece di tergiversare per tutto questo tempo”.
Quanto a Magdi Allam, infine, vorrei francamente che la piantasse di essere sempre più realista del re e più papista del papa. Mi ricorda uno di quei neri dell’America del dopoguerra che cercavano a tutti i costi di schiarirsi la pelle. La sua quasi caricaturale ubriacatura d’Occidente non è di alcun aiuto all’integrazione di nessuno: se tutti i musulmani pensassero di dover diventare come Allam per essere integrati nell’Occidente, credo che piuttosto emigrerebbero su Marte. Qualcuno spieghi a Magdi che gli vorremo bene lo stesso anche quando smetterà di voler essere ogni santo giorno più occidentale, più laico, più al passo coi tempi, più cristiano, più italiano, più americano di noi.
A Luisa: ho scritto che “forse sta nascendo” lo scisma dei preti sposati. Magari nessuno seguirà Milingo e gli altri appartenenti alla sua associazione “Preti sposati subito”. E’ sicuro che i preti sposati italiani non si riconoscono in lui. In America pare abbia un seguito, in Africa non si può dire. Al momento c’è un proclama para-scismatico e un’ordinazione similare di quattro vescovi, che cosa ne seguirà lo sapremo solo nell’arco di alcuni mesi.
E’ vero che ho una “certa” simpatia per Milingo, ma mi pare che non mi sono nascosto – nei commenti sparsi qui sopra – i suoi limiti e le sue pecche. Cerco di avere simpatia per tutti, come uomo e come giornalista. Credo che questo mestiere offra il meglio quando uno si pone – ogni volta – nella posizione dell’uomo di cui sta parlando.
Metta pure in conto questa inclinazione e faccia la tara di quello che scrivo. Con simpatia. Luigi
Luca, scusami ,ma mi sembri molto duro con Magdi Allam .
Quello che lui dice o scrive è esattamente quello che pensano i miei amici musulmani qui in Svizzera, certi sono effettivamente laici e di cultura occidentale, ma altri, anche se hanno la loro lettura del Corano, sono arrivati già adulti o adolescenti in Europa. Non penso apprezzerebbero di essere trattati di ubriachi dell Occidente !
Personalmente ho molto apprezzato tutti i suoi interventi recenti seguito al discorso del Papa che contrastavano molto coraggiosamente con quello che si poteva leggere sui giornali .
Sì ,parlo di coraggio e deve averne Magdi Allam. Vi segnalo che in Francia un professore di filosofia che ha emesso idee simili è stato minacciato di morte e ha dovuto essere messo in luogo sicuro !
Magdi Allam mi fa sperare in un futuro dialogo con musulmani che chiamamo moderati . In ogni caso io lo stimo moltissimo e gli sono riconoscente per per il coraggio dei suoi interventi. Luisa
Cari amici,
in maniera del tutto straordinaria, mi specchio e ritrovo nelle parole di Luisa.
Penso che le sue considerazioni nascano da una seria analisi della situazione, basata su elementi di fatto e non su opinioni personali.
Luisa, complimenti di cuore!
Gianluca
Ho dimenticato… Luca perchè non glielo dici tu a Magdi Allam quello che hai scritto nel tuo messaggio ? Basta che tu vada sul suo forum del Corriere della sera, è un luogo aperto a tutti . Luisa
Quando parlo di disastro della riforma liturgica, non mi riferisco alla perdita del latino o del canto gregoriano. Temo che il problema sia molto più grave. Lex orandi lex credendi: da come si prega dipende come si crede e viceversa.
Faccio una domanda provocatoria (ma non retorica: me lo chiedo sinceramente, e anche con una certa angoscia): guardando al modo in cui si celebra la messa normalmente, voi avete l’impressione che la consacrazione sia veramente il centro di tutto? Il ‘baricentro’ di tutta l’azione liturgica non è piuttosto sulla liturgia della parola, anzi sull’omelia, troppo spesso scadente e quasi sempre troppo lunga?
Voglio essere ancora più ‘cattivo’: alla presenza reale di Cristo nell’eucarestia noi cattolici ci crediamo veramente? Non dico crederci così … astrattamente, in teoria, perché in fondo non ci si pensa molto … dico crederci veramente.
Salto da quello che per me è il cuore della questione ad un particolare di minima importanza, ma che per me è significativo dell’attuale insensibilità per la bellezza della liturgia: avete notato che (quasi) nessun prete recita (quasi) mai la prima preghiera eucaristica, di straordinaria ricchezza teologica e di commovente bellezza, ma senza nessuna sbavatura di estetismo. Vi siete chiesti perché?
Per Luca Grasselli. Beato te che hai avuto Biffi e ora Caffarra, ma non credere che in tutt’italia le liturgie siano belle (o decenti) come quelle che si fanno a Bologna. Il discorso però che hai impostato sulla liturgia mi sembra prevalentemente estetico, ma la liturgia non è solo estetica, è molto di più: è il linguaggio con cui si parla a Dio, non lo relegherei sono ad una questione estetica. Spesso chi accusa i tradizionalisti di essere formalisti, dimenticano che se hanno energie per fare vere e proprie battaglie (e nella mia diocesi accade) contro l’incenso o il piaviale, sono loro stessi ad essere i veri formalisti.
Perchè poi parli di inutilità della battaglia per il rito antico? Io credo che molti non lo conoscano e non ne apprezzino i frutti spirituali. Non dimentichiamo che è stato sugli altari per secoli interi, vogliamo essere così migliori da non volerlo neppure conoscere.
