Parrocchia come luogo di incontro e arte della vicinanza

La “conversione pastorale in senso missionario” delle comunità parrocchiali è l’biettivo di una istruzione pubblicata ieri dalla Congregazione per il clero. Le situazioni descritte dall’Istruzione costituiscono nel loro insieme una provocazione alle comunità parrocchiali “a uscire da se stesse, offrendo strumenti per una riforma, anche strutturale, orientata a uno stile di comunione e di collaborazione, di incontro e di vicinanza, di misericordia e di sollecitudine per l’annuncio del Vangelo”. Nei commenti riporto due affermazioni guida che l’istruzione riprende dal magistero di Francesco e una decina di suggerimenti per la messa in opera di possibilità già previste.

11 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Cercare strade nuove. Papa Francesco, all’inizio del suo ministero, ha ricordato l’importanza della “creatività”, che significa «cercare strade nuove», ossia «cercare la strada perché il Vangelo sia annunciato»; a tal proposito, ha concluso il Santo Padre, «la Chiesa, anche il Codice di Diritto Canonico ci dà tante, tante possibilità, tanta libertà per cercare queste cose»[1] […]. Perché il cammino della Parola continui, occorre che nelle comunità cristiane si attui una decisa scelta missionaria, «capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione» [paragrafi 1 e 5].

    21 Luglio, 2020 - 9:38
  2. Luigi Accattoli

    Vangelo e arte della vicinanza. La mera ripetizione di attività senza incidenza nella vita delle persone concrete, rimane uno sterile tentativo di sopravvivenza, spesso accolto dall’indifferenza generale. Se non vive del dinamismo spirituale proprio dell’evangelizzazione, la parrocchia corre il rischio di divenire autoreferenziale e di sclerotizzarsi, proponendo esperienze ormai prive di sapore evangelico e di mordente missionario, magari destinate solo a piccoli gruppi […]. La comunità parrocchiale è chiamata a sviluppare una vera e propria “arte della vicinanza”. Se essa mette radici profonde, la parrocchia diventa realmente il luogo dove viene superata la solitudine, che intacca la vita di tante persone, nonché un «santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante invio missionario»[29]. [Paragrafi 17 e 26].

    21 Luglio, 2020 - 9:39
  3. Luigi Accattoli

    Niente tariffe. La centralità dello Spirito Santo – dono gratuito del Padre e del Figlio alla Chiesa – porta a vivere profondamente la dimensione della gratuità, secondo l’insegnamento di Gesù: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10, 8). Egli ha insegnato ai discepoli un atteggiamento di servizio generoso, a essere ciascuno un dono per gli altri (cfr. Gv 13, 14-15), con una attenzione preferenziale verso i poveri. Da qui deriva, tra l’altro, l’esigenza di non “mercanteggiare” la vita sacramentale e di non dare l’impressione che la celebrazione dei sacramenti – soprattutto la Santissima Eucaristia – e le altre azioni ministeriali possano essere soggette a tariffari […]. L’offerta per la celebrazione della S. Messa, destinata al sacerdote celebrante, e degli altri sacramenti, che spetta invece alla parrocchia, è un’offerta che, per sua natura, deve essere un atto libero da parte dell’offerente, lasciato alla sua coscienza e al suo senso di responsabilità ecclesiale, non un “prezzo da pagare” o una “tassa da esigere”, come se si trattasse di una sorta di “imposta sui sacramenti”. [Paragrafi 40 e 118].

    21 Luglio, 2020 - 9:39
  4. Luigi Accattoli

    Non si può fare a meno del parroco. L’ufficio di parroco comporta la piena cura delle anime[89] e, di conseguenza, perché un fedele sia validamente nominato parroco, occorre che abbia ricevuto l’Ordine del presbiterato[90], esclusa ogni possibilità di conferire a chi ne fosse privo tale ufficio o le relative funzioni, anche nei casi di carenza di sacerdoti. Proprio per il rapporto di conoscenza e vicinanza che si richiede tra un pastore e la comunità, l’ufficio di parroco non può essere affidato a una persona giuridica[91]. In modo particolare – a parte quanto previsto dal can. 517, §§ 1-2 – l’ufficio di parroco non può essere affidato a un gruppo di persone, composto da chierici e laici. Di conseguenza, sono da evitare denominazioni come, “team guida”, “équipe guida”, o altre simili, che sembrino esprimere un governo collegiale della parrocchia [paragrafo 66].

    21 Luglio, 2020 - 9:40
  5. Luigi Accattoli

    Moderatore della cura pastorale. Qualora, per la scarsità di sacerdoti, non sia possibile nominare un parroco né un amministratore parrocchiale, che possa assumerla a tempo pieno […], il Vescovo diocesano può affidare una partecipazione all’esercizio della cura pastorale di una parrocchia a un diacono, a un consacrato o un laico, o anche a un insieme di persone (ad esempio, un istituto religioso, una associazione)[133]. Coloro ai quali verrà in tal modo affidata la partecipazione nell’esercizio della cura pastorale della comunità, saranno coordinati e guidati da un presbitero con legittime facoltà, costituito “Moderatore della cura pastorale”, al quale esclusivamente competono la potestà e le funzioni del parroco, pur non avendone l’ufficio, con i conseguenti doveri e diritti [paragrafi 87 e 88].

    21 Luglio, 2020 - 9:44
  6. Luigi Accattoli

    Supplenze alla mancanza di sacerdoti. Oltre a quanto compete ai Lettori e agli Accoliti stabilmente istituiti[146], il Vescovo, a suo prudente giudizio, potrà affidare ufficialmente alcuni incarichi[147] ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici, sotto la guida e la responsabilità del parroco, come, ad esempio: 1°. La celebrazione di una liturgia della Parola nelle domeniche e nelle feste di precetto […]; 2°. L’amministrazione del battesimo […]; 3°. La celebrazione del rito delle esequie […]. I fedeli laici possono predicare in una chiesa o in un oratorio, se le circostanze, la necessità o un caso particolare lo richiedano […]. Essi non potranno invece in alcun caso tenere l’omelia durante la celebrazione dell’Eucaristia […]. Inoltre, «dove mancano sacerdoti e diaconi, il Vescovo diocesano, previo il voto favorevole della Conferenza Episcopale e ottenuta la licenza dalla Santa Sede, può delegare dei laici perché assistano ai matrimoni»[153]. [Paragrafi 98-100]

    21 Luglio, 2020 - 9:45
  7. Luigi Accattoli

    Mia nota. L’istruzione non offre novità legislative ma indicazioni su come dare corpo alle possibilità già previste dal Diritto canonico e alle indicazioni missionarie per l’uscita già delineate da Papa Francesco. E’ dunque un documento di modesta ambizione, che può essere utile come prontuario di possibilità a disposizione di vescovi e parroci, ma che poco o nulla coinvolge il cristiano comune già attivo nella vita parrocchiale. Aiuta a muoversi chi stava fermo ma è di poca utilità a chi già camminava.

    21 Luglio, 2020 - 9:48

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