“La politica come ordine supremo della carità: questa io credo dovrebbe essere la grande avventura per chi ne sente la missione. A questo penso si riferisse Paolo VI quando parlava della politica come della ‘forma più alta della carità’. E’ questo che mi ha spinto a essere fin troppo chiaro (qualcuno ha scritto ‘rude’) negli interventi di questi ultimi giorni sui drammi dei profughi e dei rifugiati: nessun politico dovrebbe mai cercare voti sulla pelle degli altri e nessun problema sociale di mancanza di lavoro e di paura per il futuro può far venir meno la pietà, la carità e la pazienza”: così il segretario della Cei Nunzio Galantino in un testo su De Gasperi pubblicato ieri. Colui che ha scritto “rude” sono io. Ma ora Galantino è mezzo pentito delle polemiche che sono venute da quegli “interventi” e ieri ha rinunciato a tenere a Pieve Tesino la lectio degasperiana nella quale sono contenute le parole che ho riportato sopra. Nei commenti qualche spiegazione di servizio.
Quando ho dato del “rude” a Galantino
14 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Tornando da una missione in Medio Oriente, a sostegno dei profughi dall’Iraq ospitati in Giordania, Nunzio Galantino segretario della Cei, intervistato dalla Radio Vaticana il 10 agosto, aveva qualificato come “quattro piazzisti da quattro soldi” i politici italiani che in queste settimane gridano all’invasione.
http://ilsismografo.blogspot.it/2015/08/italia-immigrati-galantino-cei-contro.html
Il 12 agosto le anticipazioni di un’intervista dello stesso Galantino a “Famiglia Cristiana” suonano come una dura critica al Governo: in serata la rivista su sua richiesta ammette di aver riferito con “toni esagerati” espressioni confidenziali, si scusa e toglie l’intervista dal proprio sito.
http://www.famigliacristiana.it/articolo/precisazione-della-direzione-di-famiglia-cristiana-sull-intervista-a-monsignor-nunzio-galantino.aspx
Qui un mio commento per il Corsera dell’11 agosto nel quale affermavo che “se Bergoglio è schietto, Galantino è rude”:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/articoli-del-corriere-della-sera/galantino-sui-profughi-e-i-piazzisti-da-quattro-soldi/
A me sembra che molti politici abbiano reagito a Galantino “parlando a nuora perché suocera intenda”. Ovvero, nessuno, tranne Feltri, ha osato rispondere al Papa sul tema immigrati, e quindi si sono sfogati su Galantino.
Galantino non e‘che un burattino mosso dal grande burattinaio, un pupo in mano al puparo Si scrive Galantino si legge Bergoglio. E il pupo fa il verso al puparo ma in tono accentuato “se Bergoglio e“schietto ,Galantino e‘rude “ha scritto Accattoli sul Corsera. Si puo‘ aggiungere che Bergoglipo e‘furbo Galantino e‘tattico e c0ostringe Famiglia Cristiana a ritirarz l‘articolo in puro stile “Qui lo dico e qui lo nego.Non va al convegno su De Gasperi per “non alimentare polemiche“ ma intanto ribadisce che tutti i politici odierni sono un harem di furbi.Insomma un passo indietro e due avanti.
Continuo a non capire l’odio di Discepolo per il Papa.
Ora usi parole contro Galantino che fa polemica con i politici…polemica che da un punto di vista strettamente religioso ci può stare, e c’è sempre stata da parte della CEI (vedi Ruini ed altri), però non risparmi la tua polemica e il tuo odio pregiudiziale contro il Papa.
“E De Gasperi ha avuto il dono di comprendere che nella società contemporanea non c‘era e non c’è nulla di altrettanto potente e forte di una politica ispirata da valori universali, da cui dipendiamo tutti e a cui tutti dobbiamo rispetto. Certo, la politica non è forse quella che siamo stati abituati a vedere oggi, vale a dire un puzzle di ambizioni personali all’interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi. La politica è ben altro, ma per comprenderlo è inutile prodursi in interminabili analisi sociologiche o in lamentazioni, quando è possibile guardare a esempi come quello degasperiano. I veri politici segnano la storia ed è con la storia che vanno giudicati, perché solo da quella prospettiva che non è mai comoda, si possono percepire grandezze e miserie dell’umanità.