Tanto più che nella riforma del Messale di Paolo VI, il rito romano di San Pio V non è stato abolito. In ogni caso ho imparato a non fare l’ultrà perché l’argomento è molto delicato. Credo che sia indispensabile tornare all’ortodossia. Per questo consiglio a tutti di leggere un libro davvero bellissimo sull’argomento che farebbe comprendere molte cose a chi non mastica di questi argomenti e non conosce l’importanza della questione liturgica: “Introduzione allo spirito della liturgia”, guarda caso, l’autore è ancora quel cardinal Ratzinger, per il quale, oggi che è Papa, prego volentieri unendomi alla richiesta di Maria Grazia.
In quanto a Milingo, lascio a voi. Il saperlo in America da apolide come diceva Luigi mi fa immaginare un uomo in preda alle sette più oltranziste e imprevedibili. Preherò per la sua conversione.
a.z.
Ragazzi, sulla liturgia il tema non è tanto il rito trindentino, ma lo spaccio odierno di squallore per sobrietà, di sciatteria per semplicità, di fretta per rispetto del tempo dei fedeli…
Basterebbe che i sacerdoti – qui sono loro i primi responsabili, mi spiace, e non i laici – recuperassero il gusto e il senso di una celebrazione appropriata, concentrata, intensa, coinvolgente, estranea da goffe imitazioni di altri spettacoli o dallo spirito di una ripetitività distratta e svogliata. Tante cose le risolveremmo.
Così, sarebbe necessaria anche una seria messa a punto su decoro e architettura sacra. Ho preso un libro dell’Electa, è uscito da poco e lo consiglio a tutti: Guida all’architettura sacra a Roma – 1945 -2005. In pratica, tutte le chiese cattoliche costruite negli ultimi cinquant’anni. Amici, ho trovato conferma a quel che avevo percepito nella realtà: salvo rare eccezioni, una galleria di sperimentazioni architettoniche incredibili spacciate per chissà quale intuizione pastorale, il tutto a comporre una fiera degli orrori e del mostruoso di fronte alla quale c’è davvero da ringraziare il Signore e solo Lui se la gente frequenta ancora la Messa la domenica.
Su questo occorre riflettere molto, moltissimo.
Su Milingo, ho scritto nell’altro post i problemi che secondo me lui rappresenta. Ma – come Lefebvre – ha ordinato i Vescovi senza mandato del Papa. Pare un fatto solo giuridico, ma è fondamentale, perchè mina la struttura gerarchica della Chiesa e la sua costituzione così come noi la conosciamo. Di fronte a questo, purtroppo, c’è solo la scomunica.
Chiedo scusa se intervengo ancora, ma ho seguito il consiglio di Tonizzo e ho letto la sua intervista a mons.Marini: devo dire che l’ho trovata francamente imbarazzante, ovviamente non per l’intervistatore che ha fatto delle buone domande, ma per il livello delle risposte …
Quanto al defunto mons.Bugnini, di cui Marini, apprendo, è stato collaboratore: il suo fulmineo trasferimento da segretario della congregazione per il culto a pro-nunzio in Iran (un amoveatur senza promoveatur), nel 76, fece molto discutere. Chiederei al nostro gentile ospite, che ne sa certo più di noi, se pensa che ci sia qualcosa di vero nelle voci che sono corse circa un’affiliazione di mons. Bugnini alla massoneria che avrebbe convinto Paolo VI a prendere quella drastica e inusuale decisione.
Per Andrea: Non ho mai detto e non mi permetterei neppure di pensare che il rito antico fosse sbagliato o inutile, dico solo che la riforma liturgica – foss’anche solo per il semplice fatto della celebrazione in lingua moderna; ma in realtà anche per parecchie altre cose – è un frutto importantissimo del Concilio Vaticano II, e sarebbe tragico (preciso: sarebbe impossibile) tornare indietro. Detto questo si può serenamente valutare quali cose sarebbero da migliorare, nei libri liturgici e soprattutto nella prassi.
Non faccio un discorso estetico (ma non bisogna vergognarsi di volere una messa bella!), vorrei fare un discorso di comprensione/assorbimento/partecipazione profonda della liturgia: che ritengo personalmente che sarebbe pienamente garantita dal rito attuale se sfruttato nella maniera giusta e non col continuo gioco al ribasso cui spesso (non sempre!) nella pratica si assiste.
Per Leonardo: Al gruppetto di giovani che seguivo al campo estivo insegnavo proprio quest’anno la stortura del vedere tutta la messa incentrata esclusivamente sull’omelia – come se la proclamazione della Parola servisse solo a procurare “materiale” per questa – e sulla comunione – nel senso che sembra che la preghiera eucaristica sia solo una noiosa formula magica per procurare la “materia” con cui comunicarsi. Il fatto che i preti (non il mio parroco: onore al merito!) recitino quasi esclusivamente… la più breve depone purtroppo a favore di questa pericolosa deriva.
C’è bisogno di una profonda, profonda educazione alla liturgia (la “catechesi mistagogica” di cui parlava Giovanni Paolo II per l’anno dell’eucaristia) per preti e laici.
Da questo punto di vista devo ringraziare, oltre al mio parroco, le liturgie della comunità di don Dossetti a Monte Sole (molto poco “dossettiane” secondo una certa idea sbagliata e superficiale di dossettismo, ma fortissimamente radicate nella grande tradizione della Chiesa), e un libro (di perfetta ortodossia cattolica) che mi sento di consigliare con tutto il cuore: JEAN CORBON, Liturgia alla sorgente, ed. Qiqajon e che ha veramente ribaltato (in meglio!) il mio modo di vedere e vivere la liturgia.
