«Santità, la sua elezione è stata per me liberante. Quando la elessero Papa, io ero in gran confusione, poi ebbi un’illuminazione e pensai: ‘offro la mia sofferenza a Dio, per il Papa, perché possa compiere il suo enorme compito di riforma della Chiesa’. Dopo questo fatto tutto mi fu più chiaro: la mia malattia non cadeva nel vuoto ma aveva un compito nella Chiesa e nel mondo. Quando l’offerta è al Signore, tutto diventa più significativo. Non soffrivo invano, tutto si univa alla sofferenza di Cristo. Ora ho uno scopo per cui pregare e per cui soffrire»: così ha parlato il 3 marzo Giuseppe Pasini al Papa che l’aveva chiamato al telefono per essergli vicino nella malattia. Nei primi commenti i ragguagli per intendere le parole di Pasini e la chiamata del Papa.
Pasini al Papa: “La sua elezione è stata per me liberante”
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«Sono Papa Francesco, mi ha dato il suo nome il vescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, per sapere come si sono svolti i fatti»: così Bergoglio ha avviato la conversazione al cellulare. Al termine Francesco ha salutato Pasini dicendogli: «Preghi ancora. Preghi per me, per il Papa».
Padovano, 82 anni, Pasini è stato direttore della Caritas italiana dal 1986 al 1996. In precedenza, dal 1972 al 1986 aveva diretto il settore “studi e formazione” della stessa Caritas. E’ uno dei protagonisti della straordinaria vicenda della nostra Caritas, con Italo Calabrò, Giovanni Nervo, Luigi Di Liegro e tanti altri preti che hanno trasmesso il fuoco della carità ai volontari.
Avvenire del 6 marzo ha pubblicato la lettera che Pasini scrisse a Papa Francesco nel gennaio dell’anno scorso: «Le scrivo, caro Papa Francesco, per dirle il mio grazie per la ‘rivoluzione’ che sta promovendo nella Chiesa e nel mondo, incentrata sull’amore misericordioso di Dio, sulla pratica della carità cristiana, sulla scelta preferenziale dei poveri e sul dovere di eliminare le cause della povertà […]. Vedendola all’opera già nelle prime settimane del suo ministero, ho concluso di poter ripetere con serenità il mio nunc dimittis, perché lo sviluppo della carità nella Chiesa era stato affidato dal Signore alle mani giuste, cioè alla persona che poteva darle il massimo impulso, annunciava l’amore di Dio con la parola, ma anzitutto testimoniando con la vita».
Amico di don Pasini da sempre, sono felice delle parole che ha scritto al Papa e del fatto che il Papa l’abbia chiamato. Gli mando un bacio di vicinanza nella malattia.
Sono grato al cardinale Montenegro che ha parlato al Papa di Pasini. A Montenegro auguro di avere la forza per far intendere alla nostra sonnacchiosa comunità nazionale che il servizio della carità è costitutivo della missione della Chiesa, non se ne può fare a meno; e appartiene agli elementi irrinunciabili che esprimono l’essenza stessa della Chiesa. Amo pensare che lei sia cardinale per questo.
Una bellissima testimonianza di gratitudine per avere fra noi un papa come Francesco.
Anche io sono felice per le parole di don Pasini e per la telefonata del Papa.
Sono anche questi fatti a rendere viva la Chiesa.
Le parole di don Pasini sono in perfetta consonanza con i miei pensieri.
