“Siate clementi e misericordiosi, anche nel futuro. Sempre però con la chiarezza e l’immediatezza di persone che camminano insieme”: così ieri il cardinale Zuppi, nuovo presidente della Cei, ha parlato ai giornalisti. “Voi avete il compito di raccontare e di camminare con noi, sicuramente con quella vicinanza indispensabile per il vostro mestiere e anche per il nostro. Voi aiutate tanti a capire scelte della Chiesa che a volte possono sembrare distanti e incomprensibili. È la Chiesa che sta per strada e che cammina nella missione di sempre: parlare a tutti e raggiungere il cuore di tutti”. Nel primo commento altre parole del cardinale nella cronaca che ne ha dato Vatican News.
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“Nomino il cardinale Matteo Maria Zuppi, primo della terna presentatami, presidente della Cei”: così il Papa in una comunicazione inviata all’assemblea della Cei a fine mattinata e letta al microfono dal presidente uscente cardinale Gualtiero Bassetti. Sempre in mattinata si erano svolte le votazioni per avere – a norma di statuto – tre nomi da presentare al Papa, tutti con maggioranza assoluta. Conosco bene ambedue i santi uomini e mi congratulo con Bassetti che finalmente si può riposare (ha 80 anni ed ha avuto il Covid), e faccio gli auguri a Zuppi per tutte le gatte che dovrà pelare. Fare il presidente della Cei è travaglioso, farlo con un Papa imprevedibile è gran travaglio. Nei commenti indiscrezioni sulle votazioni e sulla gamba fessa di Francesco.
Provo a rispondere alle sei domande sulla posizione vaticana che John L. Allen Jr formulava ieri su Crux, il magazin online statunitense di cui è fondatore ed editor. Con le sei domande Allen dà corpo all’affermazione che a quasi tre mesi dall’inizio della guerra la posizione vaticana costituisce “una grande incognita”. E lancia una sfida: “Se qualcuno pensa di avere risposte definitive a queste domande, mi piacerebbe ascoltarle”. Accetto la sfida in nome dell’amicizia: conosco bene il collega, più volte ci siamo reciprocamente consultati e intervistati. Non ho risposte definitive e non ho indiscrezioni sulle quali scommettere: ma ho delle risposte che mi paiono chiare e che mi inducono ad affermare che la posizione vaticana non costituisce affatto un’incognita per chi non aspiri a ottenere dal Papa o dai suoi collaboratori una scelta di campo a favore dell’uno o dell’altro belligerante. Nei primi commenti riporto le sei domande e formulo le mie risposte.
Stamane il Papa ha canonizzato nella piazza di San Pietro dieci beati tra i quali l’olandese Tito Brandsma – che in una recente conferenza avevo presentato come “amico di Dio, amico degli uomini, amico degli animali”. Quella conferenza l’ho richiamata nel primo commento del post precedente. Ora qui completo al mia festa per questo santo che mi è caro richiamando un altro mio testo che lo riguarda: la prefazione alla ripubblicazione di una sua conferenza del 1936 sull’amore per gli animali. Nel primo commento ne riporto l’attacco e metto il link al testo completo.
Domani Francesco canonizza dieci beati: sei uomini e quattro donne. Tra loro due mi sono carissimi: l’olandese e carmelitano Tito Brandsma, martire del nazismo; e il francese Charles de Foucauld, testimone di Cristo in terra d’Islam. Nel primo commento riporto l’intera decina – cinque sono italiani – e a seguire dirò il mio debito verso Tito e Charles.
“La Santa Sede ha appreso con preoccupazione la notizia dell’arresto del cardinale Zen e segue con estrema attenzione l’evolversi della situazione”: così ieri il portavoce vaticano, con il tono di chi trattiene il respiro nello sconcerto per una bruttissima notizia. Il cardinale, 90 anni, già arcivescovo di Hong Kong, era stato arrestato mercoledì per “collusione con forze straniere” ed è stato rilasciato ieri su cauzione. Nei commenti le poche notizie che si hanno e la mia filiale solidarietà.
Aggiornamento al 13 maggio – al commento 7 una dichiarazione del cardinale Parolin sulla vicenda Zen
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