Per Luisa: Sono stato molto duro con Magdi Allam, è vero. Quello che scrive mi sembra negativo perché sembra prospettare l’idea che l’Islam debba sostanzialmente rinunciare a se stesso per avere diritto di cittadinanza in Occidente. Cioè non mi sembra che delinei un modo “moderato” per vivere l’Islam in Europa (per esempio: accettando, come sarebbe sacrosanto, la libertà religiosa e d’opinione, la pari dignità dei sessi, la distinzione tra politica e religione ecc. ecc.) ma semplicemente postuli per tutti un grande “salto della quaglia” o, altrimenti, l’identificazione “sic et simpliciter” con i fondamentalisti e (senza soluzione di continuità) con i terroristi. Cioè mi sembra che offra ai fondamentalisti (e pure ai terroristi) il miglior pretesto per dire che l’unico Islam che può sopravvivere è il loro, che tutti gli altri sono degli apostati e che l’unico modo di convivere con l’Occidente è combatterlo all’ultimo sangue.
Ovviamente, come spesso capita, posso benissimo sbagliare. Naturalmente non ho nulla contro la persona di Allam e spero possa continuare a scrivere sereno e indisturbato ciò che egli ritiene giusto e che è suo irrinunciabile diritto scrivere.
Su Milingo concordo con Luisa, mi sembra che abbia impugnato la bandiera dei preti sposati in maniera un po’ troppo estemporanea per essere credibile anzitutto a loro stessi. Ma temo che una certa influenza in Africa ce l’abbia ancora, staremo a vedere. Tra parentesi, pesantemente impreciso l’articolo di Politi su Repubblica di mercoledì 27.
Mi associo agli inviti a pregare per il papa: e con lui preghiamo per tutta la Chiesa.
Per Luigi: cosa pensa a vedere il suo blog trasformato a ogni post in un confronto/incontro/scontro su tutto lo scibile cattolico da parte di noi suoi sfegatati ospiti? 😉
Mah, per quanto riguarda la celebrazione in italiano e il suo baricentro, caro Leonardo, posso dirti che sono stato alla Santa Messa celebrata a S. Ambrogio la domenica a mezzogiorno. Nato e cresciuto dopo il Vaticano II, nonostante abbia studiato il latino e sentito da adolescente la “chiamata” (ebbene sì), t’assicuro che mi è sembrato di assistere più che ad una Messa ad uno show in cui c’era un prete dialogante nel suo arcano linguaggio con un Dio lontano e misterioso. Più noialtri che ad un certo punto ci siamo guardati nelle facce e non abbiamo capito che cosa ci stessimo facendo lì visto che la sensazione era quella di essere “di troppo”.
Detto questo, mi fido di quello che ha detto monsignor Marini nell’intervista che ho citato qualche post fa, e cioè che si è trattato solo di un’operazione di “pulizia” della liturgia operata dal Concilio, e non di uno stravolgimento. Penso che l’opinione sia più che autorevole. E penso anche che contro il Concilio sarebbe meglio non andare.
Pongo ancora la domanda che mi ha posto Marini: ma se nel mondo milioni di fedeli anche anziani si sono abituati al nuovo rito, perché tra i lefebvriani questo non è accaduto?
Ad Andrea: siamo d’accordo che il vecchio Messale di San Pio V (che in realtà è l’ultima revisione del 1962, quindi bisognerebbe vedere fino a che punto è quello originario) ha mietuto successi su successi e portato copiosi frutti spirituali alla Chiesa; come riconosce Paolo VI nell’introduzione al nuovo Messale, il vecchio rito ha seguito i missionari che andavano ad evangelizzare il Nuovo Mondo ed è stato per cinque secoli un tesoro inestimabile per la Chiesa. Però, e qui è il però, concordo sempre con papa Montini quando dice: “La Chiesa non è quella di ieri o di domani, ma quella del presente”. Quindi è con questa che dobbiamo fare i conti: appelli all’ortodossia (il Vaticano II è stato un’eresia, allora? Paradossale che per difendere la Tradizione ci sia voluto uno scisma…) mi sembrano un poco fuori luogo, visto che – ripeto – credo che il Concilio non sia stato un’eresia.
Milingo: è coreografico e forse discutibile. Ma non sembra in mano a sette, per ora. Tra l’altro, i moonies sono di destra e conservatori, vicini a Bush. I preti sposati sono invece di centrosinistra, e – come ricordava Luigi – in Italia non sono tutti seguaci dell’arcivescovo ribelle. C’è uno strappo e una lacerazione: senza costituire una prelatura personale per Milingo, penso che il problema dei preti sposati si possa risolvere ricorrendo all’Eparchia d’Oriente. O adottando una soluzione simile a quella degli ortodossi, con i pope neri e quelli bianchi.
Un caro saluto a tutti, aspetto con piacere le vostre idee.
Segnalo anche alcune riflessioni di Jean Guitton in uno dei suoi ultimi libri “L’infinito in fondo al cuore”. Guitton, uno delle menti più innovativi nella Chiesa e certamente favorevole alla riforma liturgica, è molto critico sugli effetti della riforma stessa e si interroga proprio se nel nuovo rito sia ancora avvertibile la presenza reale del corpo e sangue di Cristo e giunge a conlcusioni quasi sconsolate.
Quanto al gregoriano, è certamente un aspetto secondario rispetto al senso dell’Eucarestia, ma rappresenta comunque un patrimonio di spiritualità e fede che ha accompagnato la Chiesa lungo la storia e che con enorme leggerezza e superficialità è stato abbandonato, contribuendo in maniera determinante al decadimento del senso del sacro. Per questo la questione non mi sembra trascurabile.
