“Portate via con la forza da uomini armati”: sono parole dell’appello di Francesco per le cinque monache ortodosse sequestrate in Siria. Al termine dell’udienza in piazza, ha ricordato le cinque donne e ha invitato a un’Ave Maria, che ha guidato con voce lenta e così bassa da sorprendere la folla e da spingerla a unirsi all’invocazione. Lentezza che si fa preghiera.
Portate via con la forza da uomini armati
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Queste le parole del Papa:
Desidero ora invitare tutti a pregare per le monache del Monastero greco-ortodosso di Santa Tecla a Ma’lula, in Siria, che due giorni fa sono state portate via con la forza da uomini armati. Preghiamo per queste monache, per queste sorelle e per tutte le persone sequestrate a causa del conflitto in corso. Continuiamo a pregare e a operare insieme per la pace. Preghiamo la Madonna.
(Ave Maria…)
Mi unisco alla preghiera:
Ave, Maria, grátia plena,
Dóminus tecum.
Benedícta tu in muliéribus,
et benedíctus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta María, Mater Dei,
ora pro nobis peccatóribus, nunc et in hora mortis nostræ. Amen.
Ovviamente non c’è il coraggio di dire “portati via a forza dai ribelli qaedisti” ne’ tantomeno “potrate via a forza da fanatici musulmani”. Che siano i musulmani quelli che uccidono e torturano i cristiani in Siria come in altre parti lo sanno anhe i sassi. ma non si può dire e infatti il Papa non lo dice.
Non sarebbe politicamente corretto! e così questi “uomini armati” restano anonimi.. tipo la banda sequestri.
Anche perchè il “vero Islam è pacifico”, ci fa sapere autorevolmente papa Francesco nella sua esortazione apostolica Evangelium gaudii, proponendosi così come vero interprete del Corano.! Lui sì he se ne intende di vero Islam!
Ne ha esperienza lo ha studiato e vissuto in loco a lungo ….. 😉
. Il Papa, così sembrerebbe, ne sa più di cosa sia il “vero” islamismo del Gran Muftì che invece ha proposto poco pacificamente di radere al suolo tutte le chiese cristiane in Arabia Saudita. Così da adesso in poi i musulmani si dovranno rivolgere al papa cattolico per sapere cosa è il “vero Islam” e non ai loro preti o imam che un giorno sì e l’altro no nelle moschee chiamano alla guerra santa e allo sgozzamento degli infedeli.
ma ovviamente l’utopia “il vero Islam è pacifico” come tutte le frasi che non hanno nessun riscontro nella realtà dei fatti ma solo una base ideologica ed utopistica deve avere la meglio su qualunque dimostrazione contraria offerta dalla realtà e dunque gli “uomini armati” che hanno rapito le suore non si devono connotare come musulmani.
Certo il coraggio, di dire le cose come stanno, se uno non ce l’ha non se lo può dare , come diceva Don Abbondio.
preghiamo la Santa Madre di Dio
non solo per le suore portate via a forza , che tutto sommato sono delle martiri
non solo per i seguaci di Al Qaeda, che tutto sommato sono dei fedeli fanatici del loro Allah
ma per tutti i vigliacchi e trepidi cristiani di occidente:
Preghiamo per noi , perchè NOI ne abbiamo più bisogno
sia dei musulmani che delle suore rapite!
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/centrafrica-missionario-30386/
http://www.asianews.it/notizie-it/Patriarcato-greco-ortodosso:-Le-suore-di-Maaloula-sono-a-Yabrud-29720.html
Dice un proverbio nostrano: “Fa più rumore una pianta che cade che una foresta che cresce”. Ed è un proverbio che si può applicare tranquillamente anche all’Islam.
