“Con l’indigente, il povero, l’emarginato, è essenziale un rapporto diretto che ci coinvolga, che ci metta faccia a faccia con la povertà, per farci sperimentare, a fianco del povero, i pesi e le privazioni che queste persone devono sopportare“: parole del mio amico e fratello don Paolino Serra Zanetti, prete di Bologna, professore di letteratura cristiana antica e amico dei diseredati, del quale ricorre oggi il decennale della morte (1932-2004). Ne ho parlato qui alla voce “Presentazione” e in questa conferenza. Nel primo commento un ricordo di Giulio Matteuzzi.
Paolino l’amico colto dei poveracci
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Giulio Matteuzzi: “I barboni erano la sua chiesa domestica: li accoglieva e li ascoltava con attenzione e pazienza, avrebbe potuto interrompere la conversazione offrendo loro il solito aiutino che sarebbe finito con un bicchiere di vino o un pacchetto di sigarette… ma lui li ascoltava, partecipava alla loro vita, ai loro problemi, e con loro beveva un calice di vino e fumava una sigaretta. Quando andava all’Università aveva sempre un corteo di barboni con sé: aveva il portaborse, aveva la guardia del corpo, aveva chi aveva solamente voglia di parlare e chi gli chiedeva un piccolo aiuto economico. Fu lui a soccorrere un barbone a cui dei ragazzini avevano attaccato fuoco. Lo assistette all’ospedale e consolò i genitori di quei ragazzi. Quanti funerali di barboni celebrava, sempre al mattino presto, le sue parole erano sensibili e commoventi, voglio pensare che siano questi poveri che gli siano andati incontro accogliendolo in Paradiso” (L’altra Bologna, marzo 2016, p. 2).
Saranno loro, saranno i poveri ad aprirci le porte del Regno dei Cieli se ce lo meriteremo.
Una figura di straordinaria bellezza quella di don Paolino Serra Zanetti.
Non la conoscevo.
Le tue paole, Luigi,la presentano come una persona privilegiata dalla Grazia del Signore.
Vorrei avere la fortuna di conoscere una persona così.
Questi umili “servi” di Gesù dovrebbero essere maggiomente conosciuti.
Spero di trovare quel volumetto “La speranza resistente”. Promette bene.
Da Giancarla Matteuzzi, amica di don Paolino e mia, ricevo questo messaggio:
Ieri sono stati 10 anni dalla sua morte.
Domenica siamo stati al Cimitero di una frazione della provincia dove è sepolto, e abbiamo detto Vespri solenni.
Ieri messa presieduta dal cardinale e molti concelebranti nella parrocchia, vicino a casa sua, dove ha sempre celebrato.
Giovedì prossimo in Comune l’istituzione per l’inclusione sociale che ha gestito l’eredità materiale di don Paolo, in pratica solo la sua casa, ma una casa grande nel centro di bologna, farà un convegno di ricordo di don paolo, da un punto di vista culturale e sociale in cui si relazionerà anche dettagliatamente come sono stati usati i suoi beni in questi 10 anni.
Don paolo aveva scritto nel testamento “lascio i miei beni ai poveri” e l’esecutore testamentario ha affidato al Comune il compito di usarli per i poveri.
Verrà dedicato a lui uno spazio nella toponomastica della zona dell’università, vicino a S.Sigismondo.
Ciao
Anche Giancarla Matteuzzi è un personaggio del mio teatro:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/cerco-fatti-di-vangelo/4-la-reazione-all%E2%80%99handicap/giancarla-matteuzzi-dice-si-alla-carrozzina-elettrica-e-no-ai-gabinetti-alla-turca/
Marilisa qui puoi vedere foto e testi di don Paolino – c’è molto in commercio – ti sarà facile trovare uno dei volumi che raccolgono i suoi saggi, le sue omelie, le sue lettere:
http://www.donpaolino.it/
Ti ringrazio di cuore, Luigi.
Ma la vita di don Paolino ha anche una grande valenza laica – lui ha testimoniato che vivere con persone fragili significa dare importanza a tutte le persone. Nel senso che senza di loro si perde il senso pieno della cittadinanza – solo insieme possiamo costruire una città a misura d’uomo – solo insieme possiamo fare argine agli individualismi, agli egoismi , al consumismo sfrenato (compreso l’ambiente) – solo insieme la solidarietà diventa un valore vissuto.
I cristiani impegnati in politica hanno molto da imparare da lui.