In un’intervista al collega Gerardd O’Connel del settimanale America data il 23 novembre, in occasione dell’80° compleanno, il cardinale Angelo Scola difende Francesco dagli attacchi che gli arrivano dall’interno della Chiesa e racconta che al momento dell’elezione il neoeletto si alzò dal suo posto e andò ad abbracciarlo. Un gesto che dava atto del ruolo di Scola negli scrutini, nei quali era risultato il più votato dopo Bergoglio. Nel primo commento alcuni passaggi dell’intervista.
Quando Bergoglio appena eletto andò ad abbracciare il cardinale Scola
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Sommario dell’intervista fornito da America. Nel colloquio il cardinale Angelo Scola ha difeso con forza papa Francesco dagli attacchi dall’interno della chiesa e ha sottolineato che “il papa è il papa”, affermando che “attaccare il papa è fare del male alla chiesa”. Come cardinale ha partecipato ai conclavi del 2005 e del 2013 e, in questa intervista, ha rivelato che queste due esperienze “hanno avuto per me una dimensione mistica”. Ha detto di aver sentito lo Spirito Santo all’opera. “Per me l’elezione del cardinale Ratzinger è stata una gioia ma non una sorpresa, mentre l’elezione di Bergoglio è stata una sorpresa”. Scola dice anche, riguardo a se stesso, che «non ha mai creduto alla possibilità di diventare papa». Alla domanda su che cosa ha provato quando il cardinale Bergoglio è stato eletto, ha rivelato che “subito [dopo] essere stato eletto, non eravamo lontani l’uno dall’altro, il papa si è alzato, è venuto verso di me e mi ha abbracciato molto forte”. Il cardinale Scola osserva che “l’apparizione di Francesco come papa è stato un sano pugno nello stomaco che lo Spirito Santo ha usato per svegliarci”. Quando ho chiesto di spiegare questo commento, ha detto che vedeva l’elezione di Francesco dalla prospettiva delle “nostre chiese in Europa che sono stanche” e ha ricordato “la sua personalità, la sua formazione, la sua esperienza, in particolare ad Aparecida, dove Bergoglio è emerso con forza ed è giunto alla nostra attenzione. Inoltre, il suo modo di raggiungere personalmente le persone può anche sciogliere alcune situazioni e risollevare la Chiesa in Europa, che soffre di stanchezza”.
https://www.americamagazine.org/faith/2021/11/23/cardinal-scola-pope-francis-interview-241890
https://gpcentofanti.altervista.org/lermeneutica-rinnovatrice-della-messa/
“Il papa è il papa”, “attaccare il papa è fare del male alla chiesa”.
Toh guarda: Scola, in lapidaria versione don Bosco o mia zia Marietta, ci ricorda l’abc primario del cattolico.
Tradotto: sull’argomento, le chiacchiere stanno a zero.
Compito a casa per i malpancisti cronici , i professionisti del torcicollo, gli antipapisti seriali, i sedevacantisti mascherati, i sofistici spaccacapelli: scrivere settanta volte sette la due frasi in bella copia sul quaderno .
Quando finito, ricominciare da capo.
E bravo l’Angelone.
Scola arcivescovo ciellino, indicato come successore di Ratzinger . Maldipancia dei progressisti /riformisti /rivoluzionari , quando rischio’di essere eletto papa e di continuare quindi sulla linea conservatrice d i Giovanni Paolo II e Benedetto XVI . Ahhh, brindisi , sospiri di sollievo a Bologna quando fu eletto inveceBergoglio. Baci e abbracci tra Scola e il neoeletto Tredici anni dopo: Memores Domini di CL commissariati, fra cui le Memores Domini che accadono Benedetto XVI, Carron il successore di Giussani costretto a dare ‘ le dimissioni, CL allo sbando e i ciellini senza piu’ alcun potere…, Scola inoffensivo …
Che abbraccio “fatale” !
Tredici anni dopo?
Trovo molto apprezzabili le parole di Scola su Papa Francesco. Non ci racconti però, l’Angelone, che “non ha mai creduto alla possibilità di diventare papa”. Tutto convergeva a fare sì che dal conclave a uscire papa fosse proprio lui, in particolare l’incredibile trasferimento dal ruolo di Patriarca di Venezia a vescovo della diocesi di Milano, dal cui seminario era stato cacciato a suo tempo perché più propenso a ubbidire alle direttive del suo mentore don Giussani che non a quelle dei suoi superiori. Non dimentichiamo poi lo stato di depressione in cui cadde nel periodo successivo al conclave stesso. In generale trovo che uno dei peggiori difetti degli ecclesiastici sia questa finta umiltà. In fondo che male ci sarebbe ad ammettere le proprie ambizioni.?
Sua Eminenza il card. Angelo Scola, arcivescovo della mia diocesi ricordato per………!?!!?!?!
