“L’aspetto di Pisa mi piace assai più di quel di Firenze”: sono parole di Leopardi, il mio vicin grande, che sapeva dire bene ogni cosa. Le ho pescate e ripescate passando ieri e ripassando oggi per il Lungarno. Nei commenti altre parole di Giacomo e altre mie esclamazioni patetiche.
Pisa mi piace assai
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Dieci o venti lingue. Questo lungarno è uno spettacolo così bello, così ampio, così magnifico, così gaio, così ridente che innamora: non ho veduto niente di simile nè a Firenze nè a Milano, nè a Roma, e veramente non so se in tutta l’Europa si trovino vedute di questa sorta.
Vi si passeggia poi nell’inverno con gran piacere, perchè v’è quasi sempre un’aria di primavera: sicchè in certe ore del giorno quella contrada è piena di mondo, piena di carrozze e di pedoni: vi si sentono parlare dieci o venti lingue, vi brilla un sole bellissimo tra le dorature dei caffè, delle botteghe piene di galanterie e nelle invetriate dei palazzi e delle case, tutte di bella architettura. Nel resto poi, Pisa è un misto di città grande e di città piccola, di cittadino e di villereccio, un misto così romantico, che non ho veduto mai altrettanto. A tutte le alte bellezze, si aggiunge la bella lingua.
Giacomo Leopardi, 12 dicembre 1827, lettera alla sorella Paolina.
Sarà una beatitudine. Sono incantato da Pisa per il clima; se dura così sarà una beatitudine. Ho lasciato a Firenze il freddo di un grado sopra il gelo; qui ho trovato tanto caldo che ho dovuto gettare il ferraiuolo e alleggerirmi di panni.
Giacomo Leopardi, 12 novembre 1827, lettera alla sorella Paolina
Là vo a passeggiare. Ho qui in Pisa una certa strada deliziosa, che io chiamo Via delle rimembranze: là vo a passeggiare quando voglio sognare ad occhi aperti.
Giacomo Leopardi, 25 febbraio 1828, lettera alla sorella Paolina
Gian Paolo Violi, un amico di Lucca che è spesso a Pisa, manda questa foto da lui scattata in loco.
Qui lo stesso amico allarga la veduta. Siamo sul Lungarno Pacinotti, tra Ponte Garibaldi e Ponte Solferino, con veduta al fondo di Santa Maria della Spina sulla sinistra, e del Palazzo Reale e del campanile di San Nicola sulla destra.
“Ahi Pisa, vituperio de le genti
del bel paese là dove ‘l sì suona,
poi che i vicini a te punir son lenti,
muovasi la Capraia e la Gorgona,
e faccian siepe ad Arno in su la foce,
sì ch’elli annieghi in te ogne persona!”
Come cambiano i tempi, vero, Luigi?…. 🙂
A proposito del tuo “vicin grande”, Luigi, questa sera, dagli schermi di Rai3, andrà in onda (credo, in prima visione televisiva) il film “Il giovane favoloso” (che ne racconta la vita e la figura).
Buona serata a tutti dalle mie campagne imbiancate !
Roberto Caligaris
Lo considero un buon film. Buona soprattutto la prima parte, l’infanzia a Recanati. Sovraccarica l’ultima sul periodo napoletano.
Bello il Film, bella la scena in cui trova l’ispirazione per “L’Infinito”…la sofferenza di Giacomo Leopardi e forse tutto il suo apparente pessimismo, dico apparente perché le sue riflessioni in fondo aderiscono ad una realtà oggettiva, è conseguenza di quella sete d’amore inespresso e ardentemente cercato – “amore amor di nostra vita ultimo inganno” scriveva in “Ad Angelo Mai” passando da Alighieri a Petrarca, da Ariosto a Tasso- eppoi l’urgenza di Dio che avvertiva e ne invocava risposte perché si rivelasse «Questo d’ignoto amante inno ricevi»: mai professione d’amore fu più esplicita per quell’Infinito che solo può dar senso ai nostri giorni…” Fantastico Giacomo Leopardi, è il mio amore…
Luigi,non so se sei ancora a Pisa, ma sei passato, spero, a visitare il Battistero. Non puoi perderti quel capolavoro unico nel suo genere tutto da gustare, con quell’ acustica perfetta:. una cassa di risonza da far invidia alla sala Sinopoli dell’Auditorium…