Francamente – ma lo dico senz’alcuna polemica – vorrei proprio capire quali sarebbero i contenuti del nuovo rito che oscurano la fede nella presenza reale di Cristo nelle sacre specie. Al netto della dolorosa sciatteria di molti celebranti, ma anche al netto di certa polemica speciosa dell’apologetica lefebvriana che sostiene che tutto quello che facciamo dagli anni ’70 è eretico, e argomenta per dimostrare quest’assunto.
Personalmente credo che il nuovo rito, se adeguatamente seguito e valorizzato, abbia ripristinato molto della nitida chiarezza della liturgia antica, quindi non abbia operato contro la tradizione ma per il recupero delle tradizioni autentiche.
Se poi qualcuno ha un parroco che non canta l’exultet o che fa la veglia di Pasqua alle nove di sera, ha tutta la mia comprensione.
Sul gregoriano penso che sia terribilmente sbagliato farne un assoluto, ma concordo che sarebbe un dramma perderlo.
Tonizzo, io non legherei così strettamente il Concilio alla riforma del messale, perchè spesso si tende a generalizzare. Sarebbe come dire che i preti hanno smesso la talare perché c’è stato il Concilio. E’ venuto tutto dopo. Il Concilio definisce la lingua latina come lingua ufficiale, consente il volgare nelle celebrazioni soltanto in particolari occasioni, proibisce ai preti di inventare chicchessia nella celebrazione. Tutte cose ampiamente disattese: il latino nessuno sa più che cosa sia, il volgare ormai è diventato sacrosanto, tanto che la messa in latino col rito nuovo è archiviata come incomprensibile da tutti, iu preti s’inventano la messa secondo il loro gusto etc… etc…
Un dato però è certo. Tra gli ammiratori del vecchio rito e contemporaneamente sostenitori del nuovo c’è l’attuale papa quindi è bene non legare il vecchio rito alla nostalgia, ma neppure buttarlo via come roba vecchia.
Confesso un vizio, che non è irrilevante nella mia vita. Il problema del nuovo rito secondo me è che non è mai stato fatto come si deve. Invito tutti a non darmi del “rubricista” ma se leggiamo il nuovo messale ci sono precise disposizioni che non sono assolutamente rispettate. Il cardinal Ratzinger più volte parlò della corretta applicazione del nuovo messale.
Appena eletto poi invitò a ripartire dal Concilio, dicendo esplicitamente che la lettura che se ne fa oggi è distorta e legata ad un concetto di rivoluzione che in realtà che non è mai avvenuta perchè il Concilio ha esaltato la tradizione. Penso inoltre che appena eletto papa spiegò il significato di tanti gesti o oggetti (ricordate il pallio?) perchè fondamentalmente anche Benedetto XVI sa che la nostra cultura ignora totalmente che cosa sia la messa. ecco direi di partire da lì.
Il nuovo rito è stato ampiamente saccheggiato e così i “tradizionalisti” come me si sono chiusi a guscio diventando per forza nostalgici…e antipatici. Credo che se vedessi sacerdoti vivere la messa davvero come il sacrificio vero di Cristo, probabilmente il bisogno di ricercare un rito antico, non lo sentirei. Parlo di cose concrete, non di fuffa. Mi spiegate perchè in processione offertoriale i ragazzi del catechismo della mia parrocchia, qualche anno fa, portarono in processione la maglia di Ronaldo?
A Leonardo, sull’affiliazione di Bugnini alla massoneria. Non ci credo. In 31 anni di cronaca vaticana ho sentito accusare di massoneria Benelli e Casaroli, Pellegrino e Baggio, Poletti e Koenig… e ho concluso che dovevo prescindere da queste favole.Ritengo che lo spostamento di Bugnini a una nunziatura, come ora quello di Fitzgerald, sia perfettamente interpretabile come una correzione di linea: in quel 1967 ci fu anche la fine dell’Avvenire d’Italia di Raniero La Valle e l’avvio del pensionamento del cardinale Lercaro da arcivescovo di Bologna. E’ l’inizio della seconda fase del pontificato montiniano, quella che non fa più riforme e la cui linea di contenimento delle riforme già effettuate sarà poi seguita dai due Giovanni Paolo e da Benedetto XVI (almeno fino a oggi).
A Luca, su che cosa io pensi dei miei “sfegatati ospiti”: il meglio e il più! Sono meravigliato di tanto interesse a discutere e a farlo in questo angolo dell’on line da me arredato. A me interessano di più altre questioni, per esempio ciò che dice Benedetto sulla preghiera, ma sono felice di interloquire con gente che si appassiona più di me alla mia stessa materia. E sono grato a ognuno.
A Luisa, Luca e Maria Grazia, una battuta scherzosa su Magdi Allam, se è lecito scherzare sulle cose serie: il valoroso collega mi pare tenga – nel panorama della cultura a matrice musulmana – la stessa posizione di aggancio all’interlocutore esterno che il padre gesuita Thomas Michel ricopre all’interno della Chiesa cattolica. Egli si chiede che cosa ci faccia l’islamologo gesuita in un’emittente araba, mentre altri – laggiù – si domandano che cosa ci stia a fare un “musulmano” al Corriere della sera. Ma con una differenza sostanziale: il collega Magdi lo chiede in parole, mentre quelli minacciano di sparargli. PS: naturalmente io sono amico sia di Magdi sia del padre Thomas. Che volete, questo è il giornalismo! Luigi
Al signor Accattoli : anch`io per natura tendo a difendere quelli che sento attaccati a mio avviso ingiustamente. Penso però che un`espressione dell`amore ,della comprensione può essere talvolta anche la correzione . Credo anche che cercare delle scuse a una persona che ha sbagliato o delle motivazioni che nemmeno s`è sognata o ancora peggio incoraggiarla sarebbe un errore. Trasformare gli accusati in vittime è un tendenza alla quale non soscrivo. Quanto a mettermi al posto della persona attaccata ho capito che se io mi metto al suo posto….l`altro dove va ? Occupo il suo posto con la mia soggettività ,i miei pensieri , le mie emozione e sentimenti . Preferisco dunque restare al mio posto e da qui cercare di capire, ascoltare, sentire quello che l`altro pensa e sente e non è facile .
