Amici belli, sono felice di annunciare che domani, lunedì 21 febbraio alle 21.00, ci troviamo via Zoom per leggere dal Vangelo di Marco la narrazione delle guarigioni operate da Gesù nella piana di Gennèsaret, secondo la narrazione che ne fa il Vangelo di Marco a conclusione del capitolo 6, dov’è la bellissima immagine dei malati portati nelle piazze e da Gesù nelle piazze guariti: una primissima attestazione del carattere pubblico e missionario della vocazione cristiana. Nei commenti la scheda di presentazione della lectio: chi volesse partecipare mi scriva e gli indicherò come fare a collegarsi.
Pizza e Vangelo sui miracoli di Gesù: svelano il sogno di Dio su noi e sul mondo
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Gesù cammina per Gennèsaret e quanti lo toccano guariscono – Marco 6, 53-56 – Eccoci a un sommario sulle guarigioni operate da Gesù per tutta la piana di Gennèsaret: “in villaggi o città o campagne”. Non c’è nulla di straordinario rispetto ad altri passaggi narrativi dei Vangeli, se non forse il fatto che qui non sono indicati gli esorcismi insieme alla guarigioni e non viene ricordato lo scrupolo di Gesù nel chiedere ai guariti di non propagandare l’accaduto. Si direbbe che questo sia un momento in cui il Rabbi di Galilea accetta serenamente che le sue facoltà messianiche salvino i bisognosi che si accostano a lui; e accetta anche che i guariti narrino il beneficio ottenuto.
Torna la menzione del “lembo del mantello” unita al convincimento d’ognuno che al solo toccarlo potrà guarire. Approfittiamo di questo momento di serena intesa tra il Messia e il popolo da lui beneficato per fare anche noi – a imitazione dell’evangelista – un sommario dei segni operati da Gesù nell’insieme della sua vita pubblica: insomma, come direbbero i biblisti, abbozzeremo un excursus sui miracoli dei Vangeli. Concluderemo che i miracoli di Gesù attestano la possibilità permanente dell’intervento di Dio nelle vicende umane e svelano il suo sogno su noi e sulla storia.
Marco 6, 53-56. Compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. 54Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe 55e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. 56E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.
I malati nelle agorà. v. 53: Compiuta la traversata fino a terra. Permane l’incertezza geografica che veniamo segnalando a partire dal versetto 31 di questo capitolo, con i vari spostamenti di Gesù e dei suoi lungo le rive e attraverso il lago di Galilea. Qui, in base a quanto avevamo letto al versetto 45 (quando Gesù ordina di precederlo sull’altra riva, verso Betsàida) ci si aspetterebbe che il viaggio termini sulla costa occidentale, invece termina su quella orientale, nella piana di Gennèsaret. Forse il vento contrario del versetto 48 ha costretto i discepoli a tornare indietro.
v. 53b: giunsero a Gennèsaret e approdarono. Gennèsaret è uno dei nomi del lago (detto anche di Tiberiade e di Galilea): non indica una città, ma la piana fertile e molto abitata che va da Tiberiade a Cafarnao, e che ha al suo centro Magdala, il villaggio dal quale proveniva Maria di Magdala, detta Maddalena. Siamo nel tratto della riva orientale più frequentato da Gesù nei suoi spostamenti in vista del lago.
v. 55: sulle barelle. Come nell’episodio del paralitico di Cafarnao che abbiamo incontrato in Marco 2, 1-12.
v. 56: in villaggi o città o campagne. Ovunque ci fosse gente. Sono indicate le tre tipiche forme degli abitati di Galilea, per dire “ovunque”.
v. 56b: deponevano i malati nelle piazze. Nelle agorà, cioè nel centro dell’abitato, dove si svolgeva l’intera vita pubblica della comunità. La predicazione di Gesù ha sempre questo carattere pubblico, come egli stesso ricorderà davanti al Sinedrio, quando sarà interrogato dal sommo sacerdote: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto” (Giovanni 18,20).
v. 56c: lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. Come aveva fatto la donna che aveva perdite di sangue, in Marco 5, 27. Questo è un sommario e dunque in esso il redattore finale rimanda ai vari episodi precedenti, evocandoli con parole che figuravano nelle singole narrazioni.
Quaranta narrazioni. Le narrazioni dei miracoli di Gesù nell’insieme dei Vangeli sono una quarantina: il numero oscilla nei computi dei vari autori a motivo di eventi narrati in maniera diversa dai diversi evangelisti. Uno studioso reputa due diverse narrazioni come riferentesi allo stesso evento, un altro le riferisce a due eventi.
Tali narrazioni costituiscono una parte corposa dell’insieme dei Vangeli. Nel caso di Marco, che è l’evangelista che dà più spazio ai “segni” rispetto alla predicazione, le narrazioni dei miracoli costituiscono il 31% dell’intero Vangelo.
Gli studiosi distinguono quattro categorie di narrazioni di miracoli: guarigioni, risurrezioni, miracoli di natura, esorcismi.
