Stamane Papa Francesco – dopo la messa nella chiesa di Sant’Anna, che è la parrocchia della Città del Vaticano – è uscito per la strada, fuori del Cancello di Sant’Anna, indossando ancora i paramenti, per salutare la folla che lì si era assiepata. Terrore del mio amico Domenico Giani, comandante della Gendarmeria, che aveva una faccia somigliante a quella che hanno i genitori quando seguono un loro bimbo che si avventura tra le automobili.
Aggiornamento del post alle 15.00 del pomeriggio. Ho proposto al direttore del “Corriere della Sera” una mini rubrica intitolata Un Papa nuovo che ha questo attacco: “Non è solo un nuovo Papa ma un Papa nuovo quello che abbiamo davanti agli occhi da quattro giorni”. Il direttore ha approvato e la prima puntata è uscita oggi, con il titolo Il silenzio per rispettare i laici. Nella pagina del blog Articoli del Corriere della Sera si possono leggere tutti i testi che ho scritto in questi giorni sul Papa nuovo.
Ora il Papa è alla finestra per l’angelus. Dice “buongiorno” come la sera dell’elezione aveva detto “buonasera”.
Ora parla della misericordia, che è la parola chiave della sua predicazione, ma ancora non l’aveva pronunciata. L’aspettavo. “un po’ di misericordia cambia il mondo”.
“Lui mai si stanca di perdonare, noi ci stanchiamo di chiedere perdono”
“Invochiamo la protezione della Madonna, lei che ha avuto tra le sue braccia la Misericordia di Dio fatta uomo”
“Ho scelto il nome del patrono d’Italia San Francesco di Assisi e questo rafforza il mio legame con questa terra dove, come sapere, sono le mie origini”
“Buona domenica e buon pranzo” – non ha salutato nelle varie lingue – neanche ha salutato i connazionali – si è dedicato solo all’Italia – non aveva nessuno intorno – chissà se questa nudità era intenzionale o se si è confuso con i fogli – a un certo punto è sembrato non ritrovare il segno…
Tra l’altro ha detto: ho letto un libro del cardinale Kasper, un teologo molto in gamba, dove ho trovato questo pensiero sulla misericordia…
Ho studiato introduzione alla fede di Kasper per un esame di teologia in università, è su uno scaffale che guardo davanti a me mentre scrivo.
Riguardo al buon giorno mi colpisce il fatto che le ultime parole pronunciate da Benedetto a Castel Gandolfo sono state buona notte!
Buona domenica e buon pranzo a tutti da parte mia.
🙂
«Buona sera!»
http://www.youtube.com/watch?v=-Qg8IewQrv8
Caro Luigi,
ho seguito tutto e, come già detto altre volte, di papa Francesco sono molto, molto contento; però, sommessamente dico, senza “farne un caso di Stato” che, la mancanza del saluto nelle altre lingue lo considero un po’ un erroraccio, se posso permettermi.
Per carità, tutti possiamo sbagliare…
Se poi invece fosse intenzionale, allora le cose cambiano, in che modo non so…O forse lo so, ma preferisco non essere superbo nell’esprimermi ed “incendiare” il blog.
Buona Domenica e buon pranzo a te e a tutti.
Ciao!
Fabricianus tendo a pensare che sia stato per l’emozione e la confusione dei fogli – immagino anche che gli avessero detto di non andare oltre i dieci minuti e lui li aveva consumati divagando – ma questo aspetto si potrà chiarire… e comunque non toglie nulla alle parole che ha detto sulla misericordia nella domenica dell’adultera e della prima pietra… quella è la sua piccola predica e quella l’hanno capita tutti… tanto ci sono i traduttori dappertutto per il mondo…
Grazie mille Luigi per il tuo riscontro alla mia osservazione.
Certamente, le intense parole sulla Misericordia rimangono e sono importantissime come sua piccola predica odierna.
Ciao!
Ciao Luigi! Sono a Roma finalmente! Ho seguito l’Angelus – volevo andare in piazza ma sono arrivata stamattina e dovevo darmi una sistemata perchè ero ridotta male dopo più di 24 ore in viaggio…Mi ha colpito che il Papa abbia parlato solo in italiano. Da una parte potrebbe essere verosimile che come dici tu si sia “confuso” con i fogli o abbia fatto un pò tardi con le parole a braccio, e quindi magari abbia saltato quelli nelle altre lingue. Ma dall’altra non mi sento di escludere che sia stato preventivato da lui. Se noti ha iniziato salutando i fedeli di Roma e poi del mondo intero – come se quindi in quel saluto abbracciasse tutti, il mondo intero. Potrebbe rientrare nel suo modo di dire di essere in primo luogo il vescovo di roma e per questo papa. Penso pero che se anche fosse questo il caso, cambierà – escludo che non comprenda l’importanza dell’universalità della sua figura e quindi di raggiungere tutti/comunicare anche nelle altre lingue. Non so, vedremo…Buona domenica a tutti!
EVVIVA! anzi OLE’ ! Abbiamo un Papa populista !
