Parabola dell’ippocastano e dei delfini

Cadono i ricci dell’ippocastano e due bambini con l’aiuto di mamma e papà ne cavano due lucide castagne. Subito corrono a metterle nella bocca dei delfini con le code attorcigliate che sono ai lati di un cancello. “Ora chiudi la bocca e inghiotti la pastiglia” dice il più piccolo al suo delfino.

19 Comments

  1. Molto bello questo quadretto. Le castagne degli ippocastani mi hanno sempre affascinato, ed ho anche cercato di trasmettere questa sensazione tipica dell’infanzia al mio pronipotino.

    16 Ottobre, 2012 - 2:55
  2. Gioab

    E’ abbastanza innaturale far inghiottire le castagne ai delfini. Non credi distinto Luigi ?
    Mi chiedevo perché mai quei genitori non hanno spiegato ai loro figli che i delfini non sopravvivono mangiando castagne. Poteva essere una buona occasione per insegnare ai loro figli che per sopravvivere ciascun essere vivente deve cibarsi delle cose giuste, che lo aiutano a crescere, non di quelle che lo danneggiano. Ci sono molti frutti attraenti, belli da vedersi, ma poi “ l’effetto che producono è amaro come l’assenzio; è affilato come una spada a due tagli.” ( Prov 5.4-5)

    Al contrario avrebbero potuto anche far notare, che all’interno del riccio che all’apparenza sembra brutto e pericoloso, è celato un frutto lucido e nutriente e che quindi non bisogna mai giudicare dalle apparenze, ma è sempre buona pratica andare a fondo nelle cose. Magari potevano far notare che per scoprire quel frutto lucido,ci si può pungere le mani e quindi essere prudenti e usare un guanto.

    Magari prendendo spunto dall’invito di Paolo avrebbero potuto ricordare ai loro figli che anche il Dio vuole che si raccolgano frutti – “affinché portassimo frutto a Dio.” ( Rm 7.4) E che ogni frutto matura nella sua stagione.

    Hai mai pensato che i delfini possono andare in giro anche senza vedere ? Solo usando il sonar ? Ma che se ne fanno degli occhi se ne possono fare a meno ? che dici Dio avrà perso tempo a fargli un regalo inutile o è stato il caso che ha inventato per i delfini un organo inutile ? ma se era inutile perché lo ha inventato ?

    Chissà da dove viene il detto : “Preso in castagna! ”… A proposito per uno che gira molto potresti andare alla festa della castagna che si terrà a Venasca dal 19 al 21 ottobre 2012 nel Parco del Po Cuneese, in collaborazione con la Pro Loco di Venasca, ha indetto un concorso dal titolo ‘Preso in castagna!’ destinato alle scuole dell’infanzia e alle scuole primaria degli istituti con sede nei comuni del Parco o della Provincia di Cuneo….. magari fai un discorsetto sul tema : ” i cristiani divisi, incerti e animosi “ Parco del Po Cuneese Link

    16 Ottobre, 2012 - 10:51
  3. Mabuhay

    …aiuto…aiuto….aiutoooooooooooooooo!

    16 Ottobre, 2012 - 11:13
  4. Gioab

    @ Mabuhay
    Che succede…..? sta affogando ? O le è entrato uno spillo sotto l’unghia ?

    16 Ottobre, 2012 - 11:28
  5. Federico B.

    Sveglia! I delfini sono le decorazioni del cancello!
    Vada a qualche sagra dei marroni (segnalo quella di Palazzolo sul Senio, tutte le domeniche di ottobre) e non li rompa agli altri.

    16 Ottobre, 2012 - 11:48
  6. Clodine

    La famiglia salesiana perpetua la festa delle castagne dal lontano 1849. Ogni anno con le mie sorelle festaggiavamo, in parrocchia, questa ricorrenza, che mi è tanto cara…per questo adoro le castagne la cui comparsa sulla terra risale alla preistoria…

    “La domenica dopo la festa dei Santi dopo aver fatto l’esercizio della buona morte, don Bosco condusse a ragazzi a visitare il camposanto, con la promessa di regalare loro le castagne quando fossero ritornati. Erano più di 600: ragazzini per lo più orfani,disperati,malati in quella metà 800 di grande freddo e miseria…Ve ne erano tre sacchi; ma sua madre pensando che i ragazzi fossero in assai minor numero ne mise a lessare mezzo sacco, giusto per fermare i loro stomaci vuoti. Accadde che, l’orda di ragazzini tornò e,schieratisi come soldati in attesa, prepararono i berretti perché don Bosco li riempisse.- Che fai! – gli gridò la madre. – Non ne abbiamo abbastanza, sono poche.. le altre non sono cotte!
    – O cotte o non cotte, continuiamo come abbiamo cominciato!
    E continuò a dare ad ognuno pieno il berretto. Intanto il cesto si vuotava; non ve ne erano che poche manate, e i ragazzini erano ancora tanti.Alle grida di gioia, successe a poco a poco un silenzio d’ansietà: tutti temevano di restar senza. Don Bosco continuava a dire – Le migliori stanno in fondo. Niente paura! E rimboccatesi le maniche, continuava a cacciare le mani nella cesta e riempire i berretti. Per quante ne cavasse, non diminuivano mai; tutti furono serviti, e quando si portò il cesto in cucina, ne rimaneva una porzione per don Bosco e la madre”….
    E quella fu la sera dei Santi e del miracolo delle castagne lessate…

