La lettura del capitolo 8 degli “Atti degli Apostoli” ci ha presentato la vicenda del diacono Filippo che “sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza” evangelizza e battezza “un Etiope, eunuco, funzionario di Candace, regina di Etiopia”. Abbiamo ricordato la condizione di impurità legale nella quale la legge mosaica confinava gli eunuchi, ma anche la profezia di Isaia che prometteva loro un riscatto purché fossero trovati giusti davanti all’Onnipotente. Abbiamo anche ragionato della liberazione da ogni esclusione portata dal cristianesimo, in forza della quale poteva ricevere il battesimo sulla base della sola professione di fede quell’eunuco “proselito” che a Gerusalemme non aveva potuto entrare nella parte più interna del Tempio a motivo della sua mutilazione sessuale. Qui di seguito una definizione dell’eunuco presa dal più autorevole tra i dizionari della lingua italiana, i brani dell’Antico e del Nuovo Testamento riguardanti gli eunuchi, un commento preso da un repertorio rinomato, un riferimento mio alla transessualità.
Eunuco: “Uomo che, in seguito a disfunzioni organiche o a evirazione, non possiede le facoltà virili; castrato. In particolare: servo evirato che, nelle monarchie orientali, custodiva l’harem del sovrano o ricopriva alti incarichi e funzioni, talora molto importanti, come quello di cameriere segreto del re” (Battaglia).
Deuteronomio 23: 2Non entrerà nella comunità del Signore chi ha i testicoli schiacciati o il membro mutilato.
Levitico 21: 16Il Signore parlò a Mosè e disse: 17″Parla ad Aronne dicendo: “Nelle generazioni future nessun uomo della tua stirpe che abbia qualche deformità potrà accostarsi ad offrire il pane del suo Dio; 18perché nessun uomo che abbia qualche deformità potrà accostarsi: né un cieco né uno zoppo né uno sfregiato né un deforme, 19né chi abbia una frattura al piede o alla mano, 20né un gobbo né un nano né chi abbia una macchia nell’occhio o la scabbia o piaghe purulente o i testicoli schiacciati. 21Nessun uomo della stirpe del sacerdote Aronne con qualche deformità si accosterà per presentare i sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore. Ha un difetto: non si accosti quindi per offrire il pane del suo Dio.
Isaia 56: Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: / “Certo, mi escluderà il Signore dal suo popolo!”. / Non dica l’eunuco: / “Ecco, io sono un albero secco!”. / 4Poiché così dice il Signore: / “Agli eunuchi che osservano i miei sabati, / preferiscono quello che a me piace / e restano fermi nella mia alleanza, / 5io concederò nella mia casa / e dentro le mie mura / un monumento e un nome / più prezioso che figli e figlie; / darò loro un nome eterno / che non sarà mai cancellato.
Matteo 19: Gli dissero i suoi discepoli: “Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi”. 11Egli rispose loro: “Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 12Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca”.
Un commento: “L’interlocutore di Filippo – in Atti 8, 26-40 – non è uno qualunque. E’ un funzionario della corte di Etiopia, ministro delle finanze; inoltre possiede un carro e legge un manoscritto; è quindi potente, ricco e colto. D’altra parte, quest’uomo potente è un eunuco: è, socialmente e religiosamente, un emarginato. La società antica non nasconde né il disprezzo, né gli scherni verso gli eunuchi. Israele considera questi ‘alberi secchi’ (Isaia 56, 3) impuri e non li ammette nelle assemblee; nel recinto del tempio non possono oltrepassare il cortile dei pagani. Ora quest’uomo ritorna da Gerusalemme, dove si è recato in pellegrinaggio, non ha quindi superato la soglia del tempio […]. In modo inaspettato, il suo incontro con Filippo e il suo battesimo permetteranno all’eunuco di essere inserito nel popolo di Dio, realizzando così la profezia di Isaia” [AAVV, Commentario del Nuovo Testamento, EDB 2014, p. 595].
Mia applicazione alla transessualità. La condizione discriminata dell’eunuco nell’Israele biblico [vedi sopra Deuteronomio, Levitico, Isaia] ha qualche riscontro nella condizione attuale del transessuale, che è analogamente oggetto di derisione e di emarginazione. L’orchiectomia [asportazione dei testicoli nel maschio] e l’ovariectomia [asportazione delle ovaie nella femmina] possono infatti far parte degli interventi chirurgici della transizione di genere. A differenza dell’esclusione che l’eunuco subiva nell’ebraismo classico, l’accoglienza attestata dal cristianesimo fin dal capito 8 degli “Atti degli Apostoli” potrebbe essere di aiuto al superamento di quella derisione ed emarginazione. L’accoglienza al Santa Marta da parte di Papa Francesco di un transessuale francese accompagnato dalla fidanzata, avvenuta il 24 gennaio 2015, segnala quella possibilità.
[Il 24 gennaio 2015 Francesco riceve al Santa Marta un transessuale spagnolo, Diego Neria Lejarraga, 48 anni, di Plasencia in Extremadura, accompagnato dalla fidanzata: ne dà notizia il 26 gennaio il quotidiano «Hoy». Diego – scrive il giornale – si dichiara cattolico praticante e racconta di aver scritto al Papa raccontando che dopo il cambio di sesso – avvenuto 8 anni fa – aveva ascoltato “giudizi molto duri” nella sua parrocchia e si era sentito “escluso dalla Chiesa”. Il Papa gli avrebbe telefonato due volte nel dicembre 2014 concordando la data dell’incontro.]