Angelo è un barbone maestoso che puzza fieramente e non c’è verso di convincerlo a fare una doccia, come non accetta di farsi curare i piedi che chiude in sandali che gli procurano piaghe. Se gli dai un euro va subito a berlo. Angelo è devoto e viene a messa. Ha capito – dopo venti spiegazioni – che non deve fare il giro dei banchi per la sua questua. Si siede in fondo con intorno i suoi sacchi pieni di stracci e tutti si allontanano per non restare ammorbati. Si lamenta con il parroco: come faccio a prendere l’ostia se tutti fuggono? Quando ha finito di distribuire l’Eucarestia il don scende per la navata e porta la comunione ad Angelo che la riceve seduto con grande dignità. Spiega poi sulla porta: “Non ha la veste nuziale ma è pulito dentro”.
Parabola dell’ostia e del barbone
30 Comments
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Credo di averlo incontrato … e di essermigli pure seduto accanto, e per un lungo tragitto, in ambiente chiuso …
(Certo, per me che sono foderato acciao, è facile; posso capire certi che non ce la fanno, anche se bisogna sforzarsi di saper tutto sopportare: è questione d’attitudine ma anche di “sforzarsi”… ).
Dico sempre: sforzatevi di acquisire un poco di tempra, la tempra è “Carità”, in tutti i sensi.
Con la tempra si operasomma Carità, e si salvano anche vite umane.
Altro dirvi non vo’ …
Basta non farci il minimo affidamento, sulla propria eventuale “tempra”.
Il fatto stesso di essere convinti di averla è già un gigantesco trappolone.
Cuffini, intendevo quella “caratteriale”. Non ne faccia oramai di una qualsiasi mia minima parola un fatto personale (quanto poi non vince nè per K.O. nè ai punti, ma per decisione arbitrale).
(A proposito, ma un buon spumante -non le schifezze francesi- da stappare per l’occasione l’ha comprato? Manca poco, credo sabato o domenica prossima e saluterò. )
Notte .
Ubi, vedo che sei tornato al distanzioso lei.
Cmq, anche io intendevo quella “caratteriale”.
E non per fatti personali con te: per esperienza personale mia.
A lungo ho creduto di essere un ironman (!): sopportotutto,resistotutto,so’naroccia.
A momenti ci lascio la ghirba. E con gran macerie su tutto l’orizzonte.
Da allora, diffido apertamente delle manifestazioni muscolari del carattere e, soprattutto, della fede. E ne metto , per quel che posso, pubblicamente in guardia. Non mi interessa sopportare, portare qualcosina è già il max.Resistere è una prova di orgoglione, l’importante è stare al proprio posto.Di rocce Una sola ce n’è, io so’ de sabbia, e mi va bene così: mi consumo e mi erodo, finché ce n’è…..
🙂
Spero di aver chiarito il fraintendimento.
Niente che mi appassioni di meno di vittorie, sconfitte o pareggi, men che meno di decisioni arbitrali.Sabato o domenica prossimi festeggio sì, e non solo con spumanti vari, ma con un tre settimane di cene e pranzi e ogni variante di occasione festaiola….ma xché in quel we torna mia figlia dall’estero dove studia per un anno, e resta fino alla befana….
Notte.
caro Luigi leggendo la storia del barbone Angelo mi è venuto in mente questo Salmo:
Ai derelitti Dio fa abitare una Casa, fa uscire con gioia i prigionieri
solo i ribelli abbandona in arida terra.
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua Santa Dimora.
(Salmo 67)
“e il tuo popolo abitò il Paese che nel tuo amore o Dio
preparasti al misero”
Salmo 67
🙂 !!! maria cristina…
a me invece stamattina il barbone Angelo è venuto in mente mentre andavo in chiesa tutto rinzibibbato e imbacuccato x il gran freddo. Sono passato davanti allo specchio di una vetrina, mi sono guardato e ho pensato : ecco, vestiti tutti ok, ma dentro, pulizia zero.
🙂
ma no Lorenzo, da quel poco che ti conosco non penso affatto che sia così!
🙂 🙂
Comunque è sempre meglio presumersi dei grandi peccatori anche se non lo si è che il contrario. Così hanno sempre fatto i santi!
Come ha detto credo Ludwig Wiggtenstein che non era un santo ma un grande filosofo ateo del ‘900:
ogni uomo mediamente decente si rende conto di essere imperfetto, ma il cristiano si rende conto di essere addirittura miserabile.
Il sentimento della nostra fallibilità non deve pertanto scoraggiarci. Abbiamo aiuti “potenti” in ALTO LOCO che intercedono per noi . la Beata Vergine Maria a cui si dice che il figlio Gesù, non possa rifiutare nulla.
