Da elettore del centrosinistra mi auguro che siano accolti i ricorsi della Polverini e di Formigoni per la riammissione delle liste. Non so dire nulla sui precedenti, sulle regole e sulle irregolarità ma da avversario leale non mi va di vincere perchè all’altro manca una firma. Mi sarebbe piaciuto che Bersani e la Bonino avessero svolto questo ragionamento. Sono ancora in tempo a svolgerlo.
Polverini e Formigoni: spero rientrino
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a me piacerebbe che si parlasse di programmi, di realtà, di povertà e di miseria… e che fossero seri anche i politici.
Prova Luigi a presentare in ritardo la domanda per un concorso per un lavoro, e vedi se si impietosiscono…
Non voterei mai Bonino (penso), ma la questione non è vincere perchè non ci sono avversari… La questione è: diventare persone serie
Non dico che debbano essere riammessi: non so se sia possibile. Dico che gli avversari dovrebbero essere leali e augurarsi che siano riammessi. Poi deciderà chi deve decidere, secondo scienza e coscienza.
Ecco un testo di Pio Cerocchi – caro amico dei tempi della FUCI – che dà per scontata l’esclusione della Polverini e propone un voto “disgiunto” agli elettori Pd che non se la sentissero di optare per Emma Bonino: http://lavviso.wordpress.com/2010/03/03/il-voto-disgiunto-per-dire-no-alla-bonino/.
Un aggiornamento sul caso Lombardia: PRIMO VERDETTO: STOP ALLA LISTA FORMIGONI. LA CORTE DI APPELLO HA RESPINTO IL RICORSO CONTRO L’ESCLUSIONE: http://www.corriere.it/politica/speciali/2010/elezioni/
mah … in teoria sono d’accordo con Luigi, ma poi, pensando al modo in cui legifera questo governo mi viene da dire “chi di cavilli ferisce di cavilli perisce…”.
Poi mi dico: ” ma possibile che sia un caso ? un errore ? due esponenti non del tutto graditi alla Lega cadono su bucce di banane…” sarà mica come la storia di Caino e Abele (ammesso che vi fosse un Abele…)
e forse non è solo una fantasia: «La Lega – ha ribattuto La Russa in un’intervista a Repubblica – ci aveva garantito 500 firme a sostegno del listino di Roberto Formigoni. Invece si sono presentati alle due di notte con 300 firme di cui solo 30 autenticate».
In sintesi:
1. Dappertutto, quelli che fanno pasticci nel presentare le liste sono dei coglioni.
2. In Italia, le leggi sono, normalmente, “lunari” nel senso che, se venisserorispettate integralmente e rigorosamente, in molti casi la vita “terrestre” sarebbe impossibile, in tutti sarebbe più difficile e penosa (Provate a chiedervi, tanto per fare un esempio, quanti edifici pubblici sono proprio a posto a posto con tutte tutte le prescrizioni in materia di sicurezza, a partire dalla famigerata 626)
3. In Italia, da sempre, le leggi “con gli amici si interpretano, coi nemici si applicano”.
4. In Italia il manico del grosso bastone dell’applicazione di quelle leggi “lunari” lo tiene saldamente in pugno una casta di mandarini intoccabili, che sanno di non dovere mai rispondere di nulla, perché nel caso (improbabile) di contestazione del loro operato si autogiudicano.
5. In conseguenza dei fatti precedenti, in Italia – a prescindere da chi governi pro tempore – non c’è democrazia perché il cittadino, non potendo mai essere sicuro di trovarsi in posizione di pieno e totale rispetto delle leggi, sa di essere in balia del “guardiano” che di volta in volta sovraintende all’applicazione della legge.
Sempre suddito, mai veramente cittadino.
Altro aggiornamento, è respinto anche il ricorso del Pdl romano: http://www.corriere.it/politica/speciali/2010/elezioni/notizie/ricorso-polverini_da5839ce-269f-11df-b168-00144f02aabe.shtml.
Grazie Luigi.
Anche io spero che rientrino. Se i giudici non possono proprio prendere una decisione di buon senso perché la legge non lo permette loro, almeno siano le forze politiche a prendere accordi affinché si possano eseguire elezioni nel rispetto della democrazia e del diritto a votare ciascuno il proprio partito, oltre che delle regole.
Questo è un fatto che evidenzia il metodo e la cultura radicale.
Si tratta di violenza sublimata dal diritto: le loro lotte sono quelle per legalizzare e normalizzare la prassi, ma solo quando fa comodo a loro.
Qui sono diventati legalisti e burocrati.
Il loro mondo è quello dove l’individuo è solo con sé stesso, non fa parte di una comunità e nei contrasti solo il giudice può avere l’ultima parola.
Intanto invece che di idee, valori, deficit, sanità, inquinamento si discute di timbri, firme e bolli.
La politica della seconda Repubblica è alla fine. Ha ragione Travaglio.
Evviva! Dico io.
Alcune osservazioni telegrafiche:
1) concordo con Luigi: dovremmo augurarci un confronto tra più candidati, non una vittoria solitaria (in questo caso della Boninno) perché manca un’alternativa: la democrazia è scelta;
2) io non voterei mai la Bonino;
3) il PDL, con schifani, non può dire che “la sostanza deve prevalere sulla forma” e poi difendere gli infiniti cavilli giuridici con cui gli avvocati del premier fanno perdere tempo ai tribunali per ottenere, badate, non il proscioglimento di Berlusconi “perchè il fatto non sussiste” ma soltanto la scadenza dei termini (come è già avvenuto più volte). Perchè in questo caso deve prevalere la forma e non la sostanza?;
4) il black-out della politica in TV deciso dalla commissione di vigilanza e dai dirigenti RAI è una VERGOGNA: dovremmo bribellarci con decisione a tutto questo.
