Piero Perazzoli: sono arrivato a sperare di varcare la soglia

“Qualcosa lassù abbiamo smosso” dice delle preghiere sue e dei suoi Piero Perazzoli che si è salvato per un soffio dal Covid-19, ma ammette francamente d’aver vissuto un interminabile incubo nei 75 giorni di ospedale e 30 di terapia intensiva vissuti tra Piacenza e Bologna, fino a “sperare di varcare la soglia”. Perazzoli, 63 anni, residente ad Agazzano, Piacenza, calciatore in gioventù e poi dirigente sportivo, ha narrato la sua avventura a vari giornali ed emittenti. Riporto nei commenti sue parole che prendo da “La Libertà” del 26 maggio e da “Avvenire” del 27 maggio.

9 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Decisivo l’amore ricevuto. A “Libertà.it” del 26 maggio. “Sai qual è stato il momento più bello? Quando ho avuto la forza di accendere il cellulare e scoprire che avevo più di duemila messaggi da leggere tra familiari stretti, amici e conoscenti. La forza dell’amicizia mi sta regalando una energia grande per affrontare la delicata fase della riabilitazione perché, credetemi, la malattia è terribile e la prima volta che ho tentato di sedere sul letto d’ospedale, ho temuto che mai più sarei tornato come prima. Fammi ringraziare tutti, dai medici agli infermieri a tutti coloro che si sono prodigati per far sì che ne uscissi. E un abbraccio virtuale lo rivolgo a tutti quanti mi hanno sostenuto in queste settimane: l’amore che ho ricevuto è stato decisivo”.

    https://www.liberta.it/news/cronaca/2020/05/26/75-giorni-di-inferno-e-ritorno-ad-agazzano-e-festa-per-il-ritorno-di-piero/

    23 Agosto, 2020 - 12:41
  2. Luigi Accattoli

    Un periodo da incubo. Ad “Avvenire” del 27 maggio 2020, p. 9. Adesso le mie gambe mi permettono al massimo di camminare come uno zombie. Con insistenza ho chiesto di fare il tampone. Devo dire grazie al primario di pneumologia del presidio di Castel San Giovanni che ha capito la gravità della situazione e mi ha intubato. Quello della terapia intensiva è stato un periodo terribile, popolato da incubi. A un certo punto sono arrivato a sperare di varcare la soglia, stavo troppo male e non riuscivo a sopportarlo. Ho saputo che si era formata una rete di preghiera e anch’io ho pregato come potevo. Qualcosa evidentemente lassù abbiamo smosso, anche se la gioia di essere qui con mia moglie e mio figlio non mi toglierà mai il dolore per la morte di tante persone, anche diversi amici, che come me hanno sofferto e lottato, ma non ce l’hanno fatta”.

    23 Agosto, 2020 - 12:42
  3. Caro Luigi questo tuo blog facendo parlare le persone, la loro vita, anche le diverse vedute. Di questa, nel profondo, semplicità di cuore, (che non esclude ma include una sana prudenza), di cui vi è tanto bisogno la fonte è in ciò che evidenzi nel tuo commento al vangelo di ieri, domenica 23 agosto: http://www.luigiaccattoli.it/blog/ne-carne-ne-sangue-te-lo-hanno-rivelato/#comments .

    https://gpcentofanti.altervista.org/scegliere-non-subire-la-formazione-e-linformazione-e-via-decisiva-contro-lo-sfacelo-totale/

    24 Agosto, 2020 - 9:43
  4. Saltata una riga nella copiatura: … anche le diverse vedute, svolge un ruolo interessante e costruttivo, anche profetico, nel panorama attuale.

    24 Agosto, 2020 - 9:47
  5. Profetico, dicevo sopra, non in senso variamente altisonante ma in quello semplice e bello del vangelo, di piccoli che cercano di lasciarsi portare dal padre. Un altro bell’esempio di ciò sono gli incontri sulle scritture come oggi sembra non sempre facili trovare: dove non parla solo la guida ma vi è un dialogo. Ecco, semi semplici e autentici ma capaci di cambiare, sia pur germinalmente, il volto della società.

    https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-25-agosto-2020/

    24 Agosto, 2020 - 11:16

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