Politi e io dai giornali più grandi ai più piccoli

Io dall’inizio di gennaio e Marco Politi dall’inizio di questo mese non siamo più al Corsera e alla Repubblica, ma siamo in pensione e io collaboro a LIBERAL, Politi a IL FATTO QUOTIDIANO. Siamo passati con disinvoltura dai giornali più grandi ai più piccoli. Ci dev’essere un significato ma non so quale. – Nel primo post l’articolo con cui commento oggi su LIBERAL la buona accoglienza fatta dal papa agli anglicani.

13 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Ecco l’articolo pubblicato oggi da LIBERAL con il titolo RIVOLUZIONE IN QUATTRO MOSSE:

    La costituzione apostolica con cui il Papa accoglie nella Chiesa cattolica “gruppi di anglicani” (Anglicanorum coetibus è il titolo latino) è un testo importante che compie quattro passi – due dei quali audaci – in vista dei rapporti ecumenici e del futuro assetto della comunione cattolica. I quattro passi toccano – in ordine di importanza decrescente – il celibato, la nomina degli “ordinari”, la presenza di ordinari sposati nelle Conferenze episcopali e magari domani nei Concili, il pluralismo liturgico. Ritengo che qui vadano cercate le decisioni più aperte al futuro tra quante ne abbia prese fino a oggi Benedetto XVI.
    La più audace riguarda il celibato dei preti: si stabilisce che in deroga alla legge attuale – come è definita nel canone 277: “I chierici sono vincolati al celibato” – gli “ordinariati personali” anglicano-cattolici potranno chiedere al Papa “caso per caso” di poter ordinare preti “anche uomini sposati”. Non solo dunque è previsto – come già avvenuto più volte lungo gli ultimi decenni – che vengano ammessi al sacerdozio della Chiesa Cattolica gli attuali preti anglicani sposati, ma che preti sposati vi siano anche in futuro “secondo criteri oggettivi approvati dalla Santa Sede”.
    Le “Norme complementari” pubblicate insieme alla Costituzione specificano che tali criteri avranno di mira “le necessità dell’ordinariato”. Vale a dire che l’autorizzazione verrà data quando l’ordinazione di un uomo sposato risulti necessaria per garantire la celebrazione dell’Eucarestia a una comunità che non possa essere servita altrimenti.
    Il giovane Ratzinger nel saggio “Fede e futuro” (Queriniana, Brescia 1971, p. 115) aveva previsto per l’intera Chiesa Cattolica che un giorno si sarebbe arrivati – per necessità e restando vigente la norma del celibato – all’ordinazione di “cristiani maturi” (viri probati) già sposati. Forse è per questa via degli ordinariati venuti dall’anglicanesimo che la Chiesa di Roma scioglierà domani il nodo del celibato anche per il resto delle sue comunità.
    E’ una decisione audace perchè nella Chiesa cattolica di rito latino – e questi ordinariati faranno parte del rito latino – non vi sono più deroghe o tolleranze in tale materia dal Concilio di Trento. La seconda decisione audace riguarda la figura dell’ordinario, che è assimilato giuridicamente al vescovo diocesano e che sarà nominato dal Papa “in base a una terna presentata dal Consiglio di governo dell’ordinariato”. Sarebbe come se il vescovo di Milano venisse scelto dal Papa all’interno di una terna fornita dal capitolo della cattedrale.
    Qui l’audacia è minore perché forme simili di nomina dei vescovi – seppure limitate a singole diocesi – sono state in vigore nella Chiesa latina fino al Vaticano II e sono cessate quasi completamente solo con Giovanni Paolo II. Anche qui è facile intuire la portata di futuro legata a un’innovazione che reintroduce – per via ecumenica – quanto era arrivato “in reliquia” fino a noi per via di tradizione.
    La terza riguarda il fatto che “ordinario” potrà essere anche un sacerdote sposato e dunque avremo degli ordinari sposati che entreranno a far parte di conferenze episcopali, Sinodi e forse Concili. La questione è complessa, specialistica e ipotetica (nel senso che in via normale si cercherà di nominare ordinari celibi), ma indubbiamente seria e simbolicamente rilevante.
    L’ordinario – cioè il responsabile di ognuno degli ordinariati anglicano-cattolici che ora si vanno a costituire – potrà essere un vescovo o anche un prete. Nel caso del vescovo sarà celibe, perché non potranno esservi vescovi sposati. Ma nel caso del prete potrà anche essere sposato ed è previsto espressamente che “un vescovo già anglicano e coniugato è eleggibile per essere nominato ordinario”. Non sarà vescovo, sarà riordinato come prete, ma conserverà lo “stato matrimoniale” e sarà equiparato a tutti gli effetti ai vescovi della Chiesa cattolica. Potrà dunque partecipare alle convocazioni episcopali nazionali e universali. Per la prima volta in epoca moderna uomini sposati entreranno nella compagine gerarchica della Chiesa latina.
    Infine la novità in campo liturgico: questi ordinariati saranno integrati nella Chiesa Cattolica di rito latino ma continueranno a usare “i libri liturgici propri della tradizione anglicana” per celebrare la messa, i sacramenti, le “ore”.
    E’ stata dunque fatta propria da Papa Benedetto la formula enunciata una volta da Papa Montini, che invitava a guardare per il futuro a una Chiesa Anglicana “unita ma non assorbita”. Non è stato costituito un nuovo rito “anglicano-cattolico”, ma agli ordinariati di provenienza anglicana è stata accordata la facoltà di mantenere i propri riti. Sono quattro novità – quelle che abbiamo esaminato – che vanno tutte nella direzione della varietà e della pluriformità all’interno della compagine cattolica.
    Luigi Accattoli

    10 Novembre, 2009 - 19:43
  2. Marcello

    Per il passaggio da un giornale a un altro occorre essere celibi o si può fare anche da sposati?