Mi permetto di segnalare questo articolo, che mi è parso eccellente:
http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2010/3/3/INCHIESTA-Le-tre-regole-d-oro-per-giudicare-Fastweb/70267/
Non so chi si nasconda dietro l’accattivante pseudonimo di Zaccheo, ma ha totalmente ragione.
Aggiungo che è veramente orribile pensare che si sta forse tornando a quella stagione di immonda barbarie giuridica a cui già abbiamo assistito nel ’92-’94.
Per ora la cosa più vicina a quanto auspicato dal nostro ospite l’ha detta Bersani: “Noi non abbiamo festeggiato, perché questi episodi creano turbamento nell’elettorato.”
Concordo molto con il ragionamento di Leonardo delle ore 19.24 (ho solo qualche riserva sul punto 4… ci vedo un po’ di condizionamenti da propaganda, ma la mia è malizia).
Leggi inapplicate e leggi inapplicabili… due fenomeni che si alimentano a vicenda.
Condivido molte delle considerazioni sopra svolte, ed altre, magari, meno, però, scusate, credo che, in un qualsivoglia paese civile e democratico, le forze politiche dovrebbero astenersi dal commentare la vicenda (men che meno, con toni esagitati, come i vari Cicchitto, La Russa, etc.) fintantochè l’iter giudiziario è in corso.
Tra l’altro, e magari mi sbaglierò, ma il ricorso amministrativo al TAR che il PdL ha preannunciato di voler presentare vanta, per me, buone possibilità d’accoglimento, se non altro in fase di “sospensiva”: quindi, l'”affaire” è ancora ben lungi dall’essere concluso.
Un saluto a tutti gli amici del “pianerottolo”.
Roberto 55
P.S.: anche il “pezzo” di quel tal Zaccheo, Leo, afferma diverse cose giuste ma, per me, casca nell’equivoco di ritenere che il nostro Premier voglia “riformare la giustizia”, ciò di cui, a mio avviso, al nostro Capo del governo non può fregare di meno; al Presidente del Consiglio interessa, invece, e solamente, cavarsela dagli svariati processi che lo riguardano.
La questione e’ diventare persone serie, dice Maioba. Amen. E spero di cuore che qualcuno sia d’accordo con te e ti segua.
Vivo normalmente all’estero ma seguo da vicino -per quanto posso- cio’ che avviene in IT anche perche’ ho un fratello -piu’ vecchio di me- e un nipote -ormai sui 27 anni- “dentro” la politica, comune e provincia: uno UDC, l’altro un pochino-ino-ino a sinistra. Non vi dico quante schede telefoniche bruciate a parlare di politica….! 🙂 Mio fratello ha impiegato 10 anni a “disfarsi” di Mr B. e adesso non gliel’ho si puo’ piu’ nominare semplicemente perche’ -dico io- finalmente ha capito. Ma che riforme della giustizia, rispetto delle regole, senso dello stato, del bene comune, ci si puo’ aspettare da uno che ha fatto della menzogna, dell’imbroglio e dell’inganno la sua professione, il suo stile di vita? Ma che cavolo! E qui non c’entra proprio niente essere di destra o sinistra. “La questione e’ diventare persone serie” Maioba dixit. Appunto.
Leonardo, io non ti conosco, scusami ma svegliati un pochino! L’ “immonda barbarie giuridica del 92-94” e le sue degenerazioni sono il dito che punta alla luna: tangentopoli non e’ una favola per i bambini delle prossime generazioni! La stiamo pagando ancora adesso. Ha ragione Roberto55: se la giustizia e’ da riformare non e’ certo lavoro da lasciare a Mr B e la sua corte. E il silenzio rumorosissimo della RAI in piena stagione elettorale? Ma che pena!
Luigi ne parla quasi con pieta’ cristiana…Detto questo spero anche io che la cosa si risolva attraverso i TAR vari o un accordo tra le forze politiche, con ragionevolezza e -se si puo’- un minimo minimo di serieta’. E ne vedremo ancora delle facce di bronzo!
Se dovessi votare nel Lazio, non voterei la Bonino per i motivi gia’ segnalati. Al di la’ di buone qualita’ politiche che lei ha personalmente, ‘sti radicali non li posso proprio sopportare; nelle loro idee e proposte sono come -o peggio- dei cattolici iper-integralisti. Che palle!!!
Le regole vanno rispettate, e chi ha sbagliato deve pagare.
In materia elettorale, però, c’è un altro importante valore in gioco, che è la libertà e l’autenticità della competizione democratica.
In presenza di svarioni procedurali (diverso il discorso delle firme false, se verificate) occorre valutare se si può escludere dalla gara il partito più rappresentativo.
Questo perchè non credo sfugga a nessuno di voi che una vittoria a tavolino produrrebbe presidenti burletta per governi regionali da operetta.
Ne risulterebbe un indebolimento grave dell’istituzione regionale, dovuta anche al fatto che senza le liste principali l’affluenza alle urne si abbasserebbe molto e darebbe comunque risultati falsati (nel Lazio, ad esempio, Storace e l’Udc avrebbero una presenza in Consiglio Regionale molto più grande del dovuto).
