Su Putin che cita il Vangelo a sostegno della sua guerra il Corsera mi ha chiesto un’interpretazione che riproduco per intero nei commenti, qualora il link che metto qui non dovesse funzionare.
Putin e l’ardua impresa di dare la vita per gli amici e di portare in guerra Gesù
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Le parole più sante. Tra gli orrori della guerra c’è anche questo: che le parole più sante vengano usate per abbellire le uccisioni. E’ capitato puntualmente ieri per bocca di Putin, quando a metà dello spettacolo nel grande stadio ha usato una frase del Vangelo di Giovanni per giustificare la morte dei soldati russi che ha mandato al macello.
Ha detto Putin che quei ragazzi – che pare siano già caduti in settemila, o forse diecimila – muoiono “per gli amici”, cioè per i “fratelli russi” di Ucraina e dunque muoiono per amore, un amore benedetto da Cristo.
C’è stata protesta grande dappertutto e anche qui in Italia: strumentalizza il Vangelo, ne stravolge il senso, bestemmia. Chi protesta ha le sue ragioni. Ma essendoci di mezzo grandi questioni, un detto di Gesù e la morte dei ventenni, conviene trattenere la rabbia e leggere con scrupolo le parole del Vangelo, la citazione che ne ha fatto Putin, la protesta di tanti.
Tra l’altro Putin già in altre occasioni di lutto nazionale aveva citato quel motto evangelico, che in Russia è persino un proverbio che suona: “E’ bello morire per gli amici”. Tenendo presente tutto questo, forse potremo capire meglio l’errore di Putin e l’eventuale esagerazione dei suoi censori.
Dalla Passione secondo Giovanni. Il versetto 13 del capitolo 15 del Vangelo di Giovanni afferma che “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. E’ Gesù che sta parlando ai discepoli – che chiama “amici” – e quelle parole le dice con riferimento a sé stesso, che accetta volontariamente di morire per amore per la salvezza dell’umanità.
Basta il richiamo di questo contesto evangelico per comprendere l’azzardo compiuto da Putin: ma da uno che ordina l’occupazione di un paese sovrano e il bombardamento delle città ci si può bene aspettare che tratti il Vangelo come il sacco delle noci.
Argomenta Putin che i soldati russi stanno dando la vita “per salvare” i fratelli russi del Donbass e dunque per una causa santa, che lo stesso Cristo approverebbe. E’ insomma nell’ambito del mito della Grande Russia, della Russia che è madre di “molti popoli”, che Putin cava dal sacco quelle parole alte dette da Gesù alla vigilia della Passione.
Era facile accusarlo di molteplici forzature e cecità in tale operazione. Quelle parole per esempio sono state scolpite sulla tomba del beato Pino Puglisi, ucciso dalla mafia a Palermo nel 1993 per la sua attività di sottrazione dei giovani alle cosche e “Avvenire” ha avuto buon gioco a ricordare quell’iscrizione e a segnalare che dare la vita svolgendo disarmato la propria missione educativa è altra cosa che darla mentre mitragli dal carrarmato, sganci bombe, lanci missili.
Gesù perdonaci la guerra. Più severo è stato il multimediale gesuita Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, che ha commentato con questo tranciante tweet l’improvvida citazione putiniana: “La politica non deve usurpare il linguaggio di Gesù per giustificare l’odio. La retorica religiosa del potere e della violenza è blasfema”.
E’ partito anche lui dalla blasfemia ma è andato più in là (ma forse anche troppo in là) il teologo e arcivescovo di Chieti Bruno Forte: “Un’autentica bestemmia questa di Putin. Una strumentalizzazione del Vangelo finalizzata a un’autogiustificazione. Un atto sacrilego citare in questo modo Gesù e usare Dio per giustificare il male compiuto. Tocca il vertice dell’immoralità e perfino della follia”.
Ben altra familiarità con le parole di Gesù – rispetto a quella di Putin – aveva mostrato l’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, in una preghiera intitolata “Gesù perdonaci la guerra”, fatta propria e letta mercoledì dal Papa all’Udienza generale. In quel testo l’arcivescovo aveva così evocato i soldati russi che Putin ha gettato nel carnaio ucraino: “Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi”.