Penso abbia operato molto di più da vescovo di Grosseto e da Patriarca di Venezia (con OASIS su tutti) ; qui a Milano -per quanto mi riguarda- non ha lasciato il segno. So che oggi non sta benissimo in salute, prego per lui.
In merito a CL, il loro crollo va individuato nelle sentenze passato in giudicato che hanno condannato i suoi esponenti politici. Sicuramente il movimento ha al suo interno persone perbene, molto perbene e che hanno fatto e fanno del bene, ma se i tuoi esponenti di primo piano vanno in galera prima o poi vai al tappeto e così è al momento. Quanto ai provvedimenti del papa verso i Memores Domini non mi sembra le motivazioni siano pubbliche…..Chissà……
Rif. 27 novembre ore 15.11- Conclaveologia scienza inesatta
Rif. 27 novembre ore 15.11 – Conclaveologia scienza inesatta
Mi sono fatto l’idea che sui conclavi – sui tempi brevi – è difficile o quasi impossibile ricostruire con precisione numeri e fatti. Non è possibile una “scienza esatta”.
In merito: ritengo che Scola avesse (e abbia avuto) i numeri sufficienti per la maggioranza assoluta, ma mai avrebbe raggiunto quella “qualificata” richiesta. Immagino che lui se ne sia reso conto . E allora è buona legge non scritta dei conclavi puntare su altri, “più probabili”.
Quanto all’uscita di Scola dal seminario di Milano, “la cacciata” è una mezza (o intera) favola metropolitana. Lui ha dato una versione diversa, e anagraficamente convincente, nell’autobiografia.
Quanto al resto (Memores, Carròn, potere ciellino ecc.) siamo al festival del pressappochismo senza rispetto.
Non ho letto l’autobiografia del Card. Scola, ma ritengo che essa ricalchi, sull’uscita (chiamiamola pure così, se “cacciata” sembra troppo greve) dal seminario ambrosiano, quanto raccontato da A. Tornielli nel libro “Il futuro e la speranza” edito nel 2011. Tornielli allora era uno dei più accaniti turiferari (per usare un termine che piace al vaticanista Rusconi) di Ratzinger e quel libro era un pezzo della strategia volta a propiziare l’ascesa di Scola, considerato in sostanziale continuità col pontefice tedesco, al soglio pontificio. Non è strano quindi che un momento particolarmente imbarazzante della vita del cardinale venga sostanzialmente edulcorato. La realtà dei fatti era che Scola e altri seminaristi di estrazione ciellina faticavano ad inserirsi in modo cordiale e positivo nel seminario diocesano poiché erano usi a far corpo fra di loro e a riferirsi a Don Giussani piuttosto che ai superiori. Una problematica che si sarebbe riproposta poi a tutti i livelli, per quanto riguarda il rapporto fra Cl e la diocesi ambrosiana. In questa logica la richiesta rivolta al seminarista Scola di prestare il servizio militare mirava a saggiarne l’obbedienza e ad offrirgli un congruo tempo di riflessione . Col consenso di Giussani, Scola preferì spostarsi presso la diocesi di Teramo, dove fu poi ordinato sacerdote dal vescovo Abele Conigli, secondo una prassi tuttora in voga , ahimè, per altro duramente stigmatizzata da Papa Francesco.
Che Scola sia abituato a presentare versioni di comodo è confermato dalle sue solenni dichiarazioni di una sostanziale estraneità rispetto a Formigoni rilasciate all’epoca delle indagini sul Celeste (condannato poi in via definitiva), quando in realtà nel 2009 l’allora Patriarca di Venezia aveva tenuto la lectio magistralis alla convention di Rete Italia, la corrente formigoniana in Forza Italia.
Riguardo al periodo del patriarcato a Venezia ricordo solo le manie di grandezza di Scola, in particolare per quanto riguarda la Fondazione Marcianum, drasticamente ridimensionata dal successore Moraglia che si sarebbe pure presentato col cappello in mano per chiedere all’ormai arcivescovo di Milano se fosse disponibile ad un contributo economico per finanziare l’opera elefantiaca che aveva messo in piedi e ne avrebbe ottenuto invece un sonoro due di picche.
Alberto Farina
Rif. 29 novembre ore 21.40 – Sostanziale continuità
Vedo solo adesso il contributo di Alphiton.
Mi pare che le due versioni (di Alphiton e mia) circa la breve durata di Scola a Venegono siano integrabili, rispetto a una incontrovertibile data-limite Accetto le interpretazioni sui possibili sottintesi di ambo le parti interessate ad affrontare l’ostacolo. Obiettivamente l’ordinazione in campo di emergenza è una “ombra” in un curriculum che si prospettava diretto al sol dell’avvenire.
Quanto alla prevedibile e progettata “sostanziale continuità”, la mossa del trasferimento a Milano si è rivelata – a dimissioni allora non in programma – un boomerang.