I miracoli di guarigione sono i più numerosi, circa 20: dalla febbre, dalla lebbra (2 casi), dall’emorragia cronica, dall’idropisia, dalla sordità e dalla mutezza, dalla cecità (3 casi), dalla paralisi (2), dalla mano rattrappita, dalla schiena curva, dalla ferita all’orecchio del servo del sommo sacerdote, da mali non specificati.
Le risurrezioni sono tre: figlia di Giairo (nei sinottici), figlio della vedova di Nain (in Luca), Lazzaro (in Giovanni).
I miracoli di natura sono nove: acqua mutata in vino a Cana, tempesta sedata, cammino sull’acqua, moltiplicazione dei pani e dei pesci (2), pesca miracolosa (2), Pietro pesca un pesce con in bocca la moneta per la tassa del tempio (Matteo17), fico inaridito (Matteo 21).
Gli esorcismi: dopo le guarigioni, sono i più numerosi, spesso indicati collettivamente (per esempio in Matteo 8: “gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola”), ma alcuni narrati in dettaglio o comunque specificamente (nella Sinagoga di Cafarnao, nel paese dei geraseni, del ragazzo straziato da un demone dopo la trasfigurazione, di Maddalena liberata da sette demoni…).
Sull’attendibilità storica delle narrazioni evangeliche dei miracoli si è sviluppata – negli ultimi due secoli – una letteratura vastissima. Richiameremo due elementi fattuali:
– Le narrazioni – almeno quelle dei sinottici – sono vicine ai fatti narrati: hanno assunto la forma attuale entro il quarto decennio dagli avvenimenti cui si riferiscono. Va inoltre considerato che la redazione finale dei Sinottici raccoglie tradizioni che avevano già una loro forma definita nella narrazione orale: una forma che dunque poteva essere convalidata o contestata da testimoni oculari ancora viventi.
– Le narrazioni hanno carattere semplice, disadorno, referenziale; non fiabesco, romanzesco, o comunque letterario, quale sarebbe tipico di narrazioni costruite ad arte e quale è tipico dei Vangeli apocrifi.
Pur ammettendo che la rielaborazione teologica post-pasquale abbia ampliato e fatto lievitare la considerazione dei “segni” operati da Gesù, non sembra verosimile immaginare che questi siano stati inventati dal nulla in tempi così rapidi, essendo ancora viventi, e in buon numero, i testimoni oculari. Paolo scrive nella Prima lettera ai Corinti [databile al 54 dopo Cristo): “In seguito [Cristo risorto] apparve a più di 500 fratelli in una sola volta e la maggior parte di essi vive ancora” (15,6).
Teste Ratzinger cum Martini. Possiamo dunque fidarci dei Vangeli e possiamo accettare nella sostanza e nell’insieme le narrazioni evangeliche dei miracoli, sapendo come essi abbiano avuto un ruolo decisivo nell’accreditare il suo insegnamento. Citeremo infine due maestri della predicazione evangelica dei nostri giorni che attestano senza remore la loro sostanziale accettazione dei miracoli di Gesù:
– Joseph Ratzinger: i miracoli in generale e quelli di Cristo in particolare attestano che “Dio non si è ritratto dal mondo dopo averlo creato […]. Non si tratta di stabilire se questo o quell’evento straordinario costituisca un miracolo. Si tratta di affermare che Dio rimane Dio. E che può continuare ad agire nel mondo come Creatore e Signore quando vuole e nel modo che vuole e che è meglio per il mondo” (Joseph Ratzinger, Dio e il mondo. In colloquio con Peter Seewald, San Paolo 2001, pp. 51s).
– Carlo Maria Martini: è del 2007 un suo corso di esercizi al clero ambrosiano tenuto in Israele, intitolato I Verbi di Dio. Con riflessioni sui miracoli di Gesù e sul sogno di un’esistenza alternativa (Edizioni Terra Santa 2017), nel quale sono queste parole: “L’azione trasformante di Dio si esplica particolarmente nei fatti straordinari della vita di Gesù, che noi spesso dimentichiamo o trascuriamo. I verbi di Dio (crea, promette, libera, comanda, provvede, ama) e i miracoli di Gesù rappresentano il sogno di Dio: il sogno di un altro mondo, del Regno di Dio, di un altro modo di essere nel quale noi viviamo la dimensione del già e non ancora” (pp. 10s).
Pizza pizza ma la pizza non c’è. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 19 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
Invito tutti. Siamo un gruppo di una ventina di lettori della Bibbia che da quasi vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da venti a quaranta. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 21 febbraio. L’ultimo appuntamento fu lunedì 7 febbraio e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post dell’11 febbraio:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/noi-cristiani-spaventatissimi-ma-lui-ci-dice-non-abbiate-paura/
Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? 8 Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? (Lc 18, 7-8)
https://gpcentofanti.altervista.org/un-racconto-breve-habemus-papam/
https://gpcentofanti.altervista.org/gesu-compiva-piu-miracoli-allora-che-oggi/