E di populismo gli argentini se ne intendono, anzi ne sono gli specialisti mondiali ! avete presente PERON ed EVITA?
Bagni di folla, delirio delle masse, sentimentalismo ed ormoni alle stelle ! . “Vi voglio bene” Baci e abbracci e qualche svenimento….
certo , dopo la fredda e limpida “ragione” TEDESCA, insomma dopo MOZART ( PApa Benedetto XVI) un po’ di sano TANGO con tutto il sentimentalismo del caso , fa bene !!! >OLE’
@Discepolo
quanti degli amici dei tuoi figli ascoltano Mozart?
E quanti invece si nutrono di musica pop?
Caro Nico molti degli amici dei miei figli ascolatano Mozart , anche perchè molti sono musicisti ed allievi del Conservatorio! ma a aperte questo, io adoro il TANGO! se lo contrappongo a Mozart non è perchè il Tango non mi piaccia , anzi! Solo che sono due bellezze diverse !
http://www.youtube.com/watch?v=CIu1aGgAOho
Su questa tua ultima affermazione sono del tutto d’accordo: dobbiamo imparare ad apprezzare bellezze diverse.
La mia sottolineatura era dovuta al fatto che io temo il pensiero elitario. Temo quello sguardo supponente e spocchioso sul mondo che ogni tanto assumono coloro che hanno avuto dalla vita il dono di poter ampliare le proprie conoscenze.
tuttavia pur adorando il tango si dovrà ammettere che iltango è diverso da questo:
http://www.youtube.com/watch?v=dP9KWQ8hAYk
Saltella, scoppietta e schizza il nostro discepolo …! incontrollabile.
Non tutto Mozart e come quello li’; Mozart ha scritto anche un casino di “canzonette” alla paparapapappa-pa pa!
Monica conviene mantenere sobrio l’apprezzamento per gesti e toni che possono anche risultare casuali o puramente occasionali. Ma a te – come comparrocchiana della nostra Madonna dei Monti – mi piace dire che il saluto di Papa Francesco ai partecipanti alla messa, quando è uscito dalla chiesa con le vesti liturgiche ed ha aspettato che tutti uscissero, a tutti stringendo la mano, mi ha ricordato il nostro don Francesco [i nomi attraggono?] che fa la stessa cosa.
Più volte, caro Luigi, ti ho esortato a tenere d’occhio la parrocchia e il parroco di Sant’Anna in Vaticano. E’ importante tenere conto delle parrocchie.
E’ vero mia saggia Antonella.
Caro Mahubay se a te non piace Mozart ( e forse , diciamocelo francamente, non ti piaceva neanche Benedetto XVI) non è colpa mia.
L’hai mai suonato Mozart al pianoforte? ecco se non l’hai mai suonato forse non ti rendi conto di cosa è Mozart, Mozart è la bellezza assoluta nella musica. Non il sentimento e tanto meno il sentimentalismo, ma una FORZA DELLA NATURA! qualsiasi musica abbia scritto Mozart che sia sacra o profana, canzonette o Requiem, opere come il Don Giovanni o sonate per il piano, qualsiasi singola nota di MOZART ha un unico inconfondibile segno: la assoluta bellezza!
Talmente assoluta questa bellezza che un teologo come Hans Urs Von Balthasar ( maestro di Ratzinger)a proposito del “Terzetto dell’addio del Flauto Magico” scrisse
“La sua musica è la Grazia che alfine riuscì una volta a divenire realtà beatificante, nello spazio cattolico dell’incarnazione”
Altra cosa è il Tango argentino, bello , bellissimo, sentimentale, umano., patetico, che fa vibrare i nostri cuori e ci fa pensare ” Ah, perchè non ho più diciotto anni e un amante infuocato?
Jorge Louis Borges , un altro grande argentino, anche lui di nome Jorge, scrisse bellissime cose sul Tango.
se dico che sono due cose diverse la musica di Mozart e il tango, come sono diversi il nuovo Papa populista e sentimentale, e il vecchio papa razionale
e intellettuale dico forse qualcosa di sbagliato? Nella Chiesa cattolica per fortuna c’è posto per tutti! la Chiesa cattolica ne ha viste di cotte e di crude e ha sempre “inglobato” tutto! Ha persino inglobato nei suoi riti l musica di Sanremo suonata alla chitarra nelle stolte canzonette religiose degli anni 70!
che vuoi che sia? La Chiesa cattolica ha sentito risuonare sublimi preghiere in gregoriano, e nella polifonia di Palestrina, e nelle cacofoniche liturgiche attuali! che vuoi che sia?
http://www.cantualeantonianum.com/2010/11/lappello-accorato-del-papa-nella_9285.html
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1345540
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/154381
E’ un po’ di tempo che non scrivo su questo pianerottolo, un saluto a tutti quindi. Cara Discepolo, sono d’accordo con te che forse qualche volta in qualche parrocchia si sia un po’ esagerato con chitarre e battimani, soprattutto se si rimane solo alle chitarre e ai battimani, tuttavia credo che tutte le esagerazioni e le esasperazioni portino un po’ di scompiglio. Forse a volte bisognerebbe vedere come personalmente partecipiamo alle celebrazioni, il sottoscritto per primo, e come viviamo il mistero del Corpo e Sangue di Cristo a di la della colonna sonora che può favorire o meno a secondo delle sensibilità personali verso le quali probabilmente ognuno di noi deve chiedere e dare misericordia. Un abbraccio e buona domenica.