Rif. 19.05 di ieri – Mandati al fronte della pace (da diverse strade)
Segnalo questo sambio di Avvenire tra direttore e tre cattolici impegnati – tutti – per la pace.
https://avvenire-ita.newsmemory.com/?selDate=20220320&goTo=A02&artid=0
Sicuramente fuori luogo ,stridente e scioccante la citazione evangelica di Putin .
Ma pensiamoci un attimo : quanti di questi “scandalizzati” che si stracciano le vesti come il Sommo Sacerdote per la bestemmia di Putin si scandalizzarono a suo tempo quando guerre altrettanto feroci ( e con decine di migliaia di vittime civili) s vennero iniziate con lo scopo,dichiarato,di esportare la democrazia, o i diritti civili, o punire un paese perche’ governato da un dittatore quale Saddam,Gheddafi, Assad.
Ho riportato qui le parole di Accattoli ” Sarkosky spara a Gheddafi : brutto ,ma necessario” scritte nel marzo 2011 a proposito della guerra di Libia.Parole francamente scioccanti anche loro.
Dunque pare di capire che se i giovani soldati russi vengono invitati alla guerra con la narrazione i liberare e proteggere “”gli amici” filorussi del Donbass, cio’ e’ inammissibile e scandaloso. Invece incitare alla guerra per fare fuori un dittatore o per esportare la democrazia ‘ ammissibile e benemerito o almeno necessario . Se Putin avesse citato in testo marxista-leninista sarebbe stato meno scioccante?
Ma vi chiedo se e’ falsa la retorica del ” dare la vita per gli amici” non lo e’ altrettanto quella del ” dare la vita per la democrazia” ,o per i diritti quando di sa che per esempio nel caso della Libia era solo al petrolio e al dominio di una area geopolitica che miravano ?
Rimango basita dall’ ipocrisia profonda, strutturale,ipocrisia che non di rende conto di rsserlo di questa posizione che hanno preso tanti europei e tanti cattolici’ l. Certo altrettanto ipocrita anche Putin, che usa il vangelo per la sua propaganda. Ma gli occidentali non sono da meno in quanto a moralismo ipocrita.
La menzogna regna sovrana in questi tempi bui: menzogna da entrambe le parti. Almeno i cattolici dovrebbero sforzarsi di non aderire acriticamente alla menzogna, ne’ a quella di Putin, ne’ quella della Nato e di Biden. In questo devo dire con ammirazione che papa Francesco sta cercando di non cadere nella trappola di fare ” il cappellano dell’ Occidente” , elmetto in testa come molti del PD italiano.
Rif. 9,48
Se questi sono tempi bui, lo sono certamente non di più di tutti quelli che li hanno preceduti. Tanto per ricordarlo. La differenza peculiare del momento? Che c’è qualcuno, con un nome ed un cognome, responsabile di questa improvvisa accelerazione verso un possibile baratro. Si chiama Vladimir Putin.
Nessuno si sogna di sminuire responsabilità storiche, politiche e morali in tutte le altre situazioni prgresse o parallele in essere ( tra l’altro, in alcune di queste situazioni lo stesso Putin è corresponsabile anch’egli fino al midollo). Ma questo non cambia di una virgola la valutazione oggettiva e fattuale sulla aggressione portata unilateralmente oggi dalla Russia alla Ucraina. Questo non togle un briciolo di gravità ai sette e più mila probabili soldati russi mandati al macello, ai venti e più mila probabili ucraini macellati, ai milioni di ucraini CERTI in fuga in mezza Europa. Girarsi all’indietro e da tutte le parti, piuttosto che tenere l’attenzione concentrata sull’oggi è fuorviante e inutile.
Questo sotto il profilo oggettivo.
Sotto il profilo cattolico, invece, adottare questo atteggiamento “benaltristico” o di ” sono tutti uguali” o di ” Nè con Putin né con la NATO ” è , in questo caso, al contrario decisamente colpevole. Per usare le parole di Papa Giovanni Paolo II.:
“– l’indifferenza pratica a tali atti è un’omissione colpevole;
– infine, chi commette queste esazioni, chi le scusa o le giustifica, ne risponderà non solo davanti alla comunità internazionale, ma ancor più davanti a Dio.” (* )
Tanto per essere chiari.
C’è da essere amaramente lieti, infine, che ci si accorga adesso che Francesco ” sta cercando di non cadere nella trappola di fare ” il cappellano dell’ Occidente”. Questa trappola, Francesco non l’ha mai frequentata,e per questo, molto spesso è stato durissimamente attaccato: penso alle questioni “ambientali”, ” migranti” , “sviluppo umano integrale”.