    10 Novembre, 2009 - 22:31
  3. tonizzo

    Ahahahahaha, geniale Marcello! 😀

    10 Novembre, 2009 - 22:45
  4. Luigi Accattoli

    I due sono sposati – e sono stati riordinati come previsto dai canoni.

    10 Novembre, 2009 - 22:48
  5. E adesso chi fa il vaticanista a Repubblica? “Solo” La Rocca?
    Comunque in bocca al lupo a Politi. Non l’ho mai amato troppo ma il suo libro sul cattolicesimo italiano è molto bello.

    11 Novembre, 2009 - 9:37
  6. Luigi Accattoli

    Non c’è stata una nomina e il “vice” supplisce finchè non si provveda. Come ad Avvenire. E come ad Avvenire può essere che il vice “succeda”.

    11 Novembre, 2009 - 9:53
  7. Francesco73

    Al Fatto Politi sarà più libero di dar seguito alle sue posizioni, evidenti anche a Repubblica ma magari un pò più paludate.
    E’ un grande giornalista, pur con le sue idee progressite al cubo.
    A me piace.

    11 Novembre, 2009 - 12:22
  8. tonizzo

    Luigi, in Sicilia si dice che meglio testa di lucertola che coda di leone. Penso che forse essere su un giornale “piccolo” (ma non sono – credo – le tirature a fare i giornali piccoli o grandi, piuttosto i contenuti e ultimamente i grandi si sono mostrati piccoli sotto questo aspetto) ti permetta di avere più libertà di movimento rispetto a un giornale come il Corriere che chiaramente ha bisogno di tenere un certo atteggiamento di equidistanza (ma nemmeno questo, mi sembra proprio un aplomb) che un giornale “piccolo” non avrebbe. Se sbaglio mi corrigerai.

    11 Novembre, 2009 - 13:21
  9. Nino

    Luigi,
    il sottotilo del tuo post potrebbe essere “Eppur si muove”.
    Così come per il precedente sui tempi di beatificazione di Paolo VI e di tante, tantissime attese, tra tutte quella dell’eucaristia ai divorziati.

    Per spiegare il mio sentire oggi, di fronte a tutto questo prendo in prestito un aforisma di Alvin Toffler

    Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
    Alvin Toffler (1928 – vivente), scrittore e “futurologo” statunitense.
    È matematicamente dimostrabile che la concezione del tempo è in stretto rapporto con l’età: per i vecchi il tempo passa più in fretta.
    Quando un uomo di 50 anni dice al figlio quindicenne che dovrà aspettare due anni per avere la macchina, quell’intervallo di 739 giorni rappresenta solo il quattro per cento della vita del padre, ma è ben 13 per cento di quella del figlio. Non deve quindi stupire se al ragazzo l’attesa sembra tre o quattro volte più lunga che al padre. Così pure, due ore nella vita di una bambina di quattro anni possono essere equiparate a 12 ore nella vita della sua mamma. Chiedere alla bambina di aspettare

    Ecco, malgrado l’età cronologica, io mi sento come la bambina di quattro anni. Sono arcistufo di camminare sul passo dei tempi biblici.
    Metti che la superballa del risucchio nel buco nero del 12.12.2012 si avverasse, non sarebbe meglio provvedere subito a sistemare le cosette rimaste in sospeso?

    11 Novembre, 2009 - 15:45
  10. Nino

    FINISCO LA FRASE DA: Chiedere alla bambina di aspettare
    Chiedere alla bambina di aspettare due ore una caramella è come chiedere alla mamma di aspettare 14 ore per bere un caffè. (da Future Shock, citato in Selezione dal Reader’s Digest, giugno 1973)

    11 Novembre, 2009 - 15:47
  11. mamma

    Hai ragione Nino, se sapessimo quanto tempo ci resta, ci organizeremmo tutti per finire in tempo le nostre cose. Ah! saperlo….

    11 Novembre, 2009 - 18:43
  12. roberto 55

    Anche a me Marco Politi è sempre molto piaciuto: francamente, penso che a “IL FATTO QUOTIDIANO” sia persino sprecato, ma tant’è.
    Luigi, credo d’essermi perso qualche puntata del “turn-over” dei tuoi colleghi e, dunque, solo tu mi puoi aiutare: chi ha preso il posto di Paolo Rodari a “IL RIFORMISTA” ? (Come sai, io ti ci vedevo/vedrei bene …….).

    Buona notte a tutti !

    Roberto 55

    11 Novembre, 2009 - 23:33
  13. Luigi Accattoli

    Non hanno assunto nessuno ma fanno collaborare Francesco Peloso – per esempio in questi giorni con corrispondenze da Assisi – che già segue il Vaticano per l’agenzia Adnkronos.

    12 Novembre, 2009 - 11:36

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