Concordo pienamente con Papa Francesco nella convinzione che ci sia molto di buono anche nell’Islam e che su quello ci sia da lavorare. Il guaio dell’Islam sono i fanatici integralisti i quali, anche se piccole minoranze numeriche, fanno chiasso con le armi e con azioni estreme (come le piante che cadono) vanificando tutto il buono che c’è anche nell’Islam. Il guaio principale dell’Islam, però, è che è privo di un’autorità centrale alla quale fare riferimento. Con la conseguenza che ogni fanatico può praticare un’interpretazione “personale” dell’Islam e, in base a quella, dare libero sfogo al proprio fanatismo.
Ed è su quest’ultimo punto che bisognerebbe lavorare di più.
È terribile apprendere questa notizie, la violenza è spaventosa. Dio protegga le suore
http://www.youtube.com/watch?v=Q3gfIJeNojo
Dissipiamo, per favore, un equivoco: dal punto di vista cristiano ci possono certamente essere molti musulmani che sono brave persone e verso i quali è giusto nutrire stima e rispetto, ma l’Islam non può essere buono in sé. Esso, infatti, non è una religione precedente la rivelazione di Dio in Cristo che, in quanto tale, può contenere dei “semi” o della anticipazioni della verità tutta intera, ma una religione fondata in opposizione alla rivelazione divina (i cristiani del tempo la consideravano un’apostasia), una religione contro Cristo. Come può non essere condannata? Non condannarla equivale a rinnegare Cristo, giacché chi non è con lui è contro di lui.
(Il che ovviamente – ripeto come pronto soccorso per la povera Marilisa, che se mi legge a questo punto forse rischia già di confondersi – non impedisce che vi siano dei musulmani che, vivendo in buona fede e con buona coscienza la loro falsa religione, possano condurre una vita virtuosa e meritevole di rispetto e stima)
Quella che veniva chiamata “rivoluzione” in Siria non esiste più. Gli oppositori “moderati”, i cosiddetti “amici dell’Occidente”, non hanno più alcun ruolo. Sono stati abbandonati da Arabia Saudita e Qatar che preferiscono sostenere i gruppi jihadisti. E questi ultimi non esitano ad attaccare i primi per prendere il sopravvento.
I più spregiudicati di quegli “oppositori” si sono trasformati in criminali e contrabbandieri. Non lottano più per gli ideali, ma per il portafoglio. O peggio per creare il Califfato!!
Ma qualcuno è così pazzo da pensare veramente che dal terrore islamista e dalla criminalità comune possano venire liberta e democrazia?
I ribelli jihadisti stanno conquistando terreno, applicando i loro consueti metodi. Una notizia terribile lo conferma: i miliziani hanno rapito 12 monache (qualcuno dice 5, ma poco cambia) del monastero greco ortodosso di Santa Tecla a Maaloula, l’antichissima città una delle culle del cristianesimo orientale, già occupata dai miliziani ribelli.
Le milizie islamiche legate ad Al Qaeda hanno saccheggiato e profanato chiese e monasteri.
La popolazione cristiana di Maaloula, circa 3000 persone, se ne è andata, per riparare a Damasco o in Libano. Testimoni riferiscono che la tradizionale convivenza con i vicini musulmani è stata spezzata con l’arrivo dei jihadisti. Solo le suore di Santa Tecla erano rimaste sul posto per assistere migliaia di bambini rimasti orfani. Ma adesso…?
Il sequestro delle suore a Maaloula non è, purtroppo, un episodio unico: le milizie islamiche sono sempre state in prima linea nell’uccidere, rapire e intimidire l’antica comunità cristiana in Siria.
Nessuno sa con esattezza la precisa contabilità delle vittime che ci sono state nel conflitto in Siria.
Si sa, però, che 450mila cristiani siriani, un quinto dell’intera comunità, ha dovuto abbandonare le proprie case.
A parte, queste considerazioni di stretta cronaca, va detto con vigore e senza reticenza, che il wahhabismo (o il salafismo) è la corrente più rigida che l’islam abbia mai conosciuto. A causa del sostegno dell’Arabia saudita – al suo controllo dei luoghi santi all’islam, e al suo peso finanziario – il wahhabismo è passato da uno statuto di setta a una credenza oggi condivisa da decine di milioni di persone.
