Un ragazzo cresciuto alla scuola della discarica racconta come operai, poveri, gabbiani, cani selvatici e lupi abbiano trovato il modo di sfruttare in pace le risorse di quella montagna di rifiuti e ne trae un insegnamento. Siamo a Val, città turca al confine con l’Iran. Nei commenti l’intero racconto che prendo dalla lettera d’agosto dei miei amici Roberto e Gabriella che vivono laggiù da tanti anni.
Parabola della discarica dei gabbiani e dei lupi
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Scena. Uno spazio veramente grande, digradante, posto su un lato di una montagna a pochi chilometri da Van, accoglie la discarica dei rifiuti della città. L’abbiamo scoperta casualmente più o meno dodici anni fa, i primi giorni del nostro arrivo qui. Qualche giorno fa abbiamo incontrato uno dei ragazzi che vi lavoravano ed è stato lui a riconoscerci e fermarci. Adesso ha lasciato la discarica, lavora altrove. Parlavamo della situazione in generale alla luce degli attentati di Istanbul, Ankara, Germania, Francia.
Parabola. Ci ha detto: “Noi ragazzi e altre persone lavoravamo fino verso le 5 del pomeriggio. Appena noi ce ne andavamo e la zona era libera… ecco arrivare le persone più povere della città per cercare qualcosa da poter riutilizzare e talvolta… mangiare. Insieme a loro arrivavano anche i gabbiani, centinaia e centinaia, in cerca di cibo, e ce n’era tanto tra quei rifiuti. Poi, dopo aver mangiato, gli uccelli se ne andavano e subito arrivavano i cani selvatici, anche loro per lo stesso motivo. Vi restavano un po’ a razzolare tra i rifiuti. Dopo ancora, quando la notte si faceva più fonda era il turno dei lupi che scendevano dalle parti più alte della montagna. Per alcune ore, tranquillamente, si cibavano di tutto quello che era rimasto… ed era sempre sufficiente. Ancora oggi è così”.
Spiegazione della parabola data dal narratore: “In questi giorni di attentati, di incapacità di convivenza politica, religiosa, proprio su una delle nostre montagne è ancora possibile vedere come persone, gabbiani, cani selvatici, lupi, abbiano trovato un modo di convivere che permette a ogni gruppo di stare insieme senza l’uso della violenza e nel rispetto gli uni degli altri”.
Roberto e Gabriella Ugolini. Qui l’ultima presenza nel blog di questi amici che si chiamano Ugolini e sono di Firenze:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/una-lettera-degli-ugolini-dalla-turchia-delle-genti/
Qui la loro storia da me narrata sei anni addietro:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/cerco-fatti-di-vangelo/10-coppie-in-missione-come-aquila-e-priscilla/famiglia-ugolini-%E2%80%9Ci-kurdi-ci-invitano-a-farci-musulmani%E2%80%9D/
La città di Van, oggi abitata in prevalenza da popolazione di etnia curda, è stata, per molti secoli, in maggioranza armena (dunque, cristiana): sarebbe interessante sapere da Roberto e Gabriella (ma mi rendo conto che l’attuale contesto civile e politico in cui versa la Turchia rende molto difficile soddisfare questa mia esigenza) se e quanto residua delle antiche vestigia e presenze armene in città.
Buon lunedì a tutti.
Roberto Caligaris
Sembra impossibile che tra i rifiuti di una città “alla fine del mondo” come Van ci sia tanto da mangiare per tutti.
Intanto…..in un altro luogo dell‘“aiuola che ci fa tanto feroci (Dante Paradiso canto XXIi) e precisamente nel piccolo villaggio di Naj al Nasara nell‘Egitto del sud,come riporta ilsismografo.it uma chiesa copta e“stata distrutta data alle fiamme. La chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo.
Abbiamo udito il suono di un“ esplosiose riferisce un contadino del villaggio:Ilfuoco ha divorato tutto ill santuario di legno e Sacre Icone,i libri di preghiera…
http://www.il sismografo.it lunedi 8/8/16
Un altro episodio di quell‘odio verso i cristiani che ci si ostina a negare,a minimizzare,a censurare,a silenziare,preferendo. fare come le tre scimmiette npn vedo npn sento non parlo.
Il fuoco ha divorato tutto.
Ma chi grida al fuoco e‘accusato di essere cattivo.
Roberto ho scritto agli Ugolini segnalando la tua domanda. A te segnalo che Roberto Ugolini ha un volume intitolato “Via dello stupore. Dieci anni nella Turchia dell’Est”, Editore Pardes, gennaio 2011 che probabilmente risponde alla tua curiosità. Nella mia libreria c’è ma non lo ritrovo.
Grazie, Luigi !
Spero solo che l’eventuale risposta di Roberto e Gabriella a questo mio desiderio non crei loro difficoltà (il momento, in Turchia, è, diciamo, quello che è ……..).
Ciao a tutti.
Roberto Caligaris
Hai ragione, Maria Cristina.
Sono d’accordo anch’io con Maria Cristina
Mio padre compirà 90 anni il prossimo 12 ottobre. Un nipote di 17 anni all’inizio dell’estate ha fatto uno stage linguistico in Germania. Era ospite di una famiglia mista, il padre mussulmano, la madre cattolica, con tre figli adolescenti. All’indomani dell’attentato di Nizza mio nipote ha telefonato a casa per chiedere se poteva fermarsi una settimana in più, mio cognato ha detto ok. Mio padre era molto contento perché mio nipote di carattere un po’ riservato ” si apre al mondo”. Non un pensiero da parte sua sul fatto che l’ospite era mussulmano.
Costruiamo ponti, non seminiamo odio.
Cristina vicquery
Da Gabriella e Roberto Ugolini ricevo questo messaggio in risposta alla domanda posta da Roberto Caligaris:
Rispondiamo volentieri qualcosa rispetto alla domanda che ci viene posta riguardo Van:
-Presenze: abbiamo incontrato in questi anni solo qualche famiglia che, sapendo che siamo cristiani, ci hanno detto di avere memoria che i loro nonni o qualcuno di loro erano armeni. Adesso sono tutte famiglie musulmane. Non presenze straniere di questa confessione.
-Vestigia: in città praticamente niente mentre in provincia ci sono ancora tantissime chiese, resti di chiese nelle condizioni più varie. Alcune in buono stato altre, nei villaggi più sperduti, divenute magazzini, ricoveri per animali.
Grazie per l’attenzione a queste zone.
Grazie, Luigi, e ti prego anche di ringraziare da parte mia pure Roberto e Gabriella: è la risposta (non positiva, purtroppo) che temevo, ma è bene, comunque, conoscere la realtà della situazione.
Grazie anche a Cristina per l’episodio da te riferito e per le sagge parole che hai riportato: il nostro Papa, del resto, non cessa ogni momento di ricordarcele.
Buona serata !
Roberto Caligaris