Fulvio Riccardo Platania è stavolta il mio uomo: fa il vigile a Milano, vota a sinistra, ha un profilo in Facebook e l’usa per gratificare il ministro Kienge del titolo di “primate scroccona“. Mamma mia. Come dev’essere triste uno che si rattrista quando vede una donna con la pelle nera.
Quando Fulvio vede una donna nera
15 Comments
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Questo commento non se lo fila nessuno, quindi per non lasciarlo da solo darò io aria alla bocca: forse non vale la pena di occuparsi dei mentecatti, mentre magari un pensierino all’assoluta inutilità del ministro lo si può fare. Un ministro, ormai è evidente, messo lì solo per il colore della sua pelle (cioè con un’operazione che – a pensarci un attimo – più razzista di così non si può …), ma che non serve praticamente a nulla. Il giorno in cui non si penserà più di fare ministro qualcuno perché è negro o perché è donna o perché è omosessuale ecc. ecc. avremo fatto un reale passo avanti per superare le ingiuste discriminazioni razziali e sessuali.
Con tutto il rispetto per la Sig.ra Kyenge, penso che il commento di Luigi Franti abbia colto nel segno: creare un (inutile) Ministero su misura di una donna di colore, mi sembra un affronto razzista contro tutti gli immigrati (bianchi, neri, gialli, rossi,ecc.) di buon senso.
Auguri a Luigi e a tutto il blog per un ottimo 2014!
scroccone in più, scroccone in meno…poi che siano bianchi o neri…la cosa non cambia di molto..
Eppure col problema dell’integrazione ci dobbiamo scontrare tutti ogni giorno; non mi sembra sbagliato aver creato un ministero dell’integrazione.
Secondo me è sbagliato mettere in dubbio l’esigenza, in Italia, del Ministero per l’Integrazione; per fugare subito ogni dubbio e poi poter parlare del triste protagonista di questo post, ricordo che tra chi mette in dubbio l’esigenza del Ministero dell’Integrazione c’è il nuovo Segretario della Lega Nord, mentre a favore del Ministero dell’Integrazione c’è il Capo del Governo Tedesco, una donna, che ha designato, pochi giorni fa, come Ministro dell’Integrazione una donna di origine turche.
Per esporre la mia idea sul triste protagonista di questo post riporto un concetto che condivido.
“Il problema vero non è il razzismo, è l’intolleranza. Sembrano sinonimi, ma non lo sono.
L’incapacità di tollerare che qualcuno possa essere considerato pari (o addirittura superiore) a noi è incontenibile nell’animo di chi è stato (o si è creduto) vittima. E costoro farebbero di tutto (brutti stronzoni) per non sentirsi più in quei panni.
Ed ecco il bullismo a scuola, il nonnismo tra i militari, il femminicidio, il linciaggio degli omosessuali, le guerre di religione.
L’intollerante veste i panni del carnefice, del bullo o del razzista, e lo fa per certificare che sta dall’altra parte, dalla parte che mena, non da quella di chi subisce.
Non è il razzismo il problema. È l’intolleranza.
Apparentemente nei confronti dell’altro, in realtà è l’incapacità di tollerare noi stessi ed i nostri limiti.”
Vincere l’intolleranza verso gli immigrati sarà difficile, perché nell’attuale crisi del nostro Paese molti sono vittime, o si sentono tali. Però, considerate in primo luogo le ragioni umanitarie e poi anche l’opportunità di compensare il disastroso tasso demografico del nostro Paese, è indispensabile che il Ministero dell’Integrazione in questo Governo, o al massimo nel prossimo, consegua il riconoscimento, anche in Italia, dello “ius soli”, come primo passo per ridurre l’attuale livello di intolleranza verso gli immigrati.
Mettendo da parte la solita retorica che sempre accompagna questi discorsi, pur giusti e sensati, a mio parere lo ius soli farà solo aumentare l’intolleranza e la sensazione di “accerchiamento”.
Chi propone lo ius soli come soluzione ai problemi dell’integrazione o non sa cosa sia l’integrazione o non si rende conto delle conseguenze che potrebbero derivare da una legge del genere. Personalmente resto convinto che si tratti solo di propaganda a basso costo.
In ogni caso non credo possa essere questo Parlamento ad occuparsi della questione, ma eventualmente il prossimo e dopo una campagna elettorale che affronti e approfondisca questi temi, chiedendo esplicitamente il consenso dei cittadini italiani. Stesso ragionamento per le unioni omosessuali.
Come si può pretendere di sconvolgere così radicalmente gli istituti della cittadinanza e del matrimonio senza coinvolgere sul serio i cittadini, senza ascoltare cosa ne pensano?
