Le parole gli correvano avanti e lui le inseguiva cercando di tenerle d’occhio.
Parabola del blogger ubriaco
28 Comments
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Le parole gli correvano avanti e lui le inseguiva cercando di tenerle d’occhio.
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Veramente interessante questo spunto. Ma come trovare parole adatte a commentare uno squarcio così interessante di assurdo? Le mie parole non corrono avanti, anzi rimangono del tutto indietro. Vedi di continuare Luigi, altrimenti non so proprio cosa dire.
E’ il tuo “mestiere” di blogger vero Luigi?
Guardi le nostre parole che ti corrono davanti e cerchi di tenerle d’occhio affinché non superi un certo limite.
Buona sera. E’ un indovinello se non sbaglio…
Detto questo, affermo che di blogger “ubriachi” (e intendo blogger cioè coloro che hanno un proprio blog, quindi escludo i “commentatori” da tal ragionamento…) ce ne è davvero parecchi. Gente che corre dietro alle parole [degli altri] per poi sparare le proprie *”sentenze”*… (e ogni riferimento a blog che ormai si credono succursali della CDF è puramente voluto…)
Luigi fortunatamente non fa parte di questa categoria!
ps1 *”sentenze”*. eufemismo che sostituisce l’aggettivo esatto non usabile nella corrente settimana…
ps2 come già detto dal ragionamento si escludono i commentatori; ritengo normale e logico che ciò avvenga tra commentatori. Assolutamente illogico che ciò avvenga tra persone a distanza su diversi blog…
ps3 vogliate scusarmi, ma tra i miei innumerevoli difetti annovero essere troppo intransigente, estremamente aspro e troppo rigidamente schematico.
Ubi, veramente a me non pare tu sia così. 😀 — davvero
Marta, effettivamente…
…sono peggio ancora… 🙁
Potrei interpretarle come la necessità per ciascuno di cercare di controllare le parole che si affrettano ad uscire dalla bocca, ad evitare che facciano danno. È valido per tutti, in generale.
Sarebbe doveroso anzi, se non fosse che è indubbio che esse molto spesso “corrono avanti” spinte, loro malgrado, da quelle pronunciate da altri con leggerezza o con risentimento ed astio o per una sbagliata interpretazione delle altrui parole.
La parola, che contraddistingue l’essere umano dagli altri, con estrema facilità può diventare un’arma di offesa, mentre dovrebbe conciliare e unire.
La parola ha una sua immensa grandezza, che però viene limitata di molto, o addirittura azzerata, dalla cattiveria e dalla perversione del pensiero degli uomini.
Che scappino o corrono davanti non ha molta importanza: quello che è importante è … “tenerle d’occhio” 🙂
Sarebbe bello che in questi giorni, adagio adagio, anche qui nel nostro pianerottolo – ci si sforzasse di scrivere:
“ho esagerato e chiedo scusa sforzandomi in futuro – che inizia da ora – a “tenere d’occhio” le mie parole.
Credo ce la possiamo fare, lo credo davvero.
Fammi parlare sempre come se fosse l’ultima parola che dico
Chiara Lubich – Meditazioni
“Poni, Signore, una custodia alla mia bocca, sorveglia la porta delle mie labbra” (Sal. 141,3)
… ed una lieve paresi momentanea che blocca le mani che digitano sulla tastiera quando le parole scritte sono piene di spine … 😀
O.T.
Scusate l’off-topic:
Oggi ho avuto l’immenso piacere di conoscere di persona la mia concittadina Marta09: persona squisita e davvero in gamba.
E’ stata una eccellente e arricchente chiacchierata.
F.
@Fabri, anche per me lo è stata … anzi … avrei voluto avere più tempo.
Grazie Fabri, grazie davvero: sei una persona che stuzzica la Speranza, invoglia alla Carità e coltiva la terra umana all’accoglienza della Fede … Una fede che non si limita a credere in Dio, ma anche e prima di tutto a credere nell’uomo e nell’umanità.