PS Mozart all’epoca era il canzonettaro del momento, con questo non voglio paragonarlo ad alcuni “pezzi” che si ascoltano durante la Santa Messa tuttavia è sempre bene calare nel contesto del periodo la musica che si ascolta. Senza dimenticare il fatto che all’epoca il grande Wolfgang era guardato con molta attenzione vista la sua vicinanza al mondo massonico.
In un certo senso sono d’accordo con Fabricianus (ma si chiama forse Fabrizio come nome proprio?). Penso comunque che anche un papa abbia bisogno di un suo rodaggio …
Un “papa nuovo” dice Luigi; ma come faremo noi, che ai nostri tempi cantavamo a squaciagola: “Qualò falange di Cristo Redentore / la gioventù cattolica è in cammino … “
Caspita, una rubrica quotidiana dedicata al “papa nuovo”.
Impugnato il flabello, il buon Luigi non lo molla più. E sventola, sventola …
Nei due brevi testi dell’omelia in Sant’Anna e dell’Angelus il Papa ha usato 19 volte la parola “misericordia” o l’aggettivo “misericordioso”.
Queste le parole centrali, all’omelia: “Anche noi credo che siamo questo popolo che, da una parte vuole sentire Gesù, ma dall’altra, a volte, ci piace bastonare gli altri, condannare gli altri. E il messaggio di Gesù è quello: la misericordia. Per me, lo dico umilmente, è il messaggio più forte del Signore: la misericordia. Ma Lui stesso l’ha detto: Io non sono venuto per i giusti; i giusti si giustificano da soli”.
Non quotidiana, Luigi Franti, ma quando capita e finchè è nuovo… o finchè il direttore non si stanca…
Nel Vangelo
secondo Matteo (25, 14-30), Gesù dice che ogni uomo che nasce riceve dei talenti,
il cui numero e qualità solo lui conosce, e che ci chiederà conto, nel giorno del giudizio, di come avremo usato i talenti avuti. (Almeno, questo è quanto mi sembra di aver capito).
Credo che Papa Francesco abbia avuto in dono il talento della capacità di comunicare Gesù, e che stia usando al meglio questo talento.
Ciao Antonella,
si’, Fabricianus deriva da Fabrizio, mio nome proprio di Battesimo.
Un abbraccio. 😉
Io sono d’accordo anche con discepolo circa l’importanza della musica. C’è una frase molto illuminante del filosofo Gabriel Marcel, esistenzialista il quale preferì definire la sua filosofia “socratismo cristiano” che dice così: ” un canto ci aiuta più efficacemente di qualsiasi argomentazione logica e solleva il velo dei misteri dell’essere”. E se un canto può fare questo immaginiamo a quali livelli può elevare la grande musica. Ebbe a dire una volta Beethoven: ” in ciò che risuona in una sinfonia si trova una conoscenza delle sfere spirituali che è più alta e più significativa di tutto ciò che si può esporre con ragionamenti logici. E’ il presentimento e l’ispirazione delle scienze celesti. Ciò che lo spirito sente al suo contatto è l’incarnazione della conoscenza spirituale”.
Riguardo al silenzio della preghiera cui presto questo papa semplice e straordinario ci educherà sarà un dono di grande pregio che andrà di pari passo con il salire del rumore del mondo. La vita spirituale implora silenzio, come lo spartito lo implora! In fondo, cos’è l’esistenza se non puro rumore tra due insondabili silenzi: quello precede la vita, e l’altro che segue la morte…
Un caro saluto ad Antonella
” Silenzio prima di nascere, silenzio dopo la morte, la vita è puro rumore tra due insondabili silenzi.”
Isabel Allende, Paula, 1995
—-
Un aiutino ogni tanto!
Non ricordavo per intero la frase. Grazie!
Di sicuro è prematuro dare un giudizio sul “nuovo Papa ma anche Papa nuovo”. Non lo si conosce ancora.
Certo è che gli inizi sembrano promettenti. A me, per le parole espresse anche oggi già piace. Ma per evitare delusioni in seguito,cosa successa altre volte, per ora non mi sbilancio troppo.
Piace alla gente semplice, e questo secondo me conta molto.
Piace la familiarità cordiale con cui si avvicina al popolo.
Non so quanto conosca di teologia, e non mi importa di saperlo.
So con certezza che chi entra nel cuore dei semplici è più grande degli intellettuali più raffinati.
Mi permetto di segnalare l’articolo di A. Cazzullo sul Corsera di oggi:
http://www.corriere.it/cronache/13_marzo_17/angelus-papa-francesco_90fc6900-8ef5-11e2-95d7-5288341dcc81.shtml
Luigi anche il nostro parroco alla fine della messa esce con le vesti liturgiche e saluta tutti i partecipanti davanti alla porta della Chiesa.
