Pecchiamo ancora? E che esame di coscienza facciamo?

Mi chiamano ad Abano Terme con un titolo urticante: «Pecchiamo ancora?». Accompagnato però da un sottotitolo ammorbidente: «I peccati sociali alla luce della Laudato si’». Mi trovo meglio con l’arduo titolo ed è soprattutto su quello che provo a narrare la conversazione che ne è venuta. E’ l’attacco di un mio testo pubblicato da “Il Regno” 8/2019. Nel primo commento il resto del prologo e il link al testo integrale.

3 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Come m’interrogo. A differenza di quanto a volte leggo o sento, mi pare di non avere difficoltà a sentirmi peccatore tra peccatori. Lo dice sempre Francesco, lo dicevano i santi nei secoli. Ma uscendo dalla predicazione: io, tu, il terzo e il quarto che stanno a cena con noi, quelli che siamo nelle parrocchie, in che modo ci sentiamo peccatori? Abbiamo le parole per dirlo? Ho svolto questa riflessione con i miei uditori di Abano Terme. La percezione del peccato comporta un mezzo interrogatorio di sé a se stesso. Li ho invitati ad applicare al loro orto quello che io azzardavo in pubblico per il mio.

    http://www.ilregno.it/attualita/2019/8/pecchiamo-ancora-luigi-accattoli

    2 Maggio, 2019 - 23:15
  2. Siamo tutti dei peccatori, ma è molto difficile riconoscerlo.

    6 Maggio, 2019 - 14:41
  3. Clodine-Claudia Leo

    Piuttosto manca la percezione del peccato,sia soggettivo che collettivo.Dire che siamo tutti peccatori è riduttivo, la tragedia vera è l’assenza di ogni anelito di conversione a fronte del fatto che dentro e fuori la Chiesa vige una sorta di “recinto di peccato” e in tal guisa ,anche i sacramenti, se ricevuti nel peccato, non possono produrre alcunché essendo,gli stessi,ordinati all’annientamento del peccato stesso. Si può uscire da questo cappio, da queste forche caudine? Certo, basterebbe rimettere a posto alcune verità da tempo abrogate,alcune cancellate,altre sottovalutate. Basterebbe seguire la Parola di Dio,la Scrittura, per capire dov’è il guasto,dove l’umanità si è “inceppata”,basterebbe recuperare oggettivamente la dimensione della “coscienza” per capire che questa non basta come non basta l’intelligenza né la fantasia né la volontà e neppure il discernimento dell’uomo in quanto tutto è rigorosamente scritto,definito,stabilito,descritto nei minimi dettagli. Il confine tra il bene e il male è ben chiaro, e non è frutto di sapienza o intelligenza, non serve un particolare acume per capire quanto stabilito da Dio riguardo al vizio rispetto alla virtù,ad esempio, al giusto rispetto all’ingiusto,oggettivamente voglio dire, e se la percezione del peccato è stata cancellata dal mondo è perché è stata cancellata dalla Chiesa e dagli uomini e donne di Chiesa, semplicemente…è da oltre 50 anni che nella Chiesa molti lavorano per abrogare l’oggettività del peccato e del male…dunque, chi è causa del suo male pianga sé stesso.

    9 Maggio, 2019 - 7:57

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