Ecco perchè la cosa dovrebbe preoccupare molto anche la Bonino e Penati, e ovviamente il PD.
Il centrodestra ha sbagliato gravemente, danneggiando la competizione.
Gli elettori giudicheranno, ma occorre farli esprimere davvero e con tutte le squadre in campo.
Credo che a tal fine, e pur con la difficoltà che comporta, un rinvio tecnico delle elezioni in Lazio e Lombardia sia la strada più praticabile.
Hai ragione, Luigi. La penso come te.
Dico che gli avversari dovrebbero essere leali e augurarsi che siano riammessi perchè se no che vincita sarebbe? … ma niente! solo invettive e solo il ghigno di felicità della Bonino …
Spero veramente che i magistrati trovino, fra le pieghe della legge, il modo di riammettere Roberto Formigoni e Renata Polverini alla prossima competizione elettorale: perché è giusto che il centrosinistra si guadagni sul campo la vittoria, perché sarebbe una iattura privare milioni di cittadini dell’esercizio del diritto di voto, perché questa potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso in una democrazia come la nostra, sempre più fragile ed esposta al rischio di una rovinosa caduta. Ma se così non dovesse essere, se la legge non lasciasse lo spazio per una decisione diversa dall’esclusione, un intervento legislativo della sola maggioranza, avente lo scopo di sanare a posteriori le gravi irregolarità commesse nella presentazione delle candidature, sarebbe un colpo mortale inferto proprio a quel sistema democratico che tale intervento vorrebbe difendere.
Percorrere, certamente, tutte le strade consentite dalla legge per ottenere la riammissione dei candidati del PdL alle prossime elezioni regionali, accettare e perfino difendere le decisioni dei giudici, quali che siano: questa è la vera, grande occasione che ha Silvio Berlusconi per dimostrare a tutti, in Italia e all’estero, che è uno statista.
Ma non sarebbe il caso che qualcuno della maggioranza, invece di gridare al complotto di chi sa chi e di prendersersela con i giudici e poi con i radicali (poco simpatici anche a me), riconoscesse onestamente di avere tra i propri componenti degli emeriti incapaci (o volutamente tali)? E che se ci troviamo in questa situazione è tutta colpa sua e non dei giudici che applicano le regole di sempre?
Mi sembra che qui nessuno vuole vincere a tavolino, ma se un giocatore fa autogol non può prendersela con l’artbitro e con i giocatori avversari.
Io penso che ci sarà un piccolo rinvio delle elezioni.
Vediamo, può essere che mi sbagli.
Condivido Leonardo. Ma è scandaloso che un partito come il PDL, detentore di una maggioranza mai avuta in Italia, si sia incartato su una fesseria simile.
Adesso possiamo anche pensare, come ragionevolmente dice Francesco, a un rinvio delle elezioni. Ma il vulnus comunque c’è. Si è creato. E sarà bene rimettere mano a questa legge elettorale, vera porcata in tutti i sensi. Magari scegliendo gente più competente per la presentazione delle liste.
Su Tangentopoli: il colpo di stato del 1992 fatto dai giudici non si è ancora concluso. Perché, piaccia o no, la politica avrà sempre la supremazia. L’abolizione dell’immunità parlamentare continua ad alimentare le discrepanze e le porcate fatte da magistrati molto attenti a Berlusconi e poco alle ‘ndrine che ormai sono la forza criminale più potente del mondo. E guarda caso, un paio di settimane fa, i “mandarini” cosiddetti da Leonardo, hanno in toto e ad alta voce rifiutato un progetto di riforma avanzato da Alfano perché si potessero trasferire alcuni di loro nelle procure come Marsala e Locri bisognose di organico. Invece…
La I Repubblica ha una colpa: non ha conosciuto misura. E quella classe dirigente da un lato è colpevole perché si è ritenuta eterna, dall’altro è anche vero che non è stata capace di creare una generazione successiva. Il risultato è quello che è: politici che non sono tali e gente improvvisata, piazzisti che votano secondo ordini e nessuno che abbia un pensiero autonomo. Davvero non pensavo aremmo rimpianto quei malversatori. Ma almeno loro erano dei politici veri.
La colpa di chi fa le leggi per se stesso
GUSTAVO ZAGREBELSKY
Repubblica — 01 marzo 2010 pagina 125 sezione: PRIMA PAGINA
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/03/01/la-colpa-di-chi-fa-le-leggi.html
Arrivederci
A proposito del mio precedente post, ho notato che mi ha “copiato” Avvenire.
Non me lo sarei mai aspettato!
e invece vedrete che il governo farà un decreto , unalegge, un decretino, una leggina per risolvere la situazione.. a prò suo.. come al solito!
alla lucida analisi di Leonardo manca un punto fondamentale , il n.6
il punto numero sei recita.
6) in Italia le leggi e i decreti si fanno, rigorosamente, sull’onda dell’emotività, dell’emergenza, della contingenza, per riparare a un caos , a un casino, per favorire chi è di turno al governo, poi passata l’emergenza e la contingenza ci se ne dimentica allegramente..
adesso vedrete faranno una leggina che dice che tanto non è importante presentare le firme o cose del genere..
cambiare le regole del gioco mentre si gioca è la cosa più infantile che esista…
e la più vigliacca….
Non so se mi sono perso qualche tuo intervento precedente, comunque bentornato!, discepolo.