Ciao Luigi
Sono rientrato un’ora fa dal ritiro passato con i miei amici al Giovanni XXIII in questo finesettimana.
Mi sono fionnato sul pc per aggiornarmi sul mio vescovo.
WOW !
Ho visto che il papa era fuori la chiesa di s. Anna a salutare i fedeli come succede nella maggior parte delle chiese cattoliche e non del nord-europa.
La gente emozionata lo baciava come fosse una persona normale, in volto abbracciandolo.
Persino il papa sembra una persona normale,
persino senza avere alcun terrore di incontrare
in un modo umanamente normale il fratello di quella ragazza scomparsa.
La cosa che mi emoziona
è che mi pare
che il mio nuovo vescovo
non sta affatto cambiando l’immagine del papa,
sta rimanendo semplicemente se stesso.
Signore,
che io non sia deluso.
http://www.lastampa.it/2013/03/17/esteri/vatican-insider/it/quel-libro-del-teologo-in-gamba-NEp5m7noUKEa2fHVTkI9cL/pagina.html
Matteo, condivido il tuo entusiasmo e dico con te: “Signore,
che io non sia delusa”.
Cara discepolo,
ben strano populista, questo che alla primissima occasione ricorda ai cardinali e ai cristiani tutti che se non siamo disposti alla croce siamo solo dei mondani.
Altroché Evita e Peron.
Tu ed io, piuttosto, che vogliamo fa’ a questo riguardo? O crediamo che stia ancora ,una volta, nel dare etichette e voti?
è rimasto un tutto nella tastiera… “che stia tutto, ancora una volta” ecc ecc
Bellissimo, nella zona di s. Anna:
– una donna
Papa, prega per me che ne ho bisogno !
– Papa
prega per me, anche io ne ho bisogno
Questa del prete che esce dalla chiesa alla fine della messa con i paramenti ancora addosso per salutare i fedele è una cosa che si fa in molti peasi del mondo. In Italia non si fa e molti preti italiani la considerano quasi al pari di un’eresia. Cambieranno?
In Parrocchia da me a Roma, come accade in tantissime parrocchie d’Italia,
alla fine della messa ci sono parrocchiani che vanno in sacrestia
a salutare il celebrante.
Ma la maggior parte dei fedeli che “ha assistito” alla s. Messa,
non ha interesse a passare in sacrestia.
E al parroco pur buono, non interessa….
Ma il parroco comunque è un buon uomo.
Abitdini diverse.
L’importante è vederlo strepitare per ricordare alla gente
che la domenica devono venire ad osservare il precetto
Sono anche abitudini, il mio parroco lo fa però ad esempio io all’inizio non riuscivo ad abituarmi perchè mi sembrava una cosa molto teatrale.
E anche oggi ridendo dico che celebra un po’ Blues Brothers Style quando prende il microfono per l’omelia mi aspetto sempre che discendano le colombe dall’alto.
Però gli voglio bene davvero.
Da Archimede Callaioli ricevo questo messaggio:
Gentile Accattoli, credo che la “benedizione silenziosa” rappresenti un problema ben diverso da quanto non sia stato rilevato (tra l’altro, credo che Lei sia l’unico che ha ritenuto di dedicare alla cosa una specifica riflessione, sul Corriere di oggi). La formula “in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, non è una semplice “etichetta”, un contrassegno di appartenenza. Quell’ “in nome…”, infatti, è un caso, l’unico nelle lingue indoeuropee, di uso della particella “in” nel siglificato strumentale che essa ha in ebraico, e propriamente significa “con”; qindi, “con (la potenza del) nome…”, e il nome è tutto Dio (il problema della conoscenza del nome di Dio è talmente grande e conosciuto che non devo certo richiamarlo a Lei). In sostanza, senza il “nome” del Dio cattolico la benedizione di un Papa non è assolutamente nulla (e d’altronde non sono assolutamente nulla tutta la Chiesa ed i suoi sacramenti: il battesimo è una lavata alla testa, la comunione un pezzo di pane, e così via). Dare la benedizione “in silenzio”, se non ha voluto dire che il Papa la formula la recitava comunque dentro di sè (ma converrà che allora sarebbe un gesto di semplice, ed anche sconveniente, ipocrisia) è un qualcosa che non si ricollega ad alcun “filo del silenzio” che lega i due ultimi Pontefici: è una cosa talmente inaudita che francamente faccio fatica a farmene un’idea adeguata (e vorrei veramente sapere cosa ne ha pensato il Vescovo Emerito di Roma). Cordialmente. Archimede Callaioli
Se “in silenzio” sta per “non ad alta voce, ma benedicendo con parole espresse nel proprio cuore”, il problema è risolto?
Ieri quel “BUONGIORNO” aveva un tono quasi ironico.
Sembrava quasi un “ricominciamo dalla buona educazione”.