Nessuno di noi dovrebbe scorcarsi che Dio è disceso IN noi perchè salissimo IN Lui, quindi l’umanità è la base di tutto e da cui tutto parte: altrimenti sarebbe solo una bella favola e non una realtà che esiste e – soprattutto – resiste.
Scusate anche me questo OT …
scommetto che avete parlato di me…ah ah ah ah ah speriamo in bene! Conosco Fabricianus, abbiamo passato un bellissimo pomeriggio a Roma nella primavera di due anni fa credo…ragazzo stupendo!
Grazie di cuore, carissima Marta.
Ciò che sono (o che mi sforzo di essere, giorno per giorno) lo devo anche a voi, amiche e amici del Blog e a Luigi.
Un abbraccio!
F.
Ciao carissima Clo, rimane nel cuore la giornata trascorsa due anni fa a Roma, anzi ne sono già passati tre…Tempus fugit. Sigh.
Di te abbiamo parlato benissimo, non bene.
Per riflettere sulla Quaresima e sulla Passione, sulla penitenza, sulla espiazione, sul sacrificio, sulla mia assoluta pochezza; per preparare un buon esame di coscienza in vista della Confessione, e per meglio vivere questa Settimana Santa, io sto correndo dietro alle parole ai silenzi e alle immagini di questo capolavoro cinematografico:
http://www.youtube.com/watch?v=4w2irus9d4I
In genere è il pensiero che corre avanti.
Il tono fa la musica e le parole che escono dai polpastrelli non essendo mediate dal tono vocale, scollate dai cinque sensi possono essere sorprendentemente fraintese proprio perché non filtrate da un confronto diretto. Per questo leggere un libro è assai più coinvolgente che non vedere un film, perché la parola ,per arrivare nell’intento deve contenere un ventaglio di colori che colpiscono l’immaginario .
Mi meraviglio talvolta come ci si possa scandalizzare di una persona, etichettarla per un epiteto. Personalmente non etichetto nessuno perché il dialogo scritto è sempre limitato e farraginoso.
Più che l’epiteto, mi scandalizza e mi irrita invece, e molto -e questo anche nel quotidiano- la superficialità, il taglio di certe affermazioni, i pensieri che puzzano lontano un miglio, mi ferisce lo sberleffo…quel parlare per interposta persona con l’intento di fagocitare il dialogo, lanciare invettive verso un eventuale interlocutore….
Il problema è che una volta che la parola è volata via da noi vive anche della vita di chi l’ascolta ed è difficile tenerla d’occhio, fino a non riconoscerla.
Fabricianus, glie l’hai detto a Marta che non sono affatto il mostro senza collo come qualcuno mi descrive sul blog di Luigi!? AH AH AH AHAH…che sono solare e per nulla ingrugnita!? Perché mi sembra che qualcuno si fatto una idea falsata di me su questo blog….ma non importa!
E’ stato proprio un bel pomeriggio Fabri…indimenticabile
Sono dimagrita molto rispetto a quel periodo, che vuoi…la vita si è fatta più dura e anno dopo anno , per andare avanti, ci è richiesto un surplus di energie…più che inseguire le parole ci tocca inseguire il lavoro.
Fabricianus, glie l’hai detto a Marta che non sono affatto il mostro senza collo come qualcuno mi descrive sul blog di Luigi!? AH AH AH AHAH…che sono solare e per nulla ingrugnita!?
Certo che glielo ho detto cara Clo; comunque Marta non ne aveva alcun dubbio del tuo essere solare e per nulla ingrugnita
La parola si, caro Lazzaro, ha una potenza terribile. Ma c’è grande differenza tra la parola detta che è evanescente, vola, e quella scritta -specie nel caso in cui , come nella fattispecie NON viene concessa alcuna possibilità di correzione- si cristallizza, genera immagini e si bollano erroneamente le persone creandone dei personaggi falsati.E’impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume- metafora che si associa al discorso della parola- La scrittura è nata molto più tardi ed ha finito col frenare memoria e sapienza come ci ricorda Socrate [evocato da Platone] il quale ci ricorda che facendo affidamento sulla scrittura si trarranno i ricordi dall’esterno, da segni estranei, e non dall’interno, da se stessi.
