Nel dormitorio “Dono di misericordia” per senza dimora gestito da suore di Madre Teresa “lavorano” due volontari che lì si erano rifugiati per bisogno e che ora soccorrono i bisognosi: nel primo commento la cronaca dell’Osservatore Romano che racconta la risposta delle strutture caritative romane all’emergenza freddo, qui la mia annotazione che il momento più calamitante del soccorso al prossimo è quando colui che era a terra si alza, come i raddrizzati dei Vangeli, e prende a servire il prossimo. E’ un’esperienza frequente della forza diffusiva del bene da me tante volte individuata nei “fatti di Vangelo” ascoltati e narrati.
Quando il barbone fa la barba ai barboni
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In via dei Penitenzieri. È stato anche incrementato il numero dei letti a disposizione dei senzatetto che si rivolgono al dormitorio “Dono di misericordia” di via dei Penitenzieri, a due passi da piazza San Pietro. Allestito in locali di proprietà della Compagnia di Gesù e aperto grazie al contributo dell’Elemosineria apostolica, il dormitorio ospita persone indigenti provenienti dall’Italia, ma anche da altre nazioni non solo europee. È gestito da tre missionarie della Carità, l’ordine religioso femminile fondato da santa Teresa di Calcutta, e da due volontari che a loro volta sono senzatetto. Alcuni ospiti, infatti, dopo un po’ di tempo al servizio del dormitorio, sono riusciti, grazie all’Elemosineria, a reinserirsi anche nel mondo del lavoro e a rifarsi una vita.
http://www.osservatoreromano.va/it/news/al-riparo-dal-freddo
Narratemi storie di riscatto. Chiedo ai visitatori di raccontare qui nel blog storie di soccorsi che si fanno soccorritori. Nel nuovo corso del pianerottolo vorrei anche un riequilibrio dei temi: meno diatribe sull’attualità, più occhio per le storie di vita.
Da una foto una parabola. Per l’attenzione del Papa a ogni parabola della carità, vedi l’omelia di ieri al Santa Marta: «Mi viene in mente una fotografia che è nell’Elemosineria: uno scatto che ha fatto un bravo ragazzo romano e lo ha offerto all’Elemosineria. Notte — notte di inverno — usciva da un ristorante gente tutta ben coperta con pellicce. Soddisfatti — avevano mangiato, erano fra gli amici: è buono quello — e lì c’era una senzatetto, sul pavimento, che fa così [fa il gesto di chi chiede con la mano], e il fotografo è stato capace di scattare nel momento nel quale la gente guarda da un’altra parte, perché gli sguardi non si incrocino».
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2019/documents/papa-francesco-cotidie_20190108_noalla-cultura-dellindifferenza.html
Qui la foto narrata dal Papa e un’intervista al fotografo:
https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2019-01/papa-francesco-fotografo-senzatetto-indifferenza-omelia-marta.html
Sì, quello che più mi piace del blog sono i “Fatti di Vangelo” e “Pizza e Vangelo”. La storia di riscatto l’ho già raccontata.
http://www.luigiaccattoli.it/blog/cerco-fatti-di-vangelo/13-ero-in-carcere-e-mi-avete-visitato/salvatore-convertito-in-carcere-da-una-carezza/
Antonella quella storia l’avevo in mente quando invitavo a raccontare. Tu che mi somigli dammene un’altra, così stimoliamo i visitatori verso questa vigna.
Poteri raccontare la storia di un ragazzo, Samy, che è stato battezzato per sua scelta da adulto e che ora si prepara a divenire sacerdote. Non so però in che Fatto di Vangelo inserirlo.
“ Non so in che Fatto di Vangelo inserirlo”
Tranquilla Antonella, i Fatti del Vangelo secondo Luigi Accattoli non sono affatto il Vangelo e non e’ importante incasellare ogni evento umano, nella sua particolarita’ , in 7na casella o in un capitolo.
Il Vangelo,di Nostro Signore e’ molto piu’ ampio, misterioso, spirituale, mistico, contraddittorio è difficile, di quanto noi possiamo anche lontanamente pensare e non dinviso in capitoli o caselle, ne’ tantomeno in storielle edificanti.
“Potrei raccontare” dice Antonella: e dunque racconta.
ci proverò. Ma ci vuole l’ispirazione.
Eppure il desiderio di raccontare un fatto di Vangelo, un fatto assolutamente vero, è forte, e finisco col raccontarlo, anche se ora il post è datato.
La conversione di un uomo dabbene
Anche i giusti si possono convertire; racconterò dunque la storia di Luca (nome scelto a caso) che a 37 anni si è convertito davvero. Luca è nato in una famiglia molto osservante; fin da piccolo, guidato dalla fede profonda e dalla severità di vita dei genitori, ha compiuto tutte le prescrizioni della legge, ha offerto sacrifici e olocausti a Dio. Era un ragazzo allegro, e con lui anche i discorsi seri finivano con una battuta simpatica. Si è sposato con una brava ragazza, con la quale aveva vissuto un fidanzamento all’antica, nell’osservanza di tutte le norme. Gli è nata una bambina, ed ha intrapreso un lavoro faticoso (non trovando altro) per mantenere la famigliola. Ma un giorno, tornando a casa, l’ha trovata deserta: la moglie se ne era andata con la figlioletta. Vani sono stati tutti i tentativi per ripristinare il rapporto, e non sono servite a nulla neppure le mediazioni di molti uomini di Chiesa e amici.
Allora Luca è caduto nella depressione più profonda, tanto che ha perso anche il lavoro. L’unica cosa dalla quale sperava un aiuto concreto era la fede. Ma la fede del passato poteva dargli solo qualche momento di tregua. “Allora mi sono accorto – ha detto Luca – che ero come una bottiglia, con un bel cartellino fuori, colorata in maniera raffinata e piacevole a vedersi, ma dentro completamente vuota. Ero convinto di essere del tutto in regola, ma quando è sopraggiunta la prova, quando è caduta su di me la Croce, non ero in grado di sopportarla. Bisognava ricominciare daccapo, costruire su basi più solide la fede che mi era stata trasmessa”. Così Luca ha vissuto un periodo di vera e propria conversione.
Leggiamo questo passo del Vangelo di Matteo (14, 24 – 31):
“24 La barca distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. 25 Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. 26 I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «É un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. 27 Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». 28 Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». 29 Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 30 Ma per la violenza del vento, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». 31 E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Ora Luca ha capito che anche lui aveva dei difetti dei quali emendarsi, che il suo atteggiamento, per quanto osservante, era superficiale. Si è volto di nuovo verso il Salvatore. Ora sta riconquistando la sua pace e il suo equilibrio: è divenuto un uomo maturo, ed anche la sua fede è una fede adulta e matura, capace di reggere i marosi e le prove che incessantemente la vita ci fa incontrare.
Grazie Antonella del tuo dono notturno. Buon respiro per aprire la giornata.