Piero Macchi, un imprenditore di Varese che ha costruito una grande impresa, la Enoplastic, dona in morte ai 250 dipendenti un milione e mezzo di euro. Nei commenti le parole della figlia Giovanna al Corsera del 9 gennaio e il link alla lettera con cui Carla Macchi, moglie dell’imprenditore, ha accompagnato il dono ai dipendenti. Una storia che dice qualcosa sull’etica del lavoro e delle relazioni umane che è tra le migliori risorse della società lombarda.
Piero Macchi e la leggenda dell’impresario generoso
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Il dono dell’ambulanza. Parole di Giovanna Macchi al “Corriere della Sera” del 9 gennaio: Mio padre Piero Macchi ha disposto un lascito testamentario complessivo di un milione e mezzo di euro. Ha agito, come sempre, nella piena autonomia delle proprie decisioni, con la collaborazione di un notaio di fiducia e di un consulente del lavoro. E nel modo che riteneva più opportuno. Il tutto è stato gestito dalla moglie Carla, mia madre, che ha accompagnato le buste per i singoli dipendenti con una toccante lettera di ringraziamento. Mio padre in vita ha fatto tanta beneficenza in maniera riservata, elargendo somme ad enti, ospedali e associazioni. Posso raccontare un episodio. Era malato da tempo. In una delle sue ultime trasferte per le cure a Varese si accorse che l’ambulanza non era in buono stato. Quando arrivammo in ospedale, disse ai volontari: “Se vengo fuori anche stavolta, vi compro l’ambulanza nuova”. Ne venne fuori, perché era un uomo forte, e la prima cosa che fece fu proprio comprare l’ambulanza nuova.
“Mio marito ha sempre pensato a tutti coloro che hanno costruito con lui questo lungo percorso di fatica e di successi e, anche quando la malattia cominciava a minare la sua forza, tra i pensieri più assillanti c’era quello di trovare il modo più giusto per dimostrare a tutti i Collaboratori la propria riconoscenza”: così la vedova Carla Marchi nella lettera ai dipendenti.
Questa storia mi ha fatto venire in mente la parabola del padrone della vigna e di come compensava i suoi operai (è molto diversa, ma certo una qualche analogia la avverto).