Ascoltare come SE fossi al posto della persona che parla, e tutta la difficoltà è in quel come se…
Comunque, signor Accattoli ammiro la sua bontà, la sua generosità di cuore !
A Luca, scusami , ma se ho ben capito per te la libertà religiosa e opinione , la pari dignità dei sessi ,la distinzione fra politica e religione non sono sacrosante ?
Allora se non vogliono aderire al fondamentalismo quale scelta hanno i musulmani ? Se devono avere la libertà di rifiutare questi valori come la mettiamo ? Non capisco , mi sembra al contrario fondamentale per una buona convivenza qui in Occidente che questi valori duramente acquisiti siano rispettai da tutti senza eccezione ! Ma forse ho frainteso il senso delle tue parole …. può succedere .
A Gianluca ,grazie per le tue parole e complimenti per il tuo impegno a Battipaglia per il dialogo inter-religioso e inter-culturale . Quanto alla tua foto con il Papa sono felice per te che hai potuto avere questa opportunità e confesso umilmente che in questo caso avrei voluto essere al tuo posto, potere anche solo lo spazio di qualche secondo,incontrare lo sguardo del Santo Padre e ricevere la sua benedizione !
Saluti a tutti, Luisa
Ho riletto il mio testo.. volevo dire : trasformare gli agressori in vittime e non evidentemente quelli che sono attaccati. è quello che è successo in Francia con…. Zidane trasformato in eroe nazionale ! Scusate la diversione ! Luisa
Mi intrometto fulmineamente nella discussione, e chiedo sin d’ora scusa se il mio intervento dovesse risultare “off topic”, cioè fuori traccia. Giovedì, per caso, mi sono sintonizzato su Telepace (lo faccio solo in occasione delle uscite pubbliche del Papa) ed ho assistito ad una stupenda celebrazione eucaristica cattolica di rito armeno. I sacerdoti davano le spalle ai fedeli e l’intensità delle loro orazioni era non comune. Ho paragonato quella liturgia alle tante a cui assisto ed ho assistito dalla mia nascita. Devo dire che ha del suggestivo. Essendo nato nel 1976, non ho mai partecipato ad una Santa Messa in latino, di quelle che si celebravano prima della riforma, con gli officianti completamente rivolti all’Altissimo. Ma a volte penso a quanto sarebbe più coinvolgente, soprattutto quando sento parlare le persone anziane della mia famiglia. Talvolta, oggi, ci capita di assistere a veri e propri spettacoli, che pongono il folklore al centro della Messa anzichè la Parola. Canti, balli, fatti personali (il prete che brutta frecciatine a qualche parrocchiano di cui non ha una buona opinione) non so cosa c’entrino con la Messa. Che belle le messe con i canti gregoriani! Quelle sì! Questo ragionamento mi ricollega alla questione Lefebvre-Milingo. E’ vero che secondo la Chiesa entrambi hanno sbagliato ordinando dei Vescovi senza il permesso del Papa. Ma tra i due ribadisco, quasi rivendico, una differenza sostanziale ed essenziale: Lefebvre insisteva, in parole povere, per la Messa in latino e con lo sguardo completamente rivolto all’Altissimo, con i sacerdoti di spalle; Milingo, invece, ha agito per orgoglio personale, per smania di protagonismo, per condurre la Chiesa alla deriva del sesso. Perchè, parliamoci chiaro, di questo si tratta: Milingo & company vogliono che i sacerdoti possano congiungersi carnalmente con una donna con la benedizione del Vaticano. Ma, credo, un vero sacerdote ha solo un unico grande amore: Cristo. Ed è con lui che deve aspirare a congiungersi spiritualmente, in quanto siamo cenere e il nostro corpo passerà, ma la nostra anima vivrà in eterno. Una persona che ha giurato amore eterno a Dio, allora, se deve desiderare e far desiderare la gloria dei Cieli, come può desiderare anche la gloria effimera della carne?
Saluti
Caro Accattoli,c’è una bella differenza:Allam è un giornalista e,come tale,deve essere libero sempre e comunque di esprimere la sua opinione.Padre Michel è invece un gesuita che,come tale,ha espresso il quarto voto:la fedeltà al Sommo Pontefice.Nel momento in cui clandestinamente e in un sito filoterrorista dà ragione ai fondamentalisti e attacca il Papa,viola il voto di cui sopra e va immediatamente rimosso.Speravo in una ritrovata serenità fra i gesuiti e il Pontefice(dopo la freddezza montiniana e wojtyliana),ma purtroppo mi devo ricredere visto che sia Padre Michel che Martini sono gesuiti.
Apprezzo molto Allam perchè in un momento in cui i giornalisti rinunciano alla libertà per coltivare il proprio orticello,egli è uno dei pochi a andare oltre il proprio naso.Lo dico senza polemica.Ho imparato una cosa nelle ultime due settimane:mai fermarsi al primo quotidiano che ci si trova sotto mano.Occorre leggere molto e farsi un’idea propria per poi difenderla.Questo mi ha insegnato Papa Benedetto e per questo gli sono molto grata.