Detto questo io sono fermamente e fanaticamente contrario a vedere in papa Francesco un anti Benedetto XVI.
Cambia lo stile. Ma non vedo uno stile “anti”.
In materia di “rivoluzionarietà” e “rottura degli schemi” – ad esempio -, per ora la rivoluzionaria rinuncia di Benedetto XVI è insuperata!!
Bene, ho “pazientato” sperando che lo dicesse Accattoli che “non può non sapere”…
Credevo fosse giusto riportare stili diversi e l’importanza di certi gesti…
Il Beato Giovanni XXIII (il Papa del Concilio e dell’Ecumenismo”, nel 1959 “benedì gli ebrei che, di sabato, uscivano dalla Sinagoga”. “Un gesto che gli valse l’entusiasmo di tutti i presenti che circondarono la sua vettura per applaudirlo e salutarlo”, scrisse nella sua autobiografia Toaff. «Fu un gesto di grande simbolismo», chiosa oggi il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.
Di questo fatto me ne ricordavo e anzi una curiosità…
ERA RIPORTATO ANCHE SU WIKIPEDIA, MA E’ STATO FATTO SPARIRE !
Comunque la rete ha buona memoria.
http://www.ecodibergamo.it/stories/Cultura%20e%20Spettacoli/345830_papa_giovanni_bened_gli_ebrei_fu_un_un_gesto_rivoluzionario/
Io ho la massima comprensione per Archimede Callaioli.
Comprendo che per molte persone religiose,
l’accidente è essa stessa sostanza.
Io rifletto.
L’Ebreo Gesù,
non si è mai legato ad una forma rituale specifica,
e non risulta da nessuna parte che abbia espresso in modo rituale lui stesso delle nuove forme da ritualizzare.
Mi risulta che l’Ebreo Gesù ha manifestato
continuamente le varie espressioni di Sostanza
nelle varie forme di vissuto quotidiano.
La stessa forma della s. Messa che oggi conosciamo,,
non ha nulla di quanto celebrato da Gesù,
e nemmeno dagli apostoli,
ma
è una costruzione che si è evoluta nei secoli,
soprattutto negli ultimi 5-400 anni.
Dinanzi alla storia complessa e multiforme del cristianesimo,
500 anni sono una bazzecola.
Le forme sono mutevoli nel tempo.
L’Ebreo Gesù,
ha manifestato chiaramente
i vari accidenti in cui avrebbe rivelato il suo sostanziarsi
ma ad oggi ve nè una sola che ha prevalso su tutti.
Semmai è il contrario: la forma della S. Messa ha mantenuto negli ultimi 4 secoli la forma fissata dopo il Concilio di Trento, che sostanzialmente ha esteso a tutta la cattolicità (salvo i riti particolari locali, come l’ambrosiano) il rito romano come era in uso all’epoca, nella forma che aveva preso nel corso del suo sviluppo nel corso dei secoli.
Marcello scrive,
17 marzo 2013 @ 21:50
Questa del prete che esce dalla chiesa alla fine della messa con i paramenti ancora addosso per salutare i fedele è una cosa che si fa in molti peasi del mondo. In Italia non si fa e molti preti italiani la considerano quasi al pari di un’eresia. Cambieranno?
—–
Vero quel che dici rispetto alle usanze dei presbiteri nel resto del mondo.
Io aggiungerei un’altra lettura.
Quella metaforica assai più profonda cioè, quella che interroga sul dove è la chiesa.
Ebbene, Francesco ci segnala che la chiesa e il Pastore non sono chiusi nel tempio dell’autoreferenzialità ma nella strada e camminano con il popolo, tutto il popolo senza distinsioni.
Mi pare che alcuni dei blogger non tengano in conto il fatto che Francesco “veste” il saio con
veste il saio con i simboli che questo si porta dietro, ma è pur sempre un gesuita.
Luigi, quel che scrive Archimede Callaioli, mi sembra abbastanza pretestuoso.
La benedizione è sempre in nome di Dio, sia col segno della Croce sia senza. Noi infatti quando la invochiamo per qualcuno diciamo: “Dio ti benedica” e non facciamo il segno. E in questa formula è implicita la benedizione del Dio Uno e Trino. Pur senza segni visibili.
Che significa dire :”se non ha voluto dire che il Papa la formula la recitava comunque dentro di sè (ma converrà che allora sarebbe un gesto di semplice, ed anche sconveniente, ipocrisia)”?
Di quale “ipocrisia” parla il signor Callaioli?
Mi sembra evidentissimo che la formula sia stata recitata nell’intimo, e non vedo ipocrisia in chi ritiene ( a torto o a ragione) di rispettare, così facendo, la non cattolicità di alcuni o molti presenti.
Si vuole cercare il pelo nell’uovo? Così a me pare.
E non mi piace per niente che si cominci a giudicare secondo le proprie preferenze, trovando “inadeguati” modi che in qualche misura sono in discontinuità con quelli tradizionali.
Quanto è disapprovabile tutto questo! Quanto è triste!
Infine dico che a me, a differenza del suddetto signore, non importa di “veramente sapere cosa ne ha pensato il Vescovo Emerito di Roma”.