Certo, non tutti hanno preso le armi, ma gran parte di loro potrebbe essere instradato nel jihad.
Da un punto di vista socio-criminale, il wahahbimo-salafismo si è trasformato in una bomba a scoppio ritardato.
Nell’interesse del progresso dell’umanità, si deve diffondere un ‘islam illuminato’, favorevole ad una moderna lettura interpretativa dei testi sacri islamici, che sia coerente con una visione sull’incontro armonioso delle culture.
Ma da questo punto d’arrivo siamo lontani anni luce: il mondo musulmano deve ancora imparare il rispetto reciproco e l’ascolto dell’altro, dato che la violenza e l’aggressività, implicite nel DNA islamico, non sono strade utili neanche se si vuole fare proselitismo.
A me paiono illuminanti le parole pronunciate da Domenico Quirico, dopo la sua liberazione dalla prolungata prigionia in Siria: ha scritto il giornalista in un’editoriale su La Stampa (“La guerra che stiamo sottovalutando”) un commento molto duro sull’islam e sulla «prossima guerra che ci attende e già incombe».
Traendo spunto dagli episodi di cronaca, vissuti perrsonalmente, il giornalista, sequestrato per cinque mesi dai ribelli, scrive che in questa guerra si contrappongono due fronti.
«Da una parte l’Occidente, noi», dall’altra «l’Islam radicale determinato a vendicare i secoli dell’umiliazione, a ricostruire con i soldi dell’Arabia Saudita e del Qatar, grande invincibile, la terra del vero dio. Oggi ad essere colpita è Nairobi, e a colpire sono gli shebab. Domani sarà la Tunisia, la Siria, l’Egitto».
Questo conflitto non rimarrà isolato nel Medio oriente, lontano da noi. Ci entrerà in casa. «E poi toccherà, almeno nei loro sogni – scrive Quirico – a Al Andalus, la Spagna che, come mi hanno raccontato gli uomini di Al Qaeda di cui sono stato prigioniero, è “terra nostra e la riprenderemo”».
Il giornalista è molto duro nel giudicare l’indolenza dell’Occidente «spaurito e volutamente distratto», che è ancora «saldamente deciso a seguire un mito di un Islam moderato, educato che esiste solo nei libri (e nelle bugie), disperatamente aggrappato al calendariuccio delle nostre nobili comodità». Ma afferna Quirico : “NON ESISTE L’ISLAM MODERATO”.
A questo Occidente, «sfugge la semplicità brutale del problema. L’Islam fanatico che era un semplice guaio di polizia […] sta per diventare un problema militare. Quando si è deboli e brutali, come lo è oggi l’Occidente, si è molto più odiati di quando si è forti e brutali ed è ciò che sta accadendo ora».
A Nairobi si vedono «i primi morti della guerra che verrà», e sono monito di quel che «sta per ripetersi in Siria: una rivoluzione troppo debole, gli islamisti che si preparano dopo la cacciata di Assad a imporre la loro legge, Il Califfato, una società olistica ripiegata su se stessa e sul passato, sembrava un sogno retorico, ma si materializza ogni giorno di più nei fatti.
Il partito di dio e i suoi eserciti dimostrano di essere in grado di aprire nuovi fronti. In una guerra santa la morte diventa un combustibile, un mezzo per un fine in sé».
Preghiamo con coscienza per le monache sequestrate, per i cristiani del vicino-Oriente e per una robusta presa di coscienza dell’Occidente – che è probabilmente l’unica via non per fare crociate, ma per costruire una Pace, frutto di Giustizia, e non di sottomissione, Pace che è ancora possibile.