    (Memorie Biografiche, III, 576)

    16 Ottobre, 2012 - 14:59
  7. Buona sera a tutti.
    OT per una domanda: di chi sono e dove si trovano questi versi?

    “tu sei l’ultima meta il porto estremo
    verso cui tende l’alma smarrita
    eppur felicemente in te discerno
    l’alba radiosa di una nuova vita
    dammi ti prego un obolo di pace
    sul cor piagato da perenne asprezza
    posa ed ascolta il battito fugace
    son tornato alla dolce età del sonno
    son puro come un dì
    stringimi al petto….”

    e poi continua ma non ricordo.
    Grazie a chi mi saprà rispondere!

    16 Ottobre, 2012 - 20:41
  8. FABRICIANUS

    Grazie Clo che, ci ricordi la santità di Don Bosco e il suo amore per i giovani…

    Ciao Luigi! Ciao a tutti!

    Ciao principessa!

    16 Ottobre, 2012 - 20:42
  9. Leopoldo

    – E’ abbastanza innaturale far inghiottire le castagne ai delfini. Non credi distinto Luigi ?
    – …aiuto…aiuto….aiutoooooooooooooooo!
    – Che succede…..? sta affogando ? O le è entrato uno spillo sotto l’unghia ?
    – Sveglia! I delfini sono le decorazioni del cancello!
    – Ah si ? Perchè i deflini, decorazioni del cancello, mangiano castagne? Davvero?
    Che novità!

    Samuel Beckett?

    16 Ottobre, 2012 - 20:45
  10. Sì, “aspettando Godot”

    16 Ottobre, 2012 - 21:21
  11. fiorenza

    Ma Beckett scriveva cose serissime, cose “vere”, Leopoldo.

    16 Ottobre, 2012 - 22:05
  12. fiorenza

    Ubi, io non lo so di chi sono quei versi, però ci ho pensato. E sai che cosa mi hanno fatto venire in mente? Gli “Innocenti” (tanto per riprendere il tema del post di ieri).
    Proprio questo è il nome che qui da noi, a Firenze, venne dato al luogo destinato ad accogliere e curare i bambini che nessuno voleva, i piccoli abbandonati: “Spedale degli Innocenti”.
    E si volle, per loro, per il luogo in cui sarebbero cresciuti, la massima bellezza (Brunelleschi!).
    Nella grande tavola del Ghirlandaio, che stava sull’altar maggiore della chiesa dell’ospedale, si vede, nell’angolo sinistro, “la strage degli Innocenti”. Il soggetto di questa grande pala è “l’Adorazione dei Magi” e, accanto ai Magi, compaiono ai due lati i due S. Giovanni che entrambi presentano, anche loro, come i Magi, i loro doni preziosi: due bambini. Due bambini a rappresentare tutti i bimbi che sarebbero passati di lì. Gli “Innocenti”, appunto: coloro che non sanno nuocere ma a cui è stato (sempre?) fatto del male. E sono entrambi feriti, questi due bambini: scorre il sangue sulle loro piccole braccia.
    Qui si vede uno di questi due bimbi: il piccolo “puro” (come dice il verso della tua poesia) presentato alla Madonna dalla mano di S. Giovanni Evangelista:
    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/77/Adorazione_dei_magi_di_ghirlandaio%2C_dettaglio_02.JPG

    16 Ottobre, 2012 - 22:18
  13. fiorenza

    Invece, nel post, due delfini e due bambini: gioia pura.

    16 Ottobre, 2012 - 22:21
  14. fiorenza

    Ma chi gliel’avrà detto, a questi due bambini, che le castagne dell’ippocastano hanno proprietà curative?
    La prima castagna d’ippocastano che raccolgo in autunno, nel giardino di Porta Romana, io me la metto in tasca. Basta anche solo tenerla in tasca, dicono, per non prendere il raffreddore E nemmeno l’influenza.

    16 Ottobre, 2012 - 22:24
  15. Mabuhay

    E io vi giuro che il mio “…aiuto…aiuto….aiutoooooooooooooooo!” era VERISSIMO e per niente becketiano! …sob…sob…sob

    17 Ottobre, 2012 - 7:29
  16. fiorenza

    Non soltanto era “VERISSIMO”, ma era anche totalmente condiviso: solo che veniva espresso con il silenzio. In questo modo quel grido, nella nostra traduzione, diventava davvero beckettiano. Che c’è di più beckettiano di un grido silenzioso?

    17 Ottobre, 2012 - 10:52
  17. fiorenza

    Ma oggi, 17 ottobre, è la festa del Santo meno “beckettiano” che ci sia…

    17 Ottobre, 2012 - 11:01
  18. Buona sera a tutti.
    Leggo solo ora, il computer stava dando problemi.
    Ringrazio Fiorenza per l’attenzione.
    L’autore dei versi rimane sconosciuto, pazienza.
    Ciao a tutti.

    18 Ottobre, 2012 - 20:06

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