Ognuno è quello che è, e tutto ciò che va a contrapporre l’uno all’altro è da respingere totalmente. Niente confronti!
Del resto, io credo che se il Papa emerito fosse interpellato in proposito, molto intelligentemente non si esprimerebbe.
Ricordiamoci che papa Ratzinger ha fatto chiaramente capire di non voler fare ombra al suo successore.
Aggiungo: infatti, se così fosse, sarebbe deleterio.
Concordo Marcello non sostituiamo certe esagerazioni da Ratzinger fans club con quelle di un Bergoglio fans club ma approfittiamo dell’appello alla misericordia per viverla veramente tra di noi.
Nessuna delle cose contestate -e per quanto riguarda l’approccio di Papa Francesco con il Popolo di Dio, men che meno le dimissioni di BXVI che in sé sono lecite e non sono una novità – segnano una rottura con la Tradizione.
Chi ha detto che ci troviamo di fronte a “novità” in rottura.
Condivido in toto con UBI…
Le rotture con la Tradizione sono altre, di altra portata e ben più gravi e complesse.
Mah, Gesù ebreo (?) alla luce della 1a Epistola di San Paolo ai Corinzi (capitolo X, versetto 4) l’apostolo delle genti divinamente ispirato, scrive: «[i nostri padri] tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una pietra spirituale che li accompagnava, e questa pietra era Cristo».
Se e quella Pietra è Cristo, ergo, che lo Mosè si può definire cristiano…e dunque, mi domando come potremmo attribuire al Nazareno l’appellativo di ebreo. Mah, trovo questa cosa assai bizzarra!
Io mi permetto di dire che se non ci fosse stata la stra-ordinarie rinuncia di Benedetto (ispirata dallo Spirito Santo), non ci sarebbe stata la stra-ordinaria nomina di Francesco (guidata dallo Spirito Santo).
Se Benedetto XVI era la mente raffinata della Chiesa Cattolica, Francesco potrà esserne le braccia e il cuore pulsante, ma assolutamente nel segno della continuità.
Sono convinto che Papa Francesco riserverà a tutti delle belle sorprese (penso non quelle, troppo “facili” anticipate dai media).
In fondo, un Papa non viene eletto per soddisfare le nostre attese, ma per confermarci nella fede e servire la Chiesa.
In questo momento non ci viene chiesto né di osannare il Papa né di criticarlo; ci viene chiesto semplicemente di pregare per lui, tenendo presente che solo Gesú Cristo governa la Sua Chiesa.
Ma, vedi Matteo, non lo dico io da me stessa, io non sono niente per dire certe cose che tento di esporre goffamente, come saggiamente ricordò la cara nico di recente. Però, alla luce della Santa Tradizione, o Depositum Fidei , alla luce dei testi dell’Aquinate o Sant’Agostino e non solo, mi consta che all’israele di Dio {Popolo Ebreo] viene preannunziato, durante quella traversata nel deserto, che il Battesimo e l’Eucarestia sono “ombra” e “figura” di realtà future istituite da Gesù nel NT. Tutto nell’Antica Alleanza è “ombra” di ciò che avverà “alla pienezza del Tempo”. E se tutto è stato fatto per mezzo di Cristo, il Logos, Cristo stesso è una sorta di reliquia o di segno sacro “Roccia principale”, che accompagnava, come Verbo non ancora Incarnato, l’Israele dell’Antico Mi sembra di non sbagliare se dico che nascosto dietro l’ombra dell’Antico c’è già la realtà a venire nel Nuovo.Perciò Mosè era Cristiano, ossia credeva nel Messia venturo, Gesù, e viveva nella Grazia santificante, meritataci dal Sangue sparso in Croce da Cristo..
“Umbram fugat Veritas” – l’ombra cede il posto alla Realtà-
Tommaso d’Aquino
Ciao Clodine,
purtroppo fatico nel leggerti.
L’insieme delle tue affermazioni,
a mia comprensione appaiono soggettive,
non le ho lette/sentite da nessuna altra parte.
Puoi negare tranquillamente l’ebraicità di Gesù,
hai la massima libertà di affermarlo,
ma per chiunque
è estremamente visibile,
che Gesù è nato, è vissuto, ha praticato ed è morto
interamente’ebreo e nell’ebraicità,
– che Gesù in nessun momento ha fondato una nuova religione,
– che Gesù ha criticato con forza tutta la formalità del suo mondo religioso ebraico,
– che Gesù in nessun momento ha creato una nuova casta religiosa o sacerdotale da contrapporre alle caste sacerdotali già esistenti.
Come un professore ebbe a ricordare
in una lezione di qualche mese fa:
la formazione in evoluzione storica della classe sacerdotale ed episcopale,
nella Chiesa,
non è assolutamente illeggittima,
ma sempre in evoluzione storicamente.
Gesù,
all’interno dell’Ebraismo,
e
nella sua Ebraicità,
ha portato nuovi commenti e nuove esegesi alla Torah,
sancendo la fondamentale Regola .d’Oro,
e liberando l’uomo/donna
con l’effusione del suo sangue,
con l’accettare la morte.
