L’egiziano Mohammed che lavora qui sotto in pizzeria a chi gli chiede “come ti chiami” risponde “Mimmo”. Siamo amici e gli faccio “come mai quel tale ti chiama Mimmo”. Risponde che quando incontra qualcuno che “non è male ma non può capire” lui gli dice di chiamarsi romanamente Mimmo. Ho pensato al fariseo Saulo che era cittadino romano e come tale si chiamava Paolo. Importanza dell’assonanza: Mohammed sta a Mimmo come Saulo sta a Paolo.
Parabola di Mohammed che diventa Mimmo
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Anche quella coppia di sposi nigeriani che da una decina d’anni, ma credo anche più, ad ogni festa comandata vengono a trovarmi o inviano un presente. Io li conosco come ” Paolo e Lisa” . Ma va a capire come si chiamano realmente. Ora hanno tre figli e si sono sistemati a Pesaro dove hanno trovato casa e lavoro. Laureati entrambi conobbi prima Paolo che mi sorprese aprendo la porta e vedendo sto gigante nero con il borsone pieno di merce mi prese un mezzo colpo. Restai di pietra ma poi, siccome era estate e mi chiese dell’acqua gliene versai un bicchiere e poi l’intera bottiglia più un panino due banane e tre mele.E da allora, diventammo amici. ..
Tra il 1995 ed il 2004 ha militato nel Campionato di Serie A, e, precisamente, tra le file dell’Udinese, il centrocampista ghanese Mohammed Gargo: tosto, grintoso, dinamico e fisicamente esuberante, divenne rapidamente, per grande combattività agonistica che sprigionava in ogni gara, uno dei beniamini dei tifosi friulani, che presto lo ribattezzarono “Mimmo” (per “Mohammed”): e “Mimmo” Gargo (ragazzone sveglio e simpatico, con una discreta fama, persino, di “tombeur de femmes”) accettò molto volentieri quel soprannome.
Nel 2001 a “Mimmo” Gargo fu data, per alcune partite, la fascia di capitano dell’Udinese (s’era infortunato Valerio Bertotto, “capitano” titolare): credo sia stato il primo caso di un capitano “di colore” di una squadra della Serie A italiana.
Buona notte a tutti.
Roberto Caligaris
Dunque Mohammed ha una sua tendenza a farsi Mimmo. E magari saranno stati gli amici del Rione Monti a rinominare anche il mio Mohammed. Immagino i passaggi della magna mutatio, del grande cambio, in questa grande Roma: “Ah coso, ah come te chiami, ah Mimmo”.
Come chiamerò io i ragazzini dell’oratorio, Imad, Mouad, Youns e Walid ?
Potresti provare con Emilio, Momo, Julio, Vale. Poi mi dici.
Dopo che ho fatto tanta fatica per imparare i nomi veri?