Il blog di Luigi Accattoli Posts
I documenti preparatori del mega Sinodo del 2023 contengono proposte che – se accolte dai convocati, cioè dalla base – potrebbero smuovere la Ecclesia dormiens: ascoltare le minoranze e le denunce, mettere sotto indagine le magagne del potere, inserire nelle relazioni di sintesi una specie di rapporto della minoranza, segnalare non solo le esperienze positive ma anche quelle negative e le inadempienze. Anche di questo tratta un mio articolo pubblicato dalla rivista Il Regno con il titolo “Il Sinodo in parrocchia: vale molto ma passa in fretta”. Nei commenti ne riporto alcuni paragrafi ricchi di spine e spuntoni. Il titolo del post allude al Sinodo italiano travolto da quello universale.
I bambini soldato sono derubati della loro infanzia, della loro innocenza, del loro futuro, tante volte della loro stessa vita. Ognuno di loro è un grido che sale a Dio e che accusa gli adulti che hanno messo le armi nelle loro piccole mani: tweet del Papa nella Giornata internazionale contro l’uso dei bambini in situazioni di conflitto, che è oggi. Leggo ogni giorno i tweet papali a motivo de mio lavoro e dirò che questo è il migliore tra quanti fino a oggi ne ha scritti o approvati Francesco. Nel primo commento dico qualcosa sul delitto di armare i bimbi.
Qui la registrazione audio della lectio di “pizza e vangelo” del 7 febbraio:
“Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio. La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti”: parole del Papa all’Udienza generale di stamane, nel corso della catechesi su “San Giuseppe patrono della buona morte”. Nei commenti riporto diversi passaggi della catechesi, che possono aiutare queste parole così importanti per il dibattito pubblico in corso nel nostro paese. In un passaggio vi è anche un richiamo alla testimonianza sull’attesa del passaggio che sta dando Papa Benedetto: li abbraccio ambedue, i nostri padri nella fede che ci aiutano insieme ad affrontare l’appuntamento degli appuntamenti.
Ancora un testo di Benedetto sugli abusi sessuali, in risposta alle accuse riguardanti sue decisioni su sacerdoti abusatori negli anni in cui fu arcivescovo di Monaco, tra i decenni settanta e ottanta del secolo scorso. Egli respinge le specifiche accuse di copertura e di mendacio, ma accompagna questa difesa con una “confessione” di peccato “per gli abusi e gli errori” che si sono verificati durante il tempo del suo mandato nei luoghi dove si è trovato a esercitare le sue “grandi responsabilità”. “Grandissima colpa”, dice con il linguaggio liturgico del Confiteor, è quella degli abusatori, nella quale “noi stessi veniamo trascinati quando la trascuriamo o quando non l’affrontiamo con la necessaria decisione e responsabilità, come troppo spesso è accaduto e accade”. Un testo nobilissimo e utile, che nei commenti riporto per intero. Tanto più meritevole d’attenzione quanto più incolpevole, nello specifico, è sempre risultato il caro Benedetto, primo denunciatore e ripulitore della tanta “sporcizia” che è nella Chiesa.
Nei primi commenti riporto due storie positive – di quelle che io amo chiamare “fatti di Vangelo” – menzionate dal Papa all’Angelus: la solidarietà di tutto un popolo attorno al bambino del Marocco caduto in un pozzo e quella di un borgo d’Italia che aiuta un immigrato ghanese a riabbracciare il padre prima di morire. Non aggiungo commenti. Ringrazio Francesco frequente narratore di “santi della porta accanto”.
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