Quanto al resto condivido le riflessioni di Luca e Franti e mi unisco agli auguri di buon anno che Luca ha voluto anticipare a Luigi e a tutti i frequentatori di questo blog.
Certo, le intolleranze (anche quelle alimentari :-)) sono un problema. Ma, come giustamente osserva il signor giordano, sono anche un fatto, di cui bisogna tener conto come di tutti i fatti. Esiste perciò anche il problema dell’intolleranza nei confronti delle intolleranze … (Il mondo è complicato).
Temo però che chi oggi in Italia parla di ius soli non sappia che cosa sta dicendo. Che questo principio sia applicato praticamente solo nei paesi del continente americano e da nessun’altra parte vorrà pur dire qualcosa: in un paese come l’Italia la sua applicazione sarebbe insensata e deleteria.
Perciò mi correggo: il ministro Kyenge non è inutile, ma leggermente dannoso.
Certo la frase del vigile di Milano è deplorevole ma forse il pover’uomo ha un attenuante: magari il vigile in questione (stipendio di circa 1220 euro al mese per 8 ore di lavoro al giorno) i ha assistito , come me, alla “comparsa” a Milano del ministro Kyenge, con 3 auto blu, 7 persone di scorta, lampeggianti ecc., traffico bloccato , comuni cittadini allontanati ecc, , e poi ha visto scendere dalla macchina l’ineffabile ministro “per l’integrazione” lei siì perfettamente integrata , griffata dalla testa ai piedi , la sola borsa firmata della quale sfamerebbe tre villaggi africani ,
intanto in Congo le famiglie italiane, lì inviate per le adozioni internazionali colla rassicurazione della stessa kyenge che andava tutto berne, e trovatisi impantanate in un pasticcio tremendo non riusciranno ad andarsene se non sganciando una congrua “mazzetta” alle Autorità congolesi.
sono stata in Africa e so come vanno queste cose.. basta pagare e la situzione si sbloccherà.
Propongo perciò che la Kyenge rinunci alle 7 persone di scorta e alle tre auto blu con lampeggianti e alla borsa di Gucci e alle scarpe di Prada per dare una mano ai poveri italiani intrappolati in Congo..
Le cazzate che lei riesce a pensare,discepolo, non hanno più limiti!
L’AMBULANZAAAAAAAAAAAAAA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
PRESTOOOOOOOOOOOOOO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Roberto 55
Insultare discepolo sembra essere diventato lo sport di moda, qua dentro. Peccato che ignoriate anche l’abc dell’arte dell’insulto. Al massimo, arrivate all’insulso.
Se desidera, Franti, mi posso dedicare anche a lei, così non è più geloso.
Ma c’è una differenza tra lei e discepolo: lei la leggo con piacere pur dissentendo con la maggioranza dei suoi argomenti. La leggo, la rispetto e la ammiro per come espone i suoi pensieri. Lo stesso, prutroppo non mi riesce con l’amica discepolo. Che posso farci? proprio non riusciamo a comprenderci!
Eh certo, il “diverso” fa scattare gli anticorpi alle persone che non sono abituate alla diversità (diversità che non è un difetto ma un arricchimento).
Pro-memoria: il “diveso” può essere una persona col colore della pelle differente, portatrice di disabilità, vestita in maniera non comune, che parla una lingua diversa, che professa una religione diversa…
In molte metropoli (europee o mondiali) con storie di integrazione cominciate secoli prima di noi la persona “diversa” non esiste.
Da noi vorrà ancora qualche secolo ma, alla fine, espressioni del tipo “negher” o “terun” passeranno nel dimenticatoio.
E’ solo questione di tempo.
Però mi piace il commento di discepolo sull’ineffabile ministro dell’Integrazione Dott.ssa Kyenge…
Per favore, facciamo un bel proposito per l’anno 2014: ci asteniamo dagli insulti e ci limitiamo alle sole critiche motivate?
Di nuovo auguri a tutti!
Non c’è bisogno del proposito per il 2014, caro luca73. Astenersi dal rispondere per non offendere gli altri è qualcosa che alcuni di noi fanno quotidianamente in questo blog già da tempo. Ma poi si presentano occasioni come queste che proprio non ce la fai a trattenerti! Sii buono anche con i poverelli come me! che non ci vedono nulla di piacevole in un commento come quello di discepolo, ma casomai un velato razzismo e, pur ammettendo che la frase del vigile è deplorevole, una scusante per la stessa, giustificata da pensieri che nulla c’entrano con il punto che il padrone di casa cercava di evidenziare.