E’ ormai evidente che la maggiorparte dei cosidetti vaticanisti non riescono a sopportarlo.Va bene così:la grandezza di un Papa non si misura con il numero di consensi che riesce a ottenere dalla stampa.
Trovo francamente ridicola la corsa a riparare al danno fatto al Papa da parte di alcuni quotidiani e di alcuni politici.Sì,ho un’idea più chiara anche sulla nostra classe dirigente(sic)e mi comporterò con coerenza alle urne.
Liturgia.
Purtroppo non ho una grande opinione di Marini visto che è stato proprio lui ad introdurre piviali(come dire?)colorati tali da suscitare ilarità ed a portare persino a San Pietro canti e balli che poco hanno a che vare con la bellezza della liturgia.
E’ chiaro che non è possibile tornare al vecchio messale.Ne è passata di acqua sotto i ponti da quella riforma introdotta da Paolo VI.Ciò che si può fare è rendere meno spettacolare la liturgia e mettere Cristo al centro e non il sacerdote.Ciò che conta è il sacrificio eucaristico,non la simpatia o la bellezza del celebrante.C’è poi la questione della posizione dell’altare che va corretta.
A proposito di liturgia,mi è capitato di vedere su raiuno i funerali del povero militare caduto in Afganistan.Qualcuno dovrebbe spiegare a Zavattaro che non deve celebrare Messa,ma intervenire solo quando è necessario.
Mi sarebbe piaciuto sentire l’Ave Maria degli Alpini,raccogliermi in silenzio durante la benedizione della bara,ma purtroppo qualcuno doveva dire cose che c’entravano poco con la liturgia.
Saluti MG
Luca,se lo desideri, va sul forum di Magdi Allam .Vi è una lettera che potrebbe interessarti.Luisa
A Maria Grazia: il paragone di Allam e padre Michel era scherzoso, da giornalista che gioca fuori casa paragonavo due altri giocatori fuori casa…- Di Piero Marini oltre al piviale si possono ricordare le liturgie ecumeniche per gli incontri del papa con patriarchi ortodossi (sta preparando quella per la visita di papa Benedetto a Costantinopoli), quella della giornata del perdono, quella della commemorazione dei martiri, quella dell’apertura della “porta santa ecumenica” di San Paolo fuori le Mura e tante altre, a mio parere semplici e degne, comprese quelle delle esequie papali, del conclave e dell’insediamento del nuovo papa. Luigi
Luisa, grazie di cuore per le belle parole. Complimenti come i tuoi rappresentano per me, piccolo verme di terra, la consolazione per i sacrifici ed i pregiudizi che mi tocca quotidianamente affrontare in una realtà piccola e retrograda come la mia, dove ti imbrattano la macchina di scritte offensive se incontri un ebreo o ti scrivono lettere anonime se stringi la mano ad un musulmano. Quando questa gente capirà che siamo tutti figli di Dio, dell’unico Dio, di Colui che ci ha dato la vita, non sarà mai troppo tardi.
Per quanto riguarda il Papa, sono stato davvero fortunato ad incontrarlo. Tengo gelosamente per me ciò che ci siamo detti ogni volta – parole che mi incoraggiano e mi accompagnano tutti i giorni -, ma ti faccio partecipe di un incontro particolare. Ad ottobre dello scorso anno Gli feci omaggio della maglietta ufficiale della nostra Associazione. Lui iniziò a fissarla da lontano, si avvicinò, fece cenno all’autista di fermarsi, mi sorrise e la prese in mano. Mi disse: “Grazie, grazie: è bello vedere il mio nome sulla maglietta”. La passò a Georg dopo averLa tenuta un altro po’ tra le mani e prima di ripartire disse: “il cappellino non c’è?”. Restai senza parole: il Papa che dava tanta confidenza a me per un gadget! Il tempo di riprendermi e Gli passai il cappellino. Gli baciai la mano, mi benedì e mi salutò.
Salutoni
Di Marini ricordo anche il volto scurissimo di fianco al neo eletto Ratzinger all’uscita dal balcone di San Pietro, per essersi visto rifiutare una stola nuova di zecca sullo stile del famoso piviale.
A Luca: sul nuovo rito, opportunamente depurato, sono d’accordo te (oltretutto non conosco il vecchio quindi non posso fare confronti) ma, per fare un esempio terra terra, perché quasi nessuno sente più il bisogno di inginocchiarsi alla consacrazione?
Quanto al gregoriano, senza farne un assoluto, temo che ormai sia tardi dire che “sarebbe un dramma perderlo???, perché l’abbiamo già perso. Va solo ritrovato, se siamo ancora in tempo.
A Luisa: sì, hai equivocato, forse mi sono spiegato male io e me ne scuso. La libertà religiosa e d’opinione, la pari dignità dei sessi e la distinzione fra politica e religione sono sacrosante e dovrebbero essere accettate da chiunque, specialmente da chi desidera vivere e operare in un paese democratico. Se Magdi Allam si limitasse a chiedere queste condizioni secondo me sarebbe nel giusto, invece secondo me va più in là e la sua posizione non risulta praticabile per i musulmani anche non estremisti. Magari però mi sbaglio.
Volevo anche precisare che, se il matrimonio non è incompatibile col sacerdozio (come dimostrano le Chiese d’Oriente, anche cattoliche), il dono della verginità consacrata è un bene essenziale e irrinunciabile della Chiesa. Ci sarebbe anche un’altra domanda e un altro fronte di riflessioni: sbaglio o le vocazioni sacerdotali sono oggi più in crisi delle vocazioni religiose? Come mai?