Non ho ben capito di quali “invettive” del centrosinistra (?) parli, e quale richiamo alla lealtà del centrosinistra (?) voglia rivolgere Gabriella: per quanti innumerevoli difetti abbiano, in generale, il PD, i suoi candidati ed i suoi alleati, debbo dedurre dal tuo intervento, Gabriella, che, forse, non hai seguito la vicenda di cui qui si discute e, dunque, non ne conosci i fatti.
Buona serata !
Roberto 55
Me stò a divertì in ufficio.
Diverse persone in taluni conciliaboli,
si lasciano andare con foga con vari espressioni colorite nei confronti della Bonino, che se mette a fà la fame….
Ovviamente coloro che si pongono in codesta critica sono di destra e fans della Polverini.
Ma
visto che che voteranno la Polverini,
che la Bonino perderà,
ma che jiè frega se la Bonino fa la fame?
che jie tojie i punti alla Polverini,
tojie i soldi ai cittadini?
Insomma se voteno Porverina,
pensassero a falla vince,
invece che incazzasse co’ la fame de la Bonino.
Che forza la coerenza !!!!!
Strano, che sti destrorsi,
invece che a pensà de dimostrà che vole fa de bello e de bono la Porverina,
se mettono a cojionà la Bonino….
Mah !!!!
A proposito
stasera frotte de gruppi abruzzesi salivano sul Metro verso Anagnina per ritornare al punto bus, avevano sul petto il logo della Porverina.
E mò che centra l’Abruzzo?
La Trinità non è l’unico mistero….
Immaginate se l’esclusione fosse stata per le liste della opposizione cosa sarebbe accaduto : critiche feroci e nessuna indulgenza.
Non è necessario immaginare, basta leggere.
Gasparri:“E’ un reato associativo, un attentato alla democrazia. Cosa c’è di più antidemocratico che falsare la competizione elettorale con firme false? Il capo dello Stato non ha nulla da dire?”. Calderoli: “Predicano bene e razzolano male, parlano di moralità e poi ricorrono a mezzucci”. Formigoni: “Le regole vanno sempre rispettate. E’ giusto che ci sia un controllo rigoroso degli eventuali abusi e che siano puniti coloro che ne hanno commessi. Gli organi preposti verifichino se le firme sono corrette o false”. Gasparri: “Non è una vicenda politica, ma giudiziaria. La democrazia è in pericolo, ci sono profili penali. Vanno cancellate le liste con firme false e vanno perseguiti quelli che le han facilitate.” Maroni: “Voglio sanzioni ancor più gravi della semplice esclusione delle liste: chi raccoglie firme false fa una truffa elettorale”. Alemanno: “Decidano i giudici. Moltiplichiamo i controlli: sono regole fondamentali per la democrazia”. Capezzone: “S’impongono controlli a tappeto anche con l’ausilio di osservatori internazionali, su tutte le liste presentate in tutt’Italia”. Matteoli: “Falsari”. Bondi: “Comportamento disgustoso e immorale della sinistra che non condanna chi viola le leggi”. La Russa: “Bastava che la Mussolini raccogliesse qualche migliaio di firme in più”. Castelli: “Le firme van raccolte onestamente secondo la legge”.
ITALIA, MARZO 2005, QUANDO FU ESCLUSA LA LISTA DELLA MUSSOLINI.
Leggo il post in ritardo. Mi accodo. E’ noto che Aldo Moro preferiva la democrazia integrale ( non solo regole e procedure, ma, spiritualità, rispetto dell’avversario politico, confronto tra valori, diritti della persona, ecc.) a quella competitiva ( libera competizione tra gruppi sociali, diritto delle maggioranze, ecc,. che poi a guardar bene è la democrazia amico/nemico, bene/male, comunisti/anticomunisti, ecc.). Facendo leva su questo fulcro, sono portato a credere che se Aldo Moro fosse con noi, pur di tener fede alla libera scelta del voto e di fare vincere la democrazia elettorale, avrebbe di sicuro spinto per una soluzione ” leale”, lasciando i (gravi) problemi competitivi…all’interno della maggioranza che ci governa.
Aldo Moro…Aldo Moro… Caro ninolabate, tu citi un gigante…e ‘sti formighini e compagnia del crick sono troppo meschini…impossibile che ci arrivino!
Vi ricordate vero di come, quando e perche’ hanno fatto la legge elettorale porcata prima delle elezioni del 2006? Sono gli stessi strilloni, facce da bronzo (rispettuoso eufemismo in ossequio alla dignita’ del nostro pianerottolo) di adesso… E dovremmo fidarci del loro senso dello stato?…della loro idea di democrazia…di bene comune? Non resta che dire a tutti loro…ma va la’, ma va la’… ma va laaaaaaaaaa…….
Raccomando l’ editoriale di Ainis sulla Stampa di oggi, sezione Opinioni.
Sento dire da persone che considero discretamente informate che le cose, almeno nel caso della lista Formigoni, non starebbero proprio come sono state presentate finora, nel senso che la quantità e qualità delle irregolarità formali riscontrate nelle firme di presentazione di quella lista non si discosterebbe da quella che c’è normalmente un po’ in tutte le elezioni e da parte un po’ di tutte le forze politiche. Di anomalo, se così possiamo dire, ci sarebbe stata una particolare acribia dell’ufficio elettorale presso la corte d’appello di Milano, per di più esercitata solo in quella direzione. Se le cose stessero effettivamente così, è chiaro che tutto il senso della vicenda cambierebbe completamente e si dovrebbero fare considerazioni completamente diverse da quelle che si sono sentite, a iosa, in questi giorni.