Come si sono svolti i fatti. Da una visitatrice di nome Chiara ricevo questo messaggio:
Sono una sua lettrice. Nell’ultimo post non mi è chiaro perché Francesco chiami “per sapere come si sono svolti i fatti”. Non è spiegato a quali fatti si riferisca, mi pare. Nell’articolo linkato si fa riferimento molto genericamente a posizioni “scomode” della Caritas. E’ possibile avere qualche informazione in più per capire la vicenda? La ringrazio e mi scuso per il disturbo, Chiara
Risposta a Chiara. E’ una frase scherzosa – ovvero sdrammatizzante – rivolta a una persona che sta molto male e non vanno cercati retroscena interpretativi. Potrebbe essere parafrasata così: «Sono Papa Francesco, mi ha parlato di lei il cardinale Francesco Montenegro, dicendomi qualcosa della sua situazione di salute e del suo atteggiamento verso di me e io la chiamo per sapere meglio, per sapere tutto, direttamente da lei». Grazie di aver letto e di avermi scritto… Luigi
Quando la elessero Papa. Un’altra visitatrice mi chiede come vada letta la frase detta da Pasini al Papa: “La sua elezione è stata per me liberante. Quando la elessero Papa, io ero in gran confusione”. Anche qui è improprio cercare retroscena ecclesiastici del tipo “ero in gran confusione pensando al futuro della Chiesa”. Don Giuseppe intende dire: “Ero in gran confusione a motivo della malattia che mi aveva colpito”. Nei giorni dell’elezione di Papa Francesco don Giuseppe era ancora ricoverato per la resezione dello stomaco imposta dal tumore che l’aveva colpito.
L’ “elezione liberante” potrebbe essere intesa come determinante per sciogliere mons. Pasini da una crisi di fede in cui i momenti negativi della vita, come una grave malattia, possono comportare.
Dico questo ricordando quanto mi disse un religioso che, colpito dalla stessa malattia, si demoralizzò fino all’ oscuramento della fede.
Poi però –disse– ” la Grazia mi ha riafferrato”.
Ecco, potrebbe essere che l’ elezione del nuovo Papa abbia determinato un processo di questo genere in don Pasini.
Don Pasini fu uno dei pionieri, un grande! L”intera comunità ecclesiale in questo momento di prova si stringe con affetto e riconoscenza a questo sacerdote straordinario. Fu Papa Montini, Paolo VI a volere la Caritas affinché la “Gaudium et spes”non restasse lettera morta ma portasse a frutto -in quella istituzione a tutt’oggi attiva con ramificazioni in tutto il mondo – alcune indicazioni fondamentali , che non sono solo i problemi reali legati al’ingiustizia sociale [povertà, indigenza ecc..] si darebbe una lettura superficiale se relegassimo la “Caritas” ad una mera “assistenza pontificia”. Qui entra in gioco la Chiesa in “pienezza”, quella “Madre Chiesa” che sazia, non solo i corpi, ma anche, e non da ultimo, quella fame spirituale. La Chiesa, che testimonia la carità, non per sé stessa in quanto soggetto a sé stante, ma come annuncio della Parola che è l’Essenza di Dio e la Celebrazione dei “Misteri”.
Ignoro il motivo per il quale don Pasini provò quel moto liberatorio all’indomani dell’elezione di papa Francesco, questo solo lui può saperlo.
Una cosa è certa: La Chiesa è di Cristo, ed anche se è una minoranza a servizio dell’umanità è segno visibile di questa Presenza che è nel mondo, ma non è “del” mondo per cui o La Chiesa cristianizza il mondo o il mondo scristianizza la Chiesa…
E il pericolo che anche la Caritas diventi un apparato senza anima dove regna l’autoreferenzialità, il particolarismo, l’individualismo, il ripiegamento su se stessa è sempre il agguato… il diavolo si sa, è attivo h 24 .
Leggo le precisazioni di Luigi e constato che anche voi ormai parlate come il vostro maestro: in modo tale che poi bisogna spiegare che non si dovevano intendere come sembrava che si dovessero intendere …
Quanto al merito: sono contento che per don Pasini l’elezione di questo papa sia stata “liberante”. In effetti, per alcuni è stata una liberazione, per altri un’oppressione; alcuni sono entusiasti di questo pontificato, altri lo considerano rovinoso; alcuni si augurano che duri a lungo, per altri sarebbe meglio se finisse presto. Opinioni, niente di che …
spiegare che le parole non si dovevano intendere