Secondo me Marini è un buon liturgista, ovviamente criticabile.
Secondo me l’altare va tenuto dov’è. L’altare è SIA mensa SIA luogo del sacrificio, l’attuale disposizione mi sembra equilibrata.
Leggendovi tutti quanti mi vengono in mente due semplici considerazioni:
1) Vi ringrazio per l’amore che, anche nella diversità delle posizioni, esprimete per Cristo e per la Chiesa, e per la bella qualità del discorso. Roba rara. E a maggior ragione grazie a Luigi.
2) Ma avete tutti a che fare con liturgie così terribili? Questo effettivamente mi sgomenta e mi fa capire meglio le nostalgie di alcuni.
Sottoscrivo in pieno l’ultimo post di gianluca, dalla prima all’ultima riga è come se l’avessi scritto io.
Non aggiungo altro, se non una domanda a Luigi in merito alle differenze tra Lefebvre e Milingo: posto che parliamo di operazioni entrambe da scomunica però: dato che Lefevbre ha ordinato vescovi secondo il rito antico, ma soprattutto secondo precise disposizioni canoniche, tra cui ad esempio la presenza di un altro vescovo, mentre Milingo ha fatto tutto un po’ (mi si passi il termine) a modo suo, possiamo dire che, paradossalmente, le ordinazioni di Lefebvre sono in teoria valide, mentre quelle di Milingo no?
Lo so che a fini “escatologici” non cambia nulla, ma è solo per sapere in che modo la Chiesa dialogherà con loro. Ad esempio Mons. Fellay è stato ricevuto come vescovo a tutti gli effetti. Potrebbe essere così anche per i “Milingo boys”?
Se volete saperne di più:
http://www.unavox.it/Documenti/doc0152FSSPX_Fellay.htm
Saluti
a.z.
Caro signor Accattoli, lei ci ha spiegato molto bene il suo funzionamento come giornalista, e ho l`impressione che questa sua capacità o tendenza a vedere la parte di bene, luminosa in ciascuno non si limita alla sua professione.
Vorrei però chiederle di spiegarmi, se lo desidera, come legge l`intervento di padre Michel, che cosa ne pensa lei personalmente .
Mi sembra capire, leggendola, che essere giornalisti è essere sempre d`accordo con tutti ,senza emettere opinioni personali, essere amici di tutti, lasciare ai lettori l`ultima parola ecc. La sua visione del giornalismo è veramente condivisa dai suoi colleghi ? Perchè a me sembra piuttosto vedere in generale molta poca obbiettività…
A meno che io non percepisca nelle sue parole quello che in francese chiamiamo il ” deuxième degré “,un senso da leggere fra le ligne….che potrebbe far pensare che la sua è ironia..
Le posso dunque chiedere il suo avviso personale sulle parole di padre Michel?
Per quel che mi riguarda, condivido completamente l`opinione di Maria-Grazia.
La ringrazio,saluti,Luisa
Un abbraccio a Gianluca.
Si può credere nella presenza di Cristo nell’eucaristia senza per questo doversi inginocchiare. Ma – probabilmente per un malinteso senso di confidenza con Dio – si è ecceduto. Personalmente mi inginocchio e come.
Mons. Fellay è stato ordinato illegittimamente ma validamente, è quindi vescovo a tutti gli effetti. Il piccolo scisma lefebvriano conserva al di là di ogni dubbio la validità dei sacramenti.
Per le ordinazioni attentate da mons. Milingo mi sono chiesto da subito come potesse il Vaticano ritenerle non valide affermando con nettezza che lo stato canonico degli “ordinati” rimane quello precedente. Che voi sappiate ci sono dei reali punti formali a cui attaccarsi?
Innanzitutto voglio esprimere la mia solidarietà a Gianluca a proposito delle lettere minatorie e dell’auto imbrattata. L’importante è che non perda mai il suo coraggio perché è un uomo in buonafede.
Detto questo, stiamo a discettare su Lefebvre vs. Milingo, forse del sesso degli angeli. Penso che non ci sia uno scisma buono e uno cattivo: ogni scisma è una ferita alla Chiesa e come tale va considerata. Penso che Luigi, con i suoi interventi, al di là della eventuale simpatia per Milingo, voglia dire proprio questo con i suoi inviti a fare attenzione: ragazzi, è uno scisma, non prendiamolo sottogamba (correggimi se dico fesserie).
Le ordinazioni: l’elasticità del diritto canonico potrebbe tranquillamente far ritenere valide le due ordinazioni, come perfettamente invalide. L’importante è mettersi d’accordo su quello che c’è da fare. Penso che per i lefebvriani alla fine si giungerà ad una composizione – e sembra che ci siamo quasi, qualcuno addirittura dice anche che Don Georg sia stato un lefebvriano “transfuga” all’inizio degli anni ’90, ma questi sono gossip e come tali li tratto -; l’importante è che non vadano contro il concilio, alla fine l’importante è pregare Dio e rendergli culto nella fede cristiana.
Per Milingo la vedo più difficile: non credo che sotto Benedetto XVI – salvi colpi di scena – si finirà per comporre lo scisma. Ma una soluzione canonica per gli altri, quelli che soffrono senza fare gesti clamorosi si potrebbe trovare.
Grazie di cuore anche ad Andrea Zambrano per il suo sostegno alle mie parole.
Ricollegandomi al discorso, ricordo che oggi ricorre la festività di San Michele Arcangelo.
