Parabola del piccione che fa il nido in pandemia

L’albergo è chiuso per la pandemia, con le persiane accostate a libretto. Per sfuggire ai gabbiani un piccione fa il nido sul davanzale di una finestra, nello spazio tra la persiana e le ante a vetri, anch’esse accostate. Ma cala l’emergenza e le vacanze di Pentecoste portano i primi turisti: il personale dell’albergo spalanca le finestre e il nido finisce nel cortile dove subito scendono i gabbiani a beccarne le uova. – Nel primo commento la spiegazione della parabola.

8 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Il piccione siamo noi. Il nido sono i progetti di ripresa e futura generazione: next generation eu recovery fund. Le vacanze di pentecoste sono le incognite del ritorno tra noi del Covid 19 dai paesi dove la popolazione non è stata vaccinata, della sua resistenza agli attuali vaccini e della necessità di nuove vaccinazioni. Del futuro della pandemia sappiamo quanto ne sapeva il piccione che voleva un nido protetto dai gabbiani.

    3 Giugno, 2021 - 18:37
  2. C’è una ripresa tecnica che non va a risolvere ma a perpetuare le problematiche profonde che stanno conducendo la società al crollo, anche a prescindere dal covid. Nella Chiesa si cercano strade innovative come quella della sinodalità. Ma anche qui se resta una sinodalità intellettualistica, tecnica, sarà difficilmente autenticamente partecipata. Bisogna trovare le vie per sbloccare i punti profondi che oatacolano una sinodalità vissuta e di qui anche un decisivo contributo ad una più autentica democrazia.
    https://gpcentofanti.altervista.org/un-rinnovato-padre-spirituale/

    3 Giugno, 2021 - 20:00
  3. maria cristina venturi

    Nel Vangelo apocrifo di Tommaso e’ riportata questa parabola di Gesu’ :
    97 Il Regno del Padre e’simile a una donna che portava un orcio pieno di farina. Mentre camminava per una strada lontana, il manico dell’orcio si ruppe e la farina si sparse dietro di lei lungo la via. La donna, ignara, non si accorse di nulla.
    Giunta a casa poso’ l’orcio e lo trovo’ vuoto .

    Spiegazione apocrifa di una parabola apocrifa: noi non ci accorgiamo di nulla e crediamo che la farina ( il depositum fidei) sia riposta ben al sicuro nell’orcio che portiamo. Non ci accorgiamo della rottura da cui cola via la farina ( si perde il depositim fidei di generazione in generazione) . Crediamo di essere portatori della farina dell’ orcio e poi di colpo ci accorgiamo che l’orcio e’ vuoto, svuotato . La farina se ne e’colata tutta via sulla strada . Senza che ce ne accorgessimo. E ci rimane un orcio vuoto.

    3 Giugno, 2021 - 20:36
  4. Lorenzo Cuffini

    Fantastico!
    Una parabola farlocca di cui si da una farlocca interpretazione.
    Nella microchiesettincina dove uno si fa messia, papa, vescovo e fedele, il “depositum fidei” diventa quel che gira a lui, e ce la si canta e ce la si suona a proprio piacimento.
    Clap Clap Clap.

    3 Giugno, 2021 - 22:27
  5. maria cristina venturi

    La Chiesa cattolica è arrivata ad un punto morto“: questo non lo dice uno tra le centinaia di milioni di cattolici che credono nella Chiesa anche se sono, con spiritualmente illuminata ragione, critici del presente papato, ma uno dei più stretti collaboratori di Francesco, membro influentissimo del C7, l’organismo creato ad hoc per consigliare il Papa nelle sue riforme, il Cardinale Reinhard Marx

    5 Giugno, 2021 - 13:09
  6. maria cristina venturi

    Orcio vuoto=punto morto.
    Il card. Marx e’come quella donna della parabola del Vangelo apocrifo di Tommaso che arrivata a casa di accorge che l’orcio e’ vuoto. E il card. Marx da buon tedesco sincero lo dice.
    Ma ci sono di quelli che preferiscono chiudere occhi, orecchie e bocca, come le tre scimmiette. Va tutto bene, va tutto bene , va tutto bene . Nessun problema, nessun problema . Se lo dicono centinaia di volte al giorno sono convinti che magari succede.

    5 Giugno, 2021 - 13:15
  7. Lorenzo Cuffini

    Nella narrazione fatta pro domo propria, si puo’ dire tutto quel che si vuole, no?
    Pure la matematica diventa un’opinione e la si puo’ creativamente manipolare, raccontandosi che sono centinania di milioni ( centinaia di milioni!) “i critici col presente papato”, qualificandoli per giunta di ” spiritualmente illuminata ragione”. Uuuuuu. Con lo steso criterio si potrebbe affermare che sono due miliardi coloro che, con profonda saggezza, esclamano che non ci son piu’ le stagioni.
    Tanto per dire qual è la cifra della discussione.
    Detto questo, l’arruolato di giornata, (con il consueto, malcelato brivido di lussuria che scorre per la schiena alla idea di poter gettare nuova legna sotto il minestrone dell’anticattolicesimo) è nientemeno che il cardinale Marx.
    Che cappero, che Dio lo benedica, casca a fagiuolo, sembra il ragionamento.
    Ma a che fagiuolo? Che senso ha mescolare il teutonico cardinale ( gratificato per l’occasione dal titolo di “buon tedesco sincero” ) con la geremioade pregressa imbastita sul nulla di una peudoparabola forzata a una caricaturale interpretazione? Nessuno.
    Proprio per questo si continua: con il pseudo, e con il farlocco.
    Punto morto= Orcio vuoto.
    Balle.
    Punto morto significa punto morto.
    Orcio vuoto,( la perdita del depositum fidei (!) secondo l’ispirata interpretazione autoriale, ricordo) significa tutta un’altra fregnaccia, che non c’entra nulla con il punto morto.
    Sintomatico del, letteralmente, tutto fa brodo.
    Ultima cosa, e tombale: nessuno al mondo va in giro ripetendo che tutto va bene.
    Non tre, ma nemmeno una volta, lo si dice.
    Basterebbe leggersi OGNI intervento dell’odiato presente papa, invece che brucare nei tossici praticelli forniti dai quattro baulanti alla luna.
    Ma anche questo fa parte del castello di stupidaggini, ad essere bonari, falsità e menzogne, ad essere realsiti, che si cerca di spacciare in giro agli angoli delle strade dei blog e della rete.

    5 Giugno, 2021 - 15:31
  8. Amigoni p. Luigi

    Rif. 5 giugno ore 13.15 – Biografia (con farina a perdere)

    Il Cardinal Reinhard Marx è stato elevato a tedesco sincero, a stretto collaboratore di Francesco, a membro influentissimo del C7. Manca solo la data e il santuario mariano della sua conversione a tifoso e complice di papa Francesco. Fino a ieri era solo un arcivescovo che guidava, o non frenava, la tirata verso lo scisma cattolico-germanico. Fino all’altro ieri (e vale anche oggi) era solo un tedesco nominato vescovo a meno di 43 anni, nel 1996, e promosso alla prestigiosa sede di Monaco di Baviera nel 2007; e creato cardinale nel 2010.

    6 Giugno, 2021 - 14:57

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