…
Un popolo non è soltanto un gregge, da guidare e da tosare: il popolo è il soggetto più nobile della democrazia e va servito con intelligenza e impegno, perché ha bisogno di riconoscersi in una guida.
…
Il significato della guida in politica non è tramontato dietro la cortina fumogena di leadership mediatiche o dietro le oligarchie segrete dei soliti poteri.”
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Per-rinascere-Italia-prenda-esempio-da-De-Gasperi-e83571b1-378b-4f06-a7bb-304cb67187ee.html
Mons. Galantino in questo caso dice cose condivisibili, molto condivisibili. E lo dice in modo “rude”.
Luigi Accattoli ha sempre auspicato un disarmo linguistico (che poi in fondo è un disarmo d’intenti), ma questa è solo una opinione. Accattoli condivide anche queste altre parole “rudi”?
Comunque pur condividendo quanto detto da Mons. Galantino, dico che non basta, almeno per me non basta.
Userò un linguaggio abbastanza disarmato e politicamente corretto per dire che non basta.
Ci sono molte e troppe altre questioni che debbono messe in agenda e sul tappeto e usare parole “rudi” sul tema con quelli che abbiamo “di fronte”.
E sono tutti temi che hanno a che fare con la famiglia, col lavoro e con la dignità umana e con i diritti-doveri di un popolo ad esser tale.
Bisogna essere “rudi” a tutto tondo, a tutto tondo…
Il testo integrale della Lectio di Monsignor Galantino, che è stata letta dal Presidente della Fondazione De Gasperi:
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Per-rinascere-Italia-prenda-esempio-da-De-Gasperi-e83571b1-378b-4f06-a7bb-304cb67187ee.html?refresh_ce
Non è facile per una politica, o meglio, per un certo partitismo spesso abituato alle connivenze o ai silenzi stra-comodi di una parte del clero, sentirsi attaccare così.
Soprattutto è difficilissimo per chi si è sempre sentito “intoccabile”.
Avanti con la “parresìa” (dal mio punto di vista).
Ciao a tutti.
Scusate, non è per cosa: dell’argomento ne sto scrivendo in lungo e largo in questi giorni e francamente mi sto un po’ seccando perché è una polemica nata da eccesso di sincerità.
Penso che Mons. Galantino – ottimo uomo di Chiesa – abbia sbagliato a scendere da un piano morale ad uno politico, finendo vittima del teatrino in cui gente come Salvini e tutti gli altri hanno “mestiere” da vendere. Penso anche che quando si passerà a discutere di bioetica, unioni civili e quant’altro, non so quanto la “rudezza” – come ha detto Luigi – potrà premiare i vescovi italiani.
Fino a quando c’erano in coppia Bagnasco e Crociata, la Cei faceva i suoi convegni sulla politica e il piano operativo era molto chiaro: essere trasversali, formare coscienze per la politica, dare un contributo alla politica nazionale ma senza prendere parte esclusivamente per una determinata parte politica. Insomma, nel momento in cui ci fosse stato bisogno, i parlamentari di destra e sinistra avrebbero fatto testuggine per difendere i valori cristiani.
Nel momento in cui Galantino scende in campo per la “parresia” (come se gli altri prima di lui fossero poco capaci di chiarezza), si passa dal piano morale a quello politico. E qui cominciano i problemi.
La Chiesa ha guadagnato più fedeli con questa chiarezza? No, anzi. Ha offerto ad altri – che manco si potevano immaginare un regalo simile – la possibilità di fare i fighi diventando addirittura interlocutori del Papa o credendo di essere tali.
