Il rospo è creatura calunniata: di rugoso aspetto, sospettato d’essere familiare delle streghe, ritenuto incapace di fare squadra certo a motivo dei salti. Un po’ come i Gesuiti, tenuti per falsi, individualisti, iellatori già a vederli. Mancava solo un Papa Gesuita per unire le due leggende. “Pascolare i Gesuiti? Ma è come pascolare un gregge di rospi: uno di qua, uno di là”: ha detto Francesco di sua iniziativa il 1° agosto a un gruppo di “Gesuiti in formazione”.
Aggiornamento al 15 agosto. Vedi al commento 12 il contesto del motto papale, che è l’elogio della libertà essenziale al Gesuita.
E’ il mio “spillo” di questa settimana, pubblicato a pagina 21 della “Lettura” del Corsera che sarà in edicola fino a sabato.
Per sapere che siano gli spilli, vedi il post del 9 luglio 2017:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/accusa-er-papa-a-santuffizio/
Mi piace questa metafora, anche perché notoriamente i rospi sono velenosi.
Papa, gesuiti e animali : mi ricordo quando dopo esser stato in Sri Lanka disse ai gesuiti delle Filippine “ ho visto gli elefanti in Sri Lanka , erano vestiti meglio di voi!
https://m.youtube.com/watch?v=cic3TDckYYU
Cristina Vicquery
Francesco non avrebbe mai usato quella similitudine se non fosse stato egli stesso un gesuita. Senza l’affetto che la condivisione di tale condizione comportava, sarebbero state le parole di un miserabile.
Quindi si vuol dire che i Gesuiti sono “velenosi”?
Vogliamo discutere di zoologia e di anfibi?
Hai detto cosa buona e giusta Leopoldo!
Cristina Vicquery
A me questa espressione papale non piace… Perché mi porta a pensare che, se il gregge è composto da rospi, possa essere considerato “rospo” anche il pastore… Un papa dovrebbe usare un linguaggio più forbito… In genere una persona assomiglia alle parole che dice.
Ma questo dipende dal mio gusto per le belle parole… Gusto che, evidentemente, può non essere condiviso.
Buona notte anche ai rospi, ammesso che non vogliano gracidare…
Rif. 22.25 di ieri – Affettuoso veleno
Certo, storicamente i gesuiti sono stati un po’ velenosi. E allora? Meno male che un po’ lo sono stati! D’accordo comunque con Calò delle 19.40.
Magari oggi – dopo la tragica “favoletta” di Genova di ieri – sarebbe meglio avere altri pensieri.
Pensavo in particolare, ma non solo, al veleno della divisione che proprio i gesuiti, negli ultimi decenni, hanno contribuito a diffondere nella Chiesa.
Nella fiaba il rospo si trasforma in un Principe Azzurro al bacio della Bellisima Principessa.
Cosi’ forse con il bacio della Bellissima Vergine Maria, di cui oggi festeggiamo l’ Assunzione al Cielo, anche il rospo gesuita si puo’ trasformare nel Principe Azzurro.
Preghiamo che trionfi il Cuore Immacolato di Maria.
Contro rospi , serpenti ed altri rettili che insidiano il suo piede: la Donna Vestita di Sole
Trionfera’ sui Rettili.
Senza libertà non si può essere Gesuita. Può schiarire qualcosa del motto papale il contesto in cui fu pronunciato, che è questo:
Mi ha fatto ridere il sacerdote quando ha parlato di unificare la pastorale dei Gesuiti. Io avevo capito che si trattasse di unificare le anime e i cuori dei Gesuiti, non le modalità, perché se si fa questo finisce la Compagnia di Gesù. Si diceva che il primo ruolo del Generale era di “pascolare i Gesuiti”, e un altro diceva: “Sì, ma è come pascolare un gregge di rospi”: uno di qua, uno di là… Ma questo è bello, perché ci vuole una grande libertà, senza libertà non si può essere Gesuita. E una grande obbedienza al pastore; il quale deve avere il grande dono del discernimento per permettere a ognuno dei “rospi” di scegliere quello che sente che il Signore gli chiede. Questa è l’originalità della Compagnia: unità con grande diversità.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/08/01/0555/01208.html
Rif. 19.32 – Grazie a Dio
Questi giornalisti mondani colgono solo il lato frivolo degli alti discorsi pontifici; e poi si lasciano sfuggire un papale “grazie a Dio che non si va più dal generale gesuita e dal papa con abito talare”. C’era da fare un bel titolone; altro che parlare di rospi; che non era un’offesa ai rospi ma un inneggio alla libertà cristiana “a cui siamo stati chiamati” (Galati 5,13). Tutti; e non solo i gesuiti.