Maria REFUGIUM PECCATORUM ORA PRO NOBIS.
Poi ogni tanto c’è anche qualche bella n otizia a questo mondo. ogni tanto c’è qualche uomo di cui pensiamo “ecco vorrei essere come lui”:
http://www.corriere.it/esteri/15_dicembre_12/iraq-quattro-monaci-che-resistono-jihadisti-61ed52ec-a099-11e5-8534-5a7dc9969e9f.shtml
Un caro saluto Lorenzo,
Maria Cristina
Stasera Messa prefestiva.
Nel Vangelo si leggeva: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Ho pensato al barbone, ma quello la tunica manco la vuole, e, poi chissà mai perché, a Matteo Salvini che ha tante felpe e dice sul suo profilo fb tante preghierine, ora per questo, ora per quello.
Il cuore parla al cuore,era il motto del Card
NEWMAN. Io penso che quello che il barbone Angelo vuole non e’la “tunica”cioe’non e:la semplice carita’materiale ma vuole entrando in Chiesa e facendo la Comunione sentirsi parte di una comunita spirituale.
LA vera carita’non e’mai semplicemente un elemosina. LA carita cristiana non e’filantropia.. Il barbone Angelo vuole un cuore che parla al cuore,come ciascuno di noi.La carita’cristiana e’qualcosa che di svolge nella sfera spirituale. PER questo il buon samaritano non e’un semplice filantropo alla Bill Gates che da il dup denaro. Il buon samaritano e’colui che si prende cura cpn coinvolgimento personale un cuore che parla ad un cuore.
Si possono dare tutte le tuniche possibili e rimanere dei cuori freddi ed aridi. Per questo i poveri ,che sono sensibili,cosi’spesso non amano i loro benefattori. LA carita’ cristiana di cui oggi tutti si riempiono la bocca come se fossr la cosa piu’facile e’in realta’ la piu’difficile. LE opere di misericordia materiale senza la dimensione spirituale e mistica scadono a livello di ipocrita filantropia. SE il cuore npn e’coinvolto inutile dare la tunica.
Non sono del tutto d’accordo, Maria Cristina.
Penso alla parabola dell’amico importuno, che bussa e bussa e l’altro alla fine si alza a dargli il pane, non di cuore ma quasi con fastidio, per liberarsi.
Il risultato però è che il bisognoso ha il suo pane.
Lo scopo della carità non è ottenere la riconoscenza dei beneficati, ma fare loro del bene.
E poi perchè la pura filantropia dovrebbe essere necessariamente ipocrita? Sarebbe come dire che non ci può essere vera bontà fuori dalla Chiesa… ma così non ti sembra che mettiamo i paletti allo Spirito?
Buona serata, nella memoria della Vergine di Guadalupe.
Un caro saluto. Assunta
A me invece è piaciuto l’intervento di Maria Cristina. Molti decenni fa mia nonna era assai amica di una signora, che passava il suo tempo a fare del bene e ad aiutare i poveri. Quando morì non uno di essi si presentò al suo funerale, che andò quasi deserto! Alcuni ne trassero la conclusione che quella signora non era santa come si credeva. Non arrivo a pensare questo, ma certo chi riceve una elemosina non sempre prova gratitudine.
Gent. Antonella, certamente la pia signora non si sarà aspettata la riconoscenza per le sue opere buone, ma avrà confidato nel Vangelo v. Matteo 25:31-46:
“…Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Questo Vangelo è stato scelto dal mio parroco tempo fa per il funerale di una signora, che passava abbastanza inosservata in parrocchia. Nell’omelia il parroco ha spiegato il perché della scelta, rivelando che la signora donava buona parte della sua pensione e dei suoi beni alla parrocchia per i poveri.
Il racconto del barbone mi ha fatto venire in mente il mio ahimè lontano matrimonio, quando al rinfresco nella sala parrocchiale (erano tempi lontani ed “alternativi”…) partecipò, come anche alla messa, il barbone che stava sempre sui gradini, di nome Agostino (che nomi importanti che hanno talvolta !). E’ presente col calice in mano nelle foto di quel lontano giorno.
Se penso ai matrimoni di adesso, tutti sfarzo e location fighissime !