Da oggi pomeriggio, comunque, c’è la pronuncia del TAR che dice che «è indubbio che l’ufficio centrale regionale della Corte di Appello di Milano avesse giá espresso la sua decisione sull’ammissione della lista» in senso favorevole, prima di rimangiarsela (invalidamente, secondo il TAR). Un’anomalia nel comportamento dell’ufficio elettorale, quindi, appare già chiara.
Ma la cosa più bella di tutte, a pensarci, è che il TAR abbia dato ragione a Formigoni e torto ai radicali per una limpida ragione formale: il ricorso contro la decisione dell’ufficio elettorale presso la corte d’appello di ammettere la lista Formigoni non andava presentato all’ufficio stesso, che ormai non aveva più il potere di ritornare sulla sua decisione, bensì al TAR. Come dire: a cavillo, cavillo e mezzo.
Se gli italiani si formassero di più sui Promessi Sposi (che, insieme alla Commedia e a Pinocchio, costituiscono la triade dei libri che tutti a scuola dovrebbero leggere per intero e meditare come si deve), dicevo se gli italiani leggessero con attenzione quel libro pieno di saggezza, saprebbero che dai legulei bisogna tenersi il più lontano possibile. Sempre e comunque.
Invece siamo, allora come oggi, come sempre, il paese di azzeccagarbugli.
A proposito poi di culto delle regole, rispetto della forma (perché se no muore la democrazia) e di tutte le baggianate che senitremo per qualche giorno … vi ricordate quando la prima sezione penale della Cassazione, presieduta dal giudice Carnevale, annullava per vizi di forma certi processi ai mafiosi? Non si poteva dire che avesse torto: i vizi formali c’erano proprio, a volte anche relativi a elementi fondanti del procedimento, come ad esempio la legittimità costituzione dell’organo giudicante, … eppure allora quanta indignazione (dagli stessi indignati di oggi) per quei cavilli che tagliavano le gambe alla lotta contro la mafia! Si invocò la sostanza contro la forma, il ministro della giustizia di allora, Martelli, ordinò tra il plauso generale, un “monitoraggio di tutte le sentenze emesse da quella sezione della Cassazione” (ripetete con me: “monitoraggio delle sentenze” da parte del governo, e poi chiedetevi come vi suona, eppure non ricordo una sola manifestazione in difesa dell’indipendenza della magistratura …), e Carnevale pagò a caro prezzo il suo formalismo: ebbe i suoi guai giudiziari, fino ad una condanna palermitana a sei anni, (poi tutto finì, come doveva, e come troppo spesso deve succedere in Italia in una bolla di sapone finale con l’assoluzione per insussistenza del fatto).
Come direbbe Geppetto, “i casi son tanti”.
caro Leonardo , se noi dobbiamo giustamente rileggerci i PROMESSI SPOSI e Dante e Pinocchio non credi che Formigoni , Berlusconi e company si dovrebbero rileggere le tragedie greche?’ Eschilo? Sofocle?
la ùbris , la dannata ubris, che vuol dire tracotanza superbia, arroganza , disprezzo degli dei e del fato.. porta sempre alla rovina.
E Formigoni e Berlusconi sono gonfi d’arroganza.di tracotanza, .invece di scusarsi , per il pasticcio, invece di fare autocritica..attaccano, si gonfiano,
sono sicuri di sè “vinceròòòòòò”
si, va bene,forse in Lombardia siamo condannati a sorbirci per altri vent’anni
Formigoni.. ma il redde rationem viene per tutti alla fine..
la ùbris alla fine porta alla rovina..parola di Eschilo.
Non vedo dove stia il problema: non votatelo. Nella mia regione i comunisti governano da sessantacinque anni e quando sento tanti che si lamentano (giustamente, peraltro) perché non se ne può più, la mia risposta è sempre la stessa: non votateli.
Siccome continuano a vincere le elezion,i si vede che alla maggioranza va bene così. Immagino sia lo stesso per Formigoni.
I politici, se vogliamo, li possiamo mandare a casa. Se li teniamo, vuol dire che ci vanno bene. I burocrati e i magistrati, invece … quellisì che sono inamovibili.
Buongiorno a tutti ,, ritorno sul Blog dopo molto tempo, ho avuto molti impegni non ultimo le prossime elezioniamministrative del mio paese che ci vedranno il lizza con una lista civica contro LEGA PDL coalizzati, ( e che si sono accordati su ordine di Bergamo il giorno prima della presentazione delle liste, a questo punto hanno pensato bene anche di copiare buona parte del programma dal sito nazionale della Lega…), comunque sono tornato perchè mi pare un momento molto preoccupante per la democrazia del nostro paese, ho paura che se il clima non si stempera ci possano essere grossi problemi.
Vi invio un articolo molto interessante e un cordiale saluto a tutti.
Il costituzionalista Zagrebelsky: così si apre la strada a nuove intimidazioni
Il presidente Napolitano opera per evitare la violenza
“Una corruzione della legge
che viola uguaglianza e imparzialità”
ROMA – Non critica Napolitano, dissente da Di Pietro, benedice le proteste, boccia un decreto inconcepibile in uno Stato di diritto. Gustavo Zagrebelsky inizia citando un episodio che, “nel suo piccolo”, indica lo stravolgimento dell’informazione. Al Tg1 di venerdì sera va in onda la foto di Hans Kelsen, uno dei massimi giuristi del secolo scorso. “Gli fanno dire che la sostanza deve prevalere sulla forma: a lui, che ha sempre sostenuto che, in democrazia, le forme sono sostanza. Una disonestà, tra tante. Gli uomini di cultura dovrebbero protestare per l’arroganza di chi crede di potersi permettere di tutto”.