Il 13 Ottobre 1884 Leone XIII ebbe una visione mentre celebrava la Messa.
Il Pontefice descrivendo con orrore questa visione disse che riguardava il futuro della Chiesa, un periodo di circa cento anni in avanti quando il potere di Satana avrebbe raggiunto il suo culmine.
Di questo episodio sono note diverse versioni; in quella più comunemente accettata si dice che Leone XIII avrebbe sentito due voci: una dolce e gentile, l’altra roca e aspra.
Gli parve che queste voci provenissero da vicino al tabernacolo.
Subito comprese che la voce dolce e gentile era quella di Nostro Signore mentre quella roca e aspra era di Satana.
In questo dialogo Satana affermava con orgoglio di poter distruggere la Chiesa, ma per fare questo chiedeva più tempo e più potere.
Nostro Signore acconsentì alla richiesta e gli chiese di quanto tempo e di quanto potere avesse bisogno.
Satana rispose che aveva bisogno di 75 o 100 anni e un maggior potere su coloro che si fossero messi al suo servizio.
Nostro Signore accordò a Satana il tempo e il potere che chiedeva, dandogli piena libertà di disporne come voleva.
Leone XIII rimase così scosso da questa esperienza che scrisse una preghiera in onore di San Michele per la protezione della Chiesa.
Il pontefice dispose che questa preghiera fosse detta alla fine di ogni Messa. Questa disposizione venne seguita fino agli anni ‘60, quando, con la riforma della Messa attuata dal Concilio Vaticano II, la preghiera venne definitivamente soppressa dalla liturgia (è rimasta solo come orazione da dirsi durante gli esorcismi).
Mi sarebbe piaciuto nella liturgia attuale conservare questa preghiera, che è stata mantenuta solo per gli esorcismi, la quale mi permetto di ricordare, augurando ogni bene a chi si chiama Michele:
San Michele Arcangelo, difendici nella lotta,
sii nostro presidio contro le malvagità
e le insidie del demonio.
Capo supremo delle milizie celesti,
fa’ sprofondare nell’inferno, con la forza di Dio,
Satana e gli altri spiriti maligni
che vagano per il mondo
per la perdizione delle anime.
Amen
Ho assistito a decine di esorcismi ed ho partecipato a qualche centinaia di preghiere di liberazione, e questa orazione a San Michele mi è sempre parsa molto efficace.
Perchè questo post? Per ribadire che, in fondo, lo scismatico Lefebvre ha forse sbagliato per troppo amore della Chiesa e delle sue tradizioni; mentre Milingo mi pare abbia sbagliato per troppo amore della carne e del proprio “io”.
E’ solo il mio punto di vista, magari insignificante, ma mi piace interrogarmi sul perchè delle azioni di queste persone.
Ubi maior….Associate il mio nome a quello di Gianluca, anche stavolta ha fatto centro. Complimenti, stamattina nel post comunio pensavo alla stessa cosa, intanto il sacerdote era intento a dare gli avvisi del week end….
a.z.
Ad Andrea e Luca sulle ordinazioni di Milingo: il sospetto che non siano valide è legato al dubbio sulla libertà dei suoi atti. In Vaticano si ritiene verosimile un condizionamento perdurante da parte dei Moonies.
A Luisa: ho letto le parole di padre Michel solo attraverso quelle di Magdi Allam e dunque non sono in grado di dare una valutazione compiuta. Così presentate non le condivido. Ho detto che sono amico, non che lo cindivido sempre. Luigi
Grazie di cuore a Luca Grasselli e a tonizzo per la solidarietà, ma nn era me che volevo mettere al centro dell’attenzione, anche se alla fine è andata così.
Un abbraccio particolare a tonizzo (non per ruffianeria), di cui sottoscrivo -è la prima volta che capita ma non ci prendere l’abitudine 🙂 – l’ultimo post.
Un abbraccio a tutti
cara mariagrazia hai centrato il problema……. allora Milingo non e’ un’ingenuo e tantomeno preda dei Moon ……….. per quanto riguarda le cosiddette guarigioni ed esorcismi, ho sentito dire che sotto ipnosi si possono avere gli stessi effetti e reazioni di persone possedute questa persona in definitiva, potrebbe avere solo un forte potere ipnotico in grado di scatenare simili reazioni collettive. Del resto il caro Milingo, con la storia degli esorcismi che comunque celebrava non rispettando fino in fondo le regole canoniche, si e’ fatta tanta di quella pubblicita’ che lo ha portato secondo voci, ad incidere dischi a produrre un cartone animato sulla sua biografia………. ci sono tantissimi esorcisti che operano nel silenzio e ottengono risultati sicuramente piu’ eclatanti ma, di sicuro non li sfruttano per loro pubblicita’ personale……..
comunque, non e’ sicuramente ne un ingenuo, ne un plagiato e ne tantomeno un’incompreso!!!!!!!!! insomma non e’ lo stinco di santo che molti cercano di dipingere!!!!!!!
Il vaticanista Zizola afferma nel suo libro “Benedetto XVI, un successore al crocevia” che qualcuno molto vicino al Papa ha una grande simpatia per i Lefebriani,ma non si tratta del segretario particolare del Papa,bensì del fratello maggiore.Non ho elementi per sapere di quale Don Georg si tratta.Mi piacerebbe che lo scisma rientrasse così come spero che Milingo torni sui suoi passi nonostante tutti i limiti di un uomo del genere.
Cinque anni fa tifavo per la scomunica,ma ora mi rendo conto che stiamo assistendo pur sempre di uno scisma che,come tale,non può essere sottovalutato.
Saluti MG