Quello che volevo dire sopra citando il motto Cor ad cor loquitur del Beato Card. Newman e’ che ogni atto dicarita’ cristiana,cioe’fatta per amor di Cristo e non pet sentirsi buoni, non e’un semplice atto materiale ma un moto del cuore.Il buon samaritano ha fatto del bene al povero viandante ferito e derubato non solo e non tanto perche’l’ha curato ma perche’ha avuto compassione di lui:fra il cuore del buon samaritano e il cuore del viandante ferito di e’svolto un dialogo senza parole. E questo dialogo che e’importante. IO tante volte vedo che ci sono persone che hanno bisogno di questo dialogo senza parole di questo cor ad cor loquitur piuttosto che di beneficenza. L’ho visto soprattutto quando sono stata in Senegal:gli afrocani sono avidi di amicizia fi simpatia di rispetto non fei solfi che le associazioni benefiche danno loro a “pioggia”. Sapeste come disprezzano tali assoviazioni umanitarie fi cui accettano i soldi!
“Bisogna amare molto i poveri, perché ci perdonino il bene che facciamo loro.”
Da ragazzino vidi alla televisione il film “Monsieur Vincent”, di Cloche (allora si vedevano film di quel genere!) e mi sembra di ricordare che Vincenzo de Paoli dicesse questa frase. Ricordo che mi colpì e anche adesso mi sembra ben detto.
Maria Cristina, Gesù non sta parlando a volontari di qualche Onlus; egli si sta rivolgendo a persone che “vengono a lui” per seguirlo e per farsi battezzare. Quindi parla a persone che già riconoscono in lui la “guida spirituale”, “il maestro”.
E alla domanda precisa di folle, pubblicani e soldati che gli chiedono cosa si debba fare egli dà risposte precise, chiare, incontrovertibili, che affermano senza dubbio come la conversione debba necessariamente concretizzarsi in opere di misericordia.
Antonella, mi sorprende invece quel tuo accenno alla gratitudine; il fatto che le persone destinatarie della benefattrice defunta non si siano presentate al suo funerale non comporta necessariamente un giudizio negativo nei suoi confronti; ricordo a questo proposito i dieci lebbrosi guariti di cui uno solo tornò a ringraziare il Signore e mi sovvengono le parole “in verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa”.
Ricordo che mi colpì e anche adesso mi sembra ben detto.
Anche a me colpisce, quando il bene si fa per sentirsi in pace con se stessi, oppure per sentirsi apprezzati dagli altri.
Ma colpisce ancora di più quando si usa quella frase, e spesso lo si fa, a giustificazione della propria incapacità di “dare”.
Oggi pomeriggio – ore 15.30, si celebrerà l’apertura della Porta Santa presso il Duomo di Treviso: conto, o, più esattamente, spero – freddo e nebbia permettendo – di esserci anch’io.
Buona domenica a tutti !
Roberto Caligaris
Questo pomeriggio nella mia città c‘è stata l‘apertura della porta santa in cattedrale preceduta da processione guidata dal vescovo con Santissimo (la cattedrale è su un colle) e seguita dalla messa solenne concelebrata con tutto il clero della diocesi.
La gente era tanto numerosa che all‘omelia non erano ancora entrati un centinaio di fedeli. Per la mia città è in miracolo tanto che il vescovo era estetefatto.
Sono a Spoleto per una conferenza e a cena mi hanno raccontato che nel pomeriggio l’apertura della Porta Santa, in duomo, ha avuto un’affluenza straordinaria: “Non ci aspettavamo tanto”.
Anche a La Spezia oggi pomeriggio la cattedrale era piena come un uovo ?( visto che la chiesa é a pianta circolare, il modo di dire mi pare quanto mai fedele).
Davvero gremita, mai vista una cos così. Se il buon giorno si vede dal mattino….
Ci sono già quelli che preconizzano il fallimento del Giubileo perché Roma sarebbe vuota… ma questa adesione generale, massiccia, nelle diverse diocesi secondo me è qualcosa di molto più significativo. Nella diocesi di Vicenza sono state aperte ieri quattro porte sante, in cattedrale e in tre santuari mariani. Ovunque una folla enorme. Solo una minima parte di loro sarebbe potuta andare a Roma…
Che belle notizie 🙂
(23) Dialogo alle porte del tempio
Salmo di Davide.
1Del Signore è la terra con le sue ricchezze,
il mondo con i suoi abitanti.
2 Lui l’ha fissata sopra i mari,
l’ha resa stabile sopra gli abissi.
3Chi è degno di salire al monte del Signore?
Chi entrerà nel suo santuario?
4Chi ha cuore puro e mani innocenti;
chi non serve la menzogna
e non giura per ingannare.
5Egli sarà benedetto dal Signore
e accolto da Dio, suo salvatore.
6Così sono quelli che lo cercano,
quelli che lo vogliono incontrare:
questo è il popolo di Giacobbe!