Sull’esercizio gesuitico del munus petrino da parte di Francesco – che non mi pare un fuori tema rispetto all’argomento di questo post – è di qualche interesse ciò che scrive padre Thomas Rosica, che è stato (e forse è ancora, non so) autorevole membro dello staff della sala stampa vaticana. L’articolo, che si può leggere qui: http://saltandlighttv.org/blogfeed/getpost.php?id=72516
fino a ieri conteneva nell’ultimo paragrafo queste significative parole, che sono state poi rimosse il 14 di agosto, dopo che un sito tradizionalista le aveva riprese e rilanciate:
«Pope Francis breaks Catholic traditions whenever he wants, because he is “free from disordered attachments.” Our Church has indeed entered a new phase: with the advent of this first Jesuit pope, it is openly ruled by an individual rather than by the authority of Scripture alone or even its own dictates of tradition plus Scripture. Pope Francis has brought to the Petrine office a Jesuit intellectualism».
Naturalmente lui lo dice con molta approvazione. Altri potrebbero vedere la cosa diversamente.
E quanto veleno , quanta divisione porta la scelta di nominare proprio il gesuita James Martin relatore all’incontro mondiale per le famiglie? Uno scandalo che fa rabbrividire e avvelena la Chiesa.
Volevo proporre in link, ma in questo momento non riesco: invito tutti ad andare a cercare le posizioni di questo gesuita in merito all’omosessualità e di riflettere sul significato del suo intervento all’incontro delle famiglie.
Rif. Luigi, 19, 32
In quel contesto discorsivo, l’espressione papale sui gesuiti-rospi può essere accettabile. Almeno per me…
Buona giornata a tutti…
La divisione nella Chiesa è stata generata da chi ha cercato di mettere in frigorifero il CVII, non da chi ha cercato di applicarlo. Se poi i Gesuiti sono più preparati di altri religiosi questo va solo a loro merito.
Alberto Farina
Possiedo tutti i libri, in inglese , di James Martin, e lo leggo su America da più di 10 anni, ora anche su FB.Un grande sacerdote.
Cristina Vicquery
Picchio,
se piace a te, PURTROPPO, non può piacere a me: abbiamo una visione del cattolicesimo e della Chiesa troppo diversi.
Il problema è che l’incontro mondiale delle famiglie dovrebbe riflettere la dottrina della Chiesa Cattolica, almeno nelle questioni fondamentali, e James Martin sicuramente propone una visione diversa e distante di famiglia è omosessualità. Per questo sostengo che la sua nomina è divisiva e “velenosa” per la comunità cattolica, a prescindere dalla persona.
Federico, quello che tu pensi, o quello che pensa Picchio, a proposito di J. Martin, siete entrambi liberissimi di pensarlo, ma non ha importanza alcuna.
L’incontro mondiale sulle famiglie, al contrario, è organizzato dalla Chiesa Cattolica in via ufficiale, alla presenza del papa di Roma. Dunque, se permetti, mentre a nessuno puo’ gagliardamente fregare un tubo di quello che tu ed io pensiamo dei raeltori Tizio e Caio, né tu né io abbiamo titolo nè veste né ruolo alcuno per metter becco sulla partecipazione uffizile di Martin al suddetto incontro.
Men che meno di definire, come tu fai parlando esclusicvamente con i calli spirituali- che altro, come me , non hai- di una nomina ” divisiva e velenosa”.
Tanto per mettere i puntini sulle i.
Se devi proprio occuparti, ed è cosa che ti riempie di entusiasmo, di divisività & veleni, ti suggerisco di cercare vicinissimo a te, a Ferrara , dove qualche sventato cattolico fa la froda al suo vescovo, reo, per l’ASSUNTA, di cavare le fette di salama dagli occhi di qualche sognatore tutta teoria e genuflessioni, con una chiarissima omelia….
https://www.agensir.it/quotidiano/2018/8/15/migranti-mons-perego-ferrara-non-abbandonare-alla-morte-tanti-fratelli-e-sorelle/
Ringrazio Guido Mocellin. “Tale pregiudizio [contro i Gesuiti rianimato dagli oppositori di Papa Bergoglio] costituisce uno strano cocktail tra i motivi che contraddistinsero la polemica antigesuitica culminata nella soppressione della Compagnia (1773) e le responsabilità addossate ad alcuni gesuiti di spicco per il cammino indicato alla Chiesa nell’età secolare, dal Concilio Vaticano II in avanti”: così il collega Guido Mocellin che riprende su “Avvenire” di oggi il mio spillo e questo post:
Papa Francesco su gesuiti e rospi: la libertà e (forse) il pregiudizio