Molto interessante questo articolo (la madre superiora del monastero viene descritta come invisa alle forza pro-Assad e amica di Padre Paolo Dall’Oglio):
http://syrianobserver.com/News/News/Assad+Supporters+Claim+Head+of+Maaloula+Monastery+is+a+Terrorist
Una precisazione da fissati (chiedo scusa): quelle di Santa Tecla non sono “suore”, ma “monache”, come ha correttamente detto ieri il papa.
Scusa, Marcello. Mi sono distratto un attimo ed ecco quello che succede.
Però, in privato, ti ho scritto correttamente “monache”.
In privato voi due parlate di monache? E per giunta lo fate correttamente?
Quasi tutte le mattine, Luigi.
Eh, si’! Un bell’errore di Russia-Cina-Iran non contringere subito all’inizio Assad ad aprire ai sunniti e alla societa’ civile in genere! Adesso piu’ nessuno e’ in grado di riunificare la Siria ne’ sotto un regime democratico ne’ dittatoriale.
Oggi è il compleanno di mattlar e -quindi- stamattina, privatamente, non abbiamo parlato di monache, ma dell’introduzione del rito delle candeline sulle torte nel rito beneventano, alla luce delle più recenti scoperte archeologiche.
BUON COMPLEANNO, mattlar.
Nel rito beneventano: ora è tutto chiaro.
Auguri a Mattlar ovviamente…
Buon compleanno, Mattlar!
Avrei una domanda, per Luigi e per gli altri bergogliologi qui radunati: era proprio necessario che il papa rifilasse al povero cardinale Scola quel sonoro schiaffone in pubblico, rifiutandosi di riceverlo all’ultimo momento, con la risibile (e umiliante per tutti) scusa che “era stanco”?
Io ragionerei così: Scola ti sta sulle scatole, oppure ti sta sulle scatole l’Expo, oppure entrambi? Va bene, liberissimo, non c’è problema: ma allora quando ti chiedono udienza (si sarebbe trattato di pochi minuti alla fine di quella pubblica del mercoledì, capirai che fatica …) lo dici che non è il caso, quelli capiscono, rinunciano alla richiesta e tutto è risolto. Ma perché trattare la gente in questo modo?
Non ha anche il papa dei “doveri professionali” da rispettare, uno dei quali è il rispetto degli impegni presi?
Questo modo di fare, che tra l’altro si ripete (abbiamo già disquisito ampiamente della sedia vuota al concerto in suo onore), non è un po’ troppo da marchese del Grillo (“io so’ io e voi non siete un cazzo”)?
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/concilio-di-trento-council-of-trent-concilio-de-trento-30453/
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201312/131206bianchi.pdf
Auguri Mattlar!!!
🙂
Fantastica la seconda segnalazione di Sara1: un articolo che si apre con queste parole “Non posso dimenticare che uno dei miei primi interventi pubblici con una certa risonanza …” ecc. ecc. è una perla preziosa!
Che dire? Che eravamo certi che egli non si fosse dimenticato nulla di quel suo “famoso” (?) intervento, così come siamo certi che non si dimentichi nulla di ciò che dice e fa … abbiamo anzi il sospetto che ne sia così preso che non corre proprio il rischio di distrarsi …
E poi che sono i dettagli (come questo) che rivelano (e rovinano) l’uomo.
Auguri, Mattlar!!
A Luigi Franti sul Papa e Scola. Non sapevo della faccenda. Mia moglie dice “c’era ieri un trafiletto sul Corsera”, ma io non l’avevo visto. Ho chiamato uno dei presenti. Tutto era pronto nella sala. C’erano due addetti al protocollo che hanno spiegato “quando arriva il Papa i due cardinali gli vanno incontro, gli altri restano al loro posto”. Infine arriva don Georg che dice: “Il Papa si scusa con tutti voi ma alla fine dell’udienza nel freddo della piazza ha avuto un mezzo malore che l’ha costretto a fermarsi. Se fosse venuto qui nelle condizioni in cui si trovava ne sarebbe venuto un incontro dimezzato. Vuole invece ricevervi nel modo che meritate e lo farà alla prima data possibile”.