Professore, che succede?
“Apparentemente, un conflitto tra forma e sostanza”.
Apparentemente?
“Se guardiamo più a fondo, è un abuso, una corruzione della forza della legge per violare insieme uguaglianza e imparzialità”.
Perché? Non si trattava invece proprio di permettere a tutti di partecipare alle elezioni?
“Il diritto di tutti è perfettamente garantito dalla legge. Naturalmente, chi intende partecipare all’elezione deve sottostare ad alcuni ovvi adempimenti circa la presentazione delle candidature. Qualcuno non ha rispettato le regole. L’esclusione non è dovuta alla legge ma al suo mancato rispetto. È ovvio che la più ampia “offerta elettorale” è un bene per la democrazia. Ma se qualcuno, per colpa sua, non ne approfitta, con chi bisogna prendersela: con la legge o con chi ha sbagliato? Ora, il decreto del governo dice: dobbiamo prendercela con la legge e non con chi ha sbagliato”.
E con ciò?
“Con ciò si violano l’uguaglianza e l’imparzialità, importanti sempre, importantissime in materia elettorale. L’uguaglianza. In passato, quante sono state le esclusioni dalle elezioni di candidati e liste, per gli stessi motivi di oggi? Chi ha protestato? Tantomeno: chi ha mai pensato che si dovessero rivedere le regole per ammetterle? La legge garantiva l’uguaglianza nella partecipazione. Si dice: ma qui è questione del “principale contendente”. Il tarlo sta proprio in quel “principale”. Nelle elezioni non ci sono “principali” a priori. Come devono sentirsi i “secondari”? L’argomento del principale contendente è preoccupante. Il fatto che sia stato preso per buono mostra il virus che è entrato nelle nostre coscienze: il numero, la forza del numero determina un plusvalore in tema di diritti”.
E l’imparzialità?
“Il “principale contendente” è il beneficiario del decreto ch’esso stesso si è fatto. Le pare imparzialità? Forse, penseremmo diversamente se il beneficiario fosse una forza d’opposizione. Ma la politica non è il terreno dell’altruismo. Ci accontenteremmo allora dell’imparzialità”.
Anche lei, come l’ex presidente Onida, considera il dl una legge ad personam?
“Questa vicenda è il degno risultato di un atteggiamento sbagliato che per anni è stato tollerato. Abbiamo perso il significato della legge. Vorrei dire: della Legge con la maiuscola. Le leggi sono state piegate a interessi partigiani perché chi dispone della forza dei numeri ritiene di poter piegare a fini propri, anche privati, il più pubblico di tutti gli atti: la legge, appunto. Si è troppo tollerato e la somma degli abusi ha quasi creato una mentalità: che la legge possa rendere lecito ciò che più ci piace”.
Torniamo al decreto. Si poteva fare?
“La legge 400 dell’88 regola la decretazione d’urgenza. L’articolo 15, al comma 2, fa divieto di usare il decreto “in materia elettorale”. C’è stata innanzitutto la violazione di questa norma, dettata non per capriccio, ma per ragioni sostanziali: la materia elettorale è delicatissima, è la più refrattaria agli interventi d’urgenza e, soprattutto, non è materia del governo in carica, cioè del primo potenziale interessato a modificarla a suo vantaggio. Mi pare ovvio”.
Quindi, nel merito, il decreto viola la Costituzione?
“Se fosse stato adottato indipendentemente dalla tornata elettorale e non dal governo, le valutazioni sarebbero del tutto diverse. Dire che il termine utile è quello non della “presentazione” delle liste, ma quello della “presenza dei presentatori” nei locali a ciò adibiti, può essere addirittura ragionevole. Non è questo il punto. È che la modifica non è fatta nell’interesse di tutti, ma nell’interesse di alcuni, ben noti, e, per di più, a partita in corso. È un intervento fintamente generale, è una “norma fotografia””.
Siamo di fronte a una semplice norma interpretativa?
“Quando si sostituisce la presentazione delle liste con la presenza dei presentatori non possiamo parlare di interpretazione. È un’innovazione bella e buona”.
E la soluzione trovata per Milano?
“Qui si trattava dell’autenticazione. Le formule usate per risolvere il problema milanese sono talmente generiche da permettere ai giudici, in caso di difetti nella certificazione, di fare quello che vogliono. Così, li si espone a tutte le possibili pressioni. Nell’attuale clima di tensione, questa pessima legislazione è un pericolo per tutti; è la via aperta alle intimidazioni”.
Lei boccia del tutto il decreto?
“Primo: un decreto in questa materia non si poteva fare. Secondo: soggetti politici interessati modificano unilateralmente la legislazione elettorale a proprio favore. Terzo: si finge che sia un interpretazione, laddove è evidente l’innovazione. Quarto: l’innovazione avviene con formule del tutto generiche che espongono l’autorità giudiziaria, quale che sia la sua decisione, all’accusa di partigianeria”.
Di Pietro e Napolitano. È giusta la critica dell’ex pm al Colle?