Poi, c’è un aspetto che accomuna scrittura e pittura. Le immagini dipinte ti stanno davanti come se fossero vive, ma se chiedi loro qualcosa, tacciono solennemente. Lo stesso vale pure per i discorsi: potresti avere l’impressione che parlino, quasi abbiano la capacità di pensare, ma se chiedi loro qualcuno dei concetti che hanno espresso, con l’intenzione di capirlo, essi danno una sola risposta e sempre la stessa. Una volta che sia stato scritto poi, ogni discorso circola ovunque, allo stesso modo fra chi capisce, come pure fra chi non ha nulla a che fare e non sa a chi deve parlare e a chi no. E se è maltrattato e offeso ingiustamente ha sempre bisogno dell’aiuto dell’autore, perché non è capace né di difendersi né di aiutarsi da solo..
Una parola dalla bocca può anche scappare, ma una parola scritta ed inviata ha più tempo per essere corretta.
Le espressioni del viso mentre si parla possono essere vere o possono essere false, un discorso scritto lascia sempre trapelare la verità.
Lascia trapelare l’intimo della persona, quello che avverte e non quello che vuole fare vedere.
Questione di virgole o virgolette, questione di spaziture e questione di termini usati.
Almeno così io credo.
OT
http://www.youtube.com/watch?v=7oOV81kCHOE&feature=youtu.be
avrei voluto esserci…
…sono stata due volte in Israele, e proprio di questi tempi, ho fatto questa esperienza…mi sono trattenuta per diversi giorni avendo molti amici sacerdoti salesiani in Terra Santa. Ma anche li è un gran caos…non credere, non è tutt’oro…
Beh in questo blog nessuno scrive da veramente ubriaco, perchè un ubriaco èpvulnerabile,, cioè non ha più il controllo della sua cortec cia cerebrale..cioè nessuno scrive cose veramente assurde e fuori di testa e abominevoli ma sincere..
IN VINO VERITAS
ma nessuno di noi , perchè siamo tutti dei perbenisti e dei fifoni, ha il coraggio di ubriacarsi di brutto e poi di scrivere.. nel Simposio di Platone Alcibiade , completamente ubriaco, sfida Socrate, ma secondo Alcibiade ” Socrate non si ubriaca mai” cioè non perde mai il controllo cioè non è vulnerabile.
Tutti noi siamo degli( aspiranti )Socrati non degli Alcibiadi.
Eppure c’è un’ “ebbrezza dello Spirito” anche nella sobietà…
si,hai ragione Federico, l'”ebbrezza dello spirito ” è quella di Socrate. Socrate non si ubriaca mai ma parla con” l’ebbrezza della spirito”, così ‘ come fa un profeta dell’Antico Testamento come Isaia, oppure un poeta orfico dei nostri tempi come HOLDERLIN o WILLIAM BLAKE
Noi invece abbiamo dei freni inibitori, che potrebbero essere messi fuori causa dall’alcool, ma che ,se non lo sono, non ci permettono di dire ciò che veramente viene non dalla corteccia cerebrale (la razionalità) ma l’amigdala e l’ippocampo ( il cervello emotivo).
in poche parole noi parliamo come siamo stati programmati a parlare : dalla nostra educazione , dal nostro super-io , dalle nostre convinzion i morali, religiose, politiche ecc.
noi non parliamo di “NOI” a volte lo facciamo dopo esserci ubriacati.. con un amico .. magari con uno sconosciuto.. solo allora diciamo veramente quel che c’è nel fondo..
ma in questo blog,. ovviamente nessuno si è lasciato andare a tale
imbarazzante e dionisiaco dispiegamento della propria personalità.