Capita che tu stia facendo una tranquilla nuotata in mare e la corrente ti porti al largo senza che te n’accorga. Quando non tocchi più fai per tornare, ma più nuoti e più ti ritrovi lontano dalla riva. La moglie e le figlie danno l’allarme e si tuffano due e poi quattro e infine sei tra bagnanti e bagnini per aiutarti a tornare a riva e uno di loro è albanese. Qualcuno chiama l’ambulanza che arriva appena sei uscito dall’acqua, ti misurano la pressione e verificano che tutto è a posto. Firmi una dichiarazione liberatoria e ti lasciano andare. Ti spiegano che in quel tratto di mare c’è una corrente che fa questi scherzi e tu offri un gelato ai soccorritori e alle loro famiglie. Si fa pure una foto di gruppo, salvato e salvatori. E’ capitato a me stamattina nelle acque del “mare africano” a Donnalucata (Ragusa). Credo si sia trattato di un vero salvataggio anche se i soccorritori mi hanno più che altro accompagnato a riva, continuando io a nuotare come potevo. Ma l’aiuto è stato reale, per almeno un minuto mi hanno tirato per le braccia e qualche spinta l’ho molto apprezzata. Se non mi sono abbandonato al panico e non ho “bevuto” più che tanto è stato di certo per la presenza di quegli amici occasionali. Racconto questo fatto da nulla per dire che l’umanità è solidale almeno nelle piccole cose, che generalmente sono la misura di quelle grandi.
Piccola avventura nel “mare africano”
12 Comments
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Lu mari è amaru (il mare è amaro), si dice in Sicilia. E tu, caro Luigi, lo hai sperimentato. Sono contento di sapere che stai meglio. Ancora una volta è il mare dell’Isola a farsi interprete di qualcosa. Mi torna alla memoria la pagina dei Malavoglia e il naufragio della Provvidenza, e poi i proverbi: Cu non sapi prigari vada a mari (chi non sa pregare vada a mare), Col mare grosso voga terra terra (nella vita come a mare è sempre utile), A mari ‘un c’è taverna (in mare non ci sono taverne, vale a dire che non c’è spazio per i fronzoli di “terra”).
Ecco, a mare non c’è spazio per i fronzoli. E la tua disavventura finita bene, il senso di solidarietà, sono figli di questo antico pensiero.
Aggiungo una piccola nota storica: anticamente si riteneva chiunque fosse riuscito ad attraversare lo Stretto due volte senza danno come figlio della fortuna. E il cappello portato durante la traversata era messo in testa alle partorienti per alleviarne i dolori del travaglio. Almeno così si credeva.
Caro Accattoli,
capisco la tua disavventura, perchè anch’io mi sono trovato una volta in una simile situazione, ricoprendo, però, il ruolo di salvatore e ringrazio il cielo che l’abbiamo scampata bella tutti,”salvati e salvatori”;però devo dirti onestamente che dopo una tale azione ci si sente meglio,più a posto con se stessi. Riguardo all’Albanese, sono convinto che la vita è fatta di “tanti albanesi,di tanti siciliani,di tanti arabi,di tanti irlandesi…..” ed è bella quando nelle diversità (che sono solo accessorie) mostriamo tutta quanta la nostra non solo umanità ma la nostra comune essenza di “essere viventi” o,se si vuole, in termini religiosi, di essere tutti “creature di Dio”
Di rientro da una decina di giorni al mare in Calabria, desidero salutare Luigi e tutti i bloggers.
I giorni di vacanza sono stati per me occasione di rilessione e di riposo…Ci tengo a sottolineare che in una terra estremamente difficile come la Calabria, HO TROVATO UNA CHIESA VIVA…E mi convinco sempre di più che questo mite Vescovo Trentino(Mons. Bregantini) titolare della Diocesi di Locri è proprio UN UOMO DI DIO…..senza nulla togliere agli altri….
Un caro saluto a tutti….
Fabricianus, la fede della mia gente è grande, ingenua e sofferta. Fatta di misticismo e totale annullamento nella volontà del Signore, sino a portarne i segni come nel caso di Natuzza Evolo di Paravati.
Caro Gigi, leggo della tua leggerissima disavventura marina. Io queste mattine ho nuotato più al sicuro sulle tue acque marchigiane. E grazie per il consiglio per la visita a Santa Maria a Pie’ di Chienti: bellissima!
Ben tornato a riva!
E saluti a tutti i naviganti di questo bel blog
andrea tornielli
Ad Armando Ansaldo: benvenuto nel blog! E ti dedico un abbraccio come fossi uno dei miei soccorritori.
A Fabricianus e a Tonizzo dico lietamente che ammiro il vescovo Bregantini e conosco molti veri cristiani calabresi, specie dell’ambiente Fuci e Meic, tra Reggio Calabria e Cosenza.
A Tornielli: grazie grazie! Il consiglio di andare a vedere quella fiabesca chiesa romanica gliel’avevo dato per telefono: questo a chiarimento dei visitatori esigenti, che si chiedessero “quando mai si era parlato qui di Santa Maria a pie’ di Chienti”. Luigi
Santa Maria a pie’ di Chienti è stupenda. E, poco lontano, Chiaravalle di Fiastra l’avete visitata, di recente? Vi stupirà.
Per un tour sul versante marchigiano dei Sibillini, invece, mi offro di farvi da guida io che da quelle parti ho una casetta e metà degli antenati.
… per quanto mi riguarda confermo, Fabricianus: Bregantini è davvero un uomo di Dio… Ma mi viene un dubbio che magari Luigi può confermare o meno: il suo segretario (a parte la capacità di filtro che ho imparato ad aggirare) sembra un gelido funzionario vaticano (con tutto il rispetto…), tutt’altro stile dal Vescovo, pur sobrio e riservato… a volte mi sembra uno messo lì a controllarlo… 🙂
Conosco Bregantini ma non il segretario. Luigi
I segretari sono due, Moralista. Uno è laico, l’altro un religioso. Bregantini è un uomo di Dio, ma alle volte di un funzionario gelido aiuta ad evitare passi falsi e rotture di scatole varie.
caro tonizzo, hai ragione.
è che un paio di volte cercavo Bregantini e invece… ho trovato Filini…
sono il solito rompi!