Di passaggio a Firenze vado a sedermi sulla gradinata di Palazzo Vecchio come facevo in libera uscita quand’ero “lupo di Toscana”. Sento avvicinarsi le grandi ombre del Savonarola che qui fu bruciato e di La Pira che qui fu sindaco. Già vedo intenzionati a piantare grane Michelangelo e Donatello che proprio su questa gradinata hanno un David e una Giuditta. Ma è con me la figlia più giovane! Chiedo scusa alle grandi ombre e con lei mi diverto a movimentare la vita ai due leoni che hanno la zampa su una sfera di marmo, davanti alla Loggia dei lanzi. Aiutato dai cartoons li convinco a giocare a palla per la piazza, scartando i turisti e facendo girare le statue. Ride Miriam al mio gioco e mi pare che un poco ridano i due felini solenni e ginnici, appena si riprendono da quel palleggio scatenato.
Palleggio da leoni in piazza della Signoria
3 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Fa bene, ogni tanto, giocare con la fantasia; dicono che serva anche a “mantenerci giovani dentro”.
Anche a me piace “infilarmi” nelle fantasie dei figli, e a volte stimolarle…
Con due figli maschi scatenati i giochi fantastici sono un poco più movimentati del palleggio dei leoni (sono stato anch’io Lupo di Toscana, e in mezzo a corse capriole e assalti mi sembra di tornare a quasi 20anni fa!)
… per la “gioia” della moglie e madre che si ritrova con tre bambini!
Sabato 23 dicembre. Tarda mattinata.
Il paese è tutto un movimento: è giorno di mercato e pure l’antivigilia di Natale; nella piazza si incrociano donne con la spesa e giovani alla rincorsa dell’ultimo regalo.
Sul sagrato non manca la zingara che chiede l’elemosina (solitamente è presente solo la domenica, ma anche lei vuole approfittare delle festività e anticipa).
Un carissimo amico, con dei seri problemi di ritardo mentale, offre alla zingara un sacchetto con del pane fresco, appena comprato dal panettiere lì accanto. Poi mi vede e mi corre incontro ad offrirmi uno dei suoi calorosissimi saluti e mi spiega: “Quando mi capita, offro sempre qualcosa da mangiare a chi chiede l’elemosina, perchè nel Vangelo c’è scritto -Avevo fame e mi avete dato da mangiare-, non c’è scritto -Datemi i soldi-“.
La fede dei semplici…
Ringrazio Eugenio Bonzi per questo racconto dal vero e per quello dei giochi con i figli che lo rifanno bambino. C’è festa più grande per chi si è messo nella grande avventura dell’essere padre o madre? Ciò vale umanamente ma anche cristianamente: se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno! Luigi