“Le reazioni di Di Pietro, quando accusa il Capo dello Stato di essere venuto meno ai suoi doveri, mi sembrano del tutto fuori luogo. Ciascuno di noi è libero di preferire un comportamento a un altro. Ma è facile, da fuori, pronunciare sentenze. La politica è l’arte di agire per i giusti principi nelle condizioni politiche date. Queste condizioni non sempre consentono ciò che ci aspetteremmo. Quali sono le condizioni cui alludo? Sono una sorta di violenza latente che talora viene anche minacciata. La violenza è la fine della democrazia. Il Capo dello Stato fa benissimo a operare affinché non abbia mai a scoppiare”.
Ma Di Pietro, nella firma del Presidente, vede un attentato.
“La vita politica non si svolge nel vuoto delle tensioni, ma nel campo del possibile. Il presidente ha agito usando l’etica della responsabilità, mentre evocare iniziative come l’impeachment significa agire secondo l’etica dell’irresponsabilità”.
Lei è preoccupato da tutto questo?
“Sì, è anche molto. Perché vedo il tentativo di far prevalere le ragioni della forza sul quelle del diritto. Bisogna dire basta alla prepotenza dei numeri e chiamare tutte le persone responsabili a riflettere sulla violenza che la mera logica dei numeri porta in sé”.
L’opposizione è in rivolta. Le prossime manifestazioni e le centinaia di messaggi sul web non rischiano di produrre una spirale inarrestabile?
“Ogni forma di mobilitazione contro gli abusi del potere è da approvare. L’unica cautela è far sì che l’obiettivo sia difendere la Costituzione e non alimentare solo la rissa. C’è chi cerca di provocare lo scontro. Per evitarlo non si può rinunciare a difendere i principi fondamentali. Speriamo che ci si riesca. La mobilitazione dell’opposizione responsabile e di quella che si chiama la società civile può servire proprio a far aprire gli occhi ai molti che finora non vedono”.
Atalanta in serie B? NESSUN PROBLEMA FACCIAMO UN DECRETO INTERPRETATIVO E VIA!!!
Caro Luigi,
non so se era in questa modalità che volevi,
ma Formigoni e Polverini,
ritornano nel gioco della democrazia.
Nel vuoto che continua a lasciare il PD,
e nei rumori assordanti del gracchiare del Cavaliere e dei suoi accoliti,
ora la democrazia ci mette veramente nelle condizioni di scegliere ancora e come sempre (nonostante imb.lli allarmi di golpe….)
Come sin dai tempi della mia giovinezza,
io continuerò a votare per il meno peggio,
secondo la mia coscienza formata in questi decenni di esperienza,
rendendomi conto che devo votare per gli amministratori della mia regione
e non pro o contro Berlusconi (come continua a gracchiare….).
In questo caso le parole più sagge le ha dette Casini. I rappresentanti del PDL hanno fatto la figura dei “coglioni” (non sono capaci di organizzarsi in tempo utile…) e dei prepotenti (perché non è stato fatto un decreto lo scorso anno per salvare la lista dell’UDC in trentino?); ma non capisco la gazzarra contro il decreyto firmato da Napolitano. Non mi sembrava il caso di mobilitare la piazza per questo (si voleva far vincere la Bonino senza rivali?), ma piuttosto contro il black-out televisivo, contro gli editoriali osceni di Minzolini, contro le liste preconfezionate che mettono l’elettore di fronte all’alternativa “prendere o lasciare” senza possibilità di esprimere preferenze.
Forse dovremmo essere tutti più prudenti nel giudicare, perché forse non è chiaro ancora come si sono svolti veramente i fatti, almeno in Lombardia.
Chiedo perdono alle vostre animuccie sensibili se mi permetto di citare l’immondo giornale del turpe Feltri:
http://www.ilgiornale.it/interni/firme_lombardia_prove_vergogna/firme/09-03-2010/articolo-id=427906-page=0-comments=1
Ovviamente non è oro colato, la fonte è così di parte che mi ricorda la Repubblica, però questo articolo presenta qualcosa che ha tutta l’aria di un fatto (una cosa quasi sconosciuta nelle pagine dei quotidiani italiani).
E se le cose non stessero come ci hanno fatto credere? E se quella dei presentatori della lista Formigoni non fosse l’eccezzionale goffaggine di un branco di incapaci ma lo standard medio di accuratezza (all’italiana) nella compilazione dei moduli, che però in questo caso si è scontrata con l’eccezionale (questa sì) e totalmente strabica (anzi guercia) pignoleria di controllori su cui, a questo punto, si potrebbero avere molti sospetti?
Non cambierebbero di molto i giudizi che dovremmo dare? E non dovremmo essere in molti a ritirare quel “coglioni” che avevamo proferito?
Exemplum fictum (ma non troppo):
immaginate un tratto di strada in cui da sempre la segnaletica, in modo del tutto incongruo, prescrive un limite di velocità molto basso, diciamo i trenta, ma dove, da sempre, tutti sono abituati a passare, non diciamo ai cento ma ai sessanta/settanta, sapendo che lì non ci sono mai autovelox né pattuglie. Immaginate che una mattina un vigile si apposti in un anfratto, nei pressi di quella strada, e cominci a fare multe su multe … già ci fumerebbero, anche se, formalmente, il vigile ha ragione e gli automobilisti hanno torto.
Poi immaginate che il vigile si sia appostato per fregare un determinato automobilista e che, inchiappettato quello, lasci passare indenni tutti gli altri.
Nell’enfasi retorica vedo che ho scritto “eccezzionale”, quasi come Abatantuono. Ma ci sta, qui ci sta.
