Il mondo è pieno di situazioni estreme nelle quali il più debole soccombe. Anche il carcere non ti restituisce la dignità, ma cerca di levarti anche quel poco o tanto che ti è rimasto. Omologati… appiattiti dietro istituti vecchi,
non a norma, dove non hai neanche la libertà di lavarti da solo. La doccia la fai con gli altri… non esiste privacy… il bagno è controllato… la posta è aperta da mani irriverenti… che strappano quel briciolo di amore che vi è riposto con tanta cura… I femminili sono omologati ai maschili… l’Amministrazione Penitenziaria è maschile e tutto è pensato al maschile… non viene contemplato un regolamento differenziato per le donne… in quanto “femmine”… “madri”… persone più complesse sotto tutti i punti di vista… anche a livello ormonale. Le donne e la menopausa…” – E’ una scheggia del testo “Riflessioni sulla pari dignità” che ha per autrice Monica R. e che è arrivato secondo al Premio Castelli dello scorso ottobre. Nel post del 19 gennaio trovi i link per sapere che sia il Premio Castelli riservato ai carcerati – io sono il presidente della giuria – e per leggere per intero i lavori premiati. Per trovare il testo di Monica R. devi scendere con il cursore di cinque cartelle.
Premio Castelli: “Noi donne più complesse in tutto”
5 Comments
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Bellissime riflessioni.
Purtroppo oggi assistiamo all’affermarsi di una mentalità giustizialista.
Per comprenderlo può aiutare il leggere e meditare anche su certi commenti come questi per capire a che punto siamo: http://www.youtube.com/watch?v=UjQHOD1tUiU
Qui tacet, consentire videtur… “Le donne sono piu’ complesse in tutto”.
Questo assordante silenzio delle “innumerevoli” donne del blog mi fa pensare a un silenzio assenso… “silent gives consent” dicono qui…
Tu Luigi che te ne intendi, che ne dici?
P.S. E complimenti vivissimi per questo “tuo” Premio Castelli. Un altro fatto di Vangelo.
OT – http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_23/sacerdote-celebra-padre-musulmano_9cc899aa-6599-11e2-a9ef-b9089581fbcf.shtml
Maubay sono stato fuori tutto il giorno – anche a motivo del Premio Castelli – e ti leggo solo ora. Grazie di aver messo il link a quella cronaca del Corsera. Straordinariamente istruttiva.
Grazie anche di aver colto l’aspetto delicato di quell’affermazione sulle donne “più complesse in tutto”. Dalla conoscenza della mia sposa e delle mie tre figlie io quell’affermazione la condivido. Ma è difficile dirlo oggi in Italia. Da qui – credo – il silenzio delle visitatrici.
Quando un’idea è ardua – per novità o per il contesto avverso, come in questo caso – è merito di chi l’intende affermarla con discrezione e lasciare che maturi.
E pensare, Luigi, che io avrei detto, invece, “noi donne, più semplici in tutto”!…
La nostra “diversità”, “ardua” da intendere e da rispettare, mi è sempre sembrato che consistesse proprio in questo: nella semplicità del femminile, così “nuova”, così “futura” …
Per esempio, Mabu, dietro quell’evento così bello che hai segnalato non c’è, forse, la candida semplicità di quella donna, di quella madre cristiana? Quella madre a cui si accenna appena ma che, si intuisce, silenziosamente, senza le complicazioni e le infinite e infinitamente complesse varianti della polemica, ha reso possibile il compiersi del destino del figlio in una tale pace.
Non è mica sempre vero che “silent gives consent”…
Fiorenza, condivido in toto quanto tu dici.
Ho sempre rifiutato l’idea della complessità femminile.
La semplicità – ed aggiungerei – linearità quasi sempre viene considerata complessità.
E’ verò che biologicamente la donna è complessa, ma è proprio per questo che la psiche è semplice e lineare, altrimenti sarebbe semplicemente follia.