7Alzate, porte, i vostri frontoni,
alzatevi, porte antiche:
entra il re, grande e glorioso!
8Chi è questo re grande e glorioso?
È il Signore, valoroso e forte,
è il Signore dell’universo
9Alzate, porte, i vostri frontoni,
alzatevi, porte antiche:
entra il re, grande e glorioso!
10Chi è questo re grande e glorioso?
È il Signore, Dio dell’universo:
è lui il re grande e glorioso!
Molto bello vedere le folle che accorrono attorno alle Ponte sante disseminate su tutto il territorio.
Resta poi a vedere se ciascuno di noi che si è affollato sarà poi in grado di essere lui una “porta santa” , segno della misericordia di Gesù Cristo nel suo specifico mondo. Mi chiedevo, guardando le folle : se così fosse, sai che autentica rivoluzione? E’ così consueto piangersi addosso perché si è pochi (?) emarginati (?) inascoltati (?) e giu’ tutto il catalogo al completo delle lagne, che ci si dimentica che- quelli che siamo, come siamo e adesso – potremmo far saltare letteralmente per aria non uno, ma due o tre mondi tutti interi e al gran completo….
Se però, per quanto restaurate e rinnovate giubilarmente, resteremo tante belle porte chiuse a mandata doppia ,se non tripla su di noi, buonanotte al secchio.
…
caro Lorenzo, era quello che pensavo anche io.
se noi varchiamo le porte sante dell’anno Giubilare, ma non spalanchiamo le porte del nostro cuore perchè entri Cristo, il Re della Gloria, il Messia di cui il salmo di davide dice : alzate o porte i vostri frontoni ed entri il Re della gloria!
se non apriamo le porte della nostra anima, anzi del “fondo più fondo , della nostra anima come direbbe Maister Eckart, all’entrata trionfale di Dio, allora poco varrà alle folle varcare materialmente delle porte materiali.
i simboli ( le porte) i riti (l’Anno santo) le parole (miseriocrdia e perdono) hanno un senso e un valore ENORME , ma solo se sono INTERIORIZZATI. se rimangono ad un livello materiale e materialistico sono solo vuote conchiglie.
Aprite le porte al Re della Gloria, cioè a Cristo , è l’invito a ciascuno di noi per aprire le porte del proprio cuore alla conversione. del resto anche il Santo Natale è così: come diceva Maister Eckart se Gesù non nasce nella MIA anima è inutile per me che sia nato a Betlem di Galilea.
la nascita di Dio nell’anima….
Io ho l’ impressione che la gente dei nostri giorni abbia bisogno di spiritualità come si dice di un assetato nel deserto che ha bisogno di acqua.
nel Vangelo ci viene detto che esiste un “acqua viva” di cui chi si disseta non avrà più sete. E’ di questa acqua viva , spirituale che hanno sete le folle delle persone dei nostri tempi. Sbaglia (secondo me) chi riduce tutto ad un livello sociale , politico e materialistico: la giustizia sociale, l’ecologismo, la fratellanza umana,il pacifismo, l’ecumenismo.i diritti civili
Questi possono sì essere considerati valori UMANI POSITIVI , ma non sono e non potranno mai essere l'”acqua viva” quella che disseta veramente il nostro cuore. L’acqua viva è un concetto spirituale ma è la sola che renda l’uomo felice veramente, non più assetato, non più angosciato, non piu’ depresso
E’ patetico veder come i giovani soprattutto, senza saperlo, senza concettualizzarlo, senza saperlo neppure DIRE, privi da tempo di guide spirituali, hanno estremo bisogno di questa acqua viva, trascendente e non immanente, spirituale e non temporale, eterna e non storica, assoluta e non relativa. Non gliela può dare ne’ la politica ne’ lo sballo ne’ le droghe, ne’ le rock stars, non la trovano da nessuna parte e si dannano nella tristezza esistenziale.
I giovani della nostra società materialista ne hanno un tale bisogno di questa
“acqua viva ” che trascende la materia , da darsi a volte anima e corpo ad ideologie sbagliate ma almeno assolute e religiose come quella dell’Islam radicale .
non disprezziamo e non demonizziamo i giovani europei che si uniscono all’Islam radicale . Noi cosa proponiamo loro , in cambio, se non una MATERIALITA’ assoluta, l’assoluto regno del consumismo, relativismo e sessualismo?
Ci stupiamo se giovani IDEALISTI di 20 anni non vogliano dare alla loro vita il senso – non senso che diamo noi occidentali atei alla vita : vivi per godere- guadagnare-consumare.-fare quello che vuoi- e poi crepare?
Maria Cristina Venturi