Paolo e Giuseppe alla pianola: questa sì che è una festa
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Luigi Accattoli
Luce e Colore. Ragioni di speranza, Frantoio di Palazzo Espinassi – Moratti, Castagneto Carducci, 16 luglio – 30 agosto 2023 In un tempo come il nostro, buio, e in una situazione culturale sempre più grigia, due artisti celebrano la luce e il colore: Filippo Rossi e Paolo Guerriero. Il primo, attraverso l’oro con cui arricchisce i suoi quadri, a volte forte, spesso appena percettibile, comunica il giorno dopo la notte, l’alba intravvista tra le tenebre. L’altro, un talentuoso ragazzo down, con le tinte primarie e le forme schiette delle sculture, infonde gioia pura. Rossi e Guerriero, oltre a essere amici sono perciò complementari, perché motivo di gioia è la luce e sempre luminosa è la gioia, e sia l’una che l’altra toccano la mente e il cuore, invitando a sperare.
Davvero, sì, “Che meraviglia!”
E davvero, come si legge nella scheda della mostra, l’arte di questo ragazzo “infonde gioia pura”.
Mi ricorda, con forza, qualcosa… ci devo pensare meglio, poi vi dico.
Fiorenza Bettini
15 Agosto, 2023 - 0:50
fiorenza
E’ Maria Prymachenko, grande pittrice ucraina. che mi era venuta in mente ieri, guardando le opere di Paolo Guerriero. Proprio come dell’arte di Paolo è stato detto che “infonde gioia pura”, quella di Maria Prymachenko è stata definita “arte gioiosa” . Anche se era già famosissima, io non la conoscevo e ne ho saputo qualcosa soltanto poco dopo l’inizio della guerra, quando venne incendiato un Museo (un Museo!… ), il Museo di Storia locale di una località vicina a Kiev e, nel disastro, anche 25 opere di lei andarono distrutte. Ma proprio questa fu l’occasione in cui tutti venimmo a sapere del lavoro di questa artista, della sua pacifica esistenza, dei suoi colori puri e del mistero della gioia e della bellezza che che questi (proprio come i colori di Paolo!) ci trasmettono.
Luce e Colore. Ragioni di speranza, Frantoio di Palazzo Espinassi – Moratti, Castagneto Carducci, 16 luglio – 30 agosto 2023
In un tempo come il nostro, buio, e in una situazione culturale sempre più grigia, due artisti celebrano la luce e il colore: Filippo Rossi e Paolo Guerriero. Il primo, attraverso l’oro con cui arricchisce i suoi quadri, a volte forte, spesso appena percettibile, comunica il giorno dopo la notte, l’alba intravvista tra le tenebre. L’altro, un talentuoso ragazzo down, con le tinte primarie e le forme schiette delle sculture, infonde gioia pura. Rossi e Guerriero, oltre a essere amici sono perciò complementari, perché motivo di gioia è la luce e sempre luminosa è la gioia, e sia l’una che l’altra toccano la mente e il cuore, invitando a sperare.
Dal la scheda della mostra
Che meraviglia!
https://gpcentofanti.altervista.org/due-preghiere-fontali-vangelo-di-martedi-15-agosto-2023-assunzione-della-beata-vergine-maria/
Davvero, sì, “Che meraviglia!”
E davvero, come si legge nella scheda della mostra, l’arte di questo ragazzo “infonde gioia pura”.
Mi ricorda, con forza, qualcosa… ci devo pensare meglio, poi vi dico.
Fiorenza Bettini
E’ Maria Prymachenko, grande pittrice ucraina. che mi era venuta in mente ieri, guardando le opere di Paolo Guerriero. Proprio come dell’arte di Paolo è stato detto che “infonde gioia pura”, quella di Maria Prymachenko è stata definita “arte gioiosa” . Anche se era già famosissima, io non la conoscevo e ne ho saputo qualcosa soltanto poco dopo l’inizio della guerra, quando venne incendiato un Museo (un Museo!… ), il Museo di Storia locale di una località vicina a Kiev e, nel disastro, anche 25 opere di lei andarono distrutte. Ma proprio questa fu l’occasione in cui tutti venimmo a sapere del lavoro di questa artista, della sua pacifica esistenza, dei suoi colori puri e del mistero della gioia e della bellezza che che questi (proprio come i colori di Paolo!) ci trasmettono.
https://www.mart.tn.it/mostre/i-girasoli-ucraini-opere-di-maria-prymachenko-dal-museo-nazionale-taras-shevchenko-di-kiev-154486
Insomma, non so se altri lo hanno già notato ma, secondo me, una somiglianza tra il lavoro meraviglioso di lei e quello del nostro Paolo, c’è.
Fiorenza Bettini