Luigi Franti vedo che del Papa affronti aspetti impegnativi: la sedia, i pantaloni, la tabella delle udienze. Ho fiducia nella progressione delle materie: i pantaloni sono più della sedia e la tabella è più dei pantaloni.
http://www.liberoquotidiano.it/news/1364572/Malore-a-San-Pietro-per-Papa-Francesco-Costretto-a-ritirarsi-dopo-l-udienza.html
Grazie a tutti degli auguri, a partire dal mio amico e compagno di discussioni sulle monache, Marcello. Sono stato tutto il giorno alla fiera del libro di Roma, molto bella. E sono stato da mezzogiorno senza più telefono perché scarico; poi, al mio ritorno a casa, mio figlio ha pensato bene di far cadere il telefono fisso nel lavandino colmo d’acqua. Era proprio un giorno in cui non dovevo più sentire nessuno…
Caro Luigi Accattoli, il tuo quasi omonimo più che affrontare “aspetti impegnativi” riguardo al Papa, deve affrontare ogni giorno il suo stesso livore procuratogli dalla presenza sul soglio pontificio di un papa così anticonformista. E il disappunto astioso che gli provocano i numerosi ” bergogliologi” e soprattutto gli estimatori del Papa.
A ognuno la sua pena quotidiana.
Mattlar, tantissimi auguri.
A quale genere di libri hai rivolto le tue preferenze?
Come la sedia più che i pantaloni, la tabella più che le udienze,così la stanchezza -per carità, nessuno la mette in dubbio- assai più dei pantaloni della sedia e della tabella è, in quel frangente, lo sfoggio della libertà di chi sa di avere un potere e decide di voler o non voler interloquire con chi gli pare e piace. E questo potere non è disdicevole per un papa, anzi, in quanto Papa è legittimato ad esercitarlo, purché lo eserciti con imparzialità, al di là dei personalismi , delle simpatie e antipatie. Un papa deve essere al di sopra e al di là, altrimenti non sarebbe poi così diverso dai vari Pinochet . Credo che la vera libertà consiste nel poter rifiutare un invito senza fornire pretesti.
E un Papa non sarà mai veramente libero. Non lo è in virtù di quel potere vincolante che deve esercitare, non per propria volontà, ma volere di Colui al quale Pietro disse “Domine Quo Vadis?”, ed era in fuga da una Urbe messa a ferro e a fuoco da un Nerone inferocito contro i cristiani. C’è una chiesetta lungo la Via Appia,Santa Maria in Palmis, in prossimità delle catacombe. Sul pavimento vicino all’ingresso, una pietra con le impronte di due piedi: quelle che Gesù Cristo lasciò nel momento dell’incontro con il principe degli apostoli.
Quo Vadis Francesco? Il Vostrocompito, per quanto Vi pesi assai, è fare il Papa, destinato a santificare, insegnare, governare. Respondabile di tutti gli esseri umania a Voi, Santo Padre, è destino che Vi sia riconosciuto, che Vi piaccia o no, un prestigio unico perché la Vostra missione eccezionale -affinché porti frutto- deve essere riconosciuta da cristiani e non cristiani. A Voi si deve obbedienza perché sovrano e al contempo servo. Servo per amore dei buoni e dei cattivi, dei ricchi e dei poveri, dei giusti e degli ingiusti, degli umili e degli arroganti, senza distinzione.
Per anni sono state assegnate “patenti di cattolicità” in base a schematici questionari del tipo “se dici questo non sei cattolico”.
Oggi che abbiamo un papa che rischia di non passare l’esame, il problema per qualcuno si fa serio.
Un appello: eliminiamo le patenti e risolviamo la questione tra buoni fratelli.
Non per rivangare ma anche Papa Francesco da patenti di cattolicità (solita lista: no facce da funerale, no cattolici da pasticceria….).