La Chiesa ha più preso nell’opinione pubblica? No: il 45% degli elettori crede a quello che dicono Salvini, Grillo e compagnia cantante. Credono cioè che gli immigrati siano parassiti e che la Chiesa ci mangi sopra (cosa assolutamente non vera, certo: ma fatevi bombardare tutti i giorni da ‘sta favola e ci crederete)
La Chiesa ha guadagnato qualcosa da questa vicenda? Secondo me no.
E non mettiamo in mezzo il Papa, non è personaggio che si interessi alle vicende politiche italiane. Non è questo il punto: Luigi nei giorni scorsi ha scritto (se ho ben capito) sul Corriere che Galantino, in quanto comandante “in seconda”, ha una sua autonomia nelle uscite e negli interventi. Però gli chiedo: ma chi detta allora la linea in Cei, lui o Bagnasco? E perché Bagnasco non ha detto nulla in questa vicenda? Ha solo fatto un’uscita dicendo che la Chiesa “collabora con le istituzioni” in tema di immigrazione.
E’ evidente che ci siano due tipi di linguaggi e linee di pensiero. Quindi chi è che ha la responsabilità?
E perché i vescovi spagnoli dicono che gli immigrati vanno aiutati a casa loro?
Ripeto: per me Galantino è partito benissimo e le sue prime uscite mi sono molto piaciute. Dirò di più: sono con Galantino quando se la prende con la scarsa qualità di questa classe politica che ora chiede le sue dimissioni. Ma non lo seguo quando scende dal pulpito per litigare col primo Salvini che passa. Questo, per me, è stato un errore.
Un saluto a tutti e un caldo abbraccio a causa delle temperature.
Tra Galantino e Bagnasco il ruolo forte è quello di Galantino.
La polemica diretta con i singoli politici è un errore.
Non so in Spagna ma in Italia il motto “aiutiamoli a casa loro” è strumentale per evitare di esporsi nell’opera di accoglienza, o nel dibattito su di essa.
Luigi, grazie per la risposta. Vedo che siamo d’accordo sulla polemica diretta: quanto al duo Galantino-Bagnasco, se è suo il ruolo forte – qui è una riflessione mia, detta a voce alta e che non vuole coinvolgere né te né il blog – allora mi chiedo che cosa accadrà in un anno e mezzo, quello più o meno che gli resta di mandato. O piuttosto Bagnasco tace perché risalti ancora di più il suo dissenso? Tante volte un silenzio parla più di migliaia di parole…
Vi offro qui la parte finale del messaggio dei vescovi spagnoli per la Giornata dei Migranti 2015: la traduzione è mia e vi chiedo scusa per eventuali errori.
Lo abbiamo ascoltato più volte tanto da Papa Francesco che dai suoi predecessori: “Alla globalizzazione del fenomeno migratorio è necessario rispondere con la globalizzazione della carità e della cooperazione. Questo implica intensificare gli sforzi per creare condizioni di vita più umana nei paesi d’origine, e una progressiva diminuzione delle cause che danno origine alle migrazioni, sulle quali si deve lavorare. Ciò implica di “sviluppare a livello mondiale un ordine economico-finanziario più giusto ed equo”.. Mi sembra anzi che proprio i vescovi spagnoli non usino “aiutiamoli a casa loro” come paravento, tenuto presente che accolgono anche loro. Ma è interessante, secondo me, vedere l’atteggiamento di una Chiesa sorella davanti ad un dramma simile. Reitero il saluto.
Se lo hemos escuchado reiteradamente tanto al papa Francisco como a sus antecesores: «A la globalización del fenómeno migratorio hay que responder con la globalización de la caridad y de la cooperación». Ello implica intensificar los esfuerzos para crear condiciones de vida más humana en los países de origen, y una progresiva disminución de las causas que originan las migraciones, sobre las que hay que actuar. Implica «desarrollar mundialmente un orden económico-financiero más justo y equitativo».
http://www.conferenciaepiscopal.es/index.php/documentos-migraciones/4187-iglesia-sin-fronteras-madre-de-todos.html