All’unanimità l’Alta Corte australiana ha prosciolto il cardinale George Pell che scontava una condanna a 6 anni per abuso su un minore, ribaltando la sentenza della Corte d’Appello (agosto 2019) che aveva confermato la condanna del Tribunale di Melbourne (dicembre 2018). Una dichiarazione del portavoce vaticano ha detto la soddisfazione della Santa Sede già indirettamente segnalata dal Papa, che nell’intenzione di preghiera prima della messa mattutina aveva invitato a “pregare oggi per tutte le persone che soffrono per una sentenza ingiusta”. Nei commenti le parole del Papa, il comunicato vaticano, un mio spunto quaresimale.
Pell prosciolto: il Papa prega per chi subisce ingiustizia
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Intenzione di Francesco alla messa del mattino. In questi giorni di Quaresima abbiamo visto la persecuzione che ha subito Gesù e come i dottori della Legge si sono accaniti contro di lui: è stato giudicato sotto accanimento, con accanimento, essendo innocente. Io vorrei pregare oggi per tutte le persone che soffrono una sentenza ingiusta per l’accanimento.
https://www.vaticannews.va/it/papa-francesco/messa-santa-marta/2020-04/papa-francesco-messa-santa-marta-sentenze-ingiuste.html
Comunicato della Sala Stampa. La Santa Sede, che ha sempre riposto fiducia nell’autorità giudiziaria australiana, accoglie con favore la sentenza unanime pronunciata dall’Alta Corte nei confronti del Cardinale George Pell, che lo proscioglie dalle accuse di abuso su minori, revocandone la condanna.
Il Cardinale Pell – nel rimettersi al giudizio della magistratura – ha sempre ribadito la propria innocenza, attendendo che la verità fosse accertata.
Con l’occasione la Santa Sede riafferma il proprio impegno a prevenire e perseguire ogni abuso nei confronti dei minori.
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2020/04/07/0208/00464.html
Spunto quaresimale. Ad accusare il cardinale (78 anni, arcivescovo emerito di Sydney e già prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede) è un uomo che sostiene d’essere stato abusato quando faceva il chierichetto della Cattedrale di Melbourne negli anni ’90. I sette giudici dell’Alta Corte unanimi hanno riconosciuto l’esistenza di una “ragionevole possibilità che il reato non sia avvenuto”. Sono tra coloro che accolgono la sentenza come liberazione da un incubo. Un amico australiano da tre anni mi aggiornava sulla triste vicenda, argomentando che “voi qui in Italia non potete neanche immaginare la violenza della campagna anticattolica australiana sul tema degli abusi, che c’era già e che ha preso Pell come bersaglio esemplare, perché cardinale e perché collaboratore del Papa”. Con quell’amico svolgevo il raffronto con la vicenda Barbarin: due casi simili e diversi. Diversi perché su Barbarin pendeva la sola accusa di “non denuncia” di un prete abusatore mentre Pell era accusato di abusi commessi in proprio. Ma simili per l’accanimento persecutorio raddoppiato dal carattere simbolico della figura cardinalizia. L’amico australiano osservava che la violenza della campagna australiana era più che doppia rispetto a quello francese. Non conosco di persona nè Pell né Barbarin. Li considero vittime della tragedia degli abusi. Della tragedia cristiana degli abusi del clero. Mando loro un abbraccio ideale da fratello a fratelli. Auguro a loro [e a tutte le vittime di quell’accanimento] un recupero della pace ora che ambedue sono usciti dalla vicenda giudiziaria e – si spera – dalla ribalta mediatica.
Sì, finalmente siamo usciti da questo incubo.
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-9-aprile-2020-cena-del-signore/