Prete morto di Covid: “La notte avanza e Dio non viene”

Ecco un testo drammatico che un prete di Como, Alfredo Nicolardi, invia per Natale alla propria comunità dall’ospedale dov’è ricoverato per Covid: una lettera piena di domande brucianti e priva di parole consolatorie. Don Alfredo, parroco di Cadorago, Caslino al Piano e Bulgarello, 58 anni, viene ricoverato nella clinica Valduce di Como l’8 dicembre e in essa muore il 31 dicembre. Al funerale presieduto dal vescovo di Como, il 4 gennaio, nel santuario di Sant’Anna di Caslino al piano, un compagno di messa, don Carlo Puricelli, ricorda un messaggio avuto da don Alfredo nell’ultimo giorno di coscienza, prima di essere intubato, con la richiesta dei sacramenti e di potersi confessare: «Dal vetro, ma assolvetemi». Il vescovo nell’omelia riferisce un altro messaggio che don Alfredo gli aveva inviato dalla clinica: “Offro tutto per la nostra diocesi”. Nei commenti riporto la lettera di don Alfredo pubblicata dal “Notiziario” delle tre comunità: contiene le parole più preziose da me rintracciate nelle storie di pandemia delle quali sono venuto a conoscenza.

6 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Tentati dalla sfiducia in Dio. Don Alfredo ai parrocchiani 1. In questi mesi abbiamo pregato, sperato, desiderato fortemente che le cose cambiassero. Ci siamo persino illusi di poterci svegliare un giorno e accorgerci che era stato solo un incubo. E invece il tempo passa, arriva Natale, ma le cose non cambiano. E più la situazione si prolunga, più rischiamo di lasciarci prendere dalla sfiducia, anche dalla sfiducia in Dio. Abbiamo creduto in una promessa, abbiano aspettato un suo intervento, un gesto, un segno. E invece ci ritroviamo profondamente delusi. La notte avanza e Dio non viene a salvarci. Siamo tutti stanchi e ormai ci capita anche di non credere più che ci possa essere una fine a questo dramma.
    E allora ci addormentiamo, perchè il sonno vince, ma forse ci addormentiamo anche per non vedere la realtà. Ci addormentiamo perché è inevitabile: prima o poi siamo tutti rapiti dal sonno. Anche noi, oggi, come comunità ci stiamo forse addormentando, non abbiamo più la forza di lottare, non riusciamo più a vegliare, a tenere il cuore desto.
    Per fortuna il Vangelo che abbiamo ascoltato in Avvento ci assicura anche che la notte finisce. Proprio nel momento più buio, a mezzanotte, la comunità che attende è svegliata da un grido: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce: oggi è nato per noi il Salvatore”. Chissà perché ha tardato! Forse voleva farci sperimentare la notte? Forse in questa attesa vien fuori qualcosa di noi? Certamente emerge la relazione che abbiamo avuto fino ad ora con lui: se lo abbiamo conosciuto veramente, come abbiamo potuto non avere fiducia in Lui?

    9 Gennaio, 2021 - 19:21
  2. Luigi Accattoli

    Che vuole dirci il Signore con questa croce? Don Alfredo ai parrocchiani 2. Non meravigliamoci dunque se ci capita di addormentarci. La stanchezza, la delusione e lo sconforto fanno parte della vita. Preoccupiamoci piuttosto di come stiamo vivendo oggi, se cioè stiamo alimentando la nostra lampada con l’olio della carità, chiediamoci se stiamo dando luce alla vita degli altri.
    Nella storia ci sono stati tanti momenti bui, ma gli uomini e le donne che hanno avuto fede in quel Bambino nato a Betlemme hanno alimentato la speranza di tutti, soprattutto con la testimonianza di un amore concreto e fattivo.
    Allora sono giunto a questa conclusione. Da questa prova usciremo sicuramente diversi e migliori se ci chiederemo cosa il Signore ha voluto dirci permettendo questa croce, se saremo disponibili a una vera conversione che si traduce anche nella riscoperta di essere tutti più fraterni e meno egoisti.
    Ci illumini e ci guidi Gesù che nasce povero per farci tutti più ricchi d’amore. Buon Natale. Don Alfredo.

    La lettera è pubblicata con il titolo “La delusione e la speranza” da “La Pieve. Notiziario delle parrocchie di Cadorago, Caslino al Piano e Bulgarello”, 16 dicembre 2020, p. 2
    https://issuu.com/parrocchiacaslinoalpiano/docs/natale_2020

    Una buona cronaca del funerale di don Alfredo la trovi nell’Avvenire del 2 gennaio a firma della collega Enrica Lattanzi:
    https://www.avvenire.it/chiesa/Pagine/vite-donate-don-alfredo-che-chiedeva-di-lasciarsi-convertire-da-questa-prova

    9 Gennaio, 2021 - 19:22
  3. Quelle di don Alfredo sono parole umanissime e piene di pathos.

    10 Gennaio, 2021 - 15:44
  4. Elisa Ferrari

    Grazie mille Luigi. Conoscevo don Alfredo (ha battezzato la mia seconda figlia) e il 2021 è iniziato con la notizia della sua morte, una notizia che mi ha intristito ma mi ha anche suscitato tanti bei ricordi, immagini degli anni in cui ho vissuto a Cadorago, le belle persone che ho incontrato. Volevo chiederti di ricordare anche lui nelle tue storie ma mi hai anticipato riportando le sue schiette parole: grazie di cuore! E un grande abbraccio a don Alfredo!

    11 Gennaio, 2021 - 15:12
  5. Luigi Accattoli

    Elisa dal momento che hai conosciuto don Alfredo e sei vissuta a Cadorago, hai qualche canale per procurarti il testo integrale della lettera che ha mandato ai parrocchiani dall’ospedale?

    11 Gennaio, 2021 - 18:31

Lascia un commento