Buona occasione, questa della mattanza contro i civili ucraini, per andare a ripassarsi le limpide posizioni cattoliche anche su questi temi . Tra l’altro, tutti connessi e tutti dipendenti gli uni dagli altri.
(*) Le parole di Giovanni Paolo II del commento precedente sono sempre tratte da:
https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1993/january/documents/hf_jp-ii_spe_19930116_corpo-diplomatico.html
Sulla interrelazione e intredipendenza dei grandi temi affrontati nel suo pontificato da Francesco, vale la penna rileggere le parole di uno dei suoi ultimi interventi. Dopo aver ricordato la situazione attuale , “il sangue e le lacrime dei bambini, le sofferenze di donne e uomini che stanno difendendo la propria terra o scappando dalle bombe scuotono la nostra coscienza. Ancora una volta l’umanità è minacciata da un abuso perverso del potere e degli interessi di parte, che condanna la gente indifesa a subire ogni forma di brutale violenza”, Francesco afferma come indispensabile:
* “rivedere lo stile e l’efficacia dell’ars politica”, per “rendere possibile – citando l’Enciclica Fratelli tutti – lo sviluppo di una comunità mondiale, capace di realizzare la fraternità a partire da popoli e nazioni che vivano l’amicizia sociale”.
* un’architettura di pace a livello globale, dove la casa europea, nata per garantire la pace dopo le guerre mondiali, abbia un ruolo primario.
* attuare con coraggio la ricostruzione della casa comune, facendosi “artigiani di comunione, tessitori di unità a ogni livello: non per strategia, ma per Vangelo
* occorre ripartire dal cuore stesso del Vangelo: Gesù Cristo e il suo amore che salva. Chi ama supera la paura e la diffidenza nei confronti di quanti si affacciano alle nostre frontiere in cerca di una vita migliore: se accogliere, proteggere, accompagnare e integrare tanti fratelli e sorelle che scappano da conflitti, carestie e povertà è doveroso e umano, ancor più è cristiano.
Sostenere , come doveroso e lungimirante, l’azione veramente profetica di Francesco in questo frangente, implica prendere atto e convertirsi ai pilastri della visione cattolica proposta: fratellanza universale, “governo” a livello globale, amore alla casa comune,
accoglienza, protezione, accompagnamento e integrazione di tutti i imigranti.
Bene tenerlo presente.
Per le parole di papa Francesco citate nel precedente commento, cfr.
https://www.avvenire.it/papa/pagine/francesco-il-sangue-e-le-lacrime-dei-bambini-in-ucraina-scuotono-la-nostra-coscienza
Se possibile, sale di tono, in durezza e concretezza, la denuncia di Francesco nei confronti della guerra in corso e dei crimini contro l’umanità collegati.
Nell’Angelus di oggi 20 marzo la ha definita un massacro insensato.
Ogni giorno ci sono esempi di atrocita’ senza nessuna giustificazione.
Ha detto trattarsi di una guerra ripugnante.
Missili e bombe lanciati tutti i giorni su civili.
Milioni di rifugiati, nonni, ammalati, fragili che non possono fuggire lasciati a morire sotto le bombe.
Tutto questo, ha scandito Francesco, ripetendolo due volte è una CRUDELTA’ DISUMANA E SACRILEGA, PERCHé VA CONTRO LA SACARLITà DELLA VITA UMANA, specie quella indifesa.
Confermata poi tutta la vicinanza e l’affetto verso la gente ucraina, invitando tutti a fare di tutto per aiutarli in ogni modo.
https://www.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2022/3/20/angelus.html
Su “Putin che cita il Vangelo a sostegno della sua guerra”:
https://www.famigliacristiana.it/articolo/la-citazione-biblica-di-putin-allo-stadio-alimenta-la-lettura-di-guerra-metafisica-e-religiosa-evocata-da-kirill.aspx
“«LA BIBBIA CITATA DA PUTIN ALIMENTA LA LETTURA DI “GUERRA METAFISICA E RELIGIOSA” EVOCATA DA KIRILL- Il commento del professore Marco Lombardi della Cattolica di Milano al discorso nello stadio di Mosca del presidente russo: «La cerimonia s’incastra perfettamente con la sua strategia comunicativa. “