“Da quella tragica notte in cui morì Ilaria, il papà dorme nel letto di lei. Non perché lui si senta solo, ma per non far sentire lei sola e abbandonata”: dedico ai visitatori queste rare parole e nel primo commento ne indico la fonte.
Perché Ilaria non si senta sola e abbandonata
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Investita sull’autostrada. Le parole che riporto nel post le ho lette in una cronaca del “Corsera” del 12 giugno intitolata “Donna investita sull’autostrada. All’attore Diele 7 anni e 8 mesi”. Le pronuncia l’avvocato della famiglia Dilillo, Michele Tedesco, il giorno della sentenza che condanna per omicidio stradale Domenico Diele. Ilaria Dilillo fu travolta dall’auto dell’attore il 24 giugno dell’anno scorso, mentre su uno scooter percorreva la corsia nord dell’autostrada del Mediterraneo, vicino a Salerno. Non abbandonare i morti. Perchè non si sentano soli.
Dopo la morte di nostro fratello, e per lunghi anni, il nonno ci portò, noi sorelline, a giocare sulla sua tomba perché non si sentisse solo, e quando era inverno o pioveva, allora, andava solo e sostava per ore ed ore fisso come un palo dinnanzi a quella lapide sopra la quale troneggiava un bell’angioletto con le ali spiegate che ai nostri occhi appariva grande, in dimensioni umane. Abbiamo passato parte dell’infanzia a giocare con lui: tanto era familiare quel posto che anche i nomi e i volti di altri bambini ci erano noti. Ne ricordo uno -Spartaco- con una bella camicetta a fiorellini e un paio di occhialini che sbucavano su un musetto simpatico e lentigginoso.
Era bello stare li, tra quegli alberi, in quella pace, nessun senso di timore o di tristezza: si giocava, la sensazione che anche quei piccoli amici partecipassero ai giochi l’avvertivamo tangibile , tanto da sentirmi ancora addosso, a distanza di tanti anni, la presenza talvolta…specie quando entro in meditazione e in preghiera, in Gesù Cristo.