🙂
Auguri a Mattlar.
@Franti
Il papa ha poi chiamato il card. Scola per scusarsi.
Sara1
patenti di cristianità, più che di cattolicità
(quindi non possono starsene tranquilli neppure i luterani, gli evangelici, gli ortodossi…)
😉
Vero Nico, però spesso mi chiedo se una riforma basata sul Vangelo sine glossa renderebbe la Chiesa più aperta o più chiusa.
Nel senso: è vero che il Vangelo parla di misericordia più che di legge e questo aprirebbe le porte, ma dice pure che la strada è stretta, che per seguire Cristo bisogna rinnegare sé stessi e questo un po’ di persone fuori le lascerebbe.
Non so…
Il fatto è che pensiamo sempre alla Chiesa principalmente come ad una struttura, a cui si può applicare il ‘dentro-fuori’.
Invece è la Chiesa che è NEL mondo. In tal modo non è né aperta né chiusa, ma deve essere presente.
La sua stessa presenza è garanzia di salvezza (Extra ecclesia nulla salus: non significa che chi non vi entra non è salvo, ma che l’esistenza stessa della Chiesa nel mondo è indispensabile perchè il mondo possa essere sostenuto, accompagnato, amato verso la salvezza attraverso la testimonianza di Cristo)
Mi rendo conto che provocherò una serie di eccezioni, ma capitemi, sono concetti che hanno richiesto e richiedono volumi e secoli di riflessione biblicamente fondata, impossibili da sintetizzare adeguatamente qui. Però non trovo giusto neppure far finta che non si dia il problema.
Se volete dei cenni:
“G. Canobbio. Chiesa perchè? Salvezza dell’umanità e mediazione ecclesiale”
Grazie Nico di Canobbio conoscevo questo: (solo attraverso recensioni però).
http://www.queriniana.it/libro/nessuna-salvezza-fuori-della-chiesa/258
Diciamo che mi sembra sempre che una radicalità fortemente contraria al mondo tenda sempre all’esclusivismo.
Ti assicuro che il pensiero di Canobbio non è contrario al mondo e neppure quello di Bergoglio, proprio no…
Piuttosto sono contrari a quella mondanizzazione che, come diceva Benedetto, spinge la Chiesa a tradire se stessa.
Ma anche il concetto di ‘mondanizzazione’ è equivoco. Chiede di essere spiegato, approfondito…
Pensa che quando B XVI l’ha condannata a Friburgo fior di teologi cattolici hanno frainteso ciò che lui aveva detto, scambiando l’invito a non mondanizzarsi con un invito a rimanere chiusi nella propria sfera spirituale. Neppure un’omelia è sufficiente ad evitare confusioni (soprattutto se non la si legge accanto al resto del pensiero dell’autore)…
(http://www.queriniana.it/blog/la-chiesa-distaccata-dal-mondo-una-chiesa-che-si-adatta-al-mondo/225)
Allora io capisco bene Bergoglio e il suo tentativo di essenzialità (certo non esente da rischi), percorso anche utilizzando i neologismi, che si prestano meno all’interpretazione abitudinaria e almeno ci costringono a riflettere e a porci domande.
la verità ( che a nessuno piace ma bisogna pur dirla) è che bergolgio non ha ricevuto scola perchè Scola è l’Anti-papa.
vi ricordate Martini anti-papa di ratzinger? il destino dell’arcivescovo di Milano
chiunque esso sia è di essere l’anti-papa. A papa tradizionalista (ratzinger)
anti-papa milanese progressista ( Martini) . a Papa progressista ( BErgoglio) antipapa milanese tradizionalista ( Scola)
E’ un destino , una fatalità. Forse una ironia della Provvidenza, ??? 😉
La verità ( che a discepolo non piace ma bisogna pur dirlo) è che discepolo il più delle volte la fa fuori dal vaso.