Di quel che scrie Feltri non mi fido, sino a prova contraria: è stato trovato più volte menzognero, o perlomeno “imprudente”, come quando si è fidato di fonti alle quali ha creduto senza verificarle ed ha sparato accuse contro Boffo.
Lì ci sono delle foto. False per principio?
L’articolo dice, tra le altre cose:
«25 firme annullate alla lista «Per la Lombardia» perché l’autentica è priva del timbro tondo. Stesso problema, ma 23 firme di «Penati Presidente» vengono prese per buone. Avanti, 23 sottoscrizioni del centrodestra cancellate perché prive della qualifica dell’autenticante, e 23 del Pd accettate.
Ancora, 25 adesioni pro-Formigoni in cui non compare il luogo dell’autentica si perdono per strada, mentre 9 del Partito democratico ugualmente «difettose» passano indenni la verifica dell’ufficio regionale della Corte d’Appello.
Mancano sottoscrittori nel certificato d’iscrizione cumulativo alle liste elettorali? Noi – denunciano ancora Corsaro e Podestà – perdiamo tre firme, mentre il Pd ne conserva 5 viziate dallo stesso «cavillo». A Venegono – come già raccontato nei giorni scorsi dal Giornale – si dimenticano di specificare «Inferiore», e a Mariano Comense siglano Mariano «C.se»? Firme perse. Cambio lato, e 24 sottoscrizioni del centrosinistra vengono accettate nonostante il luogo di iscrizione alle liste elettorali sia «P.B.». Peschiera Borromeo, pare.
Così, una data di nascita difforme rispetto al certificato di iscrizione costa una firma a Formigoni, ma non a Penati. Perché il signor Giancarlo, nato nel Monzese il 14 maggio del 1928, sul modello depositato in tribunale diventa Gianpaolo, e ringiovanisce pure di un mese (14/06/1928). Però Gianpaolo vale. Fino al caso di Francesco Prina, consigliere regionale del Pd, che ha autenticato 7 firme senza essere abilitato a farlo».
Tutto falso per principio, solo perché è scritto sull’immondo Giornale del turpe Feltri?
Io non ho detto: «è vero». Ho detto: «è possibile che sia vero e, se lo fosse, cambierebbe totalmente la nostra valutazione sulla vicenda».
Se una fonte è ritenuta poco attendibile, tutto quello che dice deve essere per forza falso?
Leonardo, fai bene a citare quell’articolo.
Il problema di questi giorni non è l’incapacità o meno dei presentatori di liste del centrodestra, ma è la legalità nel nostro paese.
Insomma: leggi folle e/o non rispettate (il tuo esempio regge bene, anche se non condivido molto l’epilogo sulla malafede del vigile perché riflette troppo le polemiche tra politici e magistrati di questi anni).
Di questo problema, ovvero dell’illegalità macroscopica italiana, da decenni parlano i radicali… e lo fanno in assordante solitudine.
E’ una posizione antica, non ideologica e non utilizzata contro o a favore di nessuno dei due grandi schieramenti politici italiani (non a caso i radicali sono in queste ore in polemica anche con il candidato PD alla presidenza della regione Marche).
Il commento più arguto e dirimente su tutta questa penosa questione lo ha fatto fino ad oggi l’attento e raffinato Presidente Lotito: «Li mortacci vostra! Con queste liste avete fatto un casino».
Veramente il senso della legalità dei radicali è peloso, pelosissimo, praticamente una foresta di peli. Più ampiamente, il loro senso del bene e del male coincide con quel che va a loro vantaggio.
Fai un esempio.
Sia alla destra che alla sinistra le loro vere richieste sono sempre state quelle di dare un posto di rilievo a Pannella o a Bonino. La parte politica che li prende diventa buona, quella che li respinge diventa cattiva.
La loro idea di libertà di parola coincide con il fatto di poter avere loro tutto lo spazio che vogliono in televisione.
Secondo Bonino le squinzie di Berlusconi messe in lista disonoravano e rendevano ridicolo il paese in tutto il mondo; invece Cicciolina eletta in parlamento era una grande battaglia per la democrazia.
Gli aborti illegali fatti da loro (anche direttamente dalla Bonino) sono un momento luminoso della lotta di liberazione delle donne, quelli fatti da altri un obbrobrio (per far cessare il quale era indispensabile la legalizzazione dell’aborto) … ecc. ecc. ecc.
E poi, voglio dire: il più bravo di loro (tecnicamente, intendo) è Capezzone.
Parlavamo di legalità. Fai un esempio.
Se non hai capito quelli, è inutile che perda il mio tempo.
Peccato. Ci tenevo.
Il tema era la legalità e tu mi parli di “stile politico”. Tutte considerazioni ben argomentate, ma fuori tema.
Nel 2010 celebrerei 40 anni di sacerdozio, ma non sarà possibile, perché celebrerò 30 anni di matrimonio felicemente e , spero, cristianamente vissuto.
Mi incuriosiscono le notizie che riguardano gli ex preti, e non vi nascondo che mi sento prontissimo, col consenso di mia moglie e dei miei figli, a prestare, negli anni che mi restano da vivere, il servizio sacerdotale fra gli uomini.
Penso di non essere il solo a desiderare questo.
So anche che un simile cambiamento di vedute comporterebbe un cumulo di problemi per la Chiesa e per il magistero.
Ma è possibile almeno sperare?
Mi dispiace, non era questo lo spazio lo spazio per il mio commento precedente, ma quello riferito a “VERSO UNA DISCIPLINA MISTA SUL CELIBATO”. Provvederò a cambiare.