Il Figlio di D-o,
si è fatto Uomo,
si è fatto Ebreo
Ha dato la sua vita da uomo, e da Ebreo.
Ma,
il Gesù Risorto,
ha un corpo spirituale,
che conserva l’impronta del precedente corpo,
con tutte le sue ferite, che ricordano agli uomini la vera liberazione.
Il solo Gesù Risorto
non è Ebreo, non è Cristiano,
ma
come ha le stimmate della sua vera uccisione,
ha l’impronta della sua vera Ebraicità.
Questo D-o cosa sarebbe? Se è Dio c’è un motivo particolare per cui scrivere D-o?
Ciao Sara,
è la modalità in cui lo scrive il mio professore e non solo.
Nel Blog di Luigi, il 20 luglio 2012 @ 19:11
ne avevo dato anche un mio motivo emozionale più profondo.
E’ da molto tempo che scrivo in cotal guisa.
Come esclamazione pour parler, mi sto abituato a scriverlo “dio”,
diversamente scrivo D-o.
Credo che di avere la libertà di vivere un lemma anche in un modo più personale.
Il significato di mettere un trattino al posto della I quale sarebbe e come si pronuncia Do? (o il trattino ha un suono che non conosco?).
Miserando atque eligendo
(Gesù ha misericordia e lo chiama)
E davanti,
ho l’immagine delle folle che andavano verso Gesù,
lo cercavano,
lo ascoltavano,
“Gesù vedendo le folle,
ne sentì compassione,
perché erano stanche e sfinite
come pecore che non hanno pastore”.
Nei vangeli
non mi viene mai detto
che le folle seguono degli ordini o comandi di Gesù,
ma viene sempre detto,
– hanno fame,
– lo seguono
– lo cercano
– cercano i miracoli,
– cercano guarigioni,
cercano sempre cose concrete,
non cercano teologie,
non cercano filosofie.
non è detto mai, che cercano conversioni…..
Non permette di dire il Divino.
A me personalmente aiuta.
Ma in questo caso è un dato mio personale.
Comunque,
è la stessa modalità di scrittura in italiano fatta dai fratelli Ebrei.
Questo mi rende più comprensibile, in me, l’unione tra D-o, Gesù e l’Ebraismo.
Abbiamo lo stemma!!
http://www.vatican.va/holy_father/francesco/elezione/stemma-papa-francesco_it.html
Ti rammento,se ce ne ffose bisogno caro Matteo, che tra Gesù e l’ebraismo si erge, insormontabile, una CROCE.
Tu dici di non capire quello che scrivo, lo dici continuamente amico mio. Ma, francamente posso dire lo stesso di te.
Grazie Marcello!
“In questo momento non ci viene chiesto né di osannare il Papa né di criticarlo; ci viene chiesto semplicemente di pregare per lui, tenendo presente che solo Gesú Cristo governa la Sua Chiesa.” dice Luca 73.
Magari ci viene chiesto anche di metterne in pratica i consigli….? Ogni tanto ho l’impressione che si parli del Papa- di ogni Papa- come se il suo operato riguardasse “solo ” la Chiesa e i massimi sistemi…Invece riguarda molto da vicino il nostro pane e cipolle quotidiano.
Cara Clodine
io non ho affermato di non capirti,
ho affermato
che fatico a leggerti,
ma comprendo perfettamente le tue espressioni.
Le comprendo talmente bene
che mi provocano dolore.
Capisco anche perchè tu vuoi mettere una croce tra Gesù e gli Ebrei,
non posso condividere,
anche se so cosa vuol dire per te.
Nella storia,
il risultato di questo pensiero,
ha tenuto attaccato alla Croce
l’Ebreo Gesù,
attraverso le millenarie persecuzioni
attraverso l’assassinio nei campi di concentramento.
Attraverso ogni Ebreo
è stato ucciso
sacramentalmente
l’Ebreo Figlio di Dio.
Troppo comodo
adorare un ostia,
e permettere di far uccidere un uomo, donna, bimbo ebreo,
anche essi presenza sacramentale di Gesù.
Coltivo la speranza, Clodine,
che un giorno sarai misericordiosa,
ed è cosa che chiunque può leggere da me
da prima che arrivasse il nuovo papa.
Caro Lorenzo,
il problema fondamentale
non è il papa,
ma Gesù.
Il senso di Gesù realtivamente al 1° Testamento.
La confessione fatta da Gesù.
L’ioncapacità di accettare
lo scarto che esiste tra me persona e Gesù.
Ma se prendo il termine Dio all’uso ebraico non rischio di sbilanciare l’ecumenismo con le altre confessioni cristiane?
E gli ortodossi ne saranno contenti?
ecumenismo e dialogo si fanno a mio parere a 360 gradi.
Onestamente forse sono stupida ma scrivere D-o mi sembra un po’ un vezzo.
Not Problem, Sara,
prendilo come un mio vezzo.
E’ d’altronde giusto che io faccia quello che io credo giusto e bene per me.
A ciascuno il suo.
Ognuno è responsabile per se stesso.
Matte’ ,possibile che sempre, sempre, ogni volta mi accusi….io, veramente soprassiedo per educazione. Credimo, non ti rispondo con la stessa violenza con la quale mi tratti nelle tue lunghe requisitorie per non mancarein carità ed è l’ultima cosa che desidero. E’ lodevole il tuo amore per il popolo dell’Antica alleanza, anche io li amo in quanto fratelli e me ne guardo dal mortificarne la fede e li rispetto, come pure rispetto ogni creatura che respira in questo mondo. Tuttavia ti dico: sta’ tranquillo amico mio, che agli ebrei non interressa proprio niente di Nostro Signore Gesù Cristo, ora come allora…
I musulmani rispettano e riveriscono Gesù : “la pace sia su di lui” dicono.
Il Corano conferma la sua nascita virginale e un capitolo è intitolato ‘Maryam’ (Maria). Dove viene descritta la Sua nascita come segue:
Quando gli angeli dissero:
“O Maria, Dio ti annuncia la lieta novella di una Parola da Lui proveniente: il suo nome è Messia, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’altro, uno dei più vicini. Dalla culla parlerà alle genti e nella sua età adulta sarà tra gli uomoni devoti.” Ella disse: “Come potrò avere un bambino se mai uomo mi ha toccata?” Disse: “È così. Dio crea ciò che vuole. Se decide una cosa dice solo ‘Sii!’ ed essa è.” (Corano, 3:45-47)
Glie ebrei, al contrario, ancora, dopo 2000 anni ritengono che Nostro Signore sia un peccatore e impostore! E se ne parlano è solo per confutarne le tesi.
Cara Clodine,
Non capisco il problema.
Io non mi preoccupo di cosa pensa un eventuale ebreo di un suo antico Rabbi,
a me
interessa
quale considerazione
ha Gesù del suo popolo Ebreo.
Non lo ha mai rigettato,
diversamente da quanto fanno tanti che si dicono ispirati da Gesù,
che hanno continuato a crocifiggere Gesù,
attraverso l’uccisione di ogni ebreo.
Gesù,
non chiede se l’altro mi ama,
ma a me chiede se io amo l’altro.
“Gli ebrei, al contrario, ancora……………”
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Davvero ?
Fanno questo tutti gli ebrei del mondo ?
Veramente si possono fare queste affermazioni ?
“Misericordia, io voglio”
Ciao!!!!
Leggi i Vangeli e gli Atti, in primis.
Documentati sugli antichi testi e comparali con gli atti che la storiografia del tempo, con dovizia, ci trasmette in merito al rapporto Ebraismo-Cristianesimo e le violente persecuzioni subite oer amire di Gesù durate più di 4 secoli, dove anche gli ebrei hanno fatto la loro parte. Consulta Giuseppe Flavio, Plinio il Vecchio, Plinio il Giovane, Tertulliano….Per non parlare di Ambrogio, Agostino, S.Tommaso D’Aquino in merito a quello che asserisci. Documentati sul Deposito immenso lasciato dai padri delle Chiesa d’Oriente e d’Occidente, e ti sorprenderai …
Corrige “per amore di Gesù”
Ma lasciamo stare. Torniamo a Parlare di Papa Francesco….è molto meglio!
E non appiccicarmi etichette gratuitamente Matteo: se il mio cuore sia vicino o meno alle umane miserie, se sia misericordioso o caritatevole è affar mio e del Buon Dio…nel quale confido …”Chi si vanta, si vanti in Cristo”, dice l ‘Apostolo.
Pace e bene
Davvero Clodine?
ti rifaccio le domande di prima……..
Che senso ha scrivere sul papa,
se poi si vuole presentare un Gesù str*** al mondo ?
?
Da Archimede Callaioli ricevo questo nuovo messaggio:
Gentile Accattoli, la mia non è una questione di forma, perchè proprio la forma (a voce alta, in silenzio, bisbigliando) mi sembra del tutto ininfluente. In un sacramento vale l’intenzione (perfino nel battesimo, che può essere addirittura impartito da chi non è batezzato purchè voglia fare quello che la Chiesa richiede): se l’intenzione di Francesco era benedire “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, quella è una benedizione a tutti gli effetti, voce o non voce, altrimenti non lo è, ed è questa seconda ipotesi che mi suscita un qualche sgomento. E, detto in due parole, i sacramenti sono una promessa che Dio fa agli uomini, perchè Dio è l’unico che può promettere; è una cosa che si impara leggendo quel passo dei Vangeli, che qualcuno riterrà secondario e “formalistico”, che è il Discorso della Montagna: “il tuo dire sia sì sì, no no”… Un’ultima cosa: mettere in non cale la tradizione in nome del personale sincero e devoto sentire è una cosa che può essere bella, giusta e gioiosa, ma non è molto originale: c’è almeno un precedente, Martin Lutero